11. Preaching
ICE
"Come è nobile chi, col cuore triste, vuol cantare ugualmente un canto felice, tra cuori felici."
(Khalil Gibran)
Dopo circa un'ora eravamo tutti travolti dalla creatività e dalle capacità organizzative di Ember. Mia mamma stava terminando il giro di chiamate e stava inviando la lista che avevamo stilato io e Ember, con una serie di semplici trick per gli istruttori di snow, lasciando più libera interpretazione agli agonisti, a Katy e a Tyrone. Io avrei aperto le fila e mi sarei limitato a fare solo quello che mi sentivo. Avevamo optato per le divise della scuola in modo da dar loro visibilità, mentre io avrei usato il solito completo e accessori come da contratto con gli sponsor. Mio padre si era infilato in magazzino in cerca di giacche e pantaloni per la scoiattolina e per Ty.
Ember e Katy erano concentratissime a montare il video su una musica corporate dal sound leggermente epico. Mia sorella era riuscita a recuperare dei videoclip in cui visitavo il cantiere nel periodo estivo, in cui parlavo con il gattista e con gli shaper a realizzazione quasi ultimata, e un altro ancora negli uffici della Neige Management mentre mi mostravano il progetto. La parte più difficile fu selezionare le numerose riprese fatte durante i primi test e le prove pre-inaugurazione. Inoltre avevano utilizzato anche delle riprese hyperlapse che Katy aveva fatto per conto suo all'half pipe, all'alba e al tramonto, senza il mio coinvolgimento. Non sapevo quando e perché le avesse girate, ma erano davvero suggestive e rendevano il video maggiormente accentrato sul vero protagonista: il superpipe.
Una volta finito, mandammo tutto a Lauren, la quale ci richiamò una decina di minuti dopo, entusiasta. Mi disse che il Signor Miller era molto dispiaciuto che non mi sarei esibito al cento per cento, ma era stato molto colpito dal montaggio video fatto così in poco tempo, con un taglio professionale e coinvolgente. Avevo avuto quasi l'impressione che il loro entusiasmo fosse dovuto al fatto di essersi trovati un contenuto davvero valido ed efficace, completamente gratuito, risparmiando così diverse migliaia di euro.
Mentre Katy e Ember stavano rifinendo la versione finale adatta per il maxi schermo, uscii sul portico a respirare un po' di aria fresca. Mi sentivo ancora ovattato dalla notte insonne, ma l'entusiasmo delle scoiattolina mi aveva coinvolto e acceso in me un po' di adrenalina.
Una volta all'aria aperta però, vidi immediatamente Tyrone scendere dalla sua Jeep con un'aria truce e mi preparai mentalmente al suo attacco. Sapevo che avrei potuto contare su di lui per la discesa di gruppo, così come sapevo che mi avrebbe fatto un cazziatone da annali per la situazione.
«Ice, maledizione, ma che cazzo ti prende? Si può sapere?»
Alzai gli occhi al cielo e mi appoggiai rassegnato alla staccionata del portico.
«Ti sei svegliato con le mestruazioni e non te la senti di saltare? E che cazzo di fine hai fatto ieri sera? Eh?»
«Non ho dormito tutta notte, Ty. Me lo hai sempre detto anche tu che è meglio non rischiare se c'è la possibilità di non essere concentrati! Devo spaccarmi l'osso del collo per chi? Per Edmund Miller? Anche no, cazzo!»
«Dio, Ice! Se non sei in forma certo che concordo con la tua scelta. Ti direi di non saltare anche se avessi l'ultimo run decisivo per un oro alle Olimpiadi! Ma quello che mi chiedo è perché cazzo ti sei ridotto a fare una notte in bianco? Non ti è mai capitato!»
«Ora è successo!»
«Vorrei capire perché! Ieri eri in off e non sei nemmeno venuto al party! Non sarai stato mica a scoparti tutta la notte un'amante?»
«Certo che no!»
«Ice, il tuo sguardo imperturbabile non funziona con me, lo sai.»
Mi voltai e lo guardai dritto negli occhi.
«Ero da solo. Nel mio letto. Ma non ho dormito» sibiliai a denti stretti.
Ty soffiò con il naso, si passò una mano sulla barba e si guardò intorno facendo scorrere lo sguardo verso l'interno della scuola, soffermandosi su Katy e Ember. Le osservò pensieroso mentre le due chiacchieravano sorridenti e poi scosse la testa.
