Capitolo XI
Iniziai a fare delle ricerche su angeli con ali nere e voci. Si parlava di angeli vendicatori e angeli della morte, dovevo solo capire di quale dei due schieramenti facesse parte il ragazzo che mi perseguitava. E la voce? Si parlava di demoni che anch'essi perseguitavano, ma sia angeli che demoni lo facevano per una ragione, dovevo scoprire chi fossero e cosa volessero da me e capire quella frase criptica che mi disse l'altro ragazzo: 'Povera ragazza, subisci tutto questo solo a causa di errori commessi da altri. Ma presto, molto presto ci incontreremo'.
Cercai i tipi di comportamenti che potevano tenere i tre schieramenti per capire la differenza, ma non c'era. Gli unici che si differenziavano erano i demoni, che perseguitavano le persone perché le volevano possedere, ma in quale senso? Non si sapeva. Cercai qualche libro che avrebbe potuto aiutarmi, sui vari siti di librerie e trovai una libreria particolare, chiamata "I misteri dell'aldilà". Entrai nel sito e vi trovai molti libri riguardanti l'aldilà: -Che sia una libreria di angeli e demoni?- mi chiesi e trovai un libro intitolato "Codice del Mondo Nascosto".
Lessi il riassunto che diceva: "Questo è il codice che descrive gli esseri che si nascondono dall'attenzione umana. Qui vi troverete il loro comportamento, quali esseri esistono e molte altre informazioni che non si conoscono. Se siete interessati a capire meglio il mondo nascosto, questo è il libro che fa per voi." Rimasi sbalordita. -Devo trovare questa libreria e prendere quel libro."
Il mattino seguente, verso le 11, uscii di casa ad aspettare Raphael e lui, puntuale come un orologio svizzero, si fece trovare davanti a casa mia alle 11 spaccate.
"Ciao! Sei sempre così puntuale?" Chiesi dal finestrino dell'auto.
"Ciao!" mi disse con un sorriso: "Lo sono sempre, allora entri?"
"Certamente!" dissi euforica.
"Pronta?" mi chiese dopo circa cinque minuti di silenzio da quando eravamo partiti.
"Certamente!" dissi contenta: "Dimmi solo una cosa."
"Cosa?"
"Quando mi darai i tuoi 'indizi'?" chiesi facendo il gesto delle virgolette sulla parola indizi.
"Solo a fine allenamento." mi disse sorridente: "No, devo aspettare così tanto tutte le volte?"
"Esatto, è anche un modo per spronarti ad arrivare a fine allenamento. Come se fosse un premio." rispose continuando a guardare la strada.
"Almeno posso sapere cosa prevede l'allenamento di oggi?"
"Certamente! Oggi non farai niente che possa comprometterti fisicamente, infatti prima di iniziare a pressarti voglio vedere a che punto sei arrivata con gli allenamenti di tuo padre."
"Ah! Va bene."
Dopo circa dieci minuti di viaggio, Raphael parcheggiò vicino a uno spazio enorme completamente isolato.
"Che silenzio!" affermai.
"Già! Questo è un ottimo posto per allenarsi, non viene mai nessuno, quindi possiamo tranquillamente usare i nostri poteri."
"Come fai a sapere che non verrà nessuno?"
"Sono stato parecchie volte da queste parti e non ho mai visto nessuno venire."
"Oh!" riuscii a dire.
"Allora." disse strofinandosi le mani energicamente: "Iniziamo subito?" mi chiese rivolgendomi uno sguardo ambiguo.
"Va bene..." dissi un po' scettica.
"Fammi vedere di cosa sei capace!"
"Senza riscaldamento?"
"È questo il riscaldamento forza attaccami!" disse allargando le braccia per invitarmi ad attaccarlo.
Mi trasformai e iniziai attaccandolo in velocità.
"Tutto qui?" mi prese in giro.
"Ehi ho appena iniziato." dissi offesa.
Rise: "Sei buffa!" attaccai con quelle poche mosse che avevo imparato, era soprattutto il fuoco l'elemento che sapevo usare meglio, meno che per una cosa, la tempesta che comprendeva le saette.
Più cercavo di colpirlo, o ero convinta che stessi per colpirlo, più lui riusciva ad eludere i miei attacchi.
"Sai usare solo il fuoco?" mi chiese di punto in bianco.
"No! Ora ti faccio vedere io!" dissi col fiatone.
Volai a un altezza vertiginosa, tanto da avvicinarmi quanto bastava al cielo, e feci la mia mossa vincente.
Il cielo iniziò ad incupirsi sora di me, si formò una spirale di nuvole nere e io iniziavo a caricarmi di elettricità statica.
Tutta la carica che avevo accumulato iniziò a sprigionarsi e a trasformarsi in saette, Raphael le schivò quasi tutte, l'unica che lo prese in pieno era quella generata dalle mie stesse mani ed era la più potente.
Quando lo colpì lo vidi cadere fumante a terra, non si muoveva e a quel punto iniziai a preoccuparmi.
Mi fermai e il cielo tornò a schiarirsi.
