Capitolo 5
Un cuore a pezzi
*Terzo giorno senza Justin*
Da: Nano Malefico
Non puoi farmi questo.
Da: Nano Malefico
Cosa ho fatto per meritarmi la tua indifferenza nei miei contronti?
Da: Nano Malefico
Non escludermi dalla tua vita. Non sono pronto a perderti.
Deglutii pesantemente sentendo delle lacrime rigare le mie guance.
Respirai profondamente per non iniziare un pianto isterico che non avrebbe portato a nulla, così posai il telefono sul mio comodino e iniziai a mordermi il labbro inferiore per il nervoso.
Cosa avrei dovuto fare? Perché Jay vuole allontanarmi dal mio migliore amico?
Tutto questo mi procura solo inutili dolori, Justin non si merita tutto questo.
Tirando su con il naso, mi alzai dal letto raccogliendo i miei folti capelli castani in una crocchia e afferrando il libro di matematica iniziai a fare degli esercizi,magari mi avrebbe distratta da tutta questa merda.
Justin's POV
"Juttin si esce?" Mi chiese impazientemente Jaxon iniziando a sbuffare per la mia troppa lentezza.
"Si Jaxon dammi un minuto" dissi prendendo le chiavi di casa per poi aprire la porta.
"Posso venire dietro di te?" Mi chiese facendo il labbruccio. Alzando gli occhi al cielo, afferrai la bici con il seggiolino e una volta che gli avevo dato una mano a salire sul posto posteriore, potei sedermi anche io.
"Vai!" Urlò saltellando sul posto mentre stringeva la mia maglia blu nelle sue piccole mani.
Ridacchiando leggermente per la sua impazienza, iniziai a pedalare facendolo esultare dalla felicità.
Bastarono dieci minuti per raggiungere il parco giochi e appena fermai la bicicletta, Jaxon si slacciò la cintura in tutta fretta per poi alzare le braccia verso la mia figura chiedendomi così di farlo scendere.
Mentre osservavo il mio fratellino correre verso lo scivolo, chiusi la bici col lucchetto e mi sedetti su una panchina tinta di verde per sorvegliare Jaxon o almeno quello era il mio intento. Rimasi con gli occhi puntati verso lo scivolo senza realmente prestare attenzione a cosa stava accadendo.
*flashback*
Ridacchiai appena riconobbi la figura seduta sull'altalena impegnata a leggere un libro.
Notando che non si era accorta della mia presenza, decisi di arrivarle alle spalle per poi spaventarla con un semplice "bu".
La ragazza gridò impaurita e le cadde il libro dalle mani.
Iniziai così a ridere come un matto sotto il suo sguardo incredulo.
"Molto maturo da parte tua" disse chinandosi per afferrare il libro.
"Neanche Jaxon si spaventa più in questo" ribattei sedendomi sull'altalena accanto a quella in cui siedeva Rose.
La ragazza incrociò le braccia al petto fingendosi offesa e voltò lo sguardo nella parte opposta a dove mi trovavo io.
"Pulce mi hai chiamato tu per farmi venire a farti compagnia" le rinfacciai.
Portando la mia mano sulla sua catena, la avvicinai a me cercando di attirare la sua attenzione.
"Siamo permalose oggi?" Le domandai avvicinando le mia labbra al suo orecchio facendo si che la sua pelle percepisse il caldo del mio alito.
"Può darsi" muovendo leggermente il capo, probabilmente una reazione involontaria del suo corpo.
Rose sospirò prima di voltarsi verso il mio volto. Appena osservai I suo occhi capii subito che qualcosa in lei non andava.
"È successo qualcosa?" Le domandai sentendomi travolto dal suo sbalzo d'umore.
"Come fai a conoscermi così bene? Vorrei che tu fossi mio fratello, Jaxon è fortunato ad averti"
*fine flashback*
Quando mi risvegliai dalla mia trance provvisoria, potei vedere mio fratello seduto accanto a me, mangiare una ciambella con la glassa al cioccolato.
