~Capitolo 23~
Prima che iniziate a leggere, immaginate la vostra morte. Immaginate i vostri cari che piangono per voi, immaginate che i pensieri di Angelica siano i vostri. Immedesimatevi in lei. Immaginate Greyson come vostro fratello, o vostra sorella. Immaginate Lindsay e Susy come i vostri amici.
Immaginate la madre e il padre di Angelica come i vostri genitori.
Solo così riuscirete a entrare nell'ottica della storia.
Angelica
Rimasi immobile per qualche secondo.
Era come quando una diga sta per cedere. C'è quell'attimo di calma, prima del caos.
Quell'attimo dove chiunque nelle vicinanze capisce che non potrà scampare alla furia dell'acqua.
E io sapevo che non potevo scappare dal mio dolore.
La consapevolezza di quanto avessero sofferto sia Greyson che tutte le persone a me care mi schiacciava nella sua morsa.
Quante lacrime avevano versato per me? Quanto dolore avevo portato?
Immaginai Susy che riguardava le nostre foto insieme, nascosta nella sua stanza, con le lacrime agli occhi.
Immaginai Lindsay che ripensava a tutto quello che avevamo condiviso, mentre passaggiava per le strade, il vento freddo di Londra che ghiacciava le sue lacrime.
Immaginai Greyson che entrava nella mia camera solo per ricordarsi che non c'ero più.
Mamma che mi chiamava per preparare i biscotti insieme, e scoppiava a piangere quando si ricordava che non avrebbe ottenuto nessuna risposta.
Oppure papà, che vagava per la casa eliminando ogni mia traccia. Per non soffrire, per non rimembrare, per riuscire a superare il dolore.
Chiusi gli occhi mentre le lacrime mi assalivano.
Volevo soffrire? Si
Volevo sfogarmi? Si ne avevo bisogno
Volevo essere consolata? No perchè nesssuna parola avrebbe potuto alleviare il mio dolore.
Mi sentivo come se il cuore stesse per uscirmi dal petto.
Mi mandava delle fitte dolorose, come se fosse veramente un organo collegato alle mie emozioni.
Pensavo che in Paradiso non si potesse soffrire, ma mi sbagliavo.
Le lacrime continuarono a scorrere impietose sul mio viso, inzuppando il cuscino.
Poi sentii qualcuno abbracciarmi.
Beck si era sdraiato al mio fianco stringendomi da dietro e affondando il viso tra i miei capelli.
Non tentò di parlare, di chiedermi cosa mi era successo, o di rincuorarmi.
Forse il suo sesto senso gli aveva fatto capire che in quel momento dovevo piangere.
Dovevo manifestare il mio dolore.
Dovevo soffrire per poi stare meglio.
Strinsi la sua mano e continuai a piangere.
Dopo vari minuti il mio respiro tornò ad essere regolare, mentre i singhiozzi diventavano sempre più rari.
Feci un grande sospiro, cercando di calmarmi completamente.
"So che non vuoi parlarne, ma ti aiuterebbe a sentirti meglio"
Io degludii, tentando di inghiottire le lacrime, e cercando le parole giuste per iniziare
"Ho letto i messaggi che mio fratello mi aveva inviato durante i giorni dopo la mia morte"
Ogni parola rischiava di farmi ricadere nella disperazione
Probabilmente Beck capì che non ero ancora pronta per parlare
"Posso leggerli?"
Annuii, sollevata di non dover raccontare tutto quello che Greyson mi aveva scritto.
Sentii dei movimenti dietro di me, e capii che si stava muovendo per prendere il cellulare.
Caló il silenzio, mentre lui leggeva i messaggi di Greyson.
Io ero ancora di spalle, quindi mi girai per vedere la sua reazione.
Aveva gli occhi lucidi e un espressione di dolore sul viso.
Come se fosse stato lui a provare l'emozioni di Greyson. La disperazione che trasudava da quelle parole era straziante.
All'improvviso alzò lo sguardo verso di me. Riuscì quasi a regalarmi uno dei suoi sorrisi
"Presto non dovrà più soffrire"
Disse con sicurezza
"Presto nessuno di noi soffrirà più"
Passammo un intera giornata in Paradiso.
Ma, la mattina dopo, eravamo giá nel Palazzo Divino per il nostro ritorno sulla Terra.
Io non stavo più nella pelle, e anche Beck era felice di venire con me.
Avevo deciso di scacciare quei tristi ricordi per concentrarmi sull'aspetto positivo. Presto sarei tornata.
"Nessun ripensamento?"
Chiese Dio, in procinto di portarci sulla Terra
"Assolutamente no"
Rispose prontamente Beck
Il suo interlocutore sorrise
"Bene, voglio darvi qualche ultima informazione"
"Visto che sarebbe strano se Angelica fosse così affezionata ad un ragazzo che nessuno tra le persone a lei care abbia mai visto, farò in modo che loro abbiano dei ricordi falsi su Beck.
Almeno non sarai una persona sconisciuta e nessuno farà domande scomode"
Annuii, una domanda mi girava insistentemente in testa
"Seconda cosa. Angelica"
Mi concentrai di nuovo su Dio, guardandolo negli occhi
"Le tue cicatrici... non posso farle sparire. Quelle rimaranno sul tuo corpo anche una volta tornata a casa"
Sospirai sconfortata
"Ma come farò a nasconderle ai miei genitori? E le mie amiche? "
Domandai
"Semplice, non dovrai farlo. Potrai parlare di tutta questa esperienza con le persone a te piú care. Ma solo a loro, mi raccomando"
"Va bene"
Dissi annuendo.
"Perfetto, adesso procediamo"
Dio fece schioccare le dita, e davanti a noi si materializzò una porta evanescente. Fluttuava a cinque centimetri dal terreno.
Aveva i contorni indistinti e l'interno era un insieme di colori che si muovevano sinuosi, come se un enorme pennello li stesse mescolando.
"Questo è un portale"
Ci spiegò Gesù
"Attraversatelo e vi ritroverete alla mattina dell'ultimo giorno di Angelica. Beck tu avrai una casa tutta tua, ma dovrai trovarti un lavoro al più presto"
Lui annuì, fissando il portale con entusiasmo
"Arrivederci ragazzi"
Ci salutarono le due divinitá
"Arrivederci"
Dissi io sorridente
"Grazie di tutto"
Aggiunse Beck
Poi attraversammo il portale.
Spazio Autrice
Ragazzuoli finalmente Angelica sta per tornare dalla sua famiglia, non siete contenti?
Io sono un po' triste perchè la storia è quasi finita, ma sono anche orgogliosa di essere riuscita a concluderla!
Ditemi anche voi siete tristi perchè ci avviciniamo alla fine?
Ricordatevi di votare e commentare!❤
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