Capitolo 3


- Chi sei, femmina? -

Non importava cosa gli avessi appena annunciato. Non gli importava di come suo fratello si stesse comportando nei confronti dell'intero universo. Non me la sentivo di dirgli il mio nome. Non volevo avere un trattamento di favore solo perché, in passato, ero stata la sua compagna o moglie. Volevo solo che le cose rimanessero in equilibrio. Un angelo Serafino non poteva pensare di governare sia sul bene sia sul male. 

Ovviamente per voi, esseri umani, è stato narrato che noi angeli, siamo in contatto diretto con Dio Onnipotente. Beh lasciate che io sfati questo mito. Solo ai prescelti è consentito ascoltare la sua voce. Si dice che solo i primi fratelli, creati dallo stesso Dio, potevano vantarsi di averci parlato. Ma se questo fosse vero, perché Dio lascerebbe marcire il suo primo figlio all'Inferno e far godere delle gioie del Paradiso Michele? Perché non opporsi al comportamento di suo figlio minore?

Lucifero, intanto mi fece distogliere la mente dai miei stessi pensieri.

- Donna, di solito io non porgo la stessa domanda più volte quindi ti consiglio vivamente di rispondere entro cinque secondi. -

Si stava innervosendo questo è vero. Ma non potevo assolutamente rivelare la mia identità. Il tempo scorreva e io non sapevo cosa rispondergli. Dal canto suo, Belial continuava a farmi cenno con lo sguardo di rispondere immediatamente. Lucifero invece, sembrava più arrabbiato che mai. Lo si poteva notare dalle piume arruffate delle ali.

- Ascoltami bene, femmina angelica. Piombi nella mia casa, pretendi che io ti salvi da un destino ormai scritto. Vieni a raccontare che quel pivello di mio fratello voglia venire fino a qui per eliminarmi e prendere possesso della mia corona e del mio trono. Come faccio a sapere che non sia un trucchetto di voi pennuti? -

Dovevo trovare un modo per raggirare il Diavolo. Ma noi angeli non siamo bravi a mentire. E se gli dessi un nome falso? Ma se lo facessi, Lucifero potrebbe arrivare a scoprirlo e magari uccidermi successivamente. No! Dovevo dirgli la verità era l'unica soluzione.

- Mi chiamo Sagittaria, ok? -

Lucifero, si bloccò di colpo. Mi guardò quasi impietrito. Come se a un tratto sapesse chi ero e chi ero stata. Il demone, si voltò verso il suo consigliere lì presente, Belial.

- Voglio essere lasciato da solo con la nostra ospite. -

- Ma Signore...lei non... -

- Ora! -

Belial, fece un inchino rispettoso per poi guardarmi un'ultima volta e uscire dalla sala. La voce di Lucifero mi fece tornare con lo sguardo fisso nel suo.

- Voglio che mostri il tuo volto... Voglio che...ti togli quella ridicola mantella. -

Nel dirlo, Lucifero si alzò dal trono per poi scendere la scalinata. Cosa dovevo fare? Non volevo avere ulteriori problemi perciò cominciai a sbottonare i bottoni della mantella per poi lasciarla cadere a terra. Mi feci vedere per quella che ero. Capelli lunghi e rossi, occhi grandi e azzurri come il mare e un lungo vestito bianco leggermente rovinato. Lucifero arrestò la sua camminata verso di me.

- Questo deve essere uno scherzo di cattivo gusto. -

Mi aveva riconosciuta non c'erano dubbi. Solo che io continuavo a vederlo per un bell'uomo ma non avevo ricordi di lui.

- Lucifero sono Sagittaria, io purtroppo non ho ricordi di te, e posso solo immaginare cosa stai pensando. Ma sono scappata dal Paradiso a causa di Michele. -

- Quindi dopo 270 anni, sei riuscita a scappare da quel bastardo? Dopo solo 270 anni ti sei svegliata e ti sei chiesta come mai la tua memoria avesse qualcosa che non andava? Scusa ma, sai com'è la cosa mi puzza assai parecchio. -

- Puoi fidarti come puoi anche farne a meno. Se sono qui è perché Michele assieme alle sue minacce a vuoto, si è fatto scappare dettagli su me e te che non dovevano uscire dalla sua bocca. -

- Quindi mi devo ritenere fortunato di rivedere la mia ormai ex futura moglie che cerca di aiutarmi. -

Per un attimo rimasi in silenzio. Quindi Michele non stava mentendo. Ero davvero legata da un legame puro d'amore con Lucifero. Ma perché allora cancellarmi la memoria? Inoltre l'obiettivo di Michele era la Corona di Venere...quella corona non si vede da millenni. Come se fosse sparita magicamente dal suo piedistallo.

- Il tuo silenzio mi infastidisce, donna. Per me ormai è ora di ritirarmi... Il mio consigliere, Belial, ti troverà una stanza. Data la tua importanza, ti sistemerà nell'ala riservata ai nobili. -

- Non voglio avere trattamenti di favore. -

Gli occhi di Lucifero diventarono rossi come il sangue.

- So io quello che è meglio e faresti bene a non rispondermi. Inoltre, calmandoci un attimo e riflettendo a mente fresca, prendila come una vacanza tesorino. Qua all'Inferno ci sono le pozze di vapore. -

- Pozze di vapore? -

- Anche noi demoni ci rilassiamo. Non è tutto odio e tormento. Ti auguro una buona notte 'mogliettina adorata' -

Se ne uscì dalla sala accompagnato dalla sua fragorosa risata per la battuta. Si trattava forse di un invito, quello? Non sapevo come muovermi o come comportarmi. Volevo solo uscire anche io e prenderlo per il collo. Ma dovetti contenermi dato che, dentro la sala, rientrò Belial. Il suo sguardo non preannunciava niente di buono. Dopotutto, gli avevo disobbedito.

- Bene, vostra angelosità, vi prego di seguirmi. Vi condurrò ai vostri appartamenti. -

Lo seguii in silenzio. Cominciò a salirmi la malinconia. Ero sola, tutti i presenti che incrociavamo per i corridoi mi guardavano con odio e disprezzo. Come se la colpa della loro condizione fosse esclusivamente mia. Arrivai a destinazione assieme a Belial. 

- L'unica camera rimasta è questa. Sarà abbastanza vicina a quella del mio signore. Vi prego di comportarvi con educazione e rispetto. Siete attesa domani alle 8 per la colazione. -

Mi limitai semplicemente ad annuire. Entrai all'interno della suddetta camera. Se non fosse stato per i toni troppo scuri era una camera bellissima. Aveva tutto. Ma proprio tutto! Dentro agli armadi c'erano completi intimi, vestaglie da notte, abiti da sera. Erano bellissimi ! Presi uno di quei completini in mano e non appena li vidi per intero, cambiai subito idea. Era già tanto se ci fosse un filo! Non c'era una sola mutanda decente ma dovevo assolutamente cambiarmi e lavarmi. Ero così stanca però! Mi buttai sull'enorme letto per poi crollare su di esso. L' indomani sarebbe stata una lunga giornata.

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