72. Il patto-parte 4

Non appena capii che Lefkò era caduta tra le mie braccia la lasciai, facendola sbattere sul terreno.

-Bella!- esclamò Luna esasperata, abbassandosi per vedere come stava l'Angelo.

-Ma che c'è!- risposi io come se avessi fatto qualcosa di altamente logico. Luna mi lanciò un'occhiataccia, ma si vedeva che si stava trattenendo e voleva ridere. Alzai gli occhi al cielo e andai in corridoio, da Alex e Damon. Stavano in un silenzio tombale. Cavolo! Non si vedevano da tantissimi anni! Due paroline se le potevano scambiare!

-Ma voi due vi siete raccontati della vostra vita mentre mi stavano torturando?, no perché io, se mia sorella resuscitasse o qualcosa del genere, ci parlerei almeno un pochino!- sbottai dopo pochi secondi che continuavo a passare uno sguardo tra un fratello e l'altro. Entrambi alzarono lo sguardo verso di me e poi lo riabbassarono come per dire:"Ci stai prendendo in giro?". Ma perché dovevo prenderli in giro! Era la pura verità!!! Mi facevano venire il nervoso...

Stavo per urlargli in faccia, ma arrivò una cameriera che sembrava molto trafelata da come correva.

-Il Re ha chiesto di vederla!- esclamò rivolta a me. Mi stava ad un metro di distanza e non credo voleva avvicinarsi.

-Okay, ragazzi, datemi un'arma- dissi neutra. La cameriera sbiancò e io alzai un sopracciglio. Damon mi porse un pugnale di ossidiana, così come fece Alex. Aprii la bocca, ma la richiusi subito prendendoli entrambi. Mi girai verso la cameriera e quella subito si mise a strillare.

-Non mi uccidere!-

Aggrottai la fronte. Ma chi l'aveva calcolata quella lì, lo sapeva solo lei.

-Io volevo le armi per difendermi dal Re- spiegai come se fosse ovvio. La cameriera non mi diede ascolto, ma smise di strillare. Guardò i pugnali, poi me, poi si girò e iniziò a camminare. Guardai i due principi alzando le spalle, poi seguii la cameriera nascondendo i pugnali nei pantaloni e nello stivale.

-Questo è lo studio- balbettò la donna. La guardai con un piccolo sorriso sincero.

-Hey, non devi avere paura di me- dissi ridacchiando. Le appoggiai una mano sulla spalla e sentii il suo piccolo saltino per la sorpresa. -Sta tranquilla che non ti uccido- dico ridendo. La cameriera sorrise, come tranquillizzata, poi bussò alla porta di legno. Si sentì la voce del re che ci invitava ad entrare, così la cameriera aprì la porta. Entrò per prima e si fermò prima di parlare.

-La signorina è arrivata- dopo di ché se ne andò lasciandomi da sola con il re e tre guardie. Tre guardie.

-Non si sente al sicuro, signore?- chiesi guardando le guardie in veste militare. Avevano in mano dei fucili molto evoluti, non mi piacevano molto... certo, se li avessi avuti io in mano sarebbero stati bellissimi, ma dato che ce li avevano degli uomini che mi odiavano e che volevano uccidermi... no, non mi piacevano molto...

-Solo precauzione, cara- rispose il re. Rispetto a mio padre era un po' grassottello, indossava anche lui la divisa da militare, ma si vedeva chiaramente che il grado era superiore e oltretutto il colore non era verde ma blu notte.

-Di cosa voleva parlarmi?- chiesi appoggiandomi alla grande scrivania che mi separava dal re. Presi una penna e iniziai a giocherellarci, mentre il re mi guardava con disappunto. Gli lanciai un'occhiata come dire:"Allora? Sto aspettando".

-Vorrei chiederti scusa- rispose. Bloccai il movimento circolare che stavo facendo fare alla penna che avevo in mano e lo guardai come per chiedergli si mi stava prendendo in giro. -Ero molto alterato dal fatto che il matrimonio tra Helena e Damon non si è potuto concludere... per colpa tua- continuò. Mi misi una mano sul petto fingendomi mortificata.

-Oddio, mi scusi tanto, le giuro che non era mia intenzione! No, per niente!- dissi. Il re fremette, ma riuscì a trattenersi dal darmi uno schiaffo. Sorrisi beffarda.

