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Micos aveva ristretto la cerchia.
Erano solo quattro i sospettati, i colleghi.
Non aveva verificato i loro alibi, così decise che doveva continuare a indagare per capire chi dei quattro stesse mentendo, perché loro erano stati gli ultimi a vedere la vittima e qualcosa era successo per portare l'assassino a uccidere Austin.
E il movente? Ancora non aveva una teoria valida. Poteva essere stata le gelosia di Susy? o l'odio di Meson? Oppure entrambi si sono aiutati per i loro scopi? Derek era sicuramente sotto effetto di stupefacenti e potrebbe aver causato anche lui l'incidente? E Marissa c'era anche lei quella sera nel bar.
L'angelo volò in pizzeria.
<< Ancora tu! >>
<< Si è scoperto chi è stato? >>
<< Allora ci sono novità su l'assassino del mio Austin? >>
<< Hey amico come butta? >>
<< L'assassino è tra voi >>
Ci fu un moto di stupore tra tutti, si guardarono sospettando l'uno dell altro ed erano nervosi che l'assassino si trovasse tra loro, lavorava accanto a loro ed era una cosa inconcepibile.
Non riuscivano a metabolizzare l'uccisione di Austin e ancor di più scoprire che tra loro si celasse l'assassino, ciò fece raggelare il sangue.
Susy svenne, Marissa era immobile per lo shock. Meson era sconvolto e Derek si mise a ridere.
Marissa squadrò con lo sguardo Derek.
<< Non c'è niente da ridere! >>
Meson si avvicinò a Susy che era a terra, si avvicinarono anche gli altri. Cercarono di farla riprendere, la ragazza si riprese, si alzò lentamente e si mise seduta, aveva il viso pallido.
Meson le portò un bicchiere d'acqua, la ragazza prese il bicchiere con le mani che le tremavano e quindi mantenne lui il bicchiere, lei sorseggiò l'acqua, poi il tremolio diminuì e lei prese il bicchiere dalle mani di Meson, bevve, restituì il bicchiere a Meson che lo ripose sul tavolo.
<< Stai meglio? >>
chiese Marissa che le era accanto, Susy annuì, si alzò da terra aiutata dagli altri e la fecero sedere.
<< Guarda cosa hai fatto! Potevi usare più tatto! >>
sbraitò Meson contro Micos vedendo la collega ancora sotto shock.
<< Non volevo...io...>>
<< Ci dovevi pensare prima! >>
<< Meson, Meson. Cerca di calmarti!>>
Marissa poggiò una mano sulla spalla e l'uomo sembrò calmarsi, si scusò per le brutte maniere; l'angelo sorvolò e Meson si giustificò dicendo che si era spaventato nel vedere la collega svenire. Aveva reagito d'impulso e aveva esagerato.
I colleghi e l'angelo si sedettero, passarono minuti di silenzio.
La pizzeria era vuota e già preparata per la serata.
Micos guardò i quattro colleghi negli occhi e sul loro viso cercò di individuare delle microespressioni che gli consentissero di capire chi di loro stesse mentendo e chi avesse inscenato quello che sembrava un incidente, la persona che aveva architettato tutto e coperto le sue tracce così riuscendo a far ricadere la colpa su un innocente.
Il silenzio era avvolto nella stanza, si sentiva solo il ticchettio delle lancette dell'orologio e Micos sentì qualcosa vicino la sedia, notò Marissa che agitava la gamba freneticamente per il nervossismo.
<< La smetti mi innervosici! >>
sbottò Meson che era seduto accanto e si rigirava il bicchiere tra le mani.
<< Scusa e che questo silenzio è estenuante >>
Marissa cercò di calmarsi e poi guardò Micos in attesa che dicesse qualcosa, l'angelo rivolse lo sguardo verso Susy.
<< Come ti senti? >>
<< Meglio grazie >>
Dopo che i quattro colleghi si ripresero dallo shock iniziale e sembrò che la calma fosse tornata,
Micos prese parola e informò che doveva guardare la videosorveglianza perché voleva scoprire se fosse succcesso qualcosa che ignorava.
