36) Un paio (o più) di bottiglie [pt. 1]

Incredibile, no? Sono già tornata e oltretutto ho un altro capitolo pronto che potrete leggere già domani (se lo dimentico ricordatemelo!!). Buona lettura!

«Devo preoccuparmi?»
Io e Cassius siamo nel salottino del castello in compagnia di un paio (o più) dei liquori più forti che abbiamo trovato. Non appena ci siamo assicurati che la battaglia era conclusa e che non c'era nessun altro nemico, abbiamo annunciato la vittoria e tutti sono andati a festeggiare. Noi siamo tornati al castello. Mi sono fatta una doccia, mi sono cambiata e nel più totale silenzio, senza nemmeno metterci d'accordo ci siamo incontrati qui, entrambi con delle bottiglie e un bicchiere in mano.
«Non lo so»
Riempiamo i bicchieri.
«Non so nemmeno cosa sia successo» continuo. «So solo che provavo un immenso piacere nel sentirli urlare, nel sentirmi potente. Credo sia proprio questo: il fatto di sentirmi potente.» butto giù un paio di sorsi. «La mia unica paura è che non sia dipeso dalla maledizione, ma che sia semplicemente io... capisci?»
Cassius guarda il fuoco e beve. Non dà cenni di risposta se non dopo essersi riempito il terzo bicchiere.
«Io non ti conoscevo prima di tutto questo, ma da subito, anche se non mi stavi esattamente a genio, avevo capito che non eri una attaccata al potere. Non sei una che desidera il potere. Tu vuoi solo vivere la tua vita felicemente, salvare i tuoi amici e il tuo ragazzo. Vuoi essere lasciata in pace.
«Penso che tua sorella voglia toglierti la tua umanità. È solo una supposizione, ma se ci riuscisse, se tu perdessi totalmente il controllo, saresti un arma invincibile, non riuscirebbe a fermarti nessuno e saresti probabilmente dalla sua parte perché desidereresti solo il potere.» ha senso. Potrebbe aver fatto centro. «Ma io sto solo ipotizzando»
«Beh non è niente male come teoria.»
Riempiamo il quarto bicchiere, ma la nostra mente non potrebbe essere più lucida.
«Hai già provato a chiedere a Cedrick?» domanda lecita, ma rispondo subito annuendo, e poi mi spiego meglio.
«Più volte, ma evidentemente non può rivelarmi tutto. In effetti dove starebbe il divertimento nel conoscere ogni cosa?» dico ironica.
Cassius alza il bicchiere, concordando, poi caliamo nel più completo silenzio. Ma non per molto.
Adam entra senza preavviso e ottiene su di sé il mio sguardo, mentre il vampiro continua a bere e osservare il fuoco. Non dice niente, ci osserva e basta e sembra nervoso.
«Dì quello che devi dire, Adam!» non ho voglia di aspettare oltre. «Si tratta di Li-Fen?» chiedo. Si da il caso che i miei rapporti con la ragazza in questi mesi non siano stati del tutto amichevoli. Non la vedo praticamente mai, se non quando ci spostiamo di paese in paese, è sempre con Adam e ha fatto amicizia nell'esercito. Non mi rivolge nemmeno uno sguardo, ma non credo sia per astio, no. Penso che sia imbarazzata, che si vergogni di ciò che ha detto. E dopotutto, ha subito un grave lutto, sono passati solo quattro mesi. Non parlo molto neppure con Adam, proprio perché i due sono sempre insieme e questo mi dispiace.
«Non è più arrabbiata con te. Ma voleva parlarti-»
«Che venga, allora. A meno che non le abbiano tagliato la lingua durante la battaglia credo possa parlare per sé» non so cosa abbia scatenato la mia frase, ma Cassius si volta verso Adam, con la fronte aggrottata e le labbra arricciate; evidentemente percepisce che c'è qualcosa che non va. Il ragazzo, ancora in piedi a qualche metro da noi mi guarda e vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime. Solo allora capisco. «Oh mio Dio...» porto una mano ai capelli cercando di mantenere la calma. «Che cosa... cos'è successo?» chiedo.
«Si è fiondata subito su quei cosi... non sapeva cosa fossero, come ucciderli, non sapeva niente. Ma si è buttata. Lì ha feriti e il sangue che è uscito... È grave.» non riesce più a guardarmi negli occhi.
«Fammi strada» saluto Cassius con un cenno e gli lascio tutte le bottiglie, anche se spero me ne lasci qualcuna, poi seguo Adam, il cuore alla gola e le gambe molli. Ce l'ho portata io qua e io l'ho ridotta così. A lei semplicemente non importava se sarebbe morta.

