14. Trova un uomo che ti rovini il rossetto, non il mascara

*Alex*

La faccia che ha fatto Melissa quando le ho detto che avremmo lavorato insieme è stata impagabile. Dovrò lasciare il mio adorato divano, ma almeno oltre a rovinare la giornata a questa ragazza, potrò anche guadagnare qualcosa e non dipendere più da quello sfigato di Davide. Ovviamente prima devo superare la prova di una settimana.

«Bene, tu stai dietro al bancone, mentre io penso ai tavoli.» Ordina guardandomi preoccupata. Non crede sarò all'altezza, glielo si legge in faccia. «Ho già fatto il barista, me la caverò. Piuttosto tu mi devi un pacchetto di sigarette.» Ribatto acido. La vedo fissarmi per un po' pensierosa. Sbatte più volte le lunghe ciglia e poi mi guarda di traverso con quegli occhi da gatta. «Scommettiamo.» Propone. «Ogni settimana che riuscirai a tenerti questo lavoro, io ti comprerò un pacchetto di sigarette della tua marca preferita.» Conclude incrociando le braccia al petto. «E' troppo poco, rilancia.» Sbuffo incredulo della sua trovata idiota. Scuote la testa ed afferra un block notes da sotto il bancone insieme ad una penna. «E' la mia unica offerta. Prendere o lasciare. Se non ti senti all'altezza, non accettare. Tanto lo sapevo che non avresti mai...» «Accetto!» La interrompo e mi maledico mentalmente per il mio orgoglio che ha avuto la meglio. La guardo impassibile, mentre lei sorride soddisfatta consapevole di avermela fatta. La mia unica consolazione sarà quella di fumarle l'intero pacchetto che mi comprerà nella sua adorata cucina. «Molto bene. Ora mettiamoci al lavoro.» Esclama e si dirige verso i tavoli per sgombrare quelli vuoti e prendere le ordinazioni dai clienti appena arrivati.

Le ore passano più velocemente quando si ha qualcosa da fare, non posso che confermarlo. Il bar non è affollatissimo in queste ore pomeridiane, ma c'è sempre un via vai di persone che non ti lasciano mai con le mani in mano. Melissa mi spiega tutto ciò che c'è da sapere, come vengono fatte e dove vengono tenute le cose necessarie per il lavoro. Mi istruisce sul funzionamento di qualche macchinario e spesso fa squallide battute a cui ride solo lei. La sua risata però è cristallina e contagiosa, tanto che nonostante tutto mi sento di buonumore. La sento ridere e scherzare con i clienti abituali, riesce ad avere una parola gentile per tutti, è incredibile. Solo con me si mette a fare l'antipatica. Ammetto di provocarla continuamente, ma se prima il suo broncio di sufficienza mi dava fastidio, ora lo trovo divertente.

Improvvisamente il telefono fisso del bar squilla. Melissa corre alla cassa per rispondere. «Si, arrivo subito.» Dice prima di riagganciare. «E' arrivato Federico, il corriere che ci porta i rifornimenti.» Risponde al mio sguardo curioso. Poi la vedo avvicinarsi al microonde e specchiarsi sullo sportello. Si scioglie la coda di cavallo e si ravviva i capelli con le mani, infine prende dalla borsa sotto il bancone il rossetto e se lo mette. Si controlla un'ultima volta, e fa schioccare le labbra un paio di volte. Si gira verso di me e mi guarda... seducente. Cazzo, è sexy

«Posso sapere cosa stai facendo?» Le domando mentre il mio amico là sotto si risveglia dal letargo. «Vado a scaricare la merce.» Ride divertita e torna la Melissa di sempre. Addio femme fatal. Alzo un sopracciglio sempre più confuso. «E la merce si scarica con del rossetto?» Domando. Questa donna non me la racconta giusta. In risposta alza le spalle con ovvietà. «Anche. Fidati di me, so quel che faccio. Torno fra poco.» Ribatte e sparisce dietro la porta che dà sul retro del bar. 

E' pazza, non può esserci altra spiegazione, ma sono curioso. 

Finisco di asciugare gli ultimi bicchieri e mi guardo intorno. Ci sono solo quattro clienti e sono stati appena serviti, dovrei avere un po' di tempo. Furtivamente varco anche io la porta dietro al bancone e mi ritrovo nel piccolo magazzino sul retro. Sento la voce di Melissa civettare dall'esterno. Cosa starà facendo? Mi avvicino al portone del magazzino che dà su un vicoletto dietro al bar. Apro leggermente l'uscio e sbircio sulla strada. La scena che mi si presenta davanti rasenta il ridicolo.

