Capitolo VI

Poco prima di entrare in casa mi sentii come isolata dal mondo. Fu una sensazione terribile, secondi di terrore interminabili, poi svanì e in fondo alla strada vidi la stessa ombra che vidi alcuni mesi prima.
"C-c-chi sei?" chiesi tremante, non potevo ignorare di nuovo quell'ombra, ma non ebbi risposta, vidi solo dei lumi rossi e scappai in casa sbattendo la porta. Mi ci appoggiai come se potessi tenere fuori quella sensazione.
Papà: "Tesoro che succede?" mi chiese mio padre appena mi vide: "N-niente!" risposi evasiva. Lui non era convinto della risposta ma non indagò oltre: "Vuoi una tazza di tè?" mi chiese mia madre evidentemente preoccupata: "Si grazie." accettai di buon grado nella speranza che mi tranquillizzasse un po'. 
Io: "Mamma, sabato esco con Linda e Jack, andiamo al pub va bene?"
Mamma: "Certo, è importante che tu ti diverta, soprattutto in situazioni come questa, ogni tanto devi staccare cara."
Papà: "Non se ne parla!"
Io: "Cosa?"
Papà: "E' pericoloso per te uscire."
Mamma: "Amore lasciala divertire un po', ha bisogno di pensare ad altro, non può continuare a preoccuparsi di tutto e di tutti."
Papà: "Ma..."
Mamma: "Niente me! Elettra, tesoro, promettimi solo che farai molta attenzione ok?"
Io: "Si mamma, grazie." 
Papà: "Io continuo a pensare che sia una pessima idea."
Mamma: "Ha bisogno di divertirsi caro, lascia che faccia la diciottenne ogni tanto."
Papà: "Non sono comunque convinto."
Mamma: "E' normale amore, anche io sono preoccupata come te, però ha bisogno di svagarsi un po'."
Mentre mia madre e mio padre discutevano io presi il cellulare e scrissi a Jack:

Ciao Jack!

Non ci volle molto prima che rispondesse:

Ehi ricciolina, come va?

Tutto bene grazie, senti ti va di uscire con me e Linda sabato?

Ci sta! Dove andiamo?

Al pub, abbiamo bisogno di staccare da tutte le nostre preoccupazioni, torniamo a divertirci tutti e tre insieme.

Va benissimo allora a sabato, per che ora?

Per le 8

Ottimo allora a sabato ;-)

A sabato :-D

Finita la conversazione informai anche Linda dell'orario.
Mentre aspettavo il tè, continuavo a guardare fuori per paura di rivedere quell'ombra e quei lumi che mi sembravano occhi, o forse lo erano... per mia fortuna, però, vidi l'ombra di Christian: 'Christian... non sei più arrabbiato?' gli chiesi telepaticamente speranzosa.
'Non lo sono mai stato, ero solo preoccupato.' la sua voce era seria e strana, ma ero sollevata. Suonò alla porta e io corsi ad aprire: "Christian!" lo afferrai e lo strinsi tra le mie braccia pregando che non succedesse più ciò che era successo in quel breve lasso di tempo, prima che lui arrivasse, sperando nella sua protezione.
"Come stai piccola?" mi chiese dolcemente accarezzandomi la testa come avrebbe fatto mio padre.
"Bene grazie!" dissi con le lacrime agli occhi.
"Perché tremi?"
"Ecco... io..."
Mamma: "Ciao Christian! È qualche giorno che non ci vediamo, come va?" aveva usato un tono molto strano.
Christian: "Bene grazie!"
Mio padre stava guardando Christian in modo ostile: 'Perché lo guardi così papà? Non l'hai mai fatto...' gli domandai telepaticamente.
'Ho una strana sensazione cucciola'
Papà: "Ti sei calmato?"
Christian: "Certo."
Papà: "Bene..."
Christian: "Qualcosa non va?"
Papà: "No perché?"
Christian: "Mi sta guardando con una certa ostilità."
Papà: "Davvero? Non me ne ero accorto." disse con aria innocente.
Io: "Che ne dici di... andare su a parlare un po' a quattr'occhi?"
Christian: "Va bene piccola." mi disse prendendomi per mano con un sorriso quasi freddo e la cosa mi preoccupava.
Papà: "Ehi!"
Io: "Sì papà?"
Papà: "Niente sciocchezze chiaro?"
Io: "Certo, te lo prometto." nemmeno la mamma disse nulla dopo la frase di mio padre, e di solito lo rimprovera. Forse anche lei aveva la stessa sensazione di mio padre?
Papà: "Se sento cose strane vengo su ed entro senza permesso, chiaro?"
Io: "Va bene." non so perché, ma quella volta avevo la sensazione che fosse meglio ascoltarlo e non dare troppa corda a Christian, anche io avevo una strana sensazione.