<< No, non è possibile >>
<< Perché? >>
<< È rotta >> Meson informò
<< Davvero? >>
Marissa domandò inarcando sopraciglio.
<< Sì, non sono riuscito ancora a chiamare il tecnico per farla aggiustare. Appena è in buone condizioni, ti chiamo >>
<< Va bene, ora vi devo fare delle domande...quella sera in cui Austin è stato ucciso eravate con lui? >>
I quattro colleghi annuirono.
<< Cosa è successo? >>
Micos guardò Derek il quale parlò con lo sguardo e Micos sapeva che lui stesse nascondendo delle droga e continuava farne uso e probabilmente quella sera anche aveva ceduto, non parlò davanti ai colleghi; non voleva che anche loro venissero a saperlo.
Meson fissava un punto ed era pensieroso.
<< Devo chiamare il tecnico >>
l'angelo si rivolse a Susy che sobbalzò e si era ammutolita.
<< Eravamo al bar di Trevor. Aveva chiesto Austin di andarci, mi pare di aver capito fossero migliori amici.
Dopo una stancante giornata lavorativa abbiamo brindato, poi non mi ricordo niente più >>
Marissa spiegò, prese una ciocca di capelli e l'attorcigliò attorno al dito.
Micos disse che sarebbe ritornato appena si sarebbero ripresi del tutto.
Aveva bisogno di informazioni in più, una confessione, delle prove e un alibi per scovare il vero colpevole.
Era tra loro quattro e l'avrebbe scoperto.
L'angelo ringraziò per la disponibilità e salutò tutti, uscì dalla pizzeria e non si accorse che qualcuno lo stava osservando dalla finestra.
FLASHBACK
Due ragazzi avevano fatto colazione. Si oganizzarono a suonare, uno suonava la batteria.
Erano in garage con tutti gli strumenti e degli amici.
I due suonavano con grinta.
Avevano invitato amici e si stavano divertendo, il ragazzo afferrò il microfono e iniziò a cantare e si divertì.
Vide una ragazza che indossava vestito color lilla, lei si avvicinò e lui le fece fare casqué, si stamparono un bacio sulle labbra.
Tutti si fecero prendere dalla musica e cantarono il ritornello.
Il ragazzo puntò il microfono verso gli amici che cantavano e ballavano.
Si gettò tra la folla, ritornò verso il batterista, posò il microfono, prese gli strumenti degli amici e suonò per dieci minuti, poi restituì lo strumento e si diresse verso la batteria, gettò la bacchetta sul piattino della batteria, poi fece la spaccata e iniziò a a ballare la break dance.
Introdussero un'altra canzone, lui prese il berretto di uno dei tanti amici che ballavano, se lo mise al contrario e iniziò a fare rap. Tutti si adattarono al genere musicale cambiato e continuarono a ballare cantando a squarciagola.
Il ragazzo che cantava prese la ragazza e le cinse i fianchi e cantò, le fece fare una giravolta, lei si ritrovò con viso al petto del ragazzo.
Lei cantò insieme a lui.
Il batterista e il ragazzo che cantava avevano grinta da quando avevano iniziato.
Il garage era addobbato e sembrava una discoteca, la strobosfera creava luci colorate sul cemento, sulle pareti e sui presenti.
Il batterista si stava sfrenando.
C'era casino e la musica continuava.
Il ragazzo si avvicinò al batterista avvicinandogli il microfono, cantarono insieme e risero.
La musica stava per finire e tutti si erano sfrenati. Finì.
Tutti si diressero verso il buffet, mangiarono e chiacchierarono.
Il ragazzo che aveva cantato parlava con il batterista, erano legati e c'era complicità tra loro.
Dopodiché si sedettero tutti sulle poltrone bianche di pelle e guardarono il film proiettato all'aperto sotto il cielo stellato con il dolce per concludere la serata.
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