Capitolo Trentaquattro

Lei

Il giorno successivo mi svegliai tutta indolenzita, qualcosa mi stava schiacciando. Inoltre come se non bastasse ero talmente calda che avevo la sensazione di prendendo fuoco. Aprii gli occhi e mi trovai la faccia di Leam, stava dormendo beatamente con un piccolo accenno di sorriso sulle sue labbra.

Tentai con tutte le mie forze di non urlare rischiando di svegliare l'intero castello.
Ma quando era entrato in questo letto?? Ah già, glielo avevo proposto io. Ieri era stata una giornata pesante nessuno poteva biasimarmi se ero crollata, tra Elisa che era impazzita e il tradimento di Claudio. Non mi aspettavo un colpo così basso da parte del mio ex ragazzo, diventare demone e soprattutto ignorare il fatto dei suoi figli per me era stato devastante.
Non so per quanto la mia mente e il mio cuore avrebbero sopportato un altro tradimento, il primo fu Leam, successivamente mio zio Olmo e per ultimo Claudio, se andavo avanti così sarei stata tentata di distruggere io stessa gli umani e gli angeli, prima ancora ci potesse pensare Leam. Perché le persone a me molto care dovevano per forza tradire la mia fiducia? Mi ripromisi in questo momento che Claudio non lo volevo più vedere.

Mi liberai dalla presa di Leam e mi alzai dal letto in punta di piedi senza far rumore, non credo che si sarebbe svegliato con tutto lo sforzo che aveva fatto per chiedere il portone rimarrà lì secco per un po'.
Uscii dalla stanza senza far baccano, camminai lungo il corridoio che portava alla stanza principale dove c'erano i due troni. Guardai i quadri appesi al muro nessuno di essi aveva la firma, il primo che notai era un quadro completamente nero, non aveva senso tenerlo appeso. Il secondo aveva lo stesso sfondo del primo ma con in mezzo una viola, nel terzo erano raffigurate delle fiamme di un rosso intenso. Passai alla quarta tela che era quella che mi inquietava di più, raffigurava un paesaggio rosso con al centro una persona deforme anch'essa dello stesso colore dell'ambiente dietro alle sue spalle, aveva la bocca grande e storta come se stesse emettendo un urlo, le braccia erano vicine al suo viso e non erano presenti le mani. Assomigliava ad una brutta coppia dell'urlo di Munch. Sembrava che mi stesse guardando con aria triste, lo fissai per qualche minuto mi agitava vedere quella figura con un'espressione così malinconica, ad un certo punto l'immagine si mosse e pianse lacrime color sangue. Mi allontanai spaventata, questo posto aveva un'anima sua.

Mi spostai più in là alla fine del corridoio, c'erano due quadri enormi che occupavano tutta la parete, il primo che era dipinto con colori più caldi e pieno di ombreggiature, raffigurava un prato pieno di viole e in lontananza un fiumiciattolo, in mezzo alla tela erano presenti due figure immortali: un demone dalle ali nere con dei riflessi blu e un angelo dalle ali dorate. Erano abbracciati e la distanza era minima tra le due figure. Il demone con fare protettivo cingeva con la mano destra il fianco dell'angelo. Lei invece aveva la sua testa accoccolata sulla spalla di lui e aveva gli occhi semichiusi rivolti verso il basso guardando una piccola zolla di terra che si stava alzando, invece l'immortale dalle ali color pece aveva il volto rivolto verso l'altro. Le loro dita affusolate della mano sinistra erano intrecciate come in segno di preghiera, tutto veniva reso più soave grazie alle ali molto sgargianti che sembravano fuse completamente tra di loro da risultare accecanti. Quell'azione di intrecciare le ali come un puzzle, piuma d'oro che si incastra con una piuma nera, era il gesto più intimo che due immortali potessero avere, persino più profondo nel dover guarire il proprio compagno ferito ancora più privato del sesso. Quel segno esprimeva essere una cosa sola, il sentire l'anima dell'altro. L'immagine mi trasmise molta nostalgia dei vecchi tempi andati con il mio compagno.