Quando fummo in camera mia ci sedemmo e ci scambiammo sguardi confusi, o meglio, IO lo guardavo confusa, lui mi guardava in modo diverso rispetto al solito: "Va tutto bene Christian? Ti vedo un po'... distante sta sera."
"Tutto bene grazie. Tu piuttosto come stai? Sono preoccupato per te." mi disse con tono dolce.
"Bene e ora che ci sei tu mi sento più tranquilla." mi tranquillizzai e lo abbracciai.
"Perché prima non ti sentivi tranquilla?"
"Ho tanti dubbi e paure ultimamente..."
"Ti va di parlarne?"
"Insomma non capisco cosa mi stia succedendo, prima allontano te poi Kevin e ora c'è qualcuno che mi segue..."
"Chi ti segue?" mi chiese preoccupato: "Non lo so... ho visto solo la luce rossa dei suoi occhi da lontano..." dissi con sguardo terrorizzato.
"Capisco... quando vedi quest'ombra?"
"La sera sul tardi." lo guardai stranita, non sembrava protettivo come al solito.
"Allora resta a casa di sera."
"Io vorrei sentirmi libera di uscire quando mi pare, non voglio avere paura tutte le volte che esco." dissi alterandomi.
"Fidati di me piccola resta a casa." lo guardai tristemente e annuii.
"Vieni qui!" mi disse allungando le braccia. Accettai il suo aiuto e ci abbracciammo, poi lui mi prese il viso tra le mani costringendomi a guardarlo e mi baciò. Il suo bacio sembrava diverso dal solito, era come se fosse distante ma allo stesso tempo vicino a me, era una strana sensazione. Mi allontanai di scatto da lui impaurita e pulendomi le labbra: "Ehi che succede?" mi chiese sorpreso dalla mia reazione: "Scusa, ma se non ti dispiace vorrei restare sola..."
"... ve bene come vuoi." e uscì, non chiese nemmeno il motivo, come faceva sempre.
-Perché ho la strana sensazione che quel ragazzo non sia veramente Christian?-

Giacomo's pov
Vidi Christian, dopo pochi minuti, scendere con aria ambigua.
-Forse anche Elettra si è accorta che Christian ha qualcosa di strano.-
"Tutto apposto? Ti vedo un po' giù di morale. Avete litigato?" Chiesi ironicamente.
"Tutto apposto. Grazie per esserti preoccupato. Elettra mi ha chiesto di rimanere sola."
"Le hai fatto qualcosa?"
"Niente, l'ho solo abbracciata." rispondeva tranquillo.
"Non era soddisfacente il tuo abbraccio per caso?" chiesi in tono provocatorio.
"A quanto pare no, sembra preferisca stare sola per ora." 
Era troppo tranquillo quel ragazzo, di solito rispondeva a tono, qualcosa non andava, anche Miriam lo guardava dubbiosa. 
Miriam: "Stai andando?"
Christian: "Sì! Devo fare alcune commissioni, ci vediamo nei prossimi giorni."
Io: "D'accordo. Stammi bene."
Christian: "Sì! Grazie di tutto, alla prossima." e se ne andò.
Qualche minuto dopo che se ne era andato chiesi a mia moglie le sue opinioni riguardo Christian: "Tesoro, anche tu hai avuto la mia stessa sensazione?"
"Sì! Quel ragazzo non mi sembrava Christian, aveva un atteggiamento più regale. Christian di solito si comporta più terra terra e risponde a tono alle tue provocazioni. Sembrava più..."
"Lo penso anche io... sarà sicuramente uno dei suoi inganni. Prova a vedere come sta Elettra, io controllo che fuori sia tutto apposto."
"D'accordo."

Uscii a controllare, ma sembrava tutto apposto, solo una cosa era strana, il tempo. In pochi minuti il cielo si era coperto di nuvole: "Oggi non era previsto un tempo così, pochi minuti fa era limpido, neanche una nuvola si vedeva. Qualcosa non va..."

