(19) Melma di pesce

POV'S ADAM

Le mie narici vengono percorse da brividi di disgusto non appena riesco a respirare, o, per meglio dire, a capire di star respirando della merda.

Dopo essere saliti ci hanno addormentato inaspettatamente con delle siringhe... ancora mi fa male il collo.

Non sono precisamente in una cella. Anzi, con me ci sono persino Cedrick e Li-Fen. Siamo in una stanza piena di scatole umidicce che scommetto contengono pesce. Qui dentro fa freddo e il mio braccio ha dei fremiti prima di abituarsi. Cambio spesso da un posta all'altro, dalla notte al giorno. Sono stato in Africa per un po' di tempo, nel deserto. Lì era terribile e ogni notte tremavo e non riuscivo a dormire. Poi mi sono abituato ed è stato tutto più semplice. Sarei potuto andare avanti se solo le guardie del Regno non mi avessero trovato.

«Dove cazzo siamo?!» chiede poco cortesemente Cedrick rendendosi conto troppo in fretta dei bracciali che ci circondano il polso e non ci permettono di usare la magia. Sono delle specie di elastici neri che non ci fanno passare il sangue alle mani. Sono spessi e ci indeboliscono molto. Siamo proprio messi male con le nuove (e stupide) trovate del Regno.

«Amico, calmati!» esclamo invece io. Sono già stato in un posto simile. So come andarcene. Non sarà tanto difficile.

«Calmarmi?! Dovrei... Dovrei calmarmi?!» esclama Cedrick. «Mi sento... Mi sento come la prima lezione. Non mi ricordo più niente. Il mio... Il mio spirito da libro vecchio un miliardo di anni è completamente scomparso mi sento... Mi sento nudo, in un certo senso, e non ci capisco. Una fottuta. Mazza!»urla dando un pugno ad una parete. Si ritira qualche istante dopo, reggendo il pugno con le nocche scrostate.

«Cedrick, stai calmo. Troveremo un modo per raggiungere gli altri.» dice Li-Fen. Lei è seduta a gambe incrociate con le mani protese sulle ginocchia, gli occhi socchiusi e la pelle liscia completamente rilassata. È bellissima. Cioé, brava. Molto molto brava a mantenere la calma. Sì, mi ero confuso...

«Tranquilli, so come uscire, non c'è problema» mi alzo di scatto e mi avvicino ad una porta. Se non fosse stato per i graffi e le ammaccature sarebbe stata invisibile, ma in realtà c'è qualcos'altro che mi ha aiutato a trovarla.

C'è del ghiaccio a contornare i bordi della porta.

«Se non usciamo di qua entro due ore probabilmente moriremo congelati» affermo quasi con scioltezza girandomi verso i miei due compagni di sventura.

«Coooosa?!» e in questo momento Cedrick mi sembra davvero una femminuccia. Senza la sua magia in pratica si sente niente. Non crede in sé stesso.

«C'è tutto il tempo, ragazzi» mi avvicino ad una cassa di pesce e ne prendo uno. «Fantastico, la fortuna è dalla nostra parte» sorrido, mentre gli altri due si avvicinano a me.

«Ti piace il pesce? Perché io lo odio. Davvero. Non mangerò come ultimo pasto quel coso e...»

«Stai zitto, Cedrick, forse ho capito il piano di Adam» guardo Li-Fen con complicità. Il suo sorriso quasi mi rallegra e mi rasserena. Ce la possiamo fare. Dobbiamo raggiungere al più presto Yakabi Island. Sicuramente anche gli altri avranno questo piano... sennò dovremmo andare a cercarli.

«Questi pesci sono molto frequenti da queste parti... sono incappato qui anche all'andata, ma so come fare ad andare via. Dobbiamo ricavare una specie di melma dalle scaglie del pesce e poi spalmarcele addosso. Il nostro respiro si fermerà per almeno un'ora e il nostro corpo diventerà freddo, ma saremo comunque vivi. Perciò, quando entreranno per buttarci in mare, probabilmente, noi ci risveglieremo, si spera» spiego.

«Si spera?! Ho bisogno di certezze!» esclama Cedrick, fuori di testa.

«Ce la faremo se iniziamo a muoverci!» Li-Fen gli lancia un pesce in faccia per poi prenderne uno per se. Rido sotto i baffi, poi mi siedo tranquillamente e inizio a ricavare quella schifosa melma. Cedrick copia i miei movimenti. Dobbiamo fare veloci, soprattutto perché, quando saremo interamente ricoperti, dovremo buttare il pesce per non farlo vedere.

«Iniziate dalle gambe, per ultimo il naso e la bocca... bene il collo e i polsi... controlleranno da lì il nostro battito.» dico quasi seccato. Odio la parte nella quale dobbiamo togliere le scaglie.

Impieghiamo un'ora, ma finalmente, sento il respiro farsi già più pesante. Li-Fen nasconde il pesce in una scatola con tutte le scaglie. Ha le dita piene di piccoli tagli sanguinolenti e la melma sul viso rende la sua pelle lucente. Cedrick ha finito per primo, stranamente e dorme da qualche minuto. Sono l'ultimo. Speriamo che funzioni...

...

Spalanco gli occhi e la bocca, prendendo una boccata d'aria. Mi passo una mano fra i capelli e qualcosa mi finisce in bocca. Acqua. Acqua salata. Mi guardo intorno e noto che siamo in mare. Li-Fen e Cedrick si svegliano subito dopo di me.