Stava per dare il primo morso al dolce quando un brutto presentimento si impossessò di me. Io non gli avevo comprato nessuna ciambella ed ero più che sicuro che non se l'era portata da casa.
Inmediatamente urlai un no che lo fece rimanere pietrificato dalla paura.
"Dove l'hai presa?" Chiesi guardandolo malamente facendogli intuire che ero più che infastidito.
"Non l'ho presa io" si giustificò giocando con le sue mani cercando di non far ricadere la mia rabbia su di lui. Non voleva essere sgridato.
"E chi te l'ha data?" Chiesi facendolo spaventare. Il mio tono di voce forse era stato troppo esigente.
"Rose" a quel sussurro il mio viso e i muscoli del mio corpo si rilassarono e permisi al mio fratellino di mangiare la ciambella facendolo sorridere.
Assottigliando gli occhi a due fessure, iniziai a osservare attentamente ogni centimetro di quel parco in cerca della ragazza. Stavo iniziando a perdere le speranze, fino a quando non intravidi una figura minuta, girata di spalle, con indosso una felpa viola, troppo grande per mettete in risalto la sua figura magra.
"Jaxon non ti muovere di qui okay? Torno subito" E con ciò lui mi annuì, masticando la ciambella, mentre io mi avvicinai alla ragazza a passi svelti. Il mio cuore iniziò a palpitare dall'emozione e quando girai la ragazza dai capelli castani, con mia grande delusione potei costatare che non era la mia Rosalyn. La mia bocca si spalancò e il mio cuore smise all'istante di palpitare.
La ragazza corrugò immediatamente la fronte e con uno scatto rapido si liberò dalla mia presa.
Sentendomi in imbarazzo fecci qualche lasso indietro in modo da mettere distanza tra me e la sconosciuta e mi scusai. Imbarazzato mi voltai iniziando a camminare verso la panchina su cui avevo lasciato Jaxon.
Non distolsi nemmeno per un istante gli occhi dal prato continuando così a riflettere su quello che era appena accaduto poi, appena alzai gli occhi verso il mio fratellino, credetti veramente di aver bisogno di un aiuti psichiatrico.
La vidi lì, comodamente seduta a gambe incrociate che intratteneva una conversazione con Jaxon. Rosalyn non si accorse dei miei occhi sulla sua figura e lo presi come un vantaggio per affrettare il passo. Tutto fu brutalmente rovinato dal piccolo mostro con i capelli biondi e la bocca sporca di cioccolata che, appena mi vide, non perse tempo a farlo sapere dalla mora che, con uno scatto fulmineo, voltò il viso verso la mia figura per poi aggrottare le sopracciglia. Con un balzo si alzò dalla panchina e senza salutare Jaxon si allontanò furtivamente. Per sua sfortuna non fu abbastanza veloce da impedirmi di raggiungerla e sporgendomi verso la sua figura esile la afferrai per un braccio.
Appena si voltò verso di me, potei finalmente sprofondare nei suoi occhi e sentire il suo respiro accelerare sempre di più, probabilmente dovuto alle circostanze in cui eravamo. Di una cosa però ero più che certo; era giunta l'ora di spiegarmi il motivo del suo comportamento.
Rose's pov
Sapevo che fermarmi a parlare con Jaxon sarebbe stato un errore ma non potevo lasciarlo lì tutto solo, come aveva potuto Justin allontanarsi?
Prima si perde nei suoi pensieri trascurando Jaxon che nel frattempo era andato, spinto dalla fame, verso il camioncino dei gelati e successivamente lo lascia nuovamente solo.
Come avrei potuto voltarmi e far finta di nulla?
Ritornando con i piedi per terra tantai di liberarmi dalla presa di Justin ma, ovviamente, era tutto inutile.
"Rose smettila" mi rimproverò Justin facendomi fermare e sentendomi come una bambina rimproverata da suo padre, premetti le mie labbra una una contro l'altra, fino a formare una linea. Quando distolsi il mio sguardo dal suo volto per concentrarmi sulla sagoma di Jaxon, che ci osservava da lontano, Justin strinse leggermente di più la presa che esercitava per tenermi ferma, facendomi gemere in disaccordo.
