Capitolo II

Appena finite le lezioni mi catapultai fuori dall'aula, Linda cercò di fermarmi, ma l'unica cosa a cui pensavo era di allontanarmi il più possibile da quel Christian, mi inquietava. 
Fermarmi non fu semplice.

Fuori dalla scuola aspettai Linda per chiederle scusa della mia reazione e tornare insieme a casa.
Appena arrivata, cominciai subito: "Scusa Linda, ma quel ragazzo mi fa sentire a disagio, mi inquieta..."
"Chi? Christian? Non ci credo! Pensavo lo trovassi figo, dopotutto è il tuo tipo!" mi disse sorpresa.
"Pensi che non ci abbia fatto su qualche pensierino anche io? Uno così figo non me lo lascerei scappare, lo sai, ma poi ci ho parlato e mi ha solo irritata. Continuava a fissarmi, mi faceva agitare..."
"Tranquilla tesoro vedrai che poi le cose cambieranno." Mi disse appoggiandomi una mano sulla spalla in segno di conforto.
"Lo spero, lo spero tanto... Non posso resistere così tutto l'anno..." dissi abbattuta: "Senti ma se chiedessimo ai prof di cambiare di posto io vicino a te e Matteo vicino a quel Christian?" proposi.
"Scherzi? Ho sudato sette camicie pur di stare vicino a Matteo! Prova a dare una possibilità a Christian!"
"Non lo so, è troppo irritante e inquietante..."
"Se per inquietante intendi uno strafigo allucinante allora sì! È inquietante!" mi diceva con occhi sognanti facendomi sorridere. Lei era l'unica in grado di tranquillizzarmi e farmi divertire in momenti come quello.
"Comunque tu prova!"
"... Mmh... va bene... andiamo?"
"Ok!"
Io e Linda abitavamo nello stesso paesino vicino a Milano, sin da bambine. Per fortuna! Almeno non dovevamo disperare per vederci.

Linda era una ragazza bellissima, aveva i capelli rossi leggermente mossi, sempre ben pettinati, la pelle chiara e delle leggere lentiggini all'altezza degli zigomi che ricoprivano anche il naso e la rendevano adorabile come una bambina, lei le odiava, ma a me piacevano. Occhi color verde pallido, era alta più o meno quanto me, aveva un corpo perfetto: formoso e atletico. Io in confronto a lei ero uno sgorbio; avevo i capelli neri come l'ebano, mossi e ribelli, pettinarli era come cercare di domare un gatto pronto ad attaccarti e a soffiare. Avevo gli occhi castano scuro, il corpo poco formoso e magro, la pelle leggermente più scura della sua; insomma sembravo una strega in confronto a lei! Ma di certo non potevo odiarla, dopotutto era la mia migliore amica da sempre e avevamo condiviso un sacco esperienze insieme, ci aiutavamo a vicenda, adoravo quella ragazza! Senza di lei sarei stata una depressa incurabile.

Mentre tornavamo a casa facevamo i soliti discorsi su amore, bei ragazzi e sparavamo stupidate a manetta, cose da ragazze insomma. Appena arrivai a casa, pranzai per poi mettermi sui libri, solo non cominciai subito a studiare, pensavo a cosa mi era accaduto la mattina appena passata. Riflettei sul motivo per cui ero arrivata tardi e a Christian, perché mi aveva detto quelle cose? Come faceva a sentirsi così sicuro a parlare senza pensare alle conseguenze? Tanto bello e tanto... odioso... Matteo in confronto era un simpaticone; non che lui fosse meglio sia chiaro, infatti lo mandavo sempre a quel paese, ma almeno lui era più educato...
Invece Christian no! Si era mostrato sbruffone e guardone sin da subito. Come avrei fatto a sopportarlo?
Continuavo a farmi questa domanda anche se sapevo che non avrei ottenuto risposta...

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