L'Amarillide Velenosa (3/3)

Ore quattro e ventiquattro.

Nel fresco delle lenzuola, la donna si volta e allunga il braccio fino ad arrivare all'interruttore della lampada sul comodino.

Un leggero click precede la luce fioca che illumina la piccola porzione della stanza.
Luce fioca, morente, ma non abbastanza da occultare l'uomo seduto di fronte al giaciglio.

Sgrana gli occhi, e tremando si siede sul letto.

Trattiene l'urlo, finché le pupille non mettono a fuoco la fisionomia di quell'ombra.

<<Nic...>>

<<Scusami se t'ho spaventata. Non volevo svegliarti.>>

La donna si alza dal letto e gli corre incontro.
Si inginocchia ai suoi piedi e resta ad osservarlo.
L'occhio nero risalta sulla rosea pelle.

<<Mio Dio Nic. Che hai fatto al volto?>>

<<Jasmine...>>

<<È stata tua moglie!>> Poggia le labbra su quelle di lui per poi carezzargli il volto. <<Aspettami qui, dovrei avere qualcosa da metterci sopra.>>

Si allontana e velocemente recupera il gel da mettere sull'ematoma.

<<Mi dispiace averti disturbata. Dormivi così bene. Io... io...>>

<<Smettila Nic. Lo sai che qui è casa tua.>>

Finito di mettere il farmaco gli porge maglietta e calzoncini: <<Tieni. Indossa questi, e vieni a riposarti un po'>>.

Lo abbraccia, e nella dolce insenatura del collo resta ad annusare il suo profumo.

<<Quanto mi manchi ogni volta che vai via>> sospira rincuorata dal fatto che ora può di nuovo stringerlo.

<<Ti amo>> risponde l'uomo baciandola.

Si coricano sul letto e abbracciata a lui si addormenta.

Nicolas si scioglie delicatamente dalle braccia di lei e si reca in bagno.

Triste e sconfortato si porta dell'acqua al volto, vorrebbe che tutto fosse solo un incubo.

Si osserva allo specchio, lento e inesorabile il dolore segna il volto e quella macchia nera è solo la conferma di quanto sia stata logorante la sua vita con Jasmine.

-Nicolas... come ti sei ridotto.-

Stringe gli occhi in una smorfia di sofferenza e le sue lacrime solitarie colano instancabili fino a disperdersi sul bianco della ceramica.

<<Nic!>>

L'uomo trasalisce preso alla sprovvista dall'impeto del richiamo.

Si asciuga il viso e si volta verso la porta.
La donna è lì che lo attende.
Lo fissa scrupolosa senza distogliere la sua attenzione da quegli occhi arrossati dal pianto.

<<Scusami, t'ho svegliata di nuovo. Torna al letto tesoro. Vengo subito.>>

Finita la frase la sua attenzione cade alle mani della donna: <<Tesoro... ma...>>

Il tagliacarte preso nello studio luccica nel movimento.

<<Mio Dio Jasmine...>>

La moglie s'avventa addosso al marito puntando l'arma all'altezza del petto.

<<Jasmine!>>

Nicolas si getta a terra schivando il colpo e con le mani afferra sua moglie facendola cadere sopra al suo corpo.

Il tagliacarte le scivola dalle mani e risuona sbattendo sul pavimento.

<<Tu mi hai tradito! L'hai detto tu!>>

<<Oddio Jasmine, cosa dici!>>

L'uomo la tiene ferma nella presa stretta delle sue braccia mentre lei continua a scalciare furiosa.

<<Io non sono pazza! L'hai confessato tu di avere un'altra. Chi è la puttana. Dimmi chi è la puttana!>>

<<Shh! Jasmine... calmati tesoro. Per favore calmati. È stata solo la tua mente. Ricordi? Ricordi quando fai i viaggi nei brutti pensieri?>> Nicolas bacia i capelli di sua moglie. <<Io amo te tesoro, ho solo te! Ascoltami ti prego!>>

La donna s'arresta di nuovo... di colpo.
<<Sì... i mei viaggi...>>

Il marito carezza la dolce pelle levigata.
Ora che sembra tranquilla allenta la presa per poi voltarsela fra le braccia.

I suoi attacchi psicotici si fanno sempre più frequenti.
La sua percezione errata della realtà la porta sempre più spesso ad avere allucinazioni e deliri.

<<Oddio Nic. Scusami. Io... io non so cosa mi è preso. Io... io. Ti prego non mi portare di nuovo in quella gabbia.>>

Nicolas piange.
Nient'altro può fare.
Questa è sua moglie.

A volte è lei, a volte è l'altra... e lo scorrere del tempo viene masticato dal dolore assieme a quello della sua Jasmine.

Dopo quella brutta crisi in cui le ha inveito insulti e lo ha picchiato,  Nicolas le ha somministrato i suoi farmaci e l'ha lasciata dormiente nel loro letto.

Tutte le sue fobie, tutti i suoi deliri... frutto di allucinazioni psicotiche, e Nicolas resta inerme ogni volta.

È rientrato nel cuore della notte per rassicurarsi sul suo stato ed ha trovato la sua Jasmine ad attenderlo.
In quei pochi momenti di malsano equilibrio Nicolas trova la forza per continuare a stringere sua moglie a sé, per continuare ad amarla.
Ma poi tutto si trasforma di nuovo in un inferno.

<<Nic... io ti amo. Perdonami>> gli dice mentre tampona le lacrime dell'uomo sul volto tumefatto. <<Non abbandonarmi.>>

Nicolas la stringe a sé.
<<Amore mio... non ti lascio sola. Tu starai sempre con me.>>

Così, la sua Amarillide, la sua pianta dai grandi e profumati fiori, continuava a sprigionare veleno da tutti i bulbi.
Quel veleno che Nicolas continuerà ad ingerire, intossicandosi fino alla morte apparente.

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