14) Píngdǐ chuán
Píngdǐ chuàn = "barcone" in cinese
Mi sento come di rivivere quel momento. Lei colpisce Lefkò, spezzando il legame, Lei mi propone di dominare il mondo, Lei mi toglie le ali. Lei mi tradisce e tradisce tutti quelli che avevano fiducia in Lei. E poi io cado e Cole muore. Vedo quella freccia infilzarsi ripetute volte nel suo petto come le onde contro le cogliere. Ripetute volte. Ogni volta sempre più forti.
E ora Lei è davanti a me, sorridente, cercando di mascherare le occhiaie e le rughe. Sta tornando... La sua malattia sta tornando e non la lascerà mai.
-Sorellina... mi sei mancata in questi cinque anni...- attacca Hailey, avvicinandosi. Ormai è sera e non riesco a vedere molto di lei, se non il vestito bianco e lucente che la ricopre interamente, con uno spacco sulla gamba. I capelli biondi lasciati sciolti e tenuti fermi da una spilla di swarovski. Poi ci sono gli occhi neri, che brillano di cattiveria. -Cos'è successo ai tuoi occhi, Bella?- chiede, inclinando la testa. Continuo a non dire niente e continuo ad indietreggiare, impaurita. -Non dici niente, sorellina?- chiede ancora, prendendomi la mano. Errore. Urla, buttandosi all'indietro. Mi guarda con terrore. -Le tue mani...- sussurra.
-Sono state maledette- sibilo, con rabbia. -Non puoi toccarmi- continuo, portandomi avanti le mani. Hailey si ristabilisce, per poi guardare Li-Fen e Cedrick, con le armi in mano. -I tuoi amici sono prigionieri sulle mie barche, ti consiglio di seguirmi, o li faccio uccidere- dice dura la ragazza.
-Cosa vuoi da me? La tua stupida medicina è ormai andata distrutta!- urlo, indicandole lo zaino. La ragazza stringe i pugni.
-Sei potente, lo sei sempre stata... e noi non abbiamo ancora conquistato il Mondo- si ferma, avvicinandosi a me. -Ora seguitemi, o faccio uccidere tutti quelli a cui vuoi bene... Sai che ne sono capace- sibila, troppo vicina a me per i miei gusti. Vorrei stamparle una mano in faccia, ma mi trattengo. Ucciderebbe Alex con un solo schiocco della mano.
-Ti seguiamo- ringhio, facendo un cenno ai miei compagni. Li-Fen e Cedrick poggiano le loro armi, sotto gli occhi delle quattro guardie che li circondavano. Rivolsi nuovamente lo sguardo verso mia sorella.
-Andiamo, Bella- dice, facendo segno verso l'uscita dell'aereo. -Tieni le mani alte!- esclama poi. Obbedisco, per poi ritrovarmi quasi una trentina di pistole puntate contro le tempie.
-Oggi avremo le prigioni piene- ridacchia un soldato.
-Se la toccate morirete. La sua pelle è maledetta- dice Hailey con non chalance, passandomi di fianco e creando un solco tra i soldati. Questi mi guardano e si allontanano. Con rabbia seguo mia sorella, davanti a Li-Fan e al ragazzo/libro.
Le due guardie ai miei lati si tengono bene a distanza e ad ogni minimo spostamento del braccio si preoccupano.
-Per ora è inoffensiva- dice mia sorella, lanciandomi un'occhiataccia. Stringo i pugni e quasi mi spacco di denti per riuscire a non metterle le mani sulla schiena nuda a causa del vestito. -È stato davvero un gesto nobile quello di togliersi le ali...- continua poi, quasi sorridendo. Odio il suo sorriso. Lo odio da adesso, sia ben chiaro, ma profondamente, non credo che qualcuno riuscirà a farmi passare dalla mente questa opinione.
-Erano inutili- rispondo secca. Hailey per fortuna non ribatte, spero non sospetterà del ciondolo che ho addosso, se me lo togliesse sarebbe l'inferno, anche se all'inferno, ci siamo già.
Camminiamo per mezz'ora buona, o forse di più, magari il tempo è andato più veloce a causa di tutti quei pensieri profondi che ho fatto su come uccidere mia sorella. Ovviamente sto ancora scegliendo una delle opzioni più dolorose. Arriviamo però, sul momento cruciale. La spiaggia è tappezzata da soldati, vestiti in militare. In fondo, ci sono Enlai, Lefkò, Bryan e Adam, legati con le mani dietro la schiena e dei bavagli sulla bocca.
-Vi imbarcherete in tre barconi diversi- dice Hailey, severa, facendo cenno di legarci. -Bella, mettiti questi guanti- spunta Hailey, creando con un fluido movimento della mano due paia di guanti nuovi, quasi uguali a quelli che avevo prima.
Dividerci? Scherzate? Maledizione a lei e alla genialità che ora capisco da chi ho preso! Così non potremo mai scappare.