Un ragazzo, il corriere, sta scaricando un furgone con il bagagliaio aperto. «Oh, ma come sei forte.» La voce di Melissa più stridula del solito lusinga il malcapitato. «Sai, alzo più di 100 chili in palestra.» Si vanta il ragazzo, completamente rapito dalla mia collega. «Si, vede.» Ridacchia l'altra. Assurdo, quel povero ragazzo si fa manovrare da una donna come un burattino. Federico finisce di depositare anche l'ultima scatola sulla strada. «Vuoi che te li porti in magazzino?» Domanda speranzoso. «Lo faresti? Grazie mille!» Cinguetta ancora lei e anche se è di spalle giurerei che gli abbia fatto gli occhi dolci. Mi affretto a tornare dietro al bancone e mi rimetto ad asciugare i bicchieri. Dopo qualche istante li sento alla mie spalle, oltre al muro che continuano a parlottare. «Appoggiali pure lì, Fede.» Coordina le operazioni Melissa. Sento il ragazzo vantarsi dei suoi traguardi raggiunti in palestra illustrando ogni esercizio e già me lo immagino mettersi in posa come i partecipanti di un concorso di Body Building. La mia collega non fa altro che dargli corda con esclamazioni del tipo "Davvero!" o "Wow, incredibile." oppure per concludere in bellezza "Sei davvero fortissimo." Che ragazzo idiota, persino da qua intuisco che il tono di lei è pieno di finta ammirazione.

«Ecco, finito!» Esclama il corriere con un sospiro. «Grazie mille. Non so come farei senza di te.» Risponde l'altra e dal rumore che sento intuisco che gli ha aperto il portone per farlo andar via. «Senti, Mel...» Riprende l'altro con una punta d'imbarazzo. «Stavo pensando... perché una di queste sere non usciamo insieme?» Eccolo il palestrato che vuol arrivare al dunque. Cerco di trattenere una risata per poter continuare a spiarli. «Oh, Fede...» Il tono di Melissa è dolce e comprensivo. «Mi piacerebbe davvero, ma al mio ragazzo non piacerebbe.» Aggiunge come una carezza. E' fidanzata? E dove lo ha nascosto questo fantomatico ragazzo? «Oh, stai ancora con lui.» Risponde l'idiota demoralizzato. «Già, ma sono sicura che avrai tante altre ragazze con cui uscire. Sei un tipo così interessante.» Dice l'altra e mi scappa un risolino involontario. Non è capace di mentire la ragazza, ma quello stupido sembra crederle. «Se mai dovessi lasciarlo, sai dove trovarmi.» Risponde Federico improvvisamente ringalluzzito dai complimenti. «Ci vendiamo presto.» Lo saluta l'altra e dopo qualche minuto fa la sua comparsa vicino a me.

Mi concentro sul bicchiere ed il canovaccio che ho in mano. «Perché sorridi?» Si avvicina a me e mi guarda curiosa. Riporto le labbra in una linea dura, non mi ero nemmeno reso conto dell'espressione del mio viso. 

Mi schiarisco la voce e riprendo il controllo di me. «Quindi il tuo ragazzo è un tipo geloso, eh?» La prendo in giro guardandola con la coda dell'occhio. Lei arrossisce presa alla sprovvista. Aspetta, un attimo. Melissa che diventa rossa? Il mondo sta andando a puttane. «Hai origliato!» Accusa lei incrociando le braccia al petto e cercando di essere minacciosa, ma con quelle gote colorate non rende molto. Scoppio a ridere involontariamente, è troppo buffa in quella posa. «La smetti di prendermi in giro!» Ribatte lei dandomi un buffetto sulla spalla, ma non sembra offesa, anzi ride anche lei. «Allora, dov'è questo fidanzato? Lo hanno già fatto santo per sopportare una come te.» La schernisco ricomponendomi. Non dovrei divertirmi con lei, è una stronza che ha lanciato le mie sigarette dalla finestra. «Devo ancora conoscerlo.» Dice alzando le spalle con noncuranza. Alzo un sopracciglio per chiedere spiegazioni. «Fede è un bravo ragazzo, ok? Basta fargli due moine e mi porta tutto in magazzino nel giro di pochi minuti. Dovessi farlo io ci metterei una vita. Però è molto insistente e questo è l'unico modo che ho trovato per farlo smettere.» Spiega rifacendosi con gesti esperti la coda alta con l'elastico che ha tenuto al polso. «Non dovresti illuderlo.» Sentenzio acido. «Non lo sto illudendo.» Risponde stizzita puntando le mani sui fianchi. «E poi da quando ti interessa qualcosa di qualcuno?» Aggiunge inclinando la testa da un lato. «Hai ragione.» Sbuffo ed entrambi torniamo al lavoro in un religioso silenzio.

