✔️ Non Cercare

L'ombra della fronda oscura la tua espressione immortalata... Piccola e immutata tempesta.
Scorri fra le sue viscere come fuoco liquido, lava che erutta senza controllo.
Visibilio dei sensi e inopportuna mancanza di controllo per lui, uomo asciutto e arido come un frutto essiccato al sole.

Ti guarda, e resta niente.
Ti sente, desiderio inclemente.
Ti pensa, e la testa mente.

Le tue gambe raccolte su quella panchina. Un libro in grembo a ricordarti quanto è pesante la vita.
Il ginocchio sbucciato e il piede nudo che solletica il suo polpaccio di ragazzo acerbo e sciocco. Resta immobile come impalato alla croce. Tu saresti stata la sua pena, ma lui non lo sentiva. Tu saresti stata il suo ossigeno, ma lui non respirava. Tu saresti stata la sua luce, ma lui non vedeva.

Allunga la mano per disegnare con la punta della dita i tuoi capelli sciolti e fluenti, lucenti come il tuo sguardo che se ne accorge. Ritira la mano sul colpo, le dita si staccano uno a uno, mentre la tua testa fiorita si poggia sul suo petto.
Cherubini danzano sulle note della tua innocenza infernale. Dolce e piccolo scricciolo dalle ossa rotte.

Ti stringe a sé. Ti tiene forte, ora. Allora ti lasciò vagare per cercare la tua strada, lontano da lui.
Ora stringe fra le mani quei ricordi.
Quel libro poggiato sulle sue gambe, ora, sussurra nel vento le tue parole scritte per lui, ravviva le sue giornate coi tuoi scarabocchi lasciati con la matita mordicchiata in cima.
Lo colpisce in petto proprio dov'eri poggiata quel giorno, quando ai piedi della pagina numero 315 la tua mano scrisse "Cos'è l'amore? Tu lo sai?"

Non te l'ha mai insegnato. Ha lasciato che fiorissi altrove, vestita di ambizioni e sogni che hai visto spegnersi uno a uno.

Avete imparato cos'è l'amore. Ma il prezzo pagato è stato alto, il vostro.
Di cosa ti vesti scricciolo dolente.
Cosa assapora al mattino se non le tue labbra.
Vi resta il vostro caffè bollente, amaro come le vostre esistenze.
Chiude gli occhi e ascolta di nuovo le tue mani sulle sue: dolce incontro di anime...

Si spenge col sol levante e riarde nella notte quando il tuo sorriso mite e puro aleggia imponente nella sua buia stanza. Quando solo nelle tenebre le tue labbra rosse e polpose  si stringono a baciare l'aria.
Disegna di nuovo il tuo corpo, come il migliore degli artisti, meticolosamente, nemmeno t'avesse davanti agli occhi.

Il tuo collo si piegava sulla spalla quando ti sussurrava parole che non hai dimenticato, che forse lui non ha dimenticato.
Siamo due anime in simbiosi, ti ripeteva. Avrebbe dato la sua vita per te, ma in realtà camminava solo e lontano dal tuo cuore.
Quanto amore hai lasciato mentre ti allontanavi?
Quanto spazio hai fatto all'odio? Per te stessa e per la tua anima tormentata.

Stringi la matita fra le dita e lui resta a osservarti seduto in disparte.
Cosa ti tormentava, ragazzo sciocco e acerbo?
Cosa la tormentava, dietro quel finto sorriso e la superficialità dei suoi sguardi?

Non pensare.
Non cercare.

Non credere.
Non ti illudere.
Lo scricciolo è volato via.

Tacito assenso
Oblio del malfatto senso.

Prendi la sua mano e l'accompagni
Fra serpi e rovi.
Cosa non trovi?

Stracci rammendati a coprire le ferite.
Brucianti
Roventi
Incenerite dalla vampa.

Tu non sai
Tu non vedi
E continui a medicare una piaga dolente come la peste.

Flagello
Sferza
Scudiscio per una condanna a morte.

Non pensare.
Non cercare.

Non credere.
Non ti illudere.
Il ricordo non riposa.

Prega quel Dio che hai tradito, ragazza sciocca e acerba. Prega, affinché la tua voce ora aspra e stridula possa tornar canto. Trilli, note limpide, acute e danzanti nel firmamento... proprio dove disegnavi sogni, abbagli che hai visto cadere in picchiata.

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