🐥8. Pioggia🐅
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Era uscito velocemente dal locale ignorando ogni richiamo da parte dei loro Hyung, era salito in macchina ed era partito altrettanto velocemente volendo solo mettere più distanza possibile da quel luogo che sembrava stargli stretto. In pochi secondi tutto intorno a lui sembrava come rimpicciolirsi e creare delle pareti che lo stavano soffocando, sentiva l'aria diventare bollente e bruciargli in gola, ma soprattutto doveva andare via da lui, dall'unica persona che fino a quel momento aveva creduto sincera, l'unica che considerava più importante di tutti nella sua vita e avrebbe protetto fino alla morte da ogni male, persino da se stesso.
Aveva creduto a ogni sua parola in quei mesi dove gli diceva che andava tutto bene, che non si doveva preoccupare, a tutti i suoi sorrisi che gli aveva fatto fino a quel momento... Aveva creduto in qualcuno che non pensava lo avrebbe tradito così alle spalle.
«Perché tu? Perché?»
Sussurrò mentre stringeva il volante facendo diventare le nocche bianche. Da quando era uscito da lì quella era la domanda frequente che si faceva non riuscendo a trovare risposta.
Forse gli aveva fatto un torto e non lo sapeva? Oppure voleva solo fargli un dispetto? O ancora alla fine la sua amicizia non era reale e invece lo odiava? Domande su domande senza risposta che aumentavano soltanto la sua confusione e il suo dolore.
Guidò ancora un pò fino a quando non si fermò a bordo strada, poggiò la fronte al volante e chiuse gli occhi sperando che in quel modo sarebbe riuscito a calmare ciò che aveva dentro ma sembrava che non servisse a niente.
Come si poteva calmare tutto il caos e il dolore che si aveva dentro quando scopri queste cose? Come si può?
Diede una cazzotto sul volante, un altro ancora e ancora fino a quando non lasciò uscire un urlò disperato e poggiò la testa al sedile, sospirò per poi guardarsi attorno notando solo in quel momento che si trovava vicino una spiaggia. Fece altri respiri per poi scendere e superare il muretto camminando sulla sabbia fino ad arrivare a riva, si fermò osservando il movimento lento e delicato delle onde dando un senso di calma e tranquillità a chi le guardava, ma Taehyung sapeva bene che le apparenze ingannano perché come lui sapeva bene che al di sotto di quella superficie limpida vi era solo e soltanto caos come quello che aveva dentro.
Ecco cosa si celava in lui, solo e soltanto caos che batteva e batteva di continuo su quella barriera che, anni prima, aveva imparato ad alzare come difesa e che era nata grazie a Jimin ma che ora lentamente si stava crepando e stava crollando in mille pezzi.
Rise beffardamente di se stesso mentre pensava agli ultimi mesi, mesi in cui si era preoccupato come uno stupido e il suo unico pensiero era quello di voler capire, mesi dove si chiedeva perché il suo miglior amico oltre che mentirgli si stava allontanando, mesi dove sentiva sempre di più un vuoto... E ora che sapeva, che aveva compreso il motivo di tutto si dava dello stupido per aver perso tempo e preoccupazione verso di lui.
«Ti odio... Odio ciò che mi stai facendo... Odio tutto questo dolore che sento per colpa tua.»
Quelle parole sussurrate al cielo piene di dolore sembrava essere state ascoltate, lentamente piccole gocce iniziarono a cadere sul suo viso bagnandolo e mischiandosi a quelle lacrime che silenziose avevano iniziato a scendere, lacrime che per molto tempo aveva tenuto dentro di sé nascondendole al mondo intero volendo apparire forte. Ma come poteva esserlo quando in quella notte tutto sembrava crollare come un castello di carta, come poteva essere forte se tutto ciò in cui aveva sempre creduto in quel momento veniva sostituito da una semplice e unica parola?
«Anche tu stai soffrendo vero? Anche tu credevi in qualcuno e sei stato ferito?... Che stupido che sono adesso parlo da solo.»
Su quel viso contornato da lacrime apparve un sorriso amaro mentre si sedeva sulla sabbia per poi andare indietro con la schiena sdraiandosi, allargò le braccia e le gambe prendendo la forma di una stella e chiuse gli occhi lasciando che le sue lacrime si mischiassero ancora di più a quella pioggia che stava diventando sempre più forte, avrebbe voluto che quella pioggia portasse via tutto quello che stava provando, che facesse sparire il dolore che aveva fino a cancellarlo come voleva che cancellasse ogni momento di quel periodo passato.
