Capitolo quindici

-Esci fuori da questa casa .-
Ringhiò, stringendo sua madre , e l'altro eseguì gli ordini, annuendo, per poi voltarsi e chiudersi la porta alle spalle .

Quanto tempo era passato da quando il padre aveva lasciato la casa ?
Minuti ?
Ore ?
Comunque, ad Eren parve un'eternità.
La madre era ancora disperata e piangeva ... piangeva ed imprecava , urlando, contro il marito.
Oppure il suo fantasma , dato che era consapevole che lui non avrebbe potuto sentire.
Dondolava, con la maglia fra le mani e le gote rosse , tinte di lacrime che fecero frantumare ancor di più il cuore ad Eren .
Lui cercava di consolarla , stringendola e baciandola sulla fronte , mentre sussurrava parole nel suo orecchio .
Levi guardava la scena , impotente .
Il suo compito era quello di vegliare che , in parte , stava facendo .
Avrebbe voluto tanto aiutare quelle persone .
Ad ogni minuto che passava , il suo stomaco veniva chiuso in una stretta asfissiante , che ti faceva contorcere dal dolore .
Ne era consapevole.
Era consapevole che i caduti non avrebbero potuto provare nessun tipo di emozioni .
Lui lo sapeva , ma sembrava proprio il contrario.
Lui aveva sentito il contatto fisico avuto con Petra .
Aveva sentito la morbidezza della pelle , dei capelli e delle labbra di Eren .
Aveva sentito le emozioni che provava in quel momento, vedendo quella scena intrisa di tristezza pura .

E , ciò che gli fece più male , era che non poteva muovere nemmeno mezzo dito.
Voltò la testa di lato, chiudendo gli occhi , stanco di vedere quella scena e si diresse verso la stanza del ragazzo, ancora intento a consolare la madre .

--Perché...-
Continuava a ripetere la donna , affondando la testa nel petto di suo figlio , e gli impregnò la maglia di calde lacrime .
Eren la strinse il più forte a se , poggiando la testa su quella della donna , e fece di tutto per ricacciare indietro le lacrime .

Non doveva piangere .
Ora, l'uomo in famiglia era proprio lui e doveva dimostrarsi forte agli occhi della mamma .
Era la sua ancora .
La sua salvezza .

I singhiozzi della donna man mano si andavano a scemare, fino a calmarsi del tutto .
Eren continuava a ripeterle parole dolci , mentre la coccolava amorevolmente tra le sue braccia , e diede un'occhiata veloce alla fine della rampa di scale , non trovando Levi .

-Ti preparo della camomilla?-
La donna alzò il volto, ancora rosso e bagnato dalle lacrime , ed annuì, sorridendo debolmente.

Si tenne al figlio , che la prese sotto braccio e la condusse in cucina , facendola poi sedere su uno sgabello vicino alla penisola.

Andò a prepararle una camomilla e la versò in una tazza in ceramica , passandola alla donna .

Lei ne bevve un sorso , tutta tremante ... rischiando di far volare qualche goccia sul ripiano della penisola .

Finì il liquido in poco tempo, per poi sospirare esausta .

La madre di Eren non aveva rughe e ,quelle visibili, la rendevano una donna abbastanza bella .
Avrebbe potuto trovare un uomo migliore , però si era fermata ad uno che non era capace di far nulla , se non far del male a chi credeva di voler bene .

-Menomale che ci sei tu...-
Disse lei , rivolta al figlio, che subito le andò incontro per poterla avvolgere in un abbraccio.
Chiusero entrambi gli occhi, godendosi l'uno il profumo dell'altra e viceversa.

-Meglio che vada a lavoro .-
Disse , staccandosi pian piano, e scese dallo sgabello, asciugandosi le ultime lacrime che erano ancora imprigionate sulle sue guance .

Gli sorrise un'ultima volta e prese le chiavi della macchina, per poi scomparire fuori dalla porta .

Eren ammirava la forza di volontà della mamma .
Era un tratto che aveva sempre amato, di quella donna .
Era capace di distruggersi , ma anche si rialzarsi in poco tempo .

Levi fissava il soffitto con la solita espressione stampata sul volto .
Il suo umore non era migliorato, da quando era in camera .
Pensava e ripensava a quella scena, che poco tempo prima aveva visto , cercando di rimembrare la sua infanzia.
Cosa che non riuscì a fare , dato che i caduti , raramente, riescono a ricordare di ciò che avevano fatto in vita .

Intanto, Eren entró in camera ma il corvino parve non accusare proprio la sua entrata in scena .
Se ne accorse solo quando, per sbaglio, fece cadere il pallone da basket che aveva tra le mani e ,per recuperarlo, dovette per forza alzare la testa .

E fu in quel momento che si guardarono di nuovo negli occhi .
In silenzio.
L'unico rumore era quello dei loro respiri che , all'oscuro di entrambi, si mischiavano e creavano un'unica cosa .

Il primo a distogliere lo sguardo fu Eren che si voltò e si congedò con un freddo :- Io esco .-

#spazioautrice

Forse dovrei smetterla di aggiornare in orari strani , quando la mia mente confabula contro di me nel voler fare una stramba storia (ereri ) con Eren versione yandere mestruata .
Dovrei placare le strane e malvagie malattie della mia mente .
😂😂🌚😅

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