Capitolo Otto (Passato)

Lui

Dopo Aletta e Teli la comunità immortale si allargò sempre più, creando una moltitudine di angeli e demoni. Non ero molto d'accordo con la mia compagna in questo, ma lei insistette fino a farmi arrivare allo sfinimento.

In cuor mio, con tutta la sincerità di questo mondo, non volevo nessuno di quei immortali tra i piedi. Il mio immaginario era solo vivere con Lei nel nostro creato, ma Angelica non ne voleva sapere, continuando a perseverare con l'idea che più eravamo meglio era.

Io non la pensavo assolutamente allo stesso modo, ma per evitare ripetute discussioni su questo problema, preferii non disquisire ulteriormente sui suoi progetti. In fondo dovevo arrendermi al fatto che questo corpo celeste era stato creato da Lei.

Era da tempo ormai che non andavo a distruggere qualche pianeta, ero tremendamente frustrato e in conflitto con me stesso. D'altronde non potevo mettermi ad annientare una parte di questo mondo, perché avrei fatto arrabbiare la mia compagna.

Inoltre al solo pensiero di lasciarla da sola cinque minuti per andare a disintegrare qualcosa mi metteva un'ansia, non riuscivo a vivere senza di Lei.

Oltre al nostro primogenito Serse che incominciò a camminare sgambettando in modo scoordinato con le sue paffute gambe, si aggiunse anche un altro maschietto.
Mìtrio era un bel biondino con due occhi azzurri, prendendo principalmente dalla madre.

Angelica era sempre più contenta e orgogliosa di questi suoi due figli, invece io dall'altro canto non provavo gli stessi sentimenti.
Per me quelle creature non erano tanto più preziose degli immortali da noi creati.

Col tempo nel mio corpo stava insinuando un impulso estraneo, mai provato prima che sfamava la mia anima rendendola più forte e oscura.

Inoltre dopo il nuovo arrivo del piccino, la nostra casina era diventata troppo piccola per crescerli. Io e la mia compagna ci trasferimmo da un luogo più appartato a un tempio che la società immortale ci aveva costruito in nostro onore.

La mastodontica struttura asettica, era collocata nelle strada principale della piccola cittadina che si stava formando.
Il tempio aveva davanti a sé una scalinata infinita di pietra. La bianca facciata era piena di archi, numerose e tozze colonne la tenevano in piedi. Su ognuna di essere erano state incise strette scanalature.

Due dei capitelli era decorati con fatti che erano successi nella neo società immortale tra cui: il mio incontro con Angelica e la creazione degli angeli e demoni, con gli anni avvenire molti di essi sarebbero stati incisi con altri fatti storici accaduti. Non sempre sarebbero stati abbelliti con gesta positive.

Appena entrati ci si trovava davanti una sala fin troppo spaziosa, le mattonelle erano traslucide e durante i forti acquazzoni diventavano talmente pericolose, da rischiare di cadere e slogarsi la caviglia.

I corridoi erano districati labirinti e i primi giorni che ero nella mia nuova dimora a momenti mi perdevo.

Un enorme sala era adibita all'incontro con il pubblico, era divisa in tre navate, una centrale e due piccole laterali. Percorrendo la navata intermedia, al suo arrivo ci si trovava davanti un rialzo dove erano stati posizionati due troni.

Le due regali poltrone erano placcate in oro e i tessuti delle imbottiture erano tinteggiate di rosso. Dietro ai due troni erano stati costruiti dei palchetti dove gli immortali comuni potessero prendere parte al pubblico.

Le finestre di questa stanza erano piccole e tutte situate troppo in alto, rendendo questo ambiente ancora più opprimente.
Questa stanza era un simbolo, lo status di dominazione di un'intera società immortale e noi non eravamo ancora pronti a questo.

Era troppo enorme questa sala, numerose pretese nei confronti di due esseri e questo avrebbe gravato fortemente sulle responsabilità di Angelica. Già ne prevedevo il disastro della sua decaduta mentale e io avevo il dovere di proteggerla.

Posteriormente ai due troni era presente una piccola porticina, dietro di essa si trovavano diversi corridoio dedicati alla nostra area personale.
In uno di essi lo utilizzammo per la nostra camera matrimoniale e attorno a noi erano presenti le stanze per i nostri figli.

Era talmente grande tutto questo che in due non potevamo provvedere nel mantenimento della nuova dimora, con il tempo vennero assunti degli immortali adibiti alla pulizia del locale.

Era troppo per noi e se non erro, fu un angelo a progettare tutto questo, si doveva chiamare Gerarldo. Era un immortale dalla lunga barba incolta e dall'aria spocchiosa. Un tale idiota di angelo.

Col tempo e anni addietro, si aggiunsero problemi su problemi. Gli immortali si discriminavano tra di loro, non c'era verso nel farli andare d'accordo. Angelica era preoccupata e triste per questo, quando la vedevo così mi veniva voglia di spazzare via quegli esseri inferiori simili a noi.

Come se non bastasse che le due fazioni si odiassero gli uni con gli altri, chi era una coppia mista veniva isolato e pesantemente discriminato. Le coppie miste erano composte da un demone e un angelo.

Oltre a questa piaga che si era venuta a creare, venne alla luce il fatto che gli angeli e i demoni non potessero procreare tra di loro.   Io e Angelica avevamo deciso così di comune accordo, prima ancora che plasmassimo gli immortali.

Questa cosa colpì anche Aletta e Teli che sprofondarono in un profondo sconforto ma rimasero al nostro fianco, aiutandoci nella crescita dei miei due figli.

