Capitolo Ventotto
Lei
«Che cosa succede?» chiese Leam confuso per la mia espressione.
«Diocle e Diana erano di pattuglia, oltre agli esseri sono comparsi dei buchi neri i quali risucchiano chiunque sia intorno. Stanno intervenendo pure gli immortali. Da quello che ha detto Yag ai miei alleati, quei buchi sono un ponte tra il mondo degli umani e l'inferno» gli spiegai.
Lui mi guardò incredulo«Non è possibile una cosa del genere.»
«È meglio muoverci, avranno bisogno di rinforzi» suggerii.
Stavo andando verso la direzione dove era parcheggiata la mia macchina, era lontana correndo ci avrei messo una ventina di minuti. Leam mi bloccò il braccio.
«Andiamo con la mia auto è più vicina.»
Lo seguii, la sua macchinina era un'auto sportiva nera (non dava proprio nell'occhio). Dopo una decina di minuti ci trovammo nella periferia di Monacre a sud della città. Scendemmo dall'auto prospettatandoci davanti la distruzione più totale, i palazzi erano diroccati e le urla degli umani facevano solo da contorno di quello che stava succedendo. Gente che correva da tutte le parti che veniva o risucchiata dai buchi neri o sbranata dagli esseri.
Veria si avvicinò a Leam, mi guardò con un sorrisetto sulle labbra per poi diventare seria intanto che conversava con il suo creatore.
«Signor Lucifero i buchi neri che si aprono conducono all'inferno» affermò Veria.
«Com'è possibile? Solo io o i demoni di rango superiore possiamo aprire il portale? Chi c'è dietro tutto questo?» parlò Leam al demone.
«Non lo sappiamo ancora, Teli sta cercando di chiudere tutti i buchi. Pure lui non si è accorto di un'anomalia del genere. Le anime che sono scappate non sono in grado di fare una cosa del genere, tranne un paio di esse.»
«Chi sono Veria queste poche anime?» domandai intromettendomi nella loro conversazione. Veria guardò da un'altra parte come se non mi avesse sentito.
«Mi rispondi? Guarda che in questa guerra ci sono coinvolti pure gli angeli» urlai alterata.
«Se non vi dispiace signore io vado» Veria, prese il volo e si precipitò ad aiutare Robinia che era in difficoltà.
Mi girai vero Leam« Che state nascondendo?»
Leam stette zitto per un attimo poi mi rispose guardandomi negli occhi e appoggiando le mani sulle mie spalle « Non ti preoccupare, ce la caveremo noi di questo problema.»
Scrollai dalle spalle le sue mani e me ne andai, tutti questi segreti mi facevano andare in bestia, prima Yag, poi Veria e adesso Leam. Mi trattavano tutti come una bambina ero solo un mezzo angelo, è vero i miei poteri non si erano ancora risvegliati ma questo non vuol dire tagliarmi fuori da questa faccenda.
Mi immischiai in battaglia, Diocle venne subito a coprirmi le spalle.
«Sei impazzita ragazzina? Non vedi che casino che c'è è troppo pericoloso» disse il biondino.
C'erano esseri di tutti i tipi da quelli di livello inferiore a quelli con dei livelli nettamente superiori, come se chi li avessi richiamati non fosse in grado di controllarli.
Guardai infuriata il biondino con gli occhi da gatto «Ma oggi che cosa avete tutti? Tu, Leam posso dare una mano anch'io. Piantatela di tenermi alla larga dalla battaglia» risposi.
A Diocle abbozzò un sorriso
«Guarda che Satana lo dimostra in modo sbagliato e distorto di proteggerti. Ma questo non vuol dire che ti tagli fuori.»
Lo trasfomai nella sciabola incurante di quello che mi aveva detto.
«Fa come ti pare ragazzina» parlò Diocle esasperato all'interno della sciabola nera. Mi immischiai in battaglia, iniziai a mozzare la testa a qualche essere, successivamente mi avventai su un altro mostro squamoso per prima cosa gli tagliai le gambe per poi conficcare più volte la sciabola nel petto.