Miriam's pov
Bussai alla porta di Elettra e aspettai la sua risposta. Niente.
"Tesoro? Sono la mamma, posso entrare?"
"Sì!" sembrava sollevata nel sentirmi.
Entrai e quando la vidi sembrava spaesata: "Tutto apposto?"
"Si, credo di sì."
"Qualcosa non va? Mi sembri un po' assente." mi sedetti affianco a lei.
"Ecco io..." si fermò, aveva dei dubbi se dirmi quello che stava provando.
"Va bene non importa, l'importante è che stai bene, ok?" la abbracciai e lei ricambiò.
"Scendo, se hai bisogno chiamami va bene?" non rispose. 
Feci per alzarmi quando lei i prese il polso e: "Aspetta!"
"Dimmi tesoro."
"Puoi restare un po' con me?"
"Certo." mi misi di nuovo vicino a lei e mi abbracciò cercando conforto.
Ci fu silenzio per un po', d'un tratto lei mi disse: "Mamma, sono io oppure Christian era strano?"
La guardai, era triste: "No non sei tu, anche a me e a tuo padre sembrava un po' strano Christian." 
Ci fu ancora qualche minuto di silenzio: "Mamma, perché mi sembra di stare allontanando tutti in questo periodo?"
"Credi sia quello che stai facendo?"
"Non lo so, non credo... io ho risposto solo alle provocazioni degli altri. Tutti dicono di essere preoccupati per me, però lo dimostrano trattandomi male..."
"Chi ti ha trattata male tesoro?"
"Christian e Kevin, dicono di essere preoccupati per me, però poi mi parlano in tono autoritario e sgarbato. Io mi sono solo difesa dal loro atteggiamento."
"Allora forse non sei tu il problema, ma loro che hanno espresso le loro preoccupazione in maniera sbagliata. Tu che ne pensi?" 
Non rispose, si limitò a guardarmi e ad abbracciarmi di nuovo.
Pochi minuti dopo si stacco e mi disse: "Grazie."
"Di nulla, ora vado giù a preparare ok? Tra una mezz'oretta dovrebbe essere pronto."
"Va bene, a dopo allora."
"A dopo." e scesi.

"Amore!" dissi appena scesa.
"Dimmi? Come sta Elettra?"
"E' turbata. Anche lei se ne è accorta."
"Non avevo dubbi... meglio tenerla sotto controllo."
"Sì, sono d'accordo." dissi afflitta.
"Non possiamo farla uscire sabato, è troppo pericoloso."
"Non possiamo nemmeno tenerla relegata in casa."
"Si però..."
"Tranquillo, chiederemo a qualcuno di fidato di starle vicino."
"E chi? Di Christian non possiamo fidarci dopo stasera."
"Sembra che si sia incontrata con Kevin in questi giorni."
"Non mi fido nemmeno di lui, magari le ha pure fatto del male quando erano all'Inferno, che ne sai?"
"Hai ragione ma per ora è l'unico che conosciamo che potrebbe aiutarci, non c'è nessun altro."
"Se sei convinta tu..."
"Non mi fido nemmeno io di lui, ma lei è comunque legata a lui qualunque cosa le abbia fatto, possiamo fare solo così."
"Non sono convinto e soprattutto se le ha fatto qualcosa lo picchierò a sangue, ma mi fido di te."

Elettra's pov
*Vidi un cimitero e due figure oscure, coperte dalle ombre del buio, si distinguevano leggermente i loro tratti: "Ciò che hai fatto ti costerà caro in futuro, non sarai più libero di fare quello che vuoi come hai sempre sostenuto. Tu mi hai fatto un torto e ne pagherai le conseguenze!" disse il ragazzo dalle ali nere.
"NO NON PUOI FARLO!!!!" disse l'altro ragazzo inginocchiato e pieno di ferite e tagli che gli avevano squarciato la pelle scura che sembrava color cenere, come se fosse bruciato e l'interno delle ferite era rosso fuoco, come se lui stesso sprigionasse quel fuoco scintillante all'interno del suo corpo.
"Certo che posso demone!"
Era un demone ecco perché era lui a sprigionare quel fuoco.
"Io non sono soggetto a Lucifero come te!" continuò il ragazzo alato: "Tu dovrai pagare per ciò che hai fatto e questo costerà caro alla vita di qualcuno a te molto caro!" tuonò il giovane alato e infine sparì.*

Mi svegliai di botto e urlai.
"ELETTRA!" corse da me mia madre preoccupata.
"Ho fatto un sogno orrendo!" affermai terrorizzata.

#Ciao lettori!!! Scusate il ritardo della pubblicazione, ma sono stata impegnata in questi giorni, vi dico subito che cercherò di aggiornare più spesso possibile, ma non so ogni quanto riesco, spero ogni giorno ma non è detto.
Buona lettura baci :)

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