«Ice, devi capire che cazzo vuoi fare arrivato a questo punto. Il te di Pechino 2022 non avrebbe mai fatto una stronzata simile. Non ho mai conosciuto un atleta di freestyle come te, dedito alla disciplina e all'autocontrollo. E ora te ne esci mandando a puttane un evento di due minuti, perché non sei riuscito a prendere sonno? Non ho idea del perché tu non ti sia messo a meditare, come fai di solito in queste situazioni. In questo caso non me ne frega un cazzo se Edmund Miller sia contento o no della situazione. Ma io non ti riconosco più! Hai perso ogni stimolo. Stiamo andando avanti da mesi a fare quello che dobbiamo fare senza che tu ci metta un briciolo di anima. È come se fossi congelato nel tuo personaggio glaciale, senza più provare emozioni per nulla. Mi spiace, ma così non posso continuare ad allenarti. Se la tua passione per gli air è davvero finita, è finita anche la nostra collaborazione.»
«Quindi mi stai scaricando?»
«No! Ti sto solo avvisando di come andranno le cose se non ritrovi te stesso. Se non senti più nelle vene questa disciplina, è bene che tu dedichi le tue energie ad altro. Così come io dovrei farlo su qualcuno più convinto di te.»
Sospirai, mi appoggiai al pilastro del portico e chiusi per un istante gli occhi. Sapevo che Ty aveva perfettamente ragione e che prima o poi dovevo scendere a patti con il mio stato di burnout che nascondevo da mesi.
I miei pensieri cupi però furono spazzati via da una improvvisa ventata di energia. Katy e Ember ci avevano raggiunto fuori. Mi destai e io e Ty accantonammo il discorso per il momento.
«Ember questo è Tyrone Harris, il mio allenatore. Ty lei è Ember, nuovo acquisto della Peak Warm Ski Academy.»
«Ember Sullivan, giusto? Forse ci siamo già incontrati in passato e poi la tua fama ti precede.»
Il sorriso della scoiattolina si spense all'improvviso, smise di respirare e iniziò a spostare il peso da un piede all'altro.
«Ho sentito cose fantastiche sul tuo conto oggi. Se è vero tutto quello che hai fatto questa mattina per salvare le chiappe a questo decerebrato, direi che sei sprecata a fare da segretaria a questi due.» Specificò meglio Ty, indicando me e Katy.
Gli occhi di Ember si illuminarono di nuovo, sorrise a Ty e io tirai un sospiro di sollievo.
«Ci vediamo sulle piste, zoticoni! Finitela di litigare come una coppietta sposata, o arriverete tardi!» Ci ammonì mia sorella tirando per il braccio Ember, la quale era vestita con la divisa da snowboard della scuola.
Rimanemmo in silenzio guardandole incamminarsi verso la cabinovia al di là del piazzale. Ember teneva sotto braccio con molta naturalezza quella che doveva essere la sua tavola, e si muoveva incredibilmente aggraziata nonostante gli scarponi. Era a suo agio in quella veste e mi sembrò ancora più bella del solito. Mi si strinse il cuore per quel lampo di dolore misto a tristezza che le avevo visto passare negli occhi poco prima, e ripensai a quando nei giorni precedenti avevo fatto di anche peggio.
Una volta sparite all'entrata dell'impianto di risalita, sbottai.
«Ma che cazzo ti è preso Ty? Lo sai che fama ha quella ragazza nel nostro giro.»
«Ovvero?»
«Oh, andiamo! Il furto ad Alan Ross.»
Ty mi scoppiò a ridere in faccia.
«Oh, Ice... sei uno spasso! Credo tu sia l'unico a dar credito a quello che Alan e quel tossico del suo allenatore dicono in giro.»
Sentii il mio volto deformarsi dall'irritazione, mentre Ty prese a sbarrare gli occhi, quasi spiritato.
«Aspetta, aspetta! Quindi è di lei che si tratta, vecchia volpe! C'entra qualcosa con la comparsa di Deamon in paese ieri? Fino a qualche giorno fa avresti fatto carte false per cacciarla seduta stante e ora ti preoccupi che lei si sia offesa per una mia parola sbagliata?»
Ringhiai, presi la mia tavola e mi incamminai lasciandolo indietro.
«E ti incazzi anche! Quindi ci ho visto più che bene!»
«Smettila, Ty!» sbuffai stizzito nuovamente.
«Soffia quanto vuoi, amico, ma tutto questo è balsamo per le mie orecchie! Vuol dire che batte ancora qualcosa in quel tuo cuore di ghiaccio.»
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