Capitolo venti
Aveva ragione, Levi.
Aveva ragione per quanto riguardava il fatto che si sarebbero dimenticati di lui .
Infatti, oltrepassata la soglia della classe, i presenti avevano salutato solo Eren .
C'era la professoressa Petra che non sembrava nemmeno accusare della presenza di Levi al fianco del castano.
Le prime due ore passarono tranquillamente, con Mikasa ed Armin che chiesero al castano il perché non si era presentato alle lezioni delle scorse settimane e lui non aveva detto altro che la verità , e all'ultima ora aveva quel dannato test di matematica.
Eren era immerso nei suoi pensieri, come sempre d'altronde, tantoché non sentì nemmeno la domanda che gli aveva posto Mikasa .
L'ora di ricreazione era giunta da poco e tutti quanti si stavano gustando le merende portate da casa , soprattutto Sasha, nominata la mangiatrice di patate .
La corvina, seduta vicino a lui come sempre, dovette scuotere Eren per una spalla.
Subito lui scosse velocemente la testa e guardò i due amici .
Armin aveva un'espressione preoccupata.
Per dio, Eren era sempre nel suo mondo, ma non aveva mai fatto come quel giorno.
-mh...-
Si lasciò scappare.
-Cosa farai per le feste di Natale?-
Sospirò lei, ripetendo la domanda .
-Credo che le passerò a casa ...-
Rispose lui, sorridendo poco dopo .
Giustamente, mancavano pochi giorni per la festività.
Intanto, Levi si godeva la scena dal fondo della stanza , con le braccia conserte ed il volto permanentemente corrucciato.
Era una palla essere invisibile, ma poteva sfruttare questa sua condizione per fare gli scherzi a persone che più gli stavano sul cazzo in quella classe .
-Voi cosa fate ?-
Chiese , poggiandosi con la schiena vicino alla sedia .
-Io le passo con i miei parenti!-
Sorrise Armin , arrossendo teneramente sulle gote .
-Anch'io... andrò in montagna dai miei nonni .
Dicono che lì ci sia anche una stazione sciistica.-
Concluse Mikasa, avvolgendo per bene la sciarpa intorno alla bocca , dato che era penzolata un po' sul lato.
-Guarda , guarda chi si è fatto vivo... il figlio bastardo di Grisha .-
A parlare fu Jean , nonché un ragazzo dalla faccia di una forma vagamente equina .
Eren strinse i pugni ed i denti .
Come faceva a saperlo ?
Jean , intanto , si avvicinò al suo banco , seguito a ruota dal suo braccio destro : Marco.
Mikasa balzò sul posto facendo per tirare un pugno in faccia a quello sbruffone, ma venne fermata da Armin che la strattonó per un braccio e le intimò di starsene calma .
Jean ghignò:- Tieni a bada i pitbull, Jaeger.-
Schernì la corvina .
Gli dava fastidio il fatto che stesse così appiccicata ad Eren e non a lui.
Levi , osservando la scena, non volle fare altro che prendere a calci in culo quel troglodita in modo tale che possa diventare del tutto un cavallo ed andare a pascolare con i suoi simili.
Ma non poteva farlo.
-Cosa vuoi , Jean?-
Intervenne Eren , cercando di mantenere tutto l'autocontrollo del mondo per non ridicolizzarlo davanti a tutta la classe .
Il ragazzo dai capelli color cenere , poggiò i palmi sulla superficie del banco e si allungò quel poco da arrivare faccia e faccia con il castano :- Sai che tuo padre si fotte mia madre ?-
Gli chiese , stendendo un ghigno.
Eren , ora , era su tutte le furie .
Mikasa ed Armin si guardarono confusi in faccia , dato che il castano non aveva detto ancora nulla ad entrambi riguardo la sua situazione familiare.
Quest'ultimo, afferrò Jean per il colletto della maglietta ed innalzò un pugno per aria .
Per fortuna in quel momento la classe era scoperta , ma tutti gli sguardi degli studenti erano puntati su di loro, fin quando non si decisero ad accerchiare i due.
Mikasa cercava in tutti i modi di sfuggire dalla presa di Armin , che cercava di tranquillizzarla, dicendole che non erano affari loro ma , il biondo, sotto sotto, strepitava dalla voglia di sapere cos'era successo.
-Quindi...-
Fece Eren .
-...mi stai dicendo che tua madre è una milf che , invece di andare con quelli più giovani di lei, va con dei vecchi decrepiti.-
Sorrise vittorioso, quando sulla faccia dell'altro scorse un'espressione infuriata.
Strattonó il ragazzo, facendolo cadere miseramente con il sedere sul suolo .
-Questa me la paghi, Jaeger.-
Ringhiò Jean, mentre si massaggiava le natiche e veniva aiutato da Marco a rialzarsi.
Levi , che non mosse un dito, tirò un sospiro di sollievo e sorrise , davanti alla grande audacia che aveva dimostrato il più piccolo.
[...]
-Quindi ... tuo padre vi ha lasciato per la mamma di quella faccia da cavallo ?-
Domandò Armin.
Si trovavano negli spogliatoi della palestra, pronti a cambiarsi per poter ritornare in classe .
C'erano solo loro due .
Erano sempre gli ultimi ad entrare ed uscire dalla classe .
Il castano sospirò, a testa bassa, mentre l'amico gli diede delle pacche sulle spalle ; un modo silenzioso per dire 'ci sono io qui '.
-Mi dispiace .-
-Non devi dispiacerti.
Lui è stato uno stronzo ed ora devo badare io a mia madre .
Non le farò del male.
Non la farò soffrire ancora .-
Indossò la maglietta, mentre Armin gli regalava uno dei suoi migliori sorrisi, e si diressero verso la porta degli spogliatoi.
Ovviamente, Levi li seguì, cercando di non fare mosse sbagliate nel caso avesse provocato un rumore che avrebbe distratto l'amico del moccioso.
Il suo moccioso.
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