Epilogo

Angelica

Sinceramente non so quale sia la morale di questa storia.
Il male perde sempre e il bene vince su tutto?
No, troppo banale. E anche irreale.

Il mondo non si divide i  persone buone e persone malvagie. Quasi niente ha un lieto fine.
Anche le favole, l'emblema del "E vissero felici e contenti" in realtà sono delle cazzate.
Le vere storie erano molto più cruente e spietate.
Ma c'è un detto di cui la mia esperienza è testimone
"Bisogna toccare il fondo, per poter tornare in cima"
Queste parole sono molto veritiere. Guardate me, per esempio: sono stata uccisa, portata all'inferno, rinchiusa in una prigione, torturata, costretta a combattere per sopravvivere e quasi morta per una seconda volta.
Un esperienza terrificante, certo, ma è stato quello che mi ha fatto incontrare l'uomo che sto per sposare.

So che sembra sdolcinato, ma non mi vergogno a dire di aver trovato il vero amore, quello che ogni ragazza sogna fin da bambina.
Una persona che ti ama più della sua stessa vita. Una persona che ti fa sentire bene. Una persona che ti fa sentire la sua mancanza. Una persona che anche tu ami più della tua stessa vita.

Sposarsi è un sogno, l'ammetto, ma non era necessario per me e Beck.
Le nostre vite erano già legate per sempre, perchè le nostre anime si erano trovate prima delle nostre menti.
Prima dei nostri corpi.

Percorrevo lentamente la navata, accompagnata da mio padre.
L'organo suonava la sua dolce melodia.
Il mio vestito bianco, ampio e leggero come una nuvola, mi faceva faceva sentire una dea.
In effetti ricordava il Paradiso, delicato, semplice ma allo stesso tempo magnifico.
Lo strascico era sorretto dai miei cugini più piccoli, in veste di paggetti.

La chiesa era davvero grande, ornata da dei semplici fiori viola.
Viola perchè era il mio colore preferito.
Drappi argentati decoravano le panche ai lati della navata principale.
Beck mi aspettava all'altare con uno smoking bianco e dei fiori viola nel taschino.
Sorrideva e aveva gli occhi lucidi, emanava gioia da tutti i pori, come me, dopotutto.

Mia madre e le altre mie parenti mi stavano osservando dalla prima fila, sorridendo commosse.
Tutte avevano in mano dei fazzoletti di crine, che tamponavano sul viso, cercando di non rovinare il trucco.
Notai che anche Greyson, che si trovava vicino all'altare in veste di testimone di Beck, stava arricciando le labbra per trattenere le lacrime.
Lindsay e Susy, le mie damigelle e testimoni, sfoggiavano sorrisi smaglianti e occhi umidi.
Vicino all'altare, nei loro vestiti viola chiaro, mi attendevano emozionate.

Sorrisi mentre arrivavo alla fine della navata e lasciavo il braccio di mio padre.
Lui mi rivolse uno sguardo orgoglioso e commosso, poi si andò a sedere vicino alla mamma.

"Siamo tutti qui riuniti per unire questi due giovani nel sacro vincolo del matrimonio"
Esordì il prete.
Io non lo degnai di uno sguardo. Avevo occhi solo per Beck.
"Chiunque voglia opporsi a questo matrimonio parli ora, o taccia per sempre"
Contai cinque secondi, prima che il parroco riprendesse a parlare
"Bene. Beck ripeti dopo di me. Io Beck prometto di onorarti, amarti e rispettarti. In salute e malattia, in ricchezza e povertà, finchè morte non ci separi"
Sorrisi sentendo l'ultima frase.
Ironia della sorte, era stata proprio la morte ad averci unito.

Lui ripetè subito quelle parole, porgendomi la fede dorata.
"Ti amo"
Mimò con le labbra mentre il prete ricominciava a parlare
"Angelica ripeti dopo di me. Io Angelica prometto di onorarti, amarti e rispettarti. In salute e... "
Non ascoltai molto e ripetei immediatamente la formula.
Poi infilai l'anello all'anulare di Beck.
Era una semplice fede dorata, liscia e priva di decorazioni, con il mio nome inciso all'interno.
Il simbolo concreto della nostra unione.

"Bene. Io, con il potere di cui sono investito, vi dichiaro"
Una breve pausa
"Marito e moglie. Che l'uomo non divida ciò che Dio ha unito"
Sorrisi immaginando i nostri amici lassù che osservavano la scena.
Chissà se avevano già previsto tutto.

"Puoi baciare la sposa"
Un grande applauso scoppiò mentre le nostre labbra si toccavano.
Tutti gli invitati iniziarono a congratularsi e a festeggiare.
Susy e Lindsay corsero ad abbracciarmi, insieme a mia madre e mio padre.
Anche se io avrei voluto rimanere tra le braccia di Beck, accettai quelle congratulazioni.
Dopo aver finito con me, tutta la mia famiglia spostò la sua attenzione su Beck, che era circondato dai suoi amici.
Visto che lui non aveva parenti i miei genitori lo consideravano come un figlio.

Vidi Greyson raggiungermi.
"Congratulazioni sorellina"
Esclamò con calore
"Mi hai chiamato sorellina solo due volte nella mia vita"
Gli rammentai ridendo
"E non te lo ripeterò altre volte!"
Disse lui con finto tono minaccioso
Scossi la testa divertita
Poi mi avvicinai al gruppo di persone riunite intorno a Beck

"Volete ridarmi mio marito?"
Esclamai evidenziando l'ultima parola
Tutti si girarono verso di me
"Certo tesoro"
Disse subito mia madre
La folla si aprì, rivelando Beck
Lui mi raggiunse, felice di essere libero dall'assalto degli invitati
"Sei troppo buono. Dovevi farti strada a pugni tra le persone"
Scherzai senza farmi sentire dagli altri
Lui scoppiò a ridere
"Non posso prendere a pugni i parenti di mia moglie"
Poi mi baciò di nuovo, stringendomi per la vita.

"Adesso basta! Dobbiamo andare a fare festa!"
La voce di Lindsay ci interruppe all'improvviso.
Io e Beck ci staccammo, per poi percorrere la navata, mano nella mano.
Avevo coronato il mio sogno.
La mia favola era completa. O, meglio, era solo all'inizio.

Il lieto fine non esiste.
Ma la felicità dipende da come vivi la vita. Le difficoltà sono come delle prove, per vedere se sei degno di essere felice.
Il segreto sta nel combattere.
E se non sapete proprio come battere il vostro nemico, vi basterà dargli un calcio nelle parti basse.
Quello stende tutti.

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