-Bella e Bryan starete con me... mi farà piacere avere la vostra compagnia...- dice mia sorella, sorridendo con cattiveria. Stringo i pugni, ma guardo Bryan, terrorizzato. -Il cinese e Lefkò stanno con Sergej, la cinese, il libro e l'inglese staranno con Azekel- già dal nome Azekel mi viene in mente il demone Azazel e non mi piace per niente. Non posso lasciarli andare con dei pazzi, anche se io mi sono beccata la peggiore.
-Forza! Voglio essere in mare tra quattro minuti esatti!- urla mia sorella, facendomi segno di andare. Seguo delle guardie, per poi rassicurare con uno sguardo Bryan. In un modo o nell'altro ne saremmo usciti illesi. Spero. -Metteteli nelle celle, voi cercate di non opporre resistenza- dice mia sorella, guardando soprattutto me. Finché non ho un piano io cerco di stare brava. Poi, non è colpa mia se mi fanno arrabbiare.
Mi prendono per le braccia, poi mi buttano in una cella come se volessero per forza farmi sbattere contro qualcosa. Per l'appunto, la mia testa si scontra contro il "letto", che in realtà consiste in materasso, coperta e lana a mo' di cuscino. Più che cella la posso definire una gabbia. Le grate in ferro massiccio mi circondano e a giudicare da quanto sono mal messe, direi che impiegherei poco a spezzarle. Bryan è nella cella a destra della mia, mentre dall'altra parte c'è un uomo. Ha la barba molto lunga e gli occhi rossi, forse dal sonno, o dal pianto.
-Chi sei? - chiedo all'uomo. Lui sorride con i suoi denti gialli.
-Dovrei io chieddere a te, strànierra- risponde lui, con evidente accento russo. Mi siedo a terra e lui mi imita. Voglio fare amicizia.
-Io sono Bella Von Klemnitz- rispondo, cordialmente. L'uomo rimane in silenzio, leccandosi le labbra. Altri uomini si girano, sentendo il mio nome.
-Io Sila Romanov- risponde, chinando leggermente il capo, in segno di saluto. -Tu muolto fàmossa anche da noi, Bela Von Klemnitz- continua, annuendo, come per dare il consenso alle sue stesse parole. -Noi tuti, sapere di come tu, avere salvato una di noi- dice lui, annuendo. Non ho mai salvato nessuna russa, in battaglia. -Io parlare dela fìlia del nostro caro Angelo - continua l'uomo.
-Sei un Angelo?- chiedo a bassa voce.
-Sì, ma io sapere esere molto bravo a nascondere le mie ali - risponde, toccandosi leggermente le piume. Annuisco, quasi rapita da quella strana lingua. Mi è capitato di stare dieci anni in russia, in una casa appartata al nord.
-Cosa avete da parlare, voi due?!- urla una guardia, passandoci davanti. La ignoro, poi torno a guardare Sila, che sembra spaventato.
-Pochemu ty zdes', na zemle?- chiedo in russo, facendomi capire così solo da lui. Gli ho chiesto perché era qui sulla terra, dato che è un fattore curioso.
-Angel poslal menya syuda, chtoby spasti neskol'ko belykh demonov, no ya okazalsya v lovushke, kak ikh ... Teper' ya khochu vernut'sya v Rossiyu, chtoby zashchitit' ikh ... my, konechno, nayti sposob vyyti- risponde lui. Ha detto:"L'Angelo mi ha mandato qui, per salvare alcuni demoni bianchi, ma sono finito in trappola come loro... ora vorrei tornare in Russia, per difenderli... troveremo sicuramente un modo per andarcene". Mi piace tutta questa determinazione. Sicuramente, con questi nuovi alleati, ce la faremo.
Queste gabbie, però devono essere speciali per riuscire a sopprimere la forza di un angelo.
-In silenzio voi due, o per il russo ci sarà una brutta fine!- urla id nuovo il soldato, guardando male l'uomo. Guardo Sila, facendogli segno di stare calmo, poi mi sdraio sul materasso e guardo Bryan, che terrorizzato, si guarda intorno e sicuramente vorrebbe urlare in questo momento.
-Bryan, abbiamo i russi dalla nostra parte- sussurro. Bryan guarda dietro di me, poi, solo a guardare quegli uomini, vedo che gli sta venendo la pelle d'oca.
-Chi sono? Russi? Ma non fanno paura?- chiede il ragazzo, in un piccolo sussurro. Ridacchio, forse per come l'ha detto, o forse per la stupidità con cui non sono mai riuscita a cogliere quanto sia fifone il fratello di Theresa.
-Sila è un angelo, ci aiuteranno ad andarcene, poi loro torneranno in Russia e noi torneremo a Yakabi Island, è lì il portale- rispondo, cercando di tranquillizzarlo. Lui annuisce, per poi tornare a guardare Sila.
-Il suo volto mi è familiare...- mormora, poi vedo le sue palpebre farsi sempre più pesanti e come ultima cosa... mi addormento anche io.
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Mi scuso per le gravi assenze e spero che vogliate ancora leggere la storia! Non odiatemi per favoreeee❤️❤️❤️
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