61. Nel Regno-parte 4

Venivo sballottata da un po'. Volevo svegliarmi, chiedere come stavano tutti... Ma non ci riuscivo. Semplicemente mi era impossibile.
Dopo ore di cammino finalmente si fermarono e mi poggiarono ad un albero. Continuavo a sentire dei singhiozzi. Non capivo di chi erano, ma non erano lo stesso un buon segno...
Provai a muovere la mano e, dopo tanti tentativi ci riuscii. Poi mossi la gamba e qualcuno si accorse di me.
-Si sta svegliando...- esclamò Lux con tono grave. A quel punto cercai di aprire gli occhi di scatto, spaventata per quel tono, ma i miei movimenti si incepparono e li aprii molto lentamente. All'inizio vedevo sfocato. Una luce e dei volti che mi guaravano. Quattro volti.
Provai a mettermi su, ma ero molto debole.
Quando riuscii ad identificare le persone che avevo davanti mi tranquillizzai.
-Cos'è successo?- chiesi. Loro si guardarono. Si vedeva che erano spaventati. Cosa c'è?! Pensai abbastanza infastidita.
-Vedi... Bryan...- Lux non riusciva a dirlo. Avevo capito lo stesso. Theresa scoppiò a piangere.
Cole abbassò lo sguardo e così Lux e Lefkò. Le lacrime spinsero contro gli occhi. Non vidi più lucidamente. Le mie guance si bagnarono presto, le lacrime scendevano a fiotti e cadevano sul pavimento bagnandolo. Cercai di alzarmi e con un grande impegno riuscii a mettermi carponi. Mi trascinai verso un corpo. Ero sicura fosse lui. Gli tastai il petto. Non si muoveva. Lo scossi molto violentemente cercando di svegliarlo.
-Svegliati maledizione! Svegliati!- urlai in preda alla disperazione. Non c'era nulla da fare. Lui era morto e io ero rimasta sola. Sola con i fantasmi, sola con i miei incubi senza una conclusione.
Mi accasciai sul corpo di Bryan. L'orecchio sul suo petto freddo anche se coperto dalla maglietta. Sperai di sentire un battito. Solo qualcosa che mi facesse riaccendere la speranza, ma sentivo solo freddo. Solo un senso di vuoto.
Non avevamo nemmeno potuto dirci quello che provavamo l'uno per l'altra...
-Ti amo...- sussurrai con le lacrime agli occhi. Mi immaginai le sue braccia stringermi forte e la sua voce sussurrarmi la medesima cosa. Ma la realtà era molto diversa. Lui non poteva sentirmi. Lui se ne era andato via! Per sempre!
I singhiozzi si fecero sempre più forti e mi ritrovai ad urlare. Urlare vendetta. Contro Valentin. Valentin doveva morire! Aveva fatto del male a moltissime persone e doveva soffrire!
-Non è così che si risolvono le cose- mormorò Lux prendendomi per le spalle e alzandomi dalla posizione in cui ero: in ginocchio con una mano sul volto di Bryan e l'altra atretta a pugno.
Mi levai da dosso la mano di Lux, ma lui insistette.
-Questa guerra ci sta distruggendo! Vi rendete conto?! Muoiono in continuazione delle persone e noi diamo la colpa a chi li ha uccisi! Pretendiamo vendetta! Ma se non fosse loro la colpa?! Se fossero loro i cattivi?! Eh?! Anche Bryan l'ha detto! L'ha scritto! Stava scrivendo una storia. La sua vita! Ha scritto il momento in cui parlava con suo fratello e la sua ultima frase è stata: e se non fossero loro i nemici?- Lux sventolò un libretto rosso. Con una scritta in oro: Libro Di Bordo.

Ahahah! Doveva averlo comprato quella volta, a Como, quando siamo andati sul battello e c'era un signore che vendeva quaderni di cuoio e sopra ci rilegava il nome cucendolo con un ago molto grosso.

Mi spuntò un sorriso involontario e accarezzai la guancia del mio caro Bryan, ormai addormentato per sempre.
-Noi dobbiamo continuare questo diario. Per lui! Non dobbiamo pensare alla vendetta! Non diventiamo come chi ha ucciso Bryan. Dobbiamo essere migliori! Noi siamo migliori! Puntiamo a Bryan! Puntiamo a lui che ha sempre avuto la speranza negli occhi- continuò urlando l'ultima frase e indicando il cielo ormai stellato.

Il piccolo fuoco ardeva in mezzo al nostro cerchio. Avevamo seppellito Bryan sotto una quercia ormai spoglia per via dell'inverno, poi avevamo inciso il suo nome sull'albero e successivamente i nostri. Versai lacrime sotto quella quercia, ma dopo il discorso di Lux non sentivo più quella voglia sfrenata di vendicarmi.
Un'ultima lacrima scese solcandomi la guancia. Ormai non c'era più quella persona che me l'avrebbe asciugata e mi avrebbe dato un bacio... Era stata seppellita sotto la quercia che avevo davanti.
-Luna...-sentii mormorare dietro di me.
-Lefkò...- mormorai di rimando senza voltarmi.
L'angelo si sedette di fianco a me e mi porse un panino. Non avevo mangiato quella sera. Né io né Theresa. Lei era sconvolta. Sembrava invecchiata di diec'anni in una volta. Aveva le occhiaie sotto gli occhi e continuava a fissare il fuco, come se potessero ricordargli i capelli rossi di Bryan... Un'altra lacrima mi solcò il volto. Lefkò mi abbracciò facendomi sentire subito meglio.
Respirai profondamente il suo odore di resina e chiusi gli occhi. Li riaprii subito. L'immagine di Bryan mi assillava in una maniera pazzesca. Strinsi ancora di più Lefkò, poi mi lasciai cullare da un lento canto. Con una voce troppo soave per essere di questo mondo.

Riaprii gli occhi. Non ero nella palude, di fianco a Lefkò con i miei migliori amici. Ero in un luogo bianco. Con pavimenti di legno molto chiaro e pareti bianche. Non c'era porta, cioè, io non riuscivo a vederla. Ero sdraiata su un letto completamente bianco, con semplici sbarre bianche. Mi guardai intorno. Di fianco al letto su cui ero seduta c'era un comodino di legno, però molto più scuro del pavimento. Sul comodino c'erano dei fiori. Dei bellissimi fiori... bianchi. Cos'è, c'avevano la fissazione con il bianco?!
-Ma dove sono finita???- mormorai ancora scossa dal risveglio.
-In Paradiso-
Girai di scattoe vidi un ragazzo... Sgranai gli occhi: Bryan!!! Gli salutai al collo aggrappandomi a lui come un koala. Una mia piccola lacrima gli bagnò il collo.
-Luna...- sussurrò accarezzandomi i capelli. Mi sentivo benissimo tra le sue braccia. Inspirai a fondo il suo profumo di rosmarino che caratterizzava tantissimo anche Theresa e...
-Oh mio Dio!- strillai staccandomi immediaramente da Bryan che mi guardò basito. -Sono morta?!- domando con la voce più acuta del solito. Bryan tirò un sospiro di sollievo per poi mettersi a ridere.
-No, tranquilla... l'Angelo Superiore ti ha chiamata... non so se mi spiego...- disse tossicchiando alla fine. Sgranai gli occhi. Cazzoooo! E qui ci vuole dirlo! Mi rizzai in piedi accorgendomi di essere già vestita in uno strano modo e mi misi delle scarpe appoggiate lì di fianco.
-Vedo che hai capito!- esclamò allegro Bryan.
-Il padre di Lefkò che mi chiama... strano... perché mi domando...- borbottai tra me stessa.
-Ecco qua il suo studio... io ti lascio e... addio- disse Bryan. Mi bloccai sull'ultima parola.
-No... Bryan per favore non puoi lasciarmi da sola in mezzo a tutto questo casino, in mezzo a tutte queste menzogne a tutti questi segreti! No lo potrò sopportare ancora per molto!- mi ritrovai quasi ad urlare guardando con le lacrime agli occhi Bryan che se ne stava a testa china davanti a me.
-Mi dispiace Luna... ormai sono un neo-angelo... non posso stare con i vivi...- mormorò continuando a guardare il pavimento bianco e lucido.
-Almeno salutami come si deve...-mormorai. Lui alzò lo sguardo e io per nascondergli le lacrime e per dimostrargli per l'ultima volta il mio affetto lo baciai. Lui mi strinse la vita avvicinandomi ancora di più a lui, ma il nostro bacio venne interrotto da una port ache si apriva. Sia io che lui ci staccammo imbarazzati, guardai chi avevo davanti e non potei fare a meno di salutare educatamente. L'Angelo in persona era sbucato da dietro la porta. Che figure...

SPAZIO AUTRICE:
Allora ragazzi, tanto per spiegarvi un po' le cose: io ho sempre tre capitoli pronti, quando ho finito l'ultimo pubblico il primo, il problema è che il blocco scrittore è soprattutto sulle parti di Luna perché sono estremamente noiosi o amorosi e quindi non ho voglia di scriverli, sinceramente... ma ce l'ho fatta. Il capitolo del prossimo sabato sarà amorosissimo e puccioso (che per me equivale a noioso) mentre quello di martedì sarà bellissimoooo! A martedì (se campo ovviamente *-*)

P.S. Non sono riuscita a correggere il capitolo, pardon!

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