Il secondo quadro invece aveva uno sfondo argenteo, il demone era seduto per terra solo con dei pantaloni neri, con una gamba distesa e l'altra flessa e stava osservando l'angelo. Lei era distesa su un divanetto con solo un lenzuolo bianco, intorno a loro erano sparsi fiori di mandorlo. Il viso di lei era appoggiato sul ginocchio di lui, l'angelo stava dormendo beatamente, le loro ali si sfioravano leggermente e tutto era racchiuso in una serie di ombreggiature e toni caldi. Mi avvicinai come ipnotizzata da quel quadro, iniziai a piangere nel vederlo e scossi la testa. Con la mano tremante accarezzai le ali disegnate del demone, appoggiai la testa sul dipinto e chiusi gli occhi. Dentro di me sapevo di essere sempre stata innamorata di Leam, anche dopo che mi era ritornata la memoria. Ho cercato di soffocare i miei sentimenti, ho tentato di rinnegarli ma non ci fu niente da fare, quel bacio di ieri ne era una conferma. Per quanto mi avesse fatto soffrire per quanto mi avesse deluso io l'amavo ancora. Persino la prima volta che l'ho rivisto mi fece scombussolare tutta, ero combattuta per tutto questo. Ieri mi sentii al sicuro come una volta, quello che avevo cercato di spegnere per tanto tempo ritornò come una furia dalle sue ceneri.

Sentii una sensazione strana vicino al mio viso, aprii gli occhi e mi allontanai. La mano del demone della tela era cambiata, era tesa verso di me in maniera tale che sembrasse di asciugarmi le lacrime. Il suo sguardo non era più rivolto in direzione della sua compagna dormiente ma verso la mia figura.

Scossi di nuovo la testa «Non posso farlo, non posso abbandonarmi ai miei desideri egoistici. Per rispetto dei miei figli, per rispetto degli immortali caduti per colpa tua» detto ciò mi allontanai velocemente.
Arrivai nella stanza principale, i primi spiragli di luce stavano entrando nelle finestre. Mi accorsi che vicino alle scalinate accanto ai troni, era presente Yag seduto sconsolato. Mi asciugai le lacrime e mi avvicinai al demone.

«Cosa stai facendo tutto solo soletto?» chiesi.
«Niente» parlò a monosillabi.
«È successo qualcosa con Arasio, vero?»
«Già» disse tristemente.
«Ne vuoi parlare?» domandai.
«Non c'è molto da spiegare, cerco di fare un passo avanti a lui e lui ne fa cinque indietro. Volevo solo curare le sue ferite causate dagli esseri, invece mi ha buttato fuori dalla stanza rivangandomi tutto il passato con parole di odio. Certe volte penso che il nostro amore sia solo unidirezionale» commentò con una punta di amarezza.
Lui era sempre stato un tipo estroso e caloroso per essere un demone e immaginai che l'angelo si era sentito in imbarazzo per questo. Inoltre ipotizzai anche se non ero a conoscenza di quello che era successo tra di loro dopo la grande catastrofe, Arasio si stava rendendo conto dei suoi sentimenti rinnegandoli. Noi angeli siamo dei veri testoni.
«Non arrenderti Yag, sono sicura che lui ti ami più di quanto lo manifesti. Solo che ha paura di soffrire di nuovo.»
Il demone mi guardò con una smofia sul suo viso «Credo che non sia l'unico con questi complessi, vero Angelica?»
«La mia situazione con Leam è completamente diversa»mi giustificai.
Roteò gli occhi «Già come no. Voi e il vostro orgoglio.»
Cambiai discorso, stavamo entrando in una conversazione che preferivo evitate.
«Quando ti sembrerà ti mollare, ricordati che cosa ti ha fatto innamorare di lui. Di quando le hai prese per difenderlo, di quando lui si è preso cura di te quando ti hanno ferito. Di quando tutti e due cercavate di soffocare i vostri sentimenti, ci avete persino chiesto di crearvi una compagna pur di dimenticarvi. Di come la società immortale vi puntava il dito contro perché eravate una coppia. Eppure non l'avete mai fatto, non vi siete mai dimenticati. Anche se non te lo dice Arasio dopo la separazione non si è mai scordato di te, ha solo paura di soffrire di nuovo.»

