Capitolo 6
Di male in peggio
Piansi silenziosamente sperando che mi lasciasse libera.
"E tu dovresti amarmi?" Disse retoricamente. Il suo viso si avvicinò al mio a tal punto che sentii la punta del suo naso toccare il mio sopracciglio, poi caddi sul pavimento gelido. Mi aveva spinta brutalmente e ora gemevo per il colpo subito.
"Non voglio più vederti. Alzati e va via da questa casa" ringhiò facendomi rimanere immobile.
Non so cosa fece più male, se il colpo subito o le sue parole affilate. Lo fissai per qualche secondo non riuscendo a muovermi.
"Se per te è davvero così difficile credere in me allora non ha senso continuare a frequentarci!" Mi urlò contro.
Il mio corpo si sbloccò di colpo appena lo sentii urlare e immediatamente cercai di alzarmi. Purtroppo appena mi ressi sulle mie gambe, sentii un acuto dolore provenire dalla mia caviglia sinistra e, istintivamente, mi chinai per massaggiarla.
"Cosa c'è? Sei sorda per caso? sparisci, non ti voglio piùvedere" disse Jason raggiungendomi.
I miei polmoni riuscirono a malapena a riempirsi pronti per urlargli di non farmi del male quando, la sua stretta d'acciaio, circondò il mio avambraccio trascinandomi verso la porta poco gentilmente.
"Perché non puoi semplicemente fare ciò che ti viene chiesto?"
Trattenendo il respiro mi imposi di non piangere d'avanti a lui e serrando la mascella mi voltai, pronta a lasciare quella casa una volta per tutte.
"Pensavo che io e te fossimo perfetti per stare insieme, come ho potuto essere così stupido" mi informò cupamente. La mia mano rimase immobile mentre stringeva la maniglia della porta e improvvisamente iniziai ad avere freddo, tanto che sentivo le mie ossa tremare.
Perché? Perché doveva essere tutto così difficile? Cosa avevo fatto di male per scatenare la sua ira?
Finalmente aprii la porta e iniziai a camminare fino a che la casa di Jason non fu più visibile ai miei occhi. Poi mi fermai a riflettere.
Composi il numero di Justin pronta a chiamarlo ma poi ci ripensai. Tutto questo era successo a causa sua ed era meglio chiedere aiuto a un'altra persona. Rivedere Justin sarebbe stato solo un errore, inoltre non sapevo come Jason avrebbe reagito.
Cercai un altro numero e cliccai il tasto chiama.
"Pronto?" Chiese Savannah con un tono di voce assonnato.
"Anna sono io, Rosalyn. Potresti v-venire a prendermi?" Chiesi tra i singhiozzi. Attesi qualche secondo e mi sentii sollevata sentendo la sua risposta.
"Rose dimmi solo dove sei e sono da te" mi informò. Subito mi sentii in colpa per averla svegliata, tramite il telefono riuscivo a sentire il letto scricchiolare, segno che stava dormendo. Subito dopo averle dato la mia posizione rimase tutto il tempo al telefono con me e le spiegai in breve ciò che era successo, fino a che due luci non illuminarono la mia figura.
Prima di salire in macchina mi guardai alle spalle, in direzione della casa di Jason.
*flashback*
"La brave ragazze non dovrebbero stare con i cattivi ragazzi" sussurrò baciandomi il collo, accarezzai i suoi capelli dolcemente facendolo sorridere contro la mia pelle.
"Forse non sono una brava ragazza" gli sussurrai io facendolo ridacchiare.
Baciò la mia guancia e con una mossa veloce mi portò sulle sue gambe facendomi sussultare per quel movimento improvviso.
Finii così sul suo grembo "Sarai sempre la mia dolce e innocente Rose" disse accarezzandomi la spalla destra. Poggiai la mia testa sul suo petto sentendomi finalmente amata e felice
*fine flashback*
Il rumore di uno sportello mi riportò nel mondo reale e potei vedere Savannah venirmi incontro con addosso il suo pigiama rosso.
