26
Rivide le telecamere più volte e riproduceva sempre la stessa scena.
Aveva individuato un possibile indizio.
Doveva trovarlo.
Le due donne avevano un alibi.
Erano rimaste fino le 2:30 fuori al bar.
Non potevano essere state loro.
Gli uomini erano spariti dalla visuale nell'arco di tempo in cui era stato ucciso Austin.
Micos sapeva che i quattro erano a lavoro, volò a casa del sospettato per trovare quel qualcosa che aveva catturato la sua attenzione nella registrazione.
Entrò e si diresse furtivamente nella casa, anche se non c'era nessuno. Cercò tra i cassetti, sotto il letto,
armadi, ovunque, pensò che il colpevole gli avesse gettati, andò a vedere nel cestino. Eccoli!
Cercò di non contaminare l'eventuale prova quando sentì la porta di ingresso chiudersi.
Micos si guardò intorno, nascondersi o scappare?
I passi erano sempre più vicini e si era fermati davanti la porta della stanza in cui c'era lui.
Micos aprì la finestra, non si apríva.
<< Oh andiamo! >>
sussurrò agitato, cercò di calmarsi, ritentò e la finestra dopo un po' si aprì. Era un po' mal messa.
Volò via e si nascose dietro a un albero, osservò il sospettato guardarsi attorno che capì che qualcuno si era intrufolato a casa sua.
Cercava qualcosa in tutte le stanze, non trovò nulla, poi lo vide afferrare il cellulare che aveva dimenticato e capi il perché fosse ritornato a casa.
Ci mancava poco e avrebbe trovato Micos, sospirò e portò ad analizzare.
<< Sono di nuovo qui, lo so mi trovate simpatico. Ho trovato questi e c'è del sangue, penso si sia seccato però credo potete scopire lo stesso a chi appartiene e...>>
<< Non ci darai tregua finché non analizzeremo questi giusto? >>
<< Esatto >>
Micos fece un sorriso innocente, ringraziò per la pazienza e andò via.
Era stanco, volò verso casa di Crystal e si catapultò nel letto. Di nuovo quella sensazione, quel emozione. La stessa era inconfondibile. Tristezza e dolore.
Micos sperò che parlando con questa persona mentalmente capisse che lui gli era vicino.
O meglio potesse sentire che gli era vicino.
Delle lacrime fuoriuscivano fuori dal suo controllo. Non era lui a provare queste emozioni, le asciugò ma continuavano a solcargli il viso e si rassegnò, guardò davanti a lui, vide il fiore che gli era stato donato da Tristan. Si mise comodo, si addormentò e sognò.
Una donna dai lunghi capelli neri e occhi verdi, aveva in braccio un bambino.
Entrambi sorridevano.
Lei diede un bacio al piccolo bimbo che era contento.
Si avvicinò un uomo che abbracciava la donna e prese in braccio il bimbo.
Il cielo era coperto di stelle. L'uomo si sedette sul grande dondolo e cantò una canzoncina al piccolo che sorrideva, si addormentò abbracciando l'uomo.
Erano circondati da un campo di primule.
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