Il suo sguardo era perso nei suoi ricordi, la sua bocca aveva una linea dolce e morbida.
Dalla mia mano materializzai una fotografia che mi aveva dato Robinia.
«Tieni magari ti tirerà un po' su, guarda il tuo bello che lavoro fa» gli passai la fotografia.

Lui si alzò in piedi, guardò per filo e per segno quella fotografia con un ghigno malizioso, si rivolse a me.
«Non sapevo che Arasio fosse un modello di intimo, sto avendo un'ispirazione per il dei nuovi schizzi» affermò il demone sprezzante.
Scoppiai a ridere, meno male che stava ritornando di buon umore.
«A proposito, sono tuoi i quadri nel corridoio prima di entrare nella stanza?» chiesi.
Lui aggrottò le sopracciglia«Non ci sono quadri nel castello.»
«Ah... mi sarò sbagliata.»
«Beh meglio che vada a svegliare il mio zuccherino, forse dovrei dargli un bacio a stampo» disse elettrizzato il demone.
«Forse è meglio non essere così espansivi, se è arrabbiato con te» suggerii.
«Hai ragione un bel bacio con la lingua, sarà ancora meglio» affermò fiducioso.

Scossi la testa rassegnata.
«Beh è ora che vada, sta per entrare qualcuno molto agitato, non vorrei essere il primo malcapitato che incontra» rimasi dubbiosa per quello che aveva detto, Yag sparì in un lampo.
Nella stanza entrò Leam, era più bianco del solito ed era coperto di sudore. Si guardò nella stanza agitato e quando mi vide tirò un sospiro di sollievo, con due falcate mi raggiunse.

«Ma sei pazza, non mi avvisi neanche che ti allontani. Mi sono venuti sedici infarti quando non ti ho trovata nel letto. Pensavo che un essere ti avesse aggredito» parlò in fretta e furia.
«Calmati Leam, sto bene ho fatto un giro qui in zona per fare due passi, non mi sarei mai allontanata più di tanto. Mi sono messa qui a parlare con Yag prima che tu arrivassi» mi giustificai.
Lui incominciò ad alterarsi«Beh sei in una situazione rischiosa e di svantaggio in questo territorio. Anche se sei in un posto abbastanza protetto, i pericoli sono sempre in agguato.»
Cercai anch'io di mantenere la calma, non era il caso di litigare con Leam. Certe volte era troppo iperprotettivo.
«Hai ragione, scusa.»
Lui spalancò gli occhi per lo stupore, non pensava che gettassi la spugna così facilmente.
«È meglio che tu vada a lavarti prima di partire, hai ancora i vestiti sporchi di sangue nero» indicò con il dito le macchie.

Mi guardai la maglietta era imbrattata di nero, non mi ricordavo di questa cosa. Nel mentre la porta situata in fondo davanti a noi si aprii, entrò Corvus e una ragazza con un mantello. Percorsero la navata centrale, quando si arrestarono tutti e due davanti a noi si chinarono. La ragazza tolse il cappuccio del mantello, la riconobbi subito era Luna. L'angelo, la cui storia tragica fece scalpore tra la comunità immortale. Colei che dopo la morte causata dalla catastrofe, si reincarnò in umana, lasciando il suo potere angelico dormienti per anni. Sfortunatamente il suo compagno la trovò prima che le tornasse la memoria e i suoi poteri. La barriera era molto più debole per chi si era reincarnato, anche se la probabilità di incontrarsi era bassissima loro furono l'unica eccezione. Digris, perché era così che si chiamava, mutò il suo aspetto e si nascose sotto le mentite spoglie in Michele (era uno dei pochi demoni ad avere questa grande abilità nel mutare il suo aspetto sia in umano che da angelo).

