Capitolo due

Entró in casa , lanciando la borsa vicino l'angolo ove si trovava l'attaccapanni , dopo di che si tolse il giubbotto per metterlo li sopra .
L'ingresso era piccolo e stretto .
C'era un parquet che sostituiva il pavimento e le pareti erano di un blu talmente scuro che tendeva al nero .
Sulla sua destra si trovava una scala con corrimano completamente in legno , attaccata al muro, che portava al piano superiore .
Un borbottio indistinto arrivò poi alle orecchie del ragazzo: proveniva dalla cucina .
Sicuramente, erano i suoi genitori .
Andò, quindi , nella stanza aprendo proprio la porta che c'era ai piedi della scala.
Scorse due figure molto familiari.
La mamma ,intenta a mettere sul tavolo un piatto per lui , che lo accolse con un enorme sorriso .
Lei ed Eren erano molto simili di carattere e di aspetto.
Entrambi premurosi , determinati ed attenti alle persone a cui vogliono davvero bene .
Insomma , la madre era un secondo Eren solo al femminile e con i capelli un po' più lunghi.
Lei lo salutò e lui ricambiò, sfoggiando il suo sorriso migliore .
Poi , spostò lo sguardo sull'altra figura, quella del padre , che stava leggendo tranquillamente il giornale .
Il buon vecchio Grisha , abbassò quel poco il pezzo di carta davanti ai suoi occhi per sorridere al figlio .
Il castano si sedette a tavola ed incominciò a mangiare , da solo .
Dato che tornava a scuola molto tardi , verso le due , due e mezza , era costretto sempre a pranzare da solo , anche cenare a volte.
Beh...i due genitori del ragazzo, di professione, facevano i medici .
Quindi, a volte , venivano invitati a delle feste di ballo .
Quelle feste in cui tutti vestivano in modo elegante .
Quelle feste che si svolgevano in case grandi quanto delle ville , dove c'era anche la servitù che ti portava al tavolo qualsiasi cosa tu preferisca.
Ed Eren non era proprio portato per quelle feste .
Lui preferiva di gran lunga starsene sul divano a guardare la tv , o alla consolle a giocare con qualche gioco, magari accompagnato da un gelato al cioccolato ( il suo preferito) ed una bibita gassata .

-Eren.-
La madre lo distolse dai suoi pensieri, mentre raccoglieva il piatto già vuoto da sotto il ragazzo.
L'interessato mugoló e la donna sospirò.
-temo che stasera cenerai di nuovo da solo .
In qualsiasi caso, c'è qualcosa in frigo che puoi preparare su una padella .
Sai , oggi abbiamo fatto la spesa , io e tuo padre.-
Si diresse verso il lavabo e lavò il piatto .

-Grazie ,mamma .-
Mugoló l'altro, alzandosi dalla sedia e , sotto il religioso silenzio degli altri due presenti nella stanza , raccolse una mela dal cesto posto sulla penisola della cucina .

-Dove vai ?-
Gli chiese Carla, girandosi verso di lui , non prima di aver riposto lo straccio nel lavandino , vedendo che il figlio si dirigeva a passi lenti verso la porta della stanza .

Lui si bloccò sul posto :- In camera . Ho molto da studiare .-
Borbottò lui ed infine la donna sospirò , lasciandolo andare .
Sapeva che Eren mentiva .
Le sue orecchie avevano assunto una connotazione cremisi ; segno che stava dicendo una bugia .
Ma non volle farlo  notare troppo al più piccolo .

Uscì fuori dalla stanza , raccogliendo lo zaino dove lo aveva lasciato , e si diresse in camera sua al piano superiore .
Anch'essa aveva il parquet al posto del pavimento, solo che la tappezzeria era di un colore verde speranza.
Un letto ad una piazza e mezzo spiccava al centro della stanza , proprio sotto la finestra che veniva coperta da una semplice tenda , corta a punto tale da non poggiarsi sul letto ma solo sulla spalliera due esso .
Sulla sinistra c'era una scrivania in legno d'acero con sopra un PC ed una mensola con vari videogiochi sopra.
Sulla destra un armadio.
E , come un normale adolescente in crescita, la sua stanza era paragonabile ad un campo di battaglia dove la maggior parte degli oggetti erano concentrati sul letto, sulla scrivania o sulla sedia .
Non mancavano , ovviamente, i poster delle band più famose e seguite da tutti i giovani della sua età che erano attaccate su ogni parete , ricoprendola completamente.
E, chi più ne ha più ne metta , se non trovava un posto libero sulla parete , Eren , metteva un poster nuovo nell'armadio.

Lanciò la borsa da scuola in una parte della stanza e , scostando le robe dal letto fino a farle cadere sul suolo, si stese sopra.
Raccolse le cuffiette dal comodino vicino ad esso e le inserì nell'apertura del cellulare, per poi rifugiarsi sotto le coperte dopo aver tolto le scarpe .

Intanto , in cucina , Grisha aveva una piccola discussione con sua moglie, Carla , per i comportamenti che aveva lei nei confronti del figlio .

-sai , Carla .-
Iniziò lui, con voce gracchiante e bassa , mettendo giù il giornale e guardando la moglie da dietro gli occhiali tondi che portava sempre sul naso .
-Dovresti essere meno , come dire , materna nei confronti di Eren .-
Disse lui, facendo girare di scatto la moglie che lo guardò con un leggero cipiglio confuso sul volto .

-che intendi dire ?-
Domandò lei , prendendo posto vicino al tavolo .

-mh...che sei troppo appiccicosa.-

La donna rimase confusa , non sapendo cosa dire , quindi Grisha continuò a parlare , dopo aver sospirato per un breve lasso di tempo :- Ha quasi diciassette anni .
Sa prepararsi bene la cena, fare la spesa solo per lui senza che noi interveniamo , e lavarsi le sue cose .-

-Mi stai dicendo di lasciar perdere mio figlio affinché diventi più autonomo?-
Rise lei e ,questa volta , quello confuso fu lui .

-Già.-
Rispose semplicemente.

Lei lo guardò:- io voglio bene ad Eren e , finché lui non decida di andare via , sarò io ad accudirlo.-

L'altro sospirò ed alzò le spalle con nonchalance:- Ci ho provato a farti cambiare idea , ancora una volta .-
Lei sorrise vittoriosa e si alzò dalla sedia , per poter ritornare alle faccende di casa.

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