Mi aiutò ad alzarmi dal marciapiede e ci avvicinammo alla sua auto lentamente. Il mio corpo tremava e le mie guance erano rosse. Non mi ero nemmeno resa conto di avere iniziato a piangere.
Girai la mia testa per poter vedere un ultima volta la strada buia che conduceva verso la casa di Jason. Il mio cuore perse dei battiti e due braccia mi strinsero protettivamente e con delicatezza mi invitò ad entrare nella macchina.
Passarono pochi secondi e mi addormentai sui sedili posteriori. Ero troppo stanca e le lacrime mi avevano prosciugato l'energia.
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Sabato 22 gennaio
Mi svegliai il mattino seguente sul mio letto. Sbadigiai appena portando una mano sulla bocca.
La testa pulsava come non mai e portai le mani sulle tempie gemendo per il forte dolore, iniziando a massaggiare i punti dolenti con le dita.
Presi la mia sveglia bianca notando che erano le undici e mezza. Probabilmente i miei genitori avevano preferito lasciarmi a casa quel giorno.
Scesi dal letto e afferrai una felpa per ripararmi dal freddo.
Scesi le scale e andai in cucina dove trovai i miei genitori lì ad attendermi.
Deglutii silenziosamente osservando il volto arrabbiato di mio padre.
"Ci devi delle spiegazioni signorina" mi avvisò mio padre facendomi cenno di sedermi su una sedia.
"Dove sei stata ieri sera? E non mentirmi Rosalyn Green" mi informò severamente mio padre mentre mi guardava impazientemente volendo subito una risposta.
Sospirai pesantemente pensando ad una scusa qualsiasi. I miei non avevano mai approvato Jason e avevo detto loro che avevo smesso di frequentarlo qualche mese fa.
Cosa mi sarei dovuta inventare?
"Sono stata da Justin" risposi sperando che mi credessero. "Da Justin eh?" Chiese mia madre sedendosi su uno sgabello, io subito annuii titubante.
"E che ci facevi da lui? Sa perfettamente il nostro coprifuoco. E perché ti ha riaccompagnata a casa Savannah?" Mi chiese guardandomi quasi curiosamente.
"Beh. La macchina di Justin era rimasta senza benzina e siamo rimasti più tempo del necessario fuori per spingere la macchina in un posto di blocco e ho dovuto chiedere a Anna un passaggio, Justin non voleva che sforassi di troppo il vostro coprifuoco" mentii facendo sorridere appena mia madre.
Mi ritrovai anche io a sorridere, quello sarebbe stato proprio da Justin.
"Adoro quel ragazzo" commentò per poi alzarsi e afferrare il suo cappotto rosso.
"La mamma va a lavoro. Tu riposati Rose e già che ci sei studia per domani così quando le tue amiche finiranno le lezioni ti farai dire cosa hai saltato e mi raccomando Rosalyn, recupera quello che non hai fatto stamattina. A dopo tesoro" e con questo la porta d'ingresso si chiuse a chiave.
Guardai mio padre che non sembrava essersi bevuto quello che avevo detto.
Lentamente prese dalle tasche del suo giubbotto nero un pacchetto di sigarette.
"Vado a vedere se in ufficio hanno bisogno di me" mi informò portandosi una sigaretta tra le labbra.
"Fa quello che ti ha detto la mamma" mi ricordò infilandosi il giubbotto.
Quando la porta si chiuse per la seconda volta presi una mela e iniziai a mangiarla andando al piano superiore. Prima facevo i compiti e prima avrei avuto del tempo per riflettere.
* flashback *
"Ancora su questi libri?" Sentii una voce profonda dietro di me e mi girai velocemente per incontrare il suo sguardo profondo.
"Sai che devo" Risi appena quando si avvicinò di più a me.