Luna venne seviziata da chi doveva amarla per tutta la sua esistenza, invece per lei divenne un incubo senza fine, condannandola ad un destino triste e severo nei suoi confronti. Lui fu uno dei tanti casi che impazzì in modo permanente a causa della separazione dalla propria compagna, Digris era sempre stato molto scaltro nel nascondersi. Infatti i seguaci di Leam lo cercarono per molto tempo insospettiti che fosse affetto da pazzia, quando scoprirono dove si trovava il danno era già stato effettuato. Io non riuscii a fare niente per evitare l'inevitabile, questo senso di colpa me lo porto dentro sin da bambina.

«Cosa sei venuta a fare?» chiese Leam.
«Sono qui per parlare con Yag ed aggiornarlo sulla situazione degli esseri. Non era a Monacre così ho chiesto ad un altro demone di aprirmi l'entrata. Anche se sono un anima maledetta e potrei farlo da sola non mi permetterei mai di aprire la fessura per entrare all'inferno, so che incorrerei a pesanti punizioni» affermò l'angelo.
«Capisco, beh è stata la scelta più saggia» rispose il demone.

Mi avvicinai a Luna, la quale si contrasse e rimase immobile come un pezzo di ghiaccio, i suoi occhi erano pieni di rabbia e di dolore. Mi chinai ed ebbi la stessa visuale, ci guardammo negli occhi misi una mano sulla sua spalla e continuai a scrutarla fino in fondo alla sua anima.
«Non è colpa tua, per quello che è successo, tu non hai fatto niente di male. Non far pesante sul tuo cuore le colpe di altri, la scia di sangue non l'hai creata tu, tu sei una vittima come le altre» parlai ad alta voce, era questo che vedevo al suo interno.

Luna iniziò a piangere, potevo solo immaginare le enormi cicatrici che le aveva lasciato, per quanto lo odiava una parte di lei sarebbe stata sempre attirata da lui. L'abbracciai consolandola.
«Finirà nel migliore dei modi» le dissi all'orecchio, non era una frase ci convenienza. Sapevo benissimo che per lei le cose si sarebbero risolte, anche se doveva aspettare ancora un po'.
«Digris o Michele come lo vuoi chiamare adesso si sta godendo la sua bellissima punizione» sul viso Leam si dipinse un ghigno.
«Peccato che Luna, tua abbia violato una delle regole sacre degli immortali, non uccidere il proprio compagno mi dispiace. Meno male che Digris l'avevi solo ferito gravemente, altrimenti sarebbe stato complicato mandarlo all'inferno, si sarebbe reincarnato e la ricerca sarebbe stata ardua. Quel bastardo era riuscito a salvarsi ben due volte da morte certa, finendo solo in condizioni gravi per la seconda volta» continuò con il suo discorso.
Lo fulminai con lo sguardo, non mi sembrava il caso di parlarne davanti a lei. Salutai Luna con la promessa di rivederci un giorno, ero convinta che tra non molto tutto si sarebbe risolto. Un giorno sarebbe tornata in un posto che gli spetta, in paradiso insieme al suo Andrea.

Spazio autrice

Ciao a tutti!
Volevo ricordarvi che Luna è la protagonista di Incubo un'altra storia collegata ad Anima Angelica.

Inoltre vorrei precisare (mi scuso se lo penso solo io questa cosa ma non voglio equivoci) che Yag non è il solito personaggio omosessuale stereotipato ed effeminato. Il suo comportamento è estroso e giocoso molto simile a quello di Feles, questo suo lato è prettamente rivolto ad Arasio. Vi assicuro che Yag essendo anche così socievole è un personaggio con diverse sfaccettature alcune molto cupe che naturalmente verranno svelate più avanti.

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