Nel mentre che ero distratta, venni catturata in una mano da un essere di alto livello ma con velocità fulminea il braccio si staccò. Rischiai di cadere nel vuoto ma due braccia forti mi sorressero, mi girai notando che Leam era ritornato nel suo aspetto originale e mi teneva stretto a sé.
Il respiro mi si mozzò per quanto fossi arrabbiata con lui un senso di nostalgia mi attanagliò. I suoi capelli neri lunghi e rasati da un parte erano belli e lucenti come una volta, a differenza nella sua versione umana che erano molto più corti e sembravano più un ciuffo. I suoi occhi gialli mi scrutarono e mi inchiodavano con lo sguardo, si vedeva che era incazzato. Certo che mi mettevano più soggezione rispetto ai suoi occhi neri che aveva da umano.
Digrignava i denti e le sue labbra disegnarono una linea dura accentuata dalle sue zanne.
Le sue ali nere erano aperte e maestose.
Mi appoggiò a terra trattenendo il respiro per qualche secondo.
«Che cavolo ti è venuto in mente! Ti stavo parlando e te ne vai via come una bambina arrabbiata! Porca miseria Angelica quando qualcuno parla tu devi ascoltare! E poi se ti fosse accaduto qualcosa? Chi ti avrebbe tirato fuo...»
La mia attenzione venne catturata da un palazzo non troppo lontano da noi. Sul terrazzo c'erano due figure che ci guardavano, non riuscivo a mettere ben a fuoco le due immagini ma istintivamente sapevo che le avevo già viste.
Leam mi tirò la guancia «Mi stai ascoltando?»
«C'erano due ombre che ci stavano fissando.»
Leam scrutò dove stavo indicando.
Mi mise vicino a un albero chiamò vicino a se tre demoni che non conoscevo eppure sentivo di averli già incontrati da qualche parte. Leam si era messo a creare nuovi demoni dopo la mia scomparsa? Non ne avevo idea.
La mia attenzione ritornò sui tre immortali con fattezze maschili. Assomigliavano a degli animali, Leam cercava di parlare a bassa voce, quasi inudibile pur di non farmi sentire.
I tre erano insoliti come demoni, sulla sinistra era presente il primo con aria seriosa e il corpo scultoreo, aveva i capelli lunghi color argento. Quello in mezzo che era situato davanti a Leam aveva metà parte del corpo coperto da piume nere a differenza dell'altra parte nella quale ne era del tutto sprovvisto, il suo braccio sinistro era completamente rovinato da scottature ne ero convinta che la causa fosse l'acqua santa e non le fiamme infernali. Il demone piumato indossava solamente dei pantaloni lunghi. Invece quello a destra e con un aria più sbarazzina, aveva delle orecchie da gatto e una coda nera.
Tutti erano muniti di ali nere, solo che sembravano più opache rispetto a quelle degli altri demoni che ero abituata a vedere.
Continuarono a discutere per un paio di minuti, successivamente ognuno di loro presero strade diverse. Leam mi guardò un ultima volta prima di andare in prima linea a combattere, il demone dai capelli color argento e l'altro con il corpo metà coperto di piume volarono nel punto che avevo indicato poco prima della loro comparsa. Invece l'altro con le orecchie da gatto, mi si avvicinò sedendosi di fianco.
«Sua infernalità mi ha detto che le devo fare da guardia del corpo.»
Mi voltai verso il demone «E tu segui sempre i suoi ordini?»
«Ogni tanto» dondolò svogliato.
Che tipo strano.
Con un schiocco delle dita feci tornare normale Diocle, il quale mi guardò estremamente male.
«Certe volte sei troppo impulsiva» disse il mio alleato scuotendo la testa bionda.
«Vai ad aiutare gli altri» gli ordinai.
Diocle guardò prima me e poi il demone.