«Puzzo di schifo» si lamenta Cedrick. Anche Li-Fen, in effetti arriccia il naso infastidita dall'odore. Cerco di togliermi la mela dal viso e dal collo.

«Almeno siamo vivi» ribatto. «Cedrick, ti hanno tolto il bracciale» spero vivamente di sì, perché sennò​, non abbiamo scampo. Dovremmo viaggiare fra le isole in cerca di quella giusta e probabilmente moriremo.
Cedrick, fortunatamente annuisce.
«Dove siamo?» chiedo di nuovo avvicinandomi agli altri due con una piccola bracciata. Il ragazzo sembra pensarci per un po'. Gira su sé stesso, poi i suoi occhi sembrano illuminarsi. Indica un punto dietro di me.

«Quella è Yakabi Island» mi giro e, stranamente, poco lontano da noi, c'è un'isola. Osservo le mie ali e faccio una strana smorfia. Fantastico, sono fuori uso.

«Sicuro? Eravamo in quella barca da almeno tre ore, se non di più» sono un po' scettico, lo so, ma se sbagliamo isola siamo davvero messi male.

«Eravamo fermi la prima ora e nelle altre due non ci siamo mossi molto, probabilmente ci siamo fermati un po' anche a Kuba Island o in un'altra isola. Non saprei» Cedrick alza le spalle. «Ma sono sicuro che quella sia Yakabi Island» ribatte. Annuisco.

«Allora iniziamo a nuotare. Non vale la pena di usare la magia.» e tutti si trovarono d'accordo con me.

Dopo qualche minuto ci ritroviamo stremati, sulla costa di Yakabi Island. Boccheggio per qualche secondo e mi passo una mano fra i capelli. Tossicchio un po', poi, guardo il cielo, sta per fare buio.

«Inoltriamoci nella foresta quanto basta per non essere visti. Accendiamo un fuoco e cerchiamo di non morire di freddo» decido e, ancora una volta, gli altri, acconsentono in un silenzio agghiacciante. Non appena ci appostiamo e accendiamo il fuoco, mi viene fame.

«Vado io a prendervi del cibo. Non sono stanco come voi» Cedrick si alza deciso e senza che possa ribattere corre già nel folto della foresta.

«Pensi che ce la faremo?» fatico quasi a riconoscere questa voce. Mi giro verso Li-Fen, che osserva il fuoco con occhi lucidi. È infreddolita, certo, ma scorgo qualcosa d'altro. La conosco da pochi mesi e non ci siamo scambiati chè qualche battuta e ordini. Parlavamo per sopravvivere. Ma ora è diverso. Sembra quasi indifesa. E io che l'avevo dipinta come una ragazza invincibile. Ma si sa, ogni cosa ha un punto debole. Ogni persona ha più volti e sono felice che me ne stia rivelando un altro, oltre quello della ragazza sicura di sé stessa.

«Ne sono sicuro. Bella sicuramente avrà un piano. L'aiuteremo per salvare noi e il ricordo dei nostri cari» dico annuendo. Credo in Bella. Ho sentito raccontare di quello che ha fatto e sono sicuro che questa volta non fallirà. Era stata accecata dal potere della famiglia, anche se sua sorella la stava solo usando per vincere la guerra e per ucciderla, probabilmente.

«Tu non vuoi la vendetta?» chiede quasi con un ringhio. Sospiro rumorosamente e mi ricordo del discorso che ho avuto con Bella.

«La volevo,ma poi ho capito, grazie ad un aiuto, che non riporterà in vita mia sorella. Non succederà niente, solo che il mio cuore diventerà sempre più scuro per poi diventare nero come carbone. La vendetta non porta la salvezza, Li-Fen» mi avvicino a lei, che ormai non riesce a trattenere le lacrime.

«Ho perso tutto... e ora non so nemmeno dov'è mio fratello... Questa guerra mi sta distruggendo... Voglio che Hailey paghi per quello che mi ha fatto, per quello che ha fatto a tutti noi» afferro le sue spalle, costringendola a guardarmi. Voglio che capisca, proprio come Bella ha fatto con me.

«Anche io sono rimasto da solo, Li-Fen. Cercavo vendetta anche io. Ma bisogna distinguere la vendetta dalla cosa giusta da fare e cioè combattere con Bella. Lei saprà cosa fare. E sono sicuro che non risparmierà più sua sorella» ormai siamo ad un palmo di distanza. Sento il suo respiro farsi più veloce, le gocce di mare che scendono veloci dai suoi capelli neri come la pece.

«La cosa giusta da fare è liberarsi dal male, da Hailey» mormora.

«Ma non sarà una vendetta personale. Dobbiamo affidarci a Bella, mi hai capito? Noi dobbiamo solo combattere con tutte le nostre forze per arrivare ad un fine più alto. Ce la faremo» le mie mani si posano sulle sue guance lisce e ancora umide.

E improvvisamente le nostre bocche si uniscono in un unico e solo fiato. Un piccolo e dolce bacio che mi lascia senza fiato.

«Scusa, io non volevo» sussurro, staccandomi. Ma lei mi sorride soltanto e allora capisco che forse ho solo fatto la cosa giusta.

«Sono arrivato con la vostra cena!» esclama qualcuno in lontananza. Mi sistemo nuovamente al mio posto e così abbasso la testa, per nascondere il leggero imbarazzo. Si mangia!

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