"Non mi rispondi più al telefono,a scuola salti perfino le ore che abbiamo insieme. Voglio sapere il perché" disse allentando la presa sul mio avambraccio. Appena finì di parlare, mi si formò un nodo in gola che mi impedì di rispondergli subito e che spingeva le mie lacrime a scendere lungo le mie guance facendomi così apparire debole.
Respirando profondamente riuscì ad impedire alle lacrime di uscire e serrando la mascella più volte, portai il mio sguardo un po' ovunque pur di non incontrare il suo sguardo.
"Justin non è colpa tua ma mia. È solo colpa mia e ti giuro che non ho mai voluto farti del male" dissi chiudendo gli occhi così da cercare di trovare la forza di non crollare d'avanti ai suoi occhi.
"Ma me ne stai facendo" appena capì che non mi sarei allontanata decise di lasciare il mio braccio. Improvvisamente le sue mani finirono sul mio viso e con tutta la dolcezza che possedeva, indirizzò il mio volto verso il suo in modo da instaurare una connessione visiva.
Proprio come avevo immaginato, guardare i suoi occhi mi sbattè in faccia ciò che gli stavo facendo passare. Stavo allontanando il mio migliore amico.
Proprio mentre stavo sistemando nella mia mente la cosa giusta da dire, la voce di Jaxon catturò la nostra attenzione.
"Andiamo a casa?" Domandò il piccolo, stringendo in un pugno il fondo della maglietta del fratello maggiore.
Io rimasi a osservare la scena sentendo la bocca diventare secca e le mie gambe tremare al pensiero che questo potesse realmente essere il nostro ultimo addio. Un vero addio, e per quanto lo volessi, nono era quello che desideravo. Il mio cuore e il mio cervello mi impedivano di fare un passo così impostante e rimasi semplicemente ferma a osservarli mentre si allontanavano dalla mia figura.
Ciò che successe poi, fu la causa di un susseguirsi di catastrofi ma in mezzo al giusto e allo sbagliato io scelsi di correre il rischio e senza pensarci troppo, mi lanciai in una corsa fino a che il mio corpo non entrò in collisione con la schiena del biondo e le mie mani non formarono una specie di catena che intrappolò il ragazzo in un dolce ed eterno abbraccio.
"Scusami" sussurrai portando la mia fronte sull'incavo del suo collo.
Se io avevo deciso di aprirmi totalmente ed espormi al pericolo chiamato Jason, dall'altra parte, Justin rimase in completo silenzio, uno di quei momenti che mi distruggeva l'anima fino a sentire un dolore fisico partire dalla pancia per poi protendersi verso il cuore che in quel momento per un battito.
Ma non lo avrei lasciato andare via. Rimasi nonostante lui continuasse a non muoversi e, pochi centimetri distante da noi, Jaxon ci osservava con uno sguardo confuso, uno sguardo che non sembrò durare molto dal momento che rivolgendomi un breve sorriso, decise di fare silenzio è un po' imbronciato attese.
"Ci vediamo qui questa sera?" Mi chiese Justin spezzando così il silenzio che era sceso tra di noi. Un enorme sorriso pieno di gratitudine e sollievo invase il mio volto e liberandolo dal mio abbraccio, mi spostai di fronte a lui in modo da poterlo vedere in faccia. Non ebbi il tempo di rispondere dato che Jaxon aveva iniziato a piangere, catturando la completa attenzione di Justin che, prendendolo in braccio, iniziò a consolarlo promettendogli che sarebbero andati subito a casa.
Poi voltandosi verso di me, accennò un leggero sorriso e disse "nove e mezza" niente di più e niente di meno ma abbastanza da farmi tornare a casa con il sorriso stampato sul volto.
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Mi scuso veramente ragazze ma credetemi se vi dico che ho un interrogazione e una verifica praticamente ogni giorno della settimana.
Siamo solo all'inizio e già voglio che finisca 😢
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ovviamente potete (dovete😈) lasciare un voto o un commento c;
Prossima storia che aggiornerò: Ragazza Sotto Copertura
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