04. Gossip Board

ICE

"Agli altri ho raccontato solo il peggio di te, cosicché possano odiarti anche da parte mia, perché io non ci riesco."
(Anonimo)


Una volta a bordo del mio Range Rover nero avviai la chiamata verso il numero di Tyrone Harris, il mio allenatore.
«Ice...»
«Ty, devo passare un attimo in ufficio. Ritarderò di mezz'ora.»
«Ok. Mi faccio un giro sullo snowpark nel frattempo. Le condizioni della neve sull'half pipe sono ottime stamattina. Gli shaper hanno fatto un lavoro eccezionale la scorsa notte. Ci vediamo direttamente lì.»
«A dopo.» dissi atono senza farmi coinvolgere dal suo entusiasmo.
Non tutti gli altleti erano così fortunati da avere sempre a disposizione un half pipe alto sette metri per allenarsi. Alcuni dovevano prendere voli e stare lontano da casa mesi per allenarsi.
La Neige Management, la società del padre di Amanda, che gestiva le piste del comprensorio di Skyville, aveveva deciso di costruire un superpipe olimpionico che avrebbe attirato atleti da tutto il paese e diversi eventi del settore. Non era ancora aperto al pubblico, ma io aveva già avuto accesso ad inizio stagione per testarne la qualità. Entro una settimana lo avrebbero aperto finalmente anche agli altri altleti e nel giro di un mese sarebbero iniziate le prime gare apportando così a Skyville una maggior attrattiva.
Lo stesso valeva per la Warm Peak Ski Academy, che avrebbe così incrementato le iscrizioni ai camp agonistici, che già beneficiavano del riflesso della mia fama.
Riflettendo sul futuro dell'accademia e di Skyville non mi resi conto di essere già arrivato a destinazione. Parcheggiai davanti alla scuola e presi il sacchetto di Yves San Lauren con dentro un piccolo zaino che avevo comprato per mia mamma.
All'interno, la confusione del noleggio sci era già scemata. Mia mamma e Katy stavano chiacchierando sorridenti dietro il bancone della reception.
Diedi un bacio sulla nuca a mia sorella e stritolai mia mamma in un abbraccio colmo di affetto.
Mi chiamavano Ice perché non lasciavo trasparire mai alcuna emozione, ma con loro ero diverso. Loro erano tutto il mio mondo e i muri che alzavo con chiunque altro, semplicemente non esistevano con la mia famiglia.
«Buon compleanno, Mamma.» le sussurrai alla orecchio per poi porgerle il mio regalo.
«Oh tesoro, Grazie! Ma lo sai che non devi farmi questi regali così costosi. Mi basta passare un po' di tempo con te!»
Il mio conto corrente, tra gare vinte, sponsor e pubblicità, si era gonfiato raggiungendo una quantità di zeri che non avrei mai pensato di vedere. Avevo inoltre comprato diversi appartamenti a Skyville da cui traevo una rendita considerevole, aumentanto ancora di più le mie entrate. Tuttavia mia mamma non si era ancora abituata al lusso. Il suo animo era semplice e puro, con una brutta tendenza a fidarsi sempre troppo degli altri. Come nel caso di Ember. Aveva infatti aperto le porte di casa nostra ad una perfetta sconosciuta, dalla reputazione discutibile.
«Allora se vuoi un po' di tempo di qualità, stasera andremo a cena fuori, solo noi quattro.»
«Tesoro, non possiamo lasciare Ember da sola senza cena. Inoltre non è cortese escluderla così!»
La mia mascella si irrigindì e scattò nervosamente. Riuscii tuttavia a contenere il moto di rabbia. Dopotutto quel programma era fittizio. Stavo solo creando un pretesto per condurre mia mamma allo Skylounge, dove mio padre e Katy le avevano organizzato la festa a sorpresa.
«Va bene. Passo a prendervi alla chiusura allora. Papà è nel suo ufficio?»
«Sì, Ian. È di là. Aveva un paio di chiamate da fare prima di salire sulle piste.»