«Mi sono preoccupato per te, per i tuoi silenzi. Mi sono preoccupato di tutto ciò che ti riguardava ignorando ogni cosa...»
Voleva che la pioggia oltre portare via il dolore portasse via anche il suono fastidioso di quella suoneria che lui conosceva bene, una suoneria che aveva sempre detestato ma per accontentare il suo ragazzo l'aveva messa e se l'era fatta andare bene, ma ora la stava odiando come stava odiando colui che si trovava dall'altra parte del telefono.
«Vuoi farti beffa di me ancora? Quale altra bugia vorrai raccontarmi adesso?»
Rispose e rimase in silenzio sentendo dall'altro capo il suo ragazzo che lo chiamava "amore" e risate alle sue spalle come se realmente si stessero prendendo gioco di lui, avrebbe voluto attaccare perché nell'esatto momento in cui disse amore un'altra fitta al cuore lo colpì e le lacrime scesero ancora di più.
«Amore ci sei?»
«Jungkook... Cosa succede?»
«Così si risponde al tuo ragazzo?»
Avrebbe voluto ridergli in faccia, dirgli che si doveva accontentare di ciò visto che nella sua mente aveva altri termini con il quale chiamarlo ma ancora una volta preferì mentire e tacere, voleva vedere cosa gli avrebbe detto però più di tutto voleva affrontarlo di persona.
«Sono in macchina e piove... Quindi sto prestando attenzione alla strada.»
Nel corso degli anni si era spesso domandato se fare l'attore gli aveva portato qualcosa, se da quella piccola esperienza dove si era divertito un mondo aveva imparato qualche trucchetto e doveva ammettere che alla fine era proprio così. Aveva imparato a nascondere ciò che sentiva dietro una maschera, aveva imparato a tirare su un sorriso così falso che molti credevano vero arrivando a pensare anche lui che lo fosse, aveva imparato a nascondere le parole che realmente voleva dire e mentire... Grazie a ciò nessuno riusciva a capire se mentiva oppure no, nessuno a parte il suo miglior amico, il suo soulmate.
«Ah! Io mi trovo invece fuori a cena con alcuni ragazzi della caserma. Stiamo bevendo qualche drink prima di tornare ma volevo chiederti se domani sei a casa per caso... So che ti sei preso qualche giorno.»
«Si sono a casa solo domani.»
Era in compagnia di altri ragazzi della caserma? Aveva portato a letto o se lo sarebbe portato anche qualcuno di loro? Una risata beffarda uscì di nuovo pensando che alla fine sembrava che la loro relazione era stata costruita su delle bugie, bugie che lui aveva contribuito a tenere.
Chissà quante altre volte gli aveva mentito, se quando non c'era lui realmente era a lavoro, se quando erano a telefono lui era solo o se in compagnia di qualcuno e chissà forse proprio con Jimin... Quante altre volte erano andati a letto insieme e se tra quelle lenzuola, le stesse dove passavano i loro momenti, non ridevano di lui che come un cretino credeva alle loro bugie senza mai essersi preoccupato o aver capito.
«Allora che ne dici se vengo e passiamo del tempo insieme? Alla fine non lo facciamo da tanto.»
Passare del tempo insieme? Si lo avrebbero fatto ma sarebbe stata l'ultima volta, voleva sapere cosa gli avrebbe detto pur di proteggersi... Voleva sapere se guardandolo negli occhi gli avrebbe mentito oppure no.
«Va bene...Ti aspetto domani a casa, ordino la cena... Ora devo andare ci sono i controlli più avanti.»
Attaccò velocemente prima di poter sentire quelle due parole uscire dalle labbra del minore, parole che adesso sembravano solo una mera bugia e che avrebbero crepato ancora di più il suo cuore fino a farlo rompere definitivamente in mille pezzi.
«Quante bugie... Eppure la colpa è mia, ho deciso io di chiudere gli occhi... Ho deciso io di farmi pugnalare alle spalle... Ho deciso io di non vedere anche se avevo tutto davanti gli occhi... Ho deciso per amore di ricominciare e ho sbagliato... La colpa e solo mia.»