"Tu e la tua mania dello studio. Tanto quando finirai questo strazio di scuola verrai a stare da me e non ti servirà a nulla tutto questo studio. Sai che non mi mancano i soldi" mi informò facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Sai che non voglio dipendere da una persona" gli ricordai facendogli fare spallucce.
"Se dipenderai da me non potrai lasciarmi" bisbigliò facendomi sorridere appena "ma io non ti lascerò McCann"
*Fine flashback *
Aprii il libro di fisica e iniziai a studiare sperando di allontanare da me quei dolorosi ricordi.
Mi manca. Mi manca il mio Jay, quello buono e dolce non quello cattivo e crudele.
Passarono i minuti, le ore e ad un certo punto la mia porta finestra iniziò a fare un rumore insolito così, smisi di studiare e mi alzai andando verso essa.
Nel mio giardino potei intravedere Justin sventolare una mano per attirare la mia attenzione. Ridacchiai facendogli segno di non muoversi e andai al piano inferiore per aprirgli la porta.
Justin's POV
Andai verso la porta d'ingresso e presi la scatola di ciambelle e i due cappuccini che avevo preso passando da un bar.
Quando mi aprì la porta fece una smorfia, sorpresa vedendo le cose che avevo preso per noi e mi diede una mano prendendo i due cappuccini.
"E queste cose?" Mi chiese facendomi entrare in casa. Io le sorrisi e attendendo che chiudesse la porta iniziai a spiegarle.
"Alle prime ore ho notato che non c'eri e sono uscito da scuola senza essere visto. Pensavo che stessi male e invece hai solo saltato le lezioni...perché?" Chiesi mentre la seguivo dirigersi verso la sua stanza.
Conoscevo Rose, odiava saltare le lezioni e se oggi era rimasta a casa ci doveva essere un buon motivo.
Posò i cappuccini sulla sua scrivania e fece spallucce prima di scoppiare a piangere.
"Mi ha lasciata, Jay mi ha lasciata Justin. Non mi vuole più" disse tra i singhiozzi. Il mio cuore si ruppe in miliardi di pezzi e la strinsi tra le mie braccia per darle conforto.
"Perché ti ha lasciata? Pensavo che ti amasse" sussurrai strofinando la mia mano sulla sua schiena. Doveva sfogarsi e io ero lì per lei. Io ci sarei stato sempre e lo sapeva.
"N-non lo so" disse dopo qualche minuto. Portai il mio viso nell'incavo del suo collo. Sentirla piangere era uno strazio, mi sentivo impotente.
"Non si merita le tue lacrime pulce" dissi staccandola dolcemente dal mio abbraccio. Asciugai le sue guance e lei iniziò pian piano a smettere di piangere.
"Lascialo andare via da qui Rose" dissi portando una mano sul suo cuore facendola annuire lievemente.
"Io ci sarò se avrai bisogno di me. Lo sai" bisbigliai baciando la sua guancia destra.
"Ora però basta piangere. Ci sono delle ciambelle glassate che aspettano solo di essere mangiate" dissi prendendo il cartone bianco.
Lei mi sorrise dolcemente prima di prendere una ciambella al cioccolato "sei proprio un vero amico" mi informò facendomi sorridere forzatamente.
Rosalyn's Pov
Il mio telefono emise una vibrazione e il mio schermo si illuminò lasciandomi leggere il messaggio di mio padre che mi informava del suo imminente rientro. Informando Justin lo salutai e gli promise che ci saremmo visti il giorno seguente.
Mentre lo vidi andare via, attraverso la mia finestra, non potei non osservare una macchina nera parcheggiata poco distante da casa mia.
Quella macchina era così familiare.
Che fosse realmente Jason? No, non poteva essere possibile. Mi aveva lasciata ed era stato piuttosto chiaro su quel punto. Probabilmente ora si starà divertendo con un'altra ragazza ingenua, dimenticandosi dell'amore che io provavo ancora per lui.
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Ecco il nuovo capitolo.
Secondo voi è o non è la macchina di Jason?
Prossima storia : Il Possessore
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