13. Fuggitiva-parte 8
[Revisionato]
Era notte fonda. Mi avevano dato una stanza insieme alle gemelle e Yuki, eravamo molto attaccate, ma ero riuscita a prendermi il posto più vicino alla finestra. Ho sempre adorato il venticello invernale, e anche se non potevo aprire, c'era un piccolo buchino, creato sicuramente da qualche insetto, da dove entrava l'aria.
Eravamo nel piano più basso a est, per niente una fortuna visto che le prigioni erano a ovest.
Mi alzai senza fare il minimo rumore e mi tolsi la lunga vestaglia che mi avevano fatto mettere. Sotto avevo tenuto tutti i vestiti e le armi occultate, per non perdere tempo al momento opportuno. Feci riapparire le armi e scavalcai Morgana che era l'unica brandina che mi separava dalla porta.
Mi raccomandai che nessuno si fosse svegliato, poi uscii nel buio del palazzo. Avevo chiesto riguardo alle guardie che facevano il turno di notte a Opal. Lei mi aveva detto che ogni corridoio era sorvegliato da tre guardie che si facevano un turno per tutta la notte. All'inizio era molto sorpresa, poi però le ho spiegato che alcune volte mi piaceva fare delle passeggiate notturne e avrei preferito evitare le guardie.
Una guardia ogni quattro ore... Avrei potuto farcela, ma la cosa che aveva aggiunto dopo era stata che le stanze del re e del conte erano sorvegliate da due guardie e ogni due ore si facevano il cambio. Sarebbe stato difficile entrare nella camera di mio padre dalla porta...
Be', intanto dovevo farmi una mappa del palazzo, poi avrei visto cosa fare. Avevo messo in un sacchetto di cuoio una matita e un foglio, per prendere appunti su una mappa che avevo preso in prestito dalle mie vecchie cose.
Avevo notato che era cambiata. Probabilmente una strana magia. Dei corridoi si erano spostati e tutti i nomi erano sfocati. Avrei dovuto fare un grande lavoro...
Il corridoio era buio, sembrava non avere fine, il fondo non si vedeva e non c'erano lanterne o luci a illuminare i corridoi dato che erano tutti Demoni Neri lì dentro. E che le stanze erano maggiormente sgabuzzini, cantine o le stanze delle serve. Stavo quasi per svegliarne un paio...
Solo di tanto in tanto vedevo un piccolo lumino.
Corsi a passo felpato verso la prima porta. Mi ero assicurata di non vedere alcuna telecamera e mi resi conto che in tutto il palazzo non ce ne era nemmeno una. Sembrava un palazzo antico, gli oggetti elettronici non funzionavano e il motivo non lo sapevo. Avrei indagato.
Con estrema calma salii le ripide scalette in ferro battuto cercando di non far cigolare niente. Appena fui al piano superiore mi guardai intorno. Nessuno. Svoltai il corridoio e presi la mappa con la matita.
Quel corridoio era segnato per metà. Lo allungai quanto mi parve necessario e iniziai a dare i nomi alle stanze. La maggior parte di queste non le sapevo, ma non era niente di importante. La maggior parte appartamenti per i consiglieri che una volta l'anno, in primavera andavano al palazzo reale per decidere le mosse da fare e come gestire il popolo. Ma ciò che mi interessava realmente non erano i nomi, ma le possibili vie di fuga. Sempre utili in casi come questi. Solo a pensare che potrei di nuovo finire sotto le grinfie di mio padre, mi fa venire la pelle d'oca.
In quel momento le stanze erano tutte vuote. Continuai a ispezionare scrivendo piccoli appunti sul foglio scrivendo anche le varie vie di fuga, come le finestre o le varie porte di servizio dove ancora ci sono i resti dell'ultimo panino che una guardia si è mangiato al posto di sorvegliare l'area a lui assegnata.
Le finestre erano molto particolari. Nemmeno io le avevo mai viste. Erano esagonali con vari raggi in ferro battuto che partivano dal centro, sarebbe stato difficile romperli, ma con il giusto mezzo avrei potuto farcela. Tipo magia nera molto forte.
Sentii dei passi.
Allarmata andai a nascondermi dietro un piccolo angolo e trattenni il respiro. Mi ero spiaccicata contro il muro con forza, mi stavano venendo i crampi... non avrei retto a lungo.