Ormai le lacrime sembravano non volersi fermare e ancora una volta scesero mischiandosi a quella pioggia che gli stava facendo compagnia, una pioggia che lo accarezzava dolcemente mentre la consapevolezza di tutto ciò lo stava colpendo ancora e ancora.
Aveva creduto in quell'amore che gli aveva fatto battere il cuore a mille e cosa gli aveva portato? Che aveva chiuso gli occhi nascondendo la verità che gli passava davanti... Ma sapeva bene che alla fine la colpa era sua per avergli dato di nuovo credito.
Era successo una sera che aveva finito di lavorare tardi, era stanco ma non vedeva l'ora di vedere il suo ragazzo e quando entrò in casa andando nella loro camera pensando che stesse dormendo, una realtà che mai avrebbe immaginato lo aspettava. Era lì mentre in quel letto, dove molte volte era stato suo, con un altro e anche quella volta era scappato come soffocato da tutto. Però nei giorni a seguire si era fatto convincere dalle sue parole, da quegli occhi di cerbiatto che amava ed era tornato sui suoi passi ricominciando da capo tutto, buttando in un angolo ogni paura che aveva. Eppure doveva capirlo, doveva sapere benissimo che l'avrebbe rifatto ma quella benda che aveva davanti gli occhi gli impediva di vedere oltre e vedere chi aveva realmente al suo fianco.
«Ti ho trovato.»
Non aveva bisogno di aprire gli occhi e guardare chi parlava, conosceva bene quella voce che per tutti quegli anni era fonte di saggezza per lui e i ragazzi insieme a Jin e Namjoon, non aprì gli occhi nemmeno quando la sua compagna pioggia non cadeva più sul suo viso.
«Vuoi prenderti un malanno?»
«Cambierebbe qualcosa Hyung?»
Quando finalmente aprì gli occhi osservando il suo Hyung fece un sorriso amaro, poteva vedere dal suo sguardo che vi era preoccupazione per lui.
«No, non cambia niente... Alzati, lì c'è un chioschetto, beviamo qualcosa.»
Yoongi non aspettò che gli rispondesse incamminandosi verso il chiosco sapendo che aveva bisogno di un attimo per sistemarsi e se l'avrebbe seguito oppure no, camminò fino a entrare e accomodarsi a un tavolo ordinando già da bere per due osservando la pioggia cadere, fece un lieve sorriso non appena sentì la sedia di fronte a lui spostarsi e un leggero sospiro. Si girò guardando Taehyung in viso notando come del suo solito sorriso e della felicità che sempre lo aveva contraddistinto non vi era più niente, ora vi era solo uno sguardo spento.
«Prendi e copriti, hai preso anche troppa acqua per stasera.»
«Perché Hyung?»
Le sue parole erano poco più che un sussurro ma Yoongi le sentì molto bene e sapeva a cosa si riferiva però doveva aspettare che fosse lui a dirgli tutto.
«Perché ti do la mia giacca? Sei bagnato Tae mi sembra il minimo.»
«No, perché mi ha fatto ciò? Gli ho fatto un torto? Mi odia?... Dimmelo Hyung perché io non capisco...»
Le sue parole erano poco più che un sussurro ma in tutte si poteva sentire quella nota di dolore, poggiò i gomiti sul tavolino e portò le mani tra i suoi capelli stringendoli ignorando quella poca sabbia che cadeva sul tavolo, voleva una risposta alle sue domande ma allo stesso tempo no e sapeva che il suo Hyung era l'unico che forse poteva aiutarlo in ciò.
«Non gli hai fatto nessun torto e non ti odia Jimin.»
«Allora perché? Perché mi ha fatto questo? Potevo accettare il tradimento di Jungkook ma il suo... Il suo mi sta logorando dentro e mi sta uccidendo.»
Yoongi poteva sentire nelle parole di Taehyung tutto il dolore che stava provando in quel momento, poteva sentirlo come se fosse il suo e avrebbe voluto tanto farlo diventare parte di lui e liberare ili suo amico ma purtroppo non poteva.
«Perché tra te e Jimin vi è un legame che va oltre la normale amicizia, va oltre l'essere soulmate... Siete come un pezzo di puzzle che si completa a vicenda... Siete tu e Jimin.»
«Eppure lui mi ha... Mi ha tradito.»
Una donna arrivò lasciando delle bottiglie di sakè sul tavolino per poi andare via, Yoongi prese e riempì due bicchierini porgendone uno all'amico che prese e mandò giù come se niente fosse sentendo il sapore forte del liquore bruciargli la gola.