Dopo un po' mi arriva un messaggio sul telefonino. Leggo il mettente "Silvia", la bionda dell'altra sera. Mi deve una scopata. Ci scriviamo per un po' e ci accordiamo per vederci la sera stessa. Dalle cinque in poi il bar si affolla per l'ora dell'aperitivo. Devo dire che nonostante sia la prima volta, io e Melissa funzioniamo bene come squadra. Lei porta gli ordini e serve velocemente, io preparo i drink come se non avessi fatto altro finora. Devo dire che la ragazza ha una memoria di ferro e una capacita di fare i conti mentalmente che mi lascia di stucco. Non ci fermiamo un attimo finché qualche minuto prima delle diciannove fanno il loro ingresso due ragazzi ed un uomo che raggiungono il bancone. «Alex, lui è Sergio il marito della signora Carola.» Fa le presentazioni la ragazza. «Tu devi essere il ragazzo in prova.» Sentenzia l'uomo serio, scrutandomi perplesso. Annuisco sostenendo il suo sguardo, avrei una battutaccia da dirgli, ma potrebbe costarmi il posto. Non posso permetterlo, c'è una scommessa in atto. Dopo che Sergio ha parlato con Melissa dell'andamento della giornata, i due ragazzi prendono il nostro posto e noi finalmente siamo liberi di andare a casa.

«Sei stato bravo, oggi.» Asserisce improvvisamente Melissa, mentre percorriamo a piedi il percorso verso l'appartamento. I lampioni cominciano ad accendersi e la luna prende il suo posto nel cielo. Non rispondo e accelero il passo. Mi infastidisce che cammini accanto a me, ma lei non demorde e mi raggiunge. «E' un complimento, dovresti accettarlo.» Continua. Annuisco, sperando che gli basti. «Dico davvero. Ti chiedo scusa per non aver aver avuto fiducia in te. Sei un ottimo barista.» Continua e dal suo tono mi sembra sincera. Sta quasi correndo per starmi dietro. «Grazie.» Le parole mi escono fuori senza che io le abbia pensate. La vedo sorridere soddisfatta e finalmente rimane in silenzio.

Dentro di me sento una sensazione strana. Un calore in mezzo al petto che mi fa stare bene. Mi hanno fatto piacere le sue scuse. Sono sempre stato abituato a sentirmi dire dai miei genitori di essere un totale fallimento, paragonato a mio fratello che era quello perfetto dalla famiglia. Ora ricevere i complimenti per qualcosa, nonostante sia una stupidata come fare drink, mi fa piacere. Certo se i miei sapessero dalla mia abilità riderebbero di me, ma questa ragazza sembra veramente colpita e per una volta voglio credere di essere bravo in qualcosa. Se sapesse come ho imparato a fare cocktail non sarebbe più così fiera, anzi probabilmente tornerei a farle schifo.

«Cosa ti ha chiesto Sergio quando siete andati sul retro?» Domando ricordando quanto successo poco prima. Lei si prende una ciocca di capelli in imbarazzo e se la rigira nelle dita. «Beh... ecco... mi ha chiesto di te.» Risponde titubante. Gli mando un'occhiata di traverso per farla continuare. Mette la ciocca dietro all'orecchio e guarda dritto davanti a sé. «Voleva sapere come te la cavavi.» Dice, poi sospira. «Ho garantito per te, ti prego non farmene pentire.» Aggiunge tutto d'un fiato. Rimango sinceramente senza parole. E' la prima volta da anni che qualcuno crede in me. Di solito sono sempre io quello sbagliato e tutti non vedono l'ora di sbarazzarsi della mia presenza e dei miei problemi. Perché lei si comporta così? Sicuramente ci sarà un secondo fine nascosto, oppure più semplicemente è una ragazza estremamente stupida.

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