«Non ti preoccupare non la mangerò» rispose l'immortale mezzo animale.
Diocle mi fissò per avere la conferma e io annuii.
Se ne andò ad aiutare gli altri e rimasi sola con il demone gatto.
«Meno male che devo tenerti d'occhio, non ne avevo proprio voglia di combattere» disse stiracchiandosi contro il tronco dell'albero.
«Già deve essere divertente fare la balia» lo fissai, non so per quale arcano motivo si teneva la mano sull'inguine con fare protettivo, feci finta di niente di quello strano comportamento.
«Sono un demone pigro, preferisco dormire» commentò.
Diressi il mio sguardo verso la battaglia, Leam se la stava cavando egregiamente, Robinia e Veria si facevano scudo l'un l'altra, Matteo e Mauro attaccavano senza perder tempo, i gemelli sembravano una cosa sola, non notavi da chi arrivassero gli spari. Diocle stava dando una mano a Ibisco e Fulvia che avevano qualche difficoltà, non erano abituati ad affrontare tutti quei esseri.
Osservai Teli (il primo demone creato) era in volo sopra alla violenta battaglia il quale tentava di chiudere tutti i portali aperti, devo ammettere che era cresciuto molto di potere rispetto all'ultima volta che l'avevo visto, ormai erano passati moltissimi secoli. Mi venne in mente un bruttissimo ricordo prima di mettere fine alla mia precedente vita, nella quale Leam stava sfondando il cranio a pugni della sua compagna Aletta.
Spero che un giorno riesca a rincontrarsi con la sua compagna che non si era ancora reincarnata. Persino Luna se la cavava, sentivo che la sua anima era cambiata, povera creatura la sua reincarnazione non era stata serena, ha dovuto fare un patto con Leam a causa di Digris colui che si faceva chiamare Michele. Se solo il suo compagno non fosse impazzito, se solo l'avesse incontrata dopo la caduta della barriera, se solo avesse aspettato un pochino, forse la loro storia sarebbe andata diversamente. Erano una così bella coppia, in fondo ero stata anch'io l'artefice del loro destino. Non voglio che io e Leam finiamo così... ma che dico, io e lui non saremmo mai più compagni.
All'improvviso, Yag venne colpito a un braccio e scaraventato a terra, l'essere con il quale si stava scontrando sollevò la grande mano ossuta per poterlo spiaccicare. Preoccupata per la sua situazione mi alzai per andarlo ad aiutare ma il demone gatto mi sbarrò la strada con un braccio.
«Lasciami andare!» lo intimai.
«Con chi pensi se la prenderebbe Lucifero se tu venissi ferita? È meglio che sia qualcun altro a intervenire Yag ne sarebbe molto più contento.»
Guardai il demone ferito che era dolorante e sanguinante a terra.
«Yag! » urlò Arasio, cercò di andarlo ad aiutare ma Tab lo fermò tirando un lembo della tunica.
Arasio tolse la presa di Tab e lo fulminò con lo sguardo. Scese in picchiata come un fulmine in direzione del suo compagno trapassando la mano del mostro.
L'essere dopo essere stato ferito, emise un urlo isterico.
Con l'altra mano sana la creatura oscura cercò di schiacciare l'angelo a terra ma inutilmente.
Arasio schivò l'attacco e immediatamente scoccò quattro frecce, la prima si conficcò nel cranio dell'essere, la seconda nel petto, la terza nella mano sana e l'ultima trapassò la gola il quale che cadde senz'anima.
Arasio aiutò Yag a rialzarsi facendo da sostegno, si mise in un angolo e cercò di cucire le ferite del braccio destro per bloccare l'emorragia. Gli scontri durarono tutta la notte entrambi gli schieramenti erano a pezzi, ma riuscimmo a vincere.
Spazio Autrice
Piccolo collage tra Yag e Arasio (come li chiamo io gli Yarasio) Prossimamente metterò anche un collage tra Angelica e Leam
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