L'infermeria non è un bel posto. Tutti i reduci di questa battaglia sono reclusi qui, urlanti, al contrario dei festosi soldai che popolano il paese con boccali di birra. Fortunatamente non sono molti, saranno una cinquantina, tra umani, vampiri ed elfi. Solo un demone.
Adam si dirige diretto verso la branda di Li-Fen e io cerco di imitarlo, ma mi è inevitabile buttare un occhio sugli altri uomini e sulle altre valorose donne che si sono unite a me.
Li-Fen è una delle ultime, probabilmente perché una delle prime ad essere arrivata. Ha le braccia e il busto bendati, al suo fianco c'è Cedrick che cerca di curarla, ma nulla sembra funzionare. La ragazza fissa il soffitto e ansima, in un bagno di sudore. Adam si siede al suo fianco e le afferra una mano, sussurrandole qualcosa all'orecchio. Mi avvicino lentamente e la osservo, scavo nei miei anni di magie ed incantesimi per trovare qualcosa che la possa curare ma... se non c'è riuscito Cedrick non vedo come possa farlo io.
«Hai provato con quale rimedio per le bruciature o per lesioni da acido?» chiedo al ragazzo libro. Lui annuisce, senza nemmeno spostare lo sguardo dalla ferita che cerca di sanare. Credo che Li-Fen abbia sentito la mia voce perché cerca di alzare la testa verso di me. «Stai giù, non ti devi sforzare» le dico. Mi avvicino ancora di più e mi siedo sul letto, al suo fianco, in modo che possa guardarmi negli occhi.
A malapena riesce a muovere il collo, schizzi di sangue le sono finiti proprio lì, dove piccole chiazze ormai marrone scuro le stanno corrodendo ancora la pelle. «Ma che cosa ti è saltato in mente?» sussurro.
«M-mi dispiace, Bella» dice ignorando la mia domanda. «Per quello... quello che ti ho detto.»
«Eri arrabbiata, lo sapevo prima e lo so adesso, ma ti prego, devi riposarti, troveremo un modo per curarvi tutti quanti.» so che probabilmente non esiste un modo, ma non smetto di sperare. Lei invece, sa già ciò che l'aspetta e scuote la testa, ignora il dolore e torna a guardarmi.
«Non ho paura di morire.»
«Cedrick, trova una cura.»
«Non ho paura di morire.» continua imperterrita.
«Non fare l'egoista! Sul serio vorresti lasciare Adam senza nemmeno lottare?» a questo punto, gli occhi della ragazza si spostano su Adam che ormai non cerca più di trattenere le lacrime.
«Forse c'è un modo per salvarla» non mi ero accorta del suo arrivo. Cassius si fa avanti, guardando Li-Fen senza esprimere alcuna emozione. Sta ragionando. «Bella riesce a resistere alle bruciature del sangue dei giganti demoni. Potrebbe bastare una trasfusione per guarirla parzialmente» adesso si rivolge a Cedrick, ma sono io a rispondere.
«Sei fuori di testa? Il mio sangue è maledetto, potrei persino ucciderla in un modo peggiore di questo. Tu non hai sentito il dolore che provano quelli che sono vittima del mio potere, ma fidati, è la morte peggiore»
«Loro sono morti perché tu volevi che morissero. Dipende tutto da te.» adesso capisco dove vuole arrivare. Lo guardo, sconsolata.
«E se non riuscissi a controllarmi?» il mio flebile sussurro è probabilmente arrivato solo al vampiro che però mi risponde fiducioso: «Ce la farai. Io credo in te,  credo in Bella, e tu non sei la tua maledizione.»
«Dobbiamo tentare» dice Cedrick.
«La scelta è tua, Li-Fen.»
La ragazza non risponde per qualche secondo, al ché per un momento penso che sia morta, ma al sentire il suo cuore pulsare, anche il mio ricomincia a battere, poi risponde, cercando di guardarci tutti negli occhi.
«La scelta è t-tra il morire così penosamente su-su una branda o, se v-va male il morire non so nemmeno come, se-se va bene sopravvivere... parzialmente abbiamo detto?» mettendola così suona male. «Dobbiamo tentare» conclude in un ultimo soffio.

In men che non si dica Cedrick si alza e torna dopo qualche minuto con degli aghi e delle flebo. Cassius osserva senza smuoversi di un millimetro e non accenna a rispondere alle mie occhiate supplichevoli. A cosa cavolo sta pensando?
«Potrebbe funzionare con i miei?» chiede a Cedrick, mentre queste infila un ango nel mio braccio, stando ben attento a non toccarmi, anche se ha indosso i guanti. Il ragazzo libro sospira pesantemente, poi scuote la testa.
«Se devo essere sincero non ne ho la più pallida idea. Li-Fen è comunque un demone, è più probabile che funzioni con lei, ma sui vampiri... non lo so davvero» risponde. Ma anche questa notizia non sembra smuovere l'animo di Cassius che resta ai piedi del letto, impassibile a osservare il mio sangue che lentamente, ma allo stesso tempo troppo velocemente per i miei gusti, sta raggiungendo la vena di Li-Fen. Poi il sangue inizia a mischiarsi.
Per i primi secondi non accade nulla, poi inizia ad urlare. Urla magnifiche.

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