I passi della guardia e il cozzare delle armi si fecero sempre più vicini. Chiusi gli occhi e presi una pistola. Se mi avesse scoperta ero pronta ad usare ogni mezzo. Rimasi ferma a trattenere il fiato per un tempo indefinito, finché la guardia non fu a pochi metri da me.
Ero pronta al peggio ma... all'ultimo secondo quella guardia girò nel corridoio opposto al mio. Senza farmelo ripetere due volte corsi giù per le scale e tornai nella piccola stanzetta che condividevo con le altre tre ragazze.
Andai sulla mia brandina e guardai alla piccola feritoia che avevamo come finestra. Era quasi l'alba. Avevo fatto bene a tornare. In quei maledetti corridoi avevo perso la cognizione del tempo!
Mi occultai le armi e indossai, sopra la tuta nera, il vestito bianco con il grembiule grigio, poi aspettai riguardando la mappa che anche le altre ragazze si svegliassero. Non fu un attesa lunga. Passarono poco più di dieci minuti e già Yuki si stava stiracchiando e mandava messaggi sconnessi alle gemelle che, però, non volevano saperne di alzarsi. Quando alla fine le convinsi potemmo correre in cucina per vedere che cosa avremmo dovuto fare.
Nei corridoi sentii una voce che mi chiamava.
-Ehi, tu! Beka!- mi girai spaventata sentendo la voce di mio padre che mi chiamava. Mi arrivò davanti baldanzoso e mi squadrò da capo a piedi, quasi come aveva fatto la prima volta.
-Ogni mattina, alle sei in punto devi sistemare la mia stanza e quella del conte, solo dopo averlo fatto puoi andare in cucina a vedere che lavoro ti spetta- mi ordinò sbrigativo. Annuii velocemente aspettandomi che lui se ne andasse, invece restò a fissarmi a fondo per qualche minuto prima che i passi di una guardia non lo riscossero dal suo stato di shock.
-Ti faccio vedere la mia stanza, quella del conte è quella nel corridoio opposto alla mia. Non puoi sbagliare perché la sua porta è nera a differenza delle altre.- disse secco girandosi e iniziando a conducermi verso la sua stanza.
Non sapevo se essere felice. Insomma, avrei trovato molte informazioni interessanti nelle stanze di mio padre e del conte, ma allo stesso tempo mi sentivo un leone in gabbia. Se mi avessero scoperto sarei stata finita.
Lo seguii con questi pensieri per la testa. Arrivammo, dopo aver salito un'abbondante rampa di scale, davanti ad una porta nera in un corridoio con le pareti color ocra. Il Re aprì la porta con una chiave molto lussuosa, oro con vari ghirigori che mi sfuggirono nei dettagli.
Entrammo e mi ritrovai davanti ad un appartamento. La stanza principale era una camera da letto molto grande, era praticamente tutto rosso e nero, con un letto matrimoniale con la struttura nera, delle lenzuola rosse e i cuscini neri. La scrivania con i cassetti nera, il pavimento era di un rosso da far invidia al sangue, il lampadario era di cristallo e pendeva dal soffitto facendo venir la paura che possa cadere da un momento all'altro. L'armadio era gigantesco, una cabina. Rosso con dei ghirigori neri, come quello mio, nella mia vecchia stanza.
Dentro c'erano armature, giacche, cravatte, completi di tutte le tonalità di grigio... tutto. Scarpe erano altrettante, tutte riposte negli appositi spazi. Poi c'era un'altra porta spalancata che faceva intravedere un piccolo salottino con un caminetto e un tavolo assieme a molte bevande di vodka.
-Comincerai domani, adesso vai immediatamente in cucina- disse mio padre indicando con un dito la porta. Annuii e mi inchinai per poi andarmene velocemente.
L'unica consapevolezza che avevo era che lui non sapeva chi ero, ma l'avrebbe scoperto molto presto. L'avrebbe scoperto ma non avrebbe avuto il tempo di dirsi quanto era stupido, perchè la sua testa sarebbe già saltata in aria. Per mano mia.
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SPAZIO AUTRICE:
È anche oggi due capitoliiiii!!!
♥UN BACIO DA BENNY♥
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