Diversi anni dopo le varie tensioni che svanivano e si riformavano, arrivò come un fiume in piena uno degli scandali che fece maggiore clamore. Venne alla luce in maniera subdola, con il rischio di linciaggio dei due protagonisti in noto mercato vicino a Monacre, la notizia di una coppia mista con le stesse fattezze.

Io e la mia compagna sapevamo già da tempo della loro esistenza, fin da quando avevamo creato le loro anime, entrambi si cercavano con un certo interesse quando ancora non avevamo plasmato i loro corpi.

Questa coppia era composta da il demone Yag e l'angelo Arasio. Mi ricordo ancora che un giorno mentre ero nella nuova dimora, seduto in maniera svogliata sul mio trono acconsentii di farlo presenziare davanti alla mia figura.

Yag mi supplicò in ginocchio di farlo innamorare di un angelo con fattezze femminili. La stessa cosa successe ad Angelica da parte di Arasio, li convincemmo entrambi di accettarsi come erano fatti.

All'inizio non fu semplice per loro cercavano di essere solo amici, ma era impossibile non innamorarsi del proprio angelo di cui si era legati sin dalla nascita, le possibilità erano veramente scarse nel cercare di evitare il proprio destino.

Con calma riuscirono a mettersi insieme nascondendo la loro natura alla comunità ma quando venne alla luce la loro relazione, la società delle due fazioni tentarono di isolarli e insultarli. Non furono i soli a rischiare la pelle, Veria e Robinia (un'altra coppia dello stesso sesso) sfuggirono al linciaggio in piazza  per pura fortuna, quando entrambe si dichiararono davanti a tutti.

Questo pregiudizio io e Angelica riuscimmo a ridurlo ma non a sradicarlo.

Ma lasciando stare quella sgradevole faccenda di ottusità che si sarebbe presentata più avanti. Nella comunità che avevo plasmato, erano presenti dei angeli e demoni che io reputavo molto interessanti, talmente tanto da sconfiggere la monotonia creata nel tempo da questo gruppo di esseri inferiori e bigotti. Per poco tempo le acque si calmarono ma non durò molto, una nuova idea di Angelica mi portò allo stremo.

Un giorno mentre eravamo sdraiati nel nostro praticello in mezzo alla radura, ci stavamo coccolando dopo aver fatto l'amore. Le stavo accarezzando i suoi lunghi capelli biondi e setosi, a Lei piaceva quando glieli toccavo, compariva sempre un po' di rossore sulle sue guance.

Adoravo vederla in imbarazzo e mi divertivo a stuzzicarla. Era appoggiata al mio petto e si stava rilassando, quando a un certo punto alzò la testa e tutta sorridente mi disse« Perché non creiamo dei mortali?»

«Mortali?» dissi confuso. Mi sembrava una parola dal sapore putrido.
«Sì, degli esseri più deboli degli angeli e dei demoni. Non avranno una vita lunga ma potranno riprodursi» sembrava estasiata dall'idea.
«Abbiamo già problemi con gli angeli e i demoni che non vanno d'accordo, vuoi aggiungere altri dilemmi?» dissi contrariato cercando di farla ragionare.

Angelica dopo questa discussione, diventò triste e non mi rispose per qualche giorno. Io stavo diventando pazzo, tutte queste responsabilità mi facevano diventare matto e il suo allontanamento gravava sul mio stato mentale.

Quando riuscii  finalmente a stare un minuto da solo con lei nella nostra casa, la presi in disparte attirandola nella nostra stanza.

«Che cosa succede?» chiesi puntandogli i miei occhi gialli nei suoi.
«Niente» disse indifferente senza guardarmi in viso.
Alzai gli occhi al cielo e spostai con poco garbo il mio ciuffo ribelle che si era appiccicato sulla fronte.

«No, qualcosa c'è, altrimenti non mi ignoreresti» risposi disperato.
«Tu pensi che sia stupida e che la mia idea fosse un'idiozia. Io voglio vedere questo pianeta popolato da diversi esseri, uno diverso dall'altro» affermò tenendo ancora abbassato lo sguardo, pur di non incrociate il mio sguardo.
Cercai di non alzare nuovamente gli occhi al cielo per le cavolate che mi dovevo sorbire, annaspando nella mia mente le parole più adeguate per non peggiorare la situazione.

«Io non penso che tu sia stupida, sei la persona più importante della mia esistenza, sei la mia compagna. Se è questo che vuoi io ti aiuterò, ma a una condizione che un giorno saremmo solo noi due come una volta. Un dì avverrà il giudizio universale dove sarà giudicata l'intera specie umana e immortale. Gli umani che saranno morti prima di quel giudizio verranno posizionati nel limbo, aspettando anche loro la nostra scelta irremovibile» affermai, sperando di dare un taglio a tutto a questa faccenda, tentando di dissuaderla da quella pazza fissazione che si era creata nella sua testa.

Ma sfortunatamente lei accettò titubante la mia proposta, sugellandola con una stretta di mano.

Creammo il primo giovanissimo mortale che aveva fattezze maschili e venne chiamato uomo, invece una creatura più morbida e apparentemente fragile con fattezze femminili venne chiamata donna. Poco dopo il pianeta era abbastanza popolato da esseri umani.

Gli immortali non li vedevano di buon occhio, erano venuti a conoscenza che loro potessero procreare. L'uomo e la donna fecero nascere nuovi sentimenti, contrastanti tra loro. Non erano del tutto dipendenti e avevano bisogno di me o della mia compagna, richiedendo ancora più maggiori attenzioni rispetto agli angeli e i demoni.

Tutti assorbivano le nostre energie mentali e fisiche, con i loro inutili problemi e per noi due non c'era più tanto tempo da passare assieme. Quello strano sentimento oscuro che sentivo nel petto, era cresciuto e a fatica sarei riuscito ancora a trattenerlo.

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