Salvo emergenze, mio padre non aveva mai lezioni nelle prime ora della mattina. Questo gli permetteva di dedicarsi alle incombenze amministrative della scuola. In realtà, non c'era nemmeno bisogno che insegnasse. Il bilancio dell'accademia avrebbe permesso tranquillamente di assumere un maestro in più, ma lui adorava trasmettere la passione per la neve. Aveva fatto lo stesso con me. Dovevo il mio successo alla mia ambizione, alla propensione verso disciplina, alla tecnica, al perfezionismo e alla guida di Tyrone, ma niente di tutto quello che ero diventato sarebbe mai stato possibile senza la passione che mio padre mi aveva trasmesso da piccolo. Dovevo innanzitutto a lui quello che ero diventato.
Bussai alla sua porta e feci capolino nell'ufficio. Mentre parlava al telefono mi salutó con un sorriso benevolo e mi face cenno di entrare e sedermi.
Mi stravaccai sul divanetto davanti alla sua scrivania e mi tolsi la giacca. Non appena mio padre concluse la telefonata andai subito al sodo senza alcun convenevole.
«Dobbiamo parlare della nuova impiegata.»
Mio padre emise un sospiro e si allungò lui all'indietro sulla sua sedia da ufficio, come se si aspettasse quella conversazione.
«Beh, Ian, direi che abbiamo notato tutti le tue rimostranze a riguardo. Sinceramente non capisco cosa ti sia preso. Perché non ti piace a tal punto da comportarti con maleducazione?»
«Non è la persona che credete.»
«Perché tu la conosci personalmente?»
«No, ma so cosa si dice in giro sul suo conto.»
«Quindi il tuo giudizio sarebbe basato su dei pettegolezzi? Credo di averti insegnato a ragionare diversante, figliolo.»
«Ha truffato il proprio fidanzato e trufferà anche voi.»
«Questo però è basato solo sulla versione del suo ex fidanzato, immagino. Mi spiace Ian, ma sé queste sono le tue argomentazioni, posso solo dirti che la vediamo in modo molto diverso.
Ember Sullivan non mi sembra una ragazza in cerca di denaro facile, ma piuttosto di semplice pace interiore.»
«Oh andiamo! Si è piazziata a casa nostra, servita e riverita. L'avete fatta anche alzare tardi questa mattina, mentre voi eravate qui all'alba.»
«Ian, non siamo stupidi e c'è un equilibrio in tutte le cose. Devi usicre dall'ottica del soldatino a busta paga. Un team di lavoro funziona se si incastrano bene le esigenze reciproche. Il fatto che Ember stia nella dependance è solo un vantaggio per noi. Non abbiamo costi e qualche altra segretaria al suo posto avrebbe avuto da ridere riguardo un alloggio senza cucina. Avremmo dovuto prendere in affitto un monolocale e sai meglio di chiunque altro quali sono i prezzi degli alloggi qui a Skyville, specialmente ora con la storia del super pipe. Il fatto che quella ragazza abbia piacere a cenare con noi è solo un bene. Lo stesso vale per l'orario. Deve ancora imparare tante cose e durante le prime ore della mattina c'è troppo movimento per poterle insegnare. Recupererà nel pomeriggio e nei prossimi giorni quando sarà più autonoma.»
«Ti sto solo consigliando di stare attento, non si merita tutta la fiducia che le state dando.»
«Si merita la stessa fiducia che diamo a qualsiasi altro collaboratore. Lo sai bene che faccio tutti i controlli necessari prima di assumere qualcuno. E non c'è nessuna denuncia a suo carico. Questo vuol dire che il tuo amico non ha mai chiamato le forze dell' l'ordine. Sarebbe curioso capire come mai...»
«Era al sua fidanzata. Cosa doveva fare? Avrebbe fatto la figura del fesso. Senza contare l'impatto sugli sponsor.»
«Se le sue paure riguardassero la sua reputazione, non credi che avrebbe evitato anche di raccontare in giro di essere stato derubato dalla propria compagna?»
Il ragionamento di mio padre non faceva una piega e compresi che quella conversazione era giunta al termine. Mio padre mi stava chiedendo delle prove concrete che al momento non avevo. I miei dubbi tuttavia non avevano vacillato di fronte alle sue argomentazioni. Il mio istinto mi diceva chiaramente che Ember stava nascondo qualcosa di grosso e io l'avrei stanata presto.





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