Capitolo 1: Ombre e Luce




Passeggiavo lentamente tra i sentieri dorati del Paradiso, immersa in una bellezza che sembrava infinita. Il cielo sopra di me era un mare azzurro senza fine, punteggiato da nuvole morbide come cotone. I miei passi leggeri calpestavano fiori scintillanti che emanavano una dolce fragranza, e l'aria era pervasa da un'armonia di canti celestiali. Tutto intorno a me era sereno e perfetto, e mi sentivo completamente a mio agio in questo angolo di pace. Ogni creatura celeste che incontravo, mi salutava o si inchinava con rispetto. Cosa che ormai dovevo esserci abituata dato che ero la loro principessa.

Finii finalmente la mia passeggiata mattutina e arrivai finalmente a palazzo dove ad aspettarmi, c'era come ogni giorno Michele. L'arcangelo salvatore del Paradiso. So che non dovrei pensare a certe cose, ma Michele non mi ha mai ispirato fiducia. Dentro di lui è come se ci fosse qualcosa che deve nascondere. Oltre a questo, è anche una questione che non me lo scrollavo di dosso nemmeno quando dovevo lavarmi. Si metteva dietro la porta e aspettava che uscissi.

Il giorno seguente, sgattaiolai via sperando di non incontrarlo. Al suo posto però, trovai Gabriele. Con lui, bene o male, potevi dare il via libera ai tuoi pensieri. Stava dando da mangiare a degli anatroccoli nel laghetto vicino al palazzo.

- Sembri correre molto di fretta Sagittaria...vai da qualche parte in particolare? -

Mi fermai e mi sedetti nell'erba morbida insieme a Gabriele.

- Ho dei quesiti, Gabriele. Speravo che tu potessi rispondermi -

- Sono tutti orecchi. -

- Avverto pensieri negativi in Michele... Mi segue ovunque io vada, se parlo con qualsiasi altro tipo di creatura non gli va bene. Siamo arrivati al livello di un fidanzato umano geloso... Si è permesso di entrare nella mia stanza anche mentre dormivo, Gabriele. La prossima volta cosa farà? Si metterà direttamente sotto le lenzuola? -

Gabriele spalancò gli occhi quasi scioccato da certi comportamenti.

- Sagittaria...Stiamo parlando dello stesso angelo che ha salvato tutti noi dalla furia di Lucifero? -

- Proprio lui. -

Gabriele si alzò e mi tese la mano per far alzare anche me.

- Dovresti prenderlo da parte e semplicemente parlargli faccia a faccia. Magari così capirà e smetterà di essere cosi tanto protettivo nei tuoi confronti. -

Rassegnata all'idea di dover parlare con Michele da sola, mi incamminai verso il palazzo. Stranamente non trovai nessuno ad attendermi all'ingresso. Andai verso la sala del trono, sala in cui dovevo stare praticamente tutta la giornata. Gli obblighi di una principessa era quello di accontentare i suoi sudditi, aiutarli se necessario. Ma pochissime volte mi è stato concesso di aiutare. Sono una principessa, è vero, ma sono burattinata dagli arcangeli. In prima fila, ovviamente, c'era Michele.

La sala del trono era stra colma di gente. Cosa assai strana. Seduto sul mio trono stava Michele.

- Buongiorno Michele. -

Lui non mi rispose neanche, mi guardava con sguardo freddo e distaccato.

- E cosi io sono troppo appiccicoso per te? Secondo te io, l' Arcangelo Michele, avrei pensieri negativi nei tuoi confronti? -

Guardando alla sua destra, vidi Gabriele che faceva finta di non sapere nulla, quando era palese che gli avesse subito riferito della nostra conversazione al laghetto.

Alla fine presi coraggio. Non avrei mai più permesso il controllo su di me.

- Perché, infilarsi nella camera di una principessa a notte fonda, ti sembra un pensiero positivo? -

- Scegli le tue parole con estrema saggezza e gentilezza, Sagittaria. -

Salii la scalinata che portava al trono senza freni, senza paura.

- Sai una cosa Michele? Io non me ne faccio più nulla della gentilezza. -

Michele aveva uno sguardo di pura rabbia in volto. Non era abbastanza per me. Non so cosa stesse passando per la mia testa ma feci qualcosa che a un angelo non verrebbe mai in mente. La punizione per certi comportamenti è la caduta.

Ero davanti a Michele nel mio vestito bianco e lungo. Presi un lembo del vestito facendo uscire la gamba nuda. Michele mi guardò la gamba e non stava capendo cosa volessi fare finché, mi sedetti sopra di lui a cavalcioni.

- Sagittaria cosa...? -

Seduta sopra di lui, sentii qualcosa muoversi la sotto, all'interno dei pantaloni di Michele. Quindi anche gli angeli provavano piacere o desiderio carnale. Io, dalla situazione, non potei fare altro che alzarmi da quella posizione imbarazzante, e mettermi a ridere.

- Sai Michele, non sei tanto diverso da tuo fratello Lucifero, infondo. -

- Io non sono mio fratello, stupida cagna. -

Mi bloccai a sentire certe parole uscire proprio dalla bocca di un angelo.

- Ti ho tenuto buona e sotto controllo, perché voglio la cazzo di Corona di Venere per governare sia Paradiso che Inferno. L'unico modo che avevo per controllare almeno il Paradiso era attraverso te. -

In quel momento fu lui a scoppiare a ridere.

- Solo che tu sei cosi stupida e inconsapevole che il tuo passato è stato modificato a nostro piacimento l'unico che potrebbe aiutarti a riavere la memoria potrebbe essere il tuo ormai ex fidanzato Lucifero. -

Un brivido freddo mi percorse la schiena. Io ero la ragazza di Lucifero? Allora perché non mi ricordo nulla su di lui? Non so nemmeno ch aspetto abbia. Dopo un attimo, Michele ricominciò a parlare.

- Se non vuoi fare una fine peggiore di quella in cui sei attualmente, ovvero un burattino nelle mie mani, ti consiglio di fare la brava e obbedire. -

Lo vidi alzarsi dal mio trono per poi fermarsi a metà scalinata.

- Io e te ci sposeremo questa sera. Consumeremo il matrimonio e mi darai dei figli. Non vedo l'ora. Ti sbatterò così forte che implorerai il mio perdono per avermi umiliato in questo modo oggi. -

- Io non ti sposerò mai! -

- Questo lo vedremo. -

Corsi come una disperata nei miei appartamenti. Feci uscire tutti, servitori compresi. Quando alzai gli occhi verso le finestre, notai che erano state sbarrate. Non potevo neanche scappare volando. Finché mi ricordai che nelle camere dei servitori le finestre dovevano essere aperte per forza di cose. Noi angeli di rado camminiamo. Cercai di non farmi vedere da nessuno. La finestra era aperta, le guardie erano impegnate a fare la guardie all'ingresso. Però volli fare una cosa prima di scappare. Volai verso le stanze di Michele. Che vanitoso, si stava già preparando pagliaccetto e armamentario per il matrimonio. Michele sobbalzò nel vedermi lì a volare fuori dalla sua finestra.

- Non puoi resistere un' ora senza di me vero? -

- No, Michele. In realtà sono qua per ringraziarti senza di te non avrei trovato uno scopo nella mia vita. Ci tenevo solo a farti questo prima di andarmene. -

Gli feci il dito medio e me ne andai in un posto dove sapevo che per un pò di tempo nessuno mi avrebbe disturbata: gli Inferi.

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