29) Sorpresa

S.A.
Non sono sparita!! Eccovi qua un nuovo capitolo! Ditemi cosa ne pensate😉

Torture su torture su torture.

Sono in questa dannata stanza da ormai tre ore. Aiuto Cassius a non fare morire il cacciatore, mentre lui si diverte a infliggergli ferite di ogni genere. Non ricavando molto, però.

Solo una risatina isterica, sputacchi di sangue e la solita frase: " Sono abituato a questo".
Diciamo che inizia a scocciarmi. I miei interrogatori sono sempre durati molto meno.

«Cassius...» lo richiamo con voce flebile, strofinandomi gli occhi dall'esasperazione. «Cassius, possiamo parlare un attimo?» gli indico un angolino e lui annuisce, riluttante. Forse gli ho dato un po' di fastidio, ma si fida. Inizia a fidarsi.

«Che c'è?» chiede. Mi osserva attentamente come se si aspettasse che fossi io a star male davanti a quelle visioni cruente.
In effetti ormai, c'è un braccio a terra e tutt'intorno cinque dita, tozze e completamente ricoperte di sangue. Ma ho certamente visto di peggio.

«È ormai palese che non risponderà alle tue domande» dico nervosa. Sono trepidante di prendere il coltello dalla parte del manico. Prenderlo e far soffire piano piano quell'uomo, cavandogli le risposte dalla bocca.
Cassius storce il naso, infastidito da questa affermazione.
«Voglio provarci io, metodi nuovi, persona nuova... potrebbe rispondermi» continuo, per cercare di convincerlo.

Il vampiro mi guarda da testa a piedi, poi annuisce.

«Le armi sono lì»

«Non mi servono» rispondo subito. Mi tolgo iun guanti di fretta, con la febbrile voglia di infilargli una mano nel petto e stringergli il cuore e vederlo soffrire, gridare, corrodersi dall'interno.

Mi piazzo davanti all'uomo dal braccio amputato. Mi scrocchio le dita e sorrido.
Lui mi guarda male, malissimo. Ancora non capisce.

«Forse dovrei presentarmi prima di iniziare a torturarti... sarebbe più educato...» prendo una sedia, con lo schienale rivolto  verso di lui per appoggiarmici e mi siedo, con calma, sentendo gli occhi di Cassius e del prigioniero bruciare sulla mia pelle.
«Io sono Bella Von Klemnitz» lo guardo a fondo, scavando nella sua testa, bucandogli gli occhi. E lui sembra sapere chi sono. Il suo volto cambia completamente. Ora è terrorizzato e si dimena come un matto, sotto gli occhi increduli del vampiro e il mio sorriso soddisfatto.
«Be', almeno c'è qualcuno che mi conosce!» esclamo felice.
Sospiro, avvicinandomi un po' di più al suo volto.
«Allora... ti va di dirmi dove si trova il mercato di schiavi?» nel mio cuore speravo più che mai che scuotesse la testa, che mi dicesse di no, così che io avrei potuto dare sfogo al mio potere, che mi ordinava di uccidere. E uccidere. E uccidere. Chiunque. A caso.

«I-io...» deglutisce. Sta per dire qualcosa.

«Scusa? Non ti sento...» gli afferro il collo e in un attimo inizia a urlare di dolore. Il mio dono gli provoca dolore. Sento i suoi muscoli rinsecchirsi, sbriciolarsi. Poi smetto. Non posso ucciderlo. Non ancora. «Ritenta». Mi metto comoda, pronta ad ascoltare ciò che stava per dirmi.

Cassius mi fissa. Mi fissa intensamente e non so come interpretare il suo sguardo.

«C-ci sono vari mercati neri... il più importante, dove si tiene il commercio di schiavi si trova a Bangor... Oltre le montagne. Gli schiavi vengono visti... in un capanno rosso... vengono portati lì all'interno di gabbie blindate... simili a quelle che si usano con le pantere del sud... ma» l'uomo si blocca e abbassa lo sguardo.

«Continua... tutto ciò che sai...» mi avvicino al suo orecchio. «Voglio sentirti cantare, tesoro» quando mi allontano, l'uomo mi guarda con estremo terrore. Gli sorrido, facendogli segno di andare avanti.

«Tanto mi ucciderai lo stesso» dice, impaurito. Guarda Cassius, poi guarda me.

