~•Qui sopra Helena con il vestito da sposa•~
Il giorno era arrivato. Mi stavo per sposare. Ero triste. Può sembrare strano, chi quando è il suo matrimonio è triste? Solo qualcuno che non può sposare l'amore della sua vita ma qualcuno che nemmeno ama.
Mi misi il vestito che la mia sarta mi aveva preparato con tanta cura. Speravo che qualcosa andasse storto, ma tanto sapevo che non si poteva rimandare all'infinito.
Presi un respiro profondo. Non c'erano vie di fuga, ero in un vicolo cieco.
Bussarono alla porta e con quel gesto capii che il tragico momento era arrivato.
Aprii con fare solenne e mi ritrovai davanti mio padre. Non lo guardai nemmeno in faccia, non ne avevo il coraggio.
-Andiamo?- chiese serio. Annuii e lo seguii per i corridoi ricoperti da un tappeto rosso scarlatto. Arrivammo in una specia di cappella decorata di bianco e celeste, il colore della cerimonia.
La grande cappella era molto antica, aveva dei dipinti allegri e con sfumature tendenti al viola. Raffigurava angioletti su nuvole che si tenevano le manine pasciutelle e mangiavano uva, a rappresentare il sangue dell'Altissimo, e il pane, a rappresentarne il corpo.
Le finestre erano di vetro colorato, non avevano un loro significato perché le forme erano geometriche per la maggior parte.
Le sedie disposte ordinatamente in due spazi erano ricoperte elegantemente da della stoffa bianca con dietro un grande fiocco del medesimo colore accompagnato da uno più sottile celeste.
I due spazi avevano un corridoio centrale che li divideva che veniva attraversato da un tappeto rosso. A delimitare le file interne dei due spazi, quelle che avevano di fianco il tappeto, c'erano delle aste oro con attaccati a dei fori delle strisce di tessuto bianco e celeste. Sopra ogni asta c'era un bouquet sempre bianco e celeste.
Smisi di osservare la sala quando sentii le campane nunziali e la musica dell'organo partire.
Cominciai a sudare di freddo. Mi misi dove mi aveva indicato un maggiordomo e aspettai che la sposa uscisse dal grande portone.
Non dovetti aspettare molto per mia (s)fortuna. Era davvero bella, mi ritrovai a pensare. Adesso potete pensare che ero completamente fuso di cervello e, ad essere sincero, non vi do tutti i torti.
Helena aveva i capelli legati in un elegante chignon molto elaborato, con treccine e brillanti in ogni angolo.
Il vestito era a dir poco stupendo. Il corpetto era stretto e aveva la forma di un cuore. Veniva impreziosito con uno strano ghirigoro di diamanti sui bordi per poi acendere andando verso una cinturina sempre di brillani argento.
È...
Zitta seconda parte di me stesso malata!
Cosa posso farci se è davvero carina?
Puoi stare zitto!
Iniziai a fare guerra con il mio subconscio pervertito non accorgendomi che la mia futura moglie era arrivata davantia a me.
Iniziai a tremare impercettibilmente. Guardai mio padre che annuì soddisfatto. Socchiusi gli occhi per non innervosirmi mentre un sacerdote iniziò la celebrazione.
Quando mi chiese se la volevo sposare mi fermai per un secondo. Non potevo rispondere di no... mio padre mi avrebbe mandato al patibolo senza tante cerimonie.
Stavo per rispondere sì quando la porta si spalancò. Mi girai per vedere chi mi aveva salvato e...
◀▶ ◀▶ ◀▶
SPAZIO AUTRICE
So di essere cattiva, non c'è bisogno che me lo diciate... adesso aspettatevi alcuni capitoli nei quali Bella troverà un modo mooooolto eccitante per andarsene.
P.S. Scusate per il capitolo corto!
Commentate e mettete una stellina per farmi sapere cosa ne pensate!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top