-Lo so che lei vorrebbe uccidermi, lo so perfettamente, ma le proporrei un patto, se me lo concede- chiesi dopo pochi secondi di silenzio. Il re si fece poco più interessato, appoggiandosi sulla scrivania con i gomiti e congiungendo le mani.

-Dimmi- sorrisi dopo che disse quella piccola parola.

-Mi sembra di capire che anche tu sai che io sono la vostra unica salvezza- iniziai. Lui annuì lentamente, come se la cosa gli disse fastidio. -Ma io voglio la mia libertà, quindi il patto è: io vi salvo e voi mi lasciate stare, non voglio guardie, esigo tutte le armi che mi interessano e dei vestiti che non siano bianchi.- dissi guardandomi i vestiti abbastanza disgustata. Il re mi guardò senza però rispondermi, come se stesse riflettendo.

-Ma certo, mi sembra un buon patto...- disse. Sorrisi compiaciuta della risposta.

-Molto bene...- feci per alzarmi ma mi ricordai di una persona. -E voglio che non tocchiate per nulla al mondo Cole, il mezzosangue, ho visto che lo avevate portato in cella... non voglio che gli venga torto nemmeno un capello- dissi. Il re riempì la bocca con dell'aria, per diventare tipo un pescepalla, poi mollò tutto con una boccata.

-Va bene, hai altro da chiedere?- chiese il re. Era una domanda retorica, ma non mi piace far vincere nei giochi di parole le altre persone.

-Le farò sapere se mi viene in mente qualcosa d'altro- detto questo me ne andai via, con il sorriso sulle labbra. Mi sentivo felice e realizzata come non mai!

Sentii qualcuno correre dietro di me.

-Bella!- mi girai vedendo Cole e gli sorrisi. Mi abbracciò stringendomi forte come se non ci fosse un domani.

-È arrivato il mio ibrido preferito!- esclamai ridendo. Sentii un'altra presenza dietro di me, ma non me ne curai, avevo davanti il demone più carino della storia!

-Come va?- chiesi.

-Bene! Sai, in realtà delle guardie mi hanno portato da una dottoressa davvero carina che mi ha guarito dal morso di un serpente, poi però mi hanno sbattuto in cella e io ho finto di stare male...- confessò. Mi misi a ridere come una pazza dal piccolo racconto del mio piccolo ibrido.

-Come sta Lux? e Theresa? e Bryan?- chiesi molto curiosa di sapere se gli altri tre della banda erano vivi. Cole socchiuse la bocca, come incerto.

-Stanno tutti benissimo!- esclamò poi. Annuii contenta. Anche se non sapevo, che in realtà, Bryan, stava tutt'altro che bene... Mi girai e vidi una guardia. Mi guardava incuriosito.

-Salve! Sbaglio o avevo detto al re che non volevo guardie alle costole?- gli chiesi avvicinandomi a lui e afferrando il pugnale che avevo nascosto sul retro dei miei pantaloni.

-Sì... ehm... certo... sono venuto a darle i vestiti- disse porgendomi un pacchetto trasparente. Già intravedevo la stoffa nera. -E questo è ciò che dovrà indossare stasera...- Disse porgendomi un porta abiti. Lo aprii e vidi un vestito bianco. Io odio il re. Schioccai le dita e divenne nero. Era un vestito abbastanza semplice. Completamente aderente, con le maniche e il petto di pizzo e una larga scollatura sulla schiena per le ali.

-Davvero molto bello!- esclamai chiudendolo.

-E... in camera sua troverà le scarpe e il resto dei vestiti da indossare il resto dei giorni- finì la guardia. Annuii con un piccolo sorriso, presi tutto, ma Cole si fece avanti e prese il pacchetto con i vestiti che avrei dovuto mettere subito.

-Che cavaliere...- dissi guardandolo con un sorrisetto malizioso, subito dopo, entrambi scoppiammo a ridere.

-TI hanno dato una camera?- chiesi a Cole. Lui annuì, per poi aggiungere che era a una camera di distanza dalla mia e che infatti sarebbe stato la mia guida.

-Quell'infermiera carina mi ha dato l'intera mappa del castello. Di tutti i piani, anche delle segrete, è stata davvero gentile!- esclamò poi. Annuii continuando a tenere un sorrisetto stampato in faccia che... scomparve non appena svoltammo l'angolo. Helena camminava baldanzosa nei corridoi con un vestito di pizzo bianco. Non appena mi vide i suoi occhi si accesero di un istinto omicida.




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