«Credi davvero che lui l'abbia fatto perché voleva?»
«Credere? Ancora vale la pena credere in qualcosa? Non so più in cosa credere Hyung so solo che fa male... Fa così male che vorrei strapparmi il cuore e buttarlo via...»
Per tutti quegli anni aveva imparato bene a conoscere i suo amici, conosceva i loro gusti, le loro paure, i loro tormenti interiori e ciò che li rendeva felici, eppure davanti a lui per la prima volta non vi era il famoso cantante Kim Taehyung che faceva parte dei BTS, ma vi era un ragazzo che stava soffrendo come non mai nel sapere una verità che avrebbe distrutto chiunque, una verità che lo stava facendo crollare.
«Cosa hai detto a Jimin?»
«Niente, non riuscivo a dirgli proprio niente. In quel momento avevo bisogno di andare via, di allontanarmi da lui e da quel posto... Mi sentivo soffocare e il suo viso non aiutava molto a calmare il caos che avevo dentro di me. L'ho lasciato lì...»
Prese e aprì una bottiglietta di sakè mandando giù quasi tutto il contenuto sperando che quel liquore lo potesse aiutare a dimenticare.
«Capisco, lo affronterai?»
«Affrontarlo per fare cosa? Per farmi dire altre bugie? Tanto so già cosa dirà... Tae non volevo è stato un errore, abbiamo bevuto ed è successo... Non dicono sempre così le persone che tradiscono?»
Avrebbe voluto rispondere che non era così, però alla fine doveva ammettere che la maggior parte dei casi di tradimento era proprio in questo modo che cominciavano. L'unica nota dolente era che lui conosceva Jimin e la sua verità così come purtroppo conosceva Jungkook e come era fatto, ma non poteva dire niente per il momento perché pensava che dovevano essere loro a parlare.
«Però se non lo fai non saprai mai bene le cose. Parla con lui, urlagli tutto in faccia, prendilo anche a cazzotti se serve ma non rimanere in silenzio... Tutte quelle domande che hai nella testa lasciale uscire fuori e fatti dare una risposta dal diretto interessato. Fai venire a galla la verità e poi decidi in base a ciò.»
Non serviva che Yoongi gli dicesse cosa fare perché lo sapeva benissimo, sapeva che doveva affrontare Jimin prima o poi ma non in quel momento... Non quando nella sua testa vi era caos assoluto e aveva timore di fare male anche con semplici parole.
Si perché anche se sapeva il tradimento che gli era stato fatto lui ancora, inconsciamente oppure no, tentava di tenere al sicuro il suo amico quando non se lo meritava.
«Yoon, non riesco... Voglio odiarlo, voglio urlargli tutto il dolore che ho dentro di me ma non riesco... Anche se so cosa mi ha fatto, che mi ha spezzato... Io non riesco a odiarlo del tutto, non riesco a prenderlo e ferirlo come dovrei.»
Alzò il viso e senza dargli ordini le lacrime tornarono a scendere lungo le sue guance cadendo con piccole gocce sul tavolo, tutte quelle parole che aveva detto erano vere voleva ma nello stesso tempo non poteva. Yoongi sospirò e si alzò facendo il giro del tavolino, si mise al suo fianco e fece un gesto che non faceva spesso, lo abbracciò facendogli poggiare la testa sulla sua spalla sentendo come il suo pianto divenne più forte seguito dai singhiozzi.
Avrebbe realmente voluto aiutare entrambi i suoi amici, avrebbe voluto cancellare con un gesto tutto quello successo e vederli di nuovo felici ma purtroppo la realtà era un'altra. Non si poteva cambiare il passato come non si potevano cambiare le cose successe perché ormai erano state scritte, al punto in cui erano arrivati loro l'unica soluzione era crollare per poi rialzarsi e affrontare tutto.
Ma sarebbe stato realmente così? Nessuno poteva sapere cosa sarebbe successo.
«Andiamo, ti riporto a casa e poi torno qui... Farò venire a prendere l'auto a Hoby...»
«Rimaniamo ancora un pò... Ti prego.»
Si strinse di più nell'amico sapendo perfettamente che una volta tornato a casa si sarebbe sentito solo e il dolore non si sarebbe placato, Yoongi capì tutto ciò e acconsentì rimanendo in quel chioschetto ancora un