1) 2020
S.A.: Sono troppo emozionata dal fatto che questo è il mio secondo libro! Sono felicissima di essere arrivata fino a qui. Spero che molto persone continuino la lettura, cercherò di essere più brava a scrivere in questo libro, ma per i primi tempi, non so se riuscirò a pubblicare due volte alla settimana, dato che mi dedicherò anche alla correzione del primo libro. Ci vorrà poco, ma abbiate pazienza. Vi consiglio anche di rileggerlo, dato che sicuramente avrò corretto molte cose e forse aggiunto anche dei ricordi di Bella e di Alex... Ma fatelo solo quando ve lo dirò, così saprete quando l'ho corretto tutto💕
Credo di avervi lasciato un po' male nell'ultimo libro, dato che perdono la guerra... ma chi mi conosce, sa che sono molto sadica e cattiva. Volevo proprio farvi soffrire. Ma vi voglio bene! Alla fine del capitolo ditemi cosa ne pensate come primo... vi ripeto che sono agitata...
Se vi è piaciuta la storia, se avete voglia, dite ai vostri amici di passare! Sarò felice di avere le loro stelline!!! Ciao e buona lettura!
[Aspettate a dire qualcosa sul tempo dei verbi...]
Siamo nel 2020. Sono passati cinque anni da quella Guerra, esattamente 1800 giorni. La guerra che ha segnato la storia, il mio animo, il mio cuore. Che ha fatto morire le persone più care che avevo. Cole è morto, cercando di salvarmi. E io sono ancora qui. Dopo cinque anni, cercando una cura per quello che mi è successo, per la maledizione che mi hanno scagliato, forse una punizione, forse, cercando di migliorarmi, in un qualche strano modo che io ancora fatico a capire. Ora porto sempre i guanti e non tocco nessuno. La mia magia si è amplificata notevolmente, ma non la uso dall'ultima volta. Con mia sorella. Con quella chi mi ha tradito. Non so cosa successe quel giorno. Si da il caso, che quando mi sono svegliata, in Paradiso, la mia pelle, il mio corpo era stato maledetto.
I miei occhi sono azzurri come il ghiaccio, mentre la pelle... se qualcuno mi tocca, muore. Prima ci sarebbe stato un dolore lancinante e dopo meno di dieci secondi, la morte. La cosa più terribile è che ho ucciso un Angelo. Voleva farmi dei controlli, ma quando mi ha toccato il braccio, io ho iniziato a provare piacere, mentre lui moriva, sotto gli occhi di tutti, che non riuscivano a fare nulla per salvarlo.
Il mio mondo è ridotto in schiavitù, i Demoni Bianchi lavorano come schiavi e i Demoni Neri godono della bella vita. Non posso credere, che questo è accaduto per colpa mia. Sono ferma da cinque anni, tenuta al guinzaglio dagli Angeli. In tutti i modi provano a curarmi, provano a spingermi a riutilizzare la magia, ma i loro sforzi sono inutili. Mia sorella, con il pugnale avvelenato, mi ha quasi strappato l'ala destra, e la sinistra è stata squarciata. Non potrò mai più volare. Gli angeli hanno provato a rimettermi in sesto, ma l'unica cosa che hanno potuto fare è stato cucire le due parti di ala. Nemmeno la loro magia è riuscita a sistemarmi. Con me ci sono Lefkò e Bryan. Cole è all'Inferno, con quegli sporchi traditori. Non voglio nemmeno immaginare cosa gli sta accadendo. Ho provato ad organizzare un salvataggio, ma gli Angeli non posso valicare i loro confini e... il mio ragazzino è lì a soffrire.
Non parlo molto, come se quando apro bocca, un'aurea di morte si propaga nell'aria. Ora sono per tutti l'Angelo della Morte. Per il mio tocco, e forse anche per quello che è successo. Nessuno qui mi da la colpa, perché Lefkò ha detto che l'avevo salvata, che avevo provato a combattere mia sorella, ma che era stato inutile. Sono io che mi do la colpa di tutto.
Ogni giorno, non faccio altro che pensare a Cole, ogni giorno, non faccio altro che pensare ad Alex, a Damon...
-Bella! Vieni a mangiare!- esclama Bryan, bussando alla porta. Mi alzo, infilando i guanti neri. Mi guardo allo specchio. Vedo degli occhi ghiacciati, ancora pieni di lacrime, mentre i capelli neri incutono timore. Li lego, in uno chignon, per poi mettermi un colletto. Nessuno deve, nemmeno per sbaglio, toccarmi. Osservo le mie ali, ormai quasi non le sento più. Sono dello stesso colore di sempre. Bianche e Nere, ma il loro potere non esiste più. Non le potrò usare mai più. Distolgo lo sguardo, come inorridita, per poi guardare la mia spada, trasformata in pugnale, lì sul letto. Tutte le mie armi sono riposte nell'armadio. È da molto che non le uso... Tengo solo la mia spada, ma non mi faccio mai vedere in pubblico con quella. Sospiro e apro la porta, vedendo il volto sorridente di Bryan.
-Oggi è l'ultimo di Dicembre...- mormora, senza permettermi di uscire.
-Se mi vuoi sbattere in faccia, che domani è il sesto anno che sono rinchiusa qui e che c'è stata la Grande Guerra nella quale abbiamo perso per colpa mia, ti prego, Bryan, stai zitto- dico secca, poi lo evito, stando attenta a non toccarlo, anche se sono completamente vestita. Bryan mi raggiunge in un attimo.
-No, no! Dicevo che è un anno nuovo e che questa notte c'è una festa... sei invitata- dice, sorridendo. Non sorrido da tantissimo. Mi fa rabbia, il pensiero che tutti qui ridono, scherzano e vanno a feste.
-Bryan... smettila!- esclamo irritata. -Non mi sembra il momento- ringhio, per poi entrare nella mensa. Ci sono tantissime persone, infinite. Mi dirigo ad un tavolo a parte, dove c'era già seduta Lefkò.
-Ciao- mi dice sorridendo. Non rispondo, iniziando a mangiare il mio riso ai quattro formaggi. -Come va con la riabilitazione?- chiede dopo alcuni istanti. La guardo di sottecchi.
-Ti ho già detto che è tempo perso, non potrò mai più volare- dico secca, senza alcuna alterazione nella voce. Lefkò si zittisce, come tutte le volte che cerca di iniziare il discorso e io lo taglio con una frase netta.
-E con i poteri? Sei riusc...-
-No- rispondo ancora. Sono stufa delle stesse domande ogni giorno. Ho solo bisogno di silenzio. Lefkò sospira, distrutta.
-Abbiamo salvato alcuni Demoni Bianchi- dice. Alzo di scatto la testa, ma la sua espressione rimane comunque triste. -Della famiglia reale non c'è traccia... li abbiamo cercati dappertutto! L'Asia e l'Europa sono messi in condizioni pessime, l'aria che si respira è sporca e inquinata, tutte le costruzioni, le macchine, le statue e il Palazzo! Non puoi immaginare quanta confusione! I Demoni Bianchi sono quasi impossibili da salvare!- esclama, prima di essere fermata da me.
-Questa informazione è inutile. Mi tenete chiusa qua dentro da cinque anni! Le tue descrizioni non mi interessano! Voglio uscire da qui!- urlo, alzandomi dal tavolo. Molte persone mi guardano, spaventate, mentre altre continuano a parlare, come per cercare di coprire il mio discorso.
-Non potresti fare nient'altro lì fuori senza ali, senza sapere usare il tuo potere...- dice lei, cercando una scusa.
-Lefkò, se mi tolgo il guanto e ti tocco, l'unica cosa che puoi fare è morire! Questo potere mi basta per riuscire a passare in mezzo a soldati!- esclamo furente. Lefkò abbassa lo sguardo e io me ne vado, facendo rimbombare il rumore delle mie scarpe per l'immensa sala. Sono stufa di tutto questo.
Torno in camera, buttandomi sul letto. Vi starete anche chiedendo perché ora scrivo al presente... beh, in questi cinque anni ho deciso di scrivere tutto ciò che ho fatto, ma ora, siamo arrivati al presente e la mia storia non finirà in miseria.
Non so se quello che penso è la cosa giusta da fare. Voglio vedere con i miei occhi cos'è successo, dopo cinque anni, al mio Mondo. Voglio riuscire a salvare Alex. Voglio riuscire ad uccidere mio padre. Gli staccherò la testa personalmente. Vivrò assieme ad Alex, ci sposeremo e tutto finirà bene. Ma prima devo prepararmi e togliermi di dosso tutti i pesi che ho.
Ciò significa, mano alle armi, si va in battaglia e si spicca il volo.
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