«Sì, in effetti potrebbe essere così... ma pensaci... li hai visti i tuoi compagni? Quando ho esposto il mio potere? Li ho disintegrati... gli ho fatto passare la vita davanti, tutto quello che avevano vissuto e quello che avrebbero potuto vivere... poi gli ho afferrato il cuore e l'ho squarciato... Ti voglio solo dire che quella è stata una morte... veloce... diciamo nella media... Era solo un decimo di ciò che posso farti provare.» sospiro e guardo il soffitto grigio della cella. «Se tu non parli... rimpiangerai il giorno in cui hai iniziato a vendere le vite degli altri... rimpiangerai di essere venuto qui e di aver sfidato la Regina...». Ormai le lacrime non riuscivano a fermarsi sul volto dell'uomo che annuì.

«Sul carro c'è lo stemma della della famiglia reale dei Von Klemnitz» detto questo, guarda il suo braccio e le sue dita, per terra. Poi guarda Cassius e poi guarda me, che sono abbastanza sorpresa di questa entrata di scena.

«Mia sorella?» chiedo. Ma l'uomo scuote la testa.

«Non ci ha mai detto il suo nome per intero. Solo... Harry.»

Sgrano gli occhi. L'aria nei miei polmoni scompare e io mi ritrovo a boccheggiare, cercando di allontanarmi da quell'uomo. Guardo il vuoto cercando di capire... Harry? Quell'Harry? Quello che mi ha aiutata durante la guerra?

«Un demone?» chiedo con voce tremante, mentre Cassius mi guarda scombussolato, cercando il mio sguardo, un segno che gli confermi che sto bene.

L'uomo annuisce e io chiudo gli occhi, portandomi una mano sul volto.

«Cazzo... Cazzo! » le mie urla devono essersi sentite per tutto il palazzo, sopratutto perchè le accompagno con dei pugni sulle pareti e l'espansione della mia energia, come libero sfogo alla mia frustrazione. Quando mi calmo, poggio la fronte sulla parete. «Dove posso trovarlo?» chiedo senza girarmi. Li sento. Li sento entrambi, che mi guardano, mi pungono la schiena come mille stiletti appuntiti.

«Nel bosco, vicino a Bangor c'è il nostro... Quartier Generale. Lui è quasi sempre lì.» risponde velocemente. Mi volto verso Cassius, che, con gli occhi mi dice: "Dopo mi spieghi". Annuisco, poi torno a guardare l'uomo.

«Amministra tutto lui o prende ordini da qualcun altro, come mia sorella o il Re?» chiedo flebilmente, sperando nella seconda.

«Praticamente tutto lui, ogni tanto ne arriva un altro, biondo...». Un altro colpo al cuore. Questo potrebbe essere Ethan. «Lui però era contrario al mercato di schiavi e... riscuote solamente i soldi per la guerra dall'altra parte». 

«Nient'altro? Hai finito?» sono pronta. Sono pronta a finire la sua vita. Non vedo l'ora. L'uomo annuisce. «Bene... chiudi gli occhi e stringi i denti, dolcezza... farà male».

Nemmeno il tempo di fargli chiudere gli occhi, che la mia maledizione è già qui, all'entrata della sua bocca, sotto forma di una piccola sfera nera. Gli entra in gola e subito l'esofago inizia a bruciare e corrodersi e venire raschiato. Il sangue inizia a sgorgare e intanto la piccola sfera è arrivata al cuore. Lo ricopre, lo rimpicciolisce, ci gioca un po'. Poi lo spegne. Un leggero soffio e la candela si spegne.

Nella stanza cala il silenzio. Si sente solo, a intermittenza, il gorgoglio del sangue dell'uomo nella gola, che pian piano esce, e gocciola dalla bocca, sporcandogli il volto e il pavimento.

«Hai impiegato un quarto d'ora a farti dire tutto... iniziando dal tuo nome...» Cassius mi affianca e, insieme, osserviamo il cadavere dell'interrogato. «Potevi dirlo prima di farmi fare tre ore inutili di fruste e coltelli...» sbuffa in fine il vampiro. Lo guardo stranita.

«Beh, non potevo toglierti tutto il divertimento subito» alzo le spalle con noncuranza, poi mi volto verso la porta. «Adesso dobbiamo discutere con la Regina della faccenda. Dobbiamo salvare quella gente... e io devo chiudere un conto in sospeso con Harry.»

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