Passarono altri minuti e lui era fermo, allora mi precipitai vicino a Raphael e gli tirai leggermente su la testa: "Raphael! Raphael!" lo chiamai preoccupata scuotendolo leggermente: "Raphael!" avevo paura di averlo ucciso.
Ancora silenzio: "RAPHAEL!" urlai schiaffeggiandolo. Niente. Era immobile che una statua. Lo scossi di nuovo e lo schiaffeggiai. Allora provai a fare il massaggio cardiaco, ascoltavo il cuore e il respiro per assicurarmi che stesse bene: "Raphael svegliati!" mi agitai, il cuore batteva talmente lento che sembrava fermo. Ascoltai ancora, silenzio di tomba. D'un tratto sentii un gemito di dolore provenire da lui e tirai un sospiro di sollievo: "Caspita!" iniziò a dire sofferente: "Questo sì che era doloroso!" disse con l'espressione contratta dal dolore: "Santo cielo mi hai fatto prendere un infarto!" lo rimproverai, lui rise: "Un infarto? Ma io ti vedo in salute."
"E' un modo di dire, non l'hai mai sentito?"
"Davvero? No, non avevo mai sentito dire così prima d'ora."
"Da quanto tempo sei sulla Terra?"
"Poche settimane. Comunque non dovresti preoccuparti, noi possiamo guarire." riprese fiato e poi disse sorpreso: "Questo sì che era un colpo ben assestato."
Risi: "Hai voluto provocarmi? Allora ne hai pagato le conseguenze." dissi sorridente prendendolo in giro.
Dopo quell'inconveniente spaventoso, iniziò a farmi sudare.
"Elettra ascolta per fare la lancia di fuoco devi fare il movimento di lanciare, appunto, una lancia con il braccio." mi diceva, oppure: "Cerca di focalizzare l'immagine di una lancia nella mano mentre la tiri." insomma arrivai alla fine stanca morta.
"Complimenti fai progressi velocemente." disse ammirato.
"Grazie. Però la lancia ancora non riesco a farla." risposi col fiatone e le mani sulle ginocchia: "Non è propriamente così, forse non ti sei accorta che man mano che ci provavi, il colpo si avvicinava sempre di più alla forma di una lancia."
"Davvero?" chiesi sorpresa.
"Pensi che ti stia dicendo una bugia?"
"Non saprei..."
"Non dico mai bugie non preoccuparti."
"Va bene." passò qualche istante e chiesi: "Ora posso avere il tuo indizio?"
"Certo!" mi rispose. sorridente: "Vediamo... io sono uno dei primi." mi disse ammiccando: "Tutto qui?" chiesi delusa. Che cavolo significava 'Sono uno dei primi'? Non aveva senso.
"Sì, prova a rifletterci sopra poi domani mi dici a che conclusione ti ha portato. Un consiglio, iscriviti a una scuola di arti marziali, ti può aiutare a mantenere il controllo."
"Cosa?"
"Le arti marziali sono incentrate sull'autocontrollo, non bastano gli allenamenti miei e di tuo padre, più impari, meglio è."
"E l'indizio? Non basta quello che mi hai detto. Non ha senso." fece un gesto come per dire provaci e io risposi facendo un verso di esasperazione: "E va bene!" mi arresi.
Arrivammo a casa per le due: "Ben tornati!" c'era mia madre sul vialetto di casa: "Ciao mamma!"
Mamma: "Com'è andata?" ci chiese.
Io: "Sono morta!" affermai esausta.
Raphael: "È brava! Progredisce rapidamente."
Mamma: "Ottimo! Vi ho preparato qualcosa venite!"
Io: "Cibo!" mi fiondai in casa e trovai la tavola pronta per due.
Raphael: "Permesso?" chiese entrando.
Mamma: "Entra pure tranquillo."
Raphael: "Grazie." entrò, si sedette educatamente e iniziammo a mangiare.
Durante il pranzo Raphael raccontò di come era andato l'allenamento, di quello che ha rischiato e consigliò anche ai miei genitori di iscrivermi ad un corso di arti marziali.
Mamma: "Tu che ne pensi tesoro? Saresti pronta ad affrontare questi allenamenti?"
Io: "Non voglio perdere di nuovo il controllo come è già successo, sono pronta a tutto pur di evitare altri incidenti."
Mamma: "Allora se tu vuoi impegnarti in questo, noi ti asseconderemo e ti staremo vicini."
Io: "Grazie."
Appena finimmo di mangiare, chiesi spiegazioni a Raphael: "Perché fai questo?"
"Questo cosa?"
"Aiutarmi! Lo fai per mio padre o per altre ragioni?"
"Diciamo entrambe le cose."
"Hai detto di essere qui per un incarico, posso sapere di che si tratta?"
"Per ora no, ma presto ne sarai messa al corrente."
"Capisco... ma almeno posso sapere di che genere è?"
Ci pensò su un attimo: "Diciamo che è per una persona."
"Ho capito... e chi è?"
"Sei troppo curiosa!"
"Beh almeno ci ho provato."
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