27. Salvataggio-parte 5

Mi ero tolta la giacca e le scarpe e stavo misurando con la mano la temperatura dell'acqua. Era molto fredda...

-È gelida...- commentai tristemente. Mi voltai verso Alex che si era tolto la maglietta mostrando il suo petto scolpito. Se la legò alla vita non so per quale motivo, poi si mise una mano tra i capelli. Rimasi a guardarlo un po' con la bocca sicchiusa.

-Ehi! Così mi sciupi!- esclamò ridendo. Abbassai lo sguardo imbarazzata dalla situazione, poi entrai in acqua stringendo i denti per il freddo. Era poco dire che stavo congelando, davvero poco... Alex entrò con un po' più calma, come se avesse paura di scottarsi (esattamente il contrario di ciò che stavamo facendo...). Quando fu entrato del tutto mi guardò con gli occhi sgranati.

-Sto. Completamente. Gelando.- disse scandendo bene le parole. Non risposi e cercai di calmare i miei denti che continuavano a battere. Dovevamo fare in fretta.

-M-m-m-m-muov-v-viamoc-c-c-ci- dissi senza riuscire a non balbettare. Alex annuì, prese un bel respiro e si immerse. Lo seguii a ruota, pregando il Santo Dio di assistermi. Quando mi abituai all'acqua (sentivo ancora molto freddo) aprii gli occhi e iniziai a nuotare seguendo Alex che si guardava attorno incuriosito. Lo vidi salire in tutta fretta. Nuotai da lui allarmata, ma capii che aveva solo finito il fiato.

-Ho visto un'ombra, e non prometteva bene, Bella, per niente...- disse agitato continuando a guardarsi sotto i piedi sospesi all'interno di una grande massa blu. Guardai verso il centro del lago per vedere se quelle stalagmiti giganti c'erano ancora. Come sospettavo non c'erano e, a quel punto, mi resi conto troppo tardi che quella che avevo visto era una bocca.

Eravamo già dentro al lago, nel suo nascondiglio, nella sua tana, eravamo in trappola.

-A-alex...- gli indicai il centro del lago senza i denti della creatura che viveva nel lago e lui sobbalzò.

-Non... non mi dire che... che quella era...- balbettò continuando a guardarla e a indicarla.

-Sì, Alex... quella era una bocca...- deglutimmo all'unisono e continuammo a guardarci intorno. Non potevamo nemmeno volare, perfetto! Avevamo le ali bagnate ed eravamo fregati! Iniziai a disperarmi.

-Oddio! Ci ucciderà!!!!- strillai mentre una lacrima mi solcava il volto. Continuai a strillarlo finché Alex, che era rimasto per un po' a guardarmi sorpreso per la mia reazione, mi prese il viso e lo avvicinò al suo.

-Calmati, okay?- chiese. Scossi la testa rigorosamente. Ero disperata. Non mi ero mai trovata in punto di morte. Di seria morte, di una seria morte cruenta. Come quella che ci sarebbe capitata. Digeriti da un qualcosa con la bocca gigantesca. Iniziai a respirare male, con le mani che mi reggevano le tempie cercando di regolarizzare il respiro. Nulla. Ero completamente andata fuori di testa.

Alex mi guardava preoccupato e mandava occhiate sul fondo del lago, dove ancora non si vedeva il mostro che ci abitava. Ancora...

-Calmati Bella!- urlò ad un certo punto. Scoppiai a piangere come una bambina, reggendomi a lui e scuotendo la testa sul suo petto.

-Non ce la faccio... sto per essere mangiata da qualcosa di schifoso per colpa di uno stupido padre!- piansi stringendolo ancora a me. Lui mi accarezzava i capelli e sentii una sua lacrima sulla mia guancia. Tirai su col naso con rabbia.

-Non ti farò morire ancora...- ringhiai. -Quel coso resterà a digiuno- continuai. Protesi le braccia nel punto in cui avevo lasciato le mie armi e cercai di attirare a me due pugnali.

Fu più difficile del previsto... la preoccupazione era scesa, certo, ma non del tutto e la paura di poter essere sbranati da un momento all'altro era alta e l'idea non mi allettava.

Alex poggiò una mano sulla mia spalla e io mi sentii come una scarica elettrica. I pugnali volarono verso di noi con un guizzo.

Li presi al volo e ne diedi uno ad Alex che mi fece un sorriso tirato.

-Andiamo giù e ci dividiamo cercando la porta, se uno di noi incontra quel... mostro deve mandare una scarica elettrica all'acqua- dissi indecisa. Lui annuì e fece per tuffarsi, ma lo fermai e recitai una formula per farlo respirare sott'acqua. Subito dopo la feci anche a me stessa.

-Vai, potrai respirare sott'acqua- spiegai sotto il suo sguardo a punto interrogativo.

Mi immersi e iniziai ad andare dalla parte più lontana facendo segno ad Alex di andare dal lato opposto.

Nuotai per minuti senza vedere niente. Mi guardavo freneticamente intorno in cerca di quella maledettissima porta ma nulla. Niente. Solo il blu del lago.

Una piccola scossa elettrica mi percorse tutto il corpo. Non ci feci caso. Un'altra scossa e mi ricordai del segnale. Andai verso la direzione in cui proveniva cercando di essere il più veloce possibile.

Quello che aveva attaccato Alex era... sapete i Pirati dei Caraibi? Il Kraken? Bene, una versione più piccola. Alex stava per essere spiaccicato al muro e mangiato, ma proprio in quel momento vidi la porta.

Memorizzai il fatto ma mi buttai subito sul Kraken. Gli balzai da dietro cogliendolo alla sprovvista e cavandogli un'occhio. Alex si liberò e gli tagliò alcuni tentacoli che si dimenavano.

Poi passò dietro di me che cercavo di cavargli la bocca, inutilmente e, con una mossa fluida fece un lungo taglio profondo sulla parte del suo inutile corpo che veniva chiamato "cervello".

Il Kraken si bloccò di colpo e iniziò a cedere sempre più giù fino a toccare il fondo.

Restammo a guardarlo con il fiatone e con il sangue che aleggiava intorno a noi.

Sentimmo un boato, no, un ruggito. Un ruggito spaventoso, in acqua, uno di quelli che ti fanno accaponare la pelle, mai sentiti.

Mi voltai lentamente e vidi qualcosa di gigantesco muoversi al di sotto del lago. Dei tentacoli enormi si mossero e un altro grido si alzò.

La mamma kraken. C'è anche un papà per caso, per caso? Pensai sarcasticamente.

Mi venne in mente la porta e mi precipitai lì facendo un cenno ad Alex. Provai ad aprirla, ma era impossibile. Ci provai ancora. Niente.

La mamma Kraken si stava avvicinando minacciosamente.

Non dovevo spaventarmi, dovevo restare lucida... iniziai a cercare di staccare la serratura dalla porta a forza di pugnalate, ma non cedeva. Dovevo per forza usare la magia e in acqua era la cosa più difficile, in più ero stanca ed esasperata. Non sapevo se anche quella volta mi sarebbe andata bene...

Chiusi gli occhi e misi le mani congiunte davanti a me.

Pronunciai una formula strana, un misto tra latino, greco e turco. Una palla di fuoco verde con sfumature blu si formò sulle mie mani e io non persi un attimo a scaraventarla sulla porta.

Finalmente quella si aprì. Mi girai e vidi Alex che cercava di proteggermi da dei tentacoli.

Mi feci avanti con il mio pugnale e, prendendo Alex, ferii l'animale inficcando il pugnale in profondità e tirando, lacerandogli un pezzo di carne.

Feci entrare Alex per primo, poi fu un attimo. Il Kraken mi trapassò con uno dei suoi tentacoli piccoli la pancia. Mi sentii mancare, tagliai il tentacolo del Kraken con un fendente ed entrai nella porta lasciandomi cullare dalla corrente. Poi buio.

◀▶ ◀▶ ◀▶
SPAZIO AUTRICE
Ehi ragazzi! Cosa ne pensate per adesso? Vorrei tanto avere un vostro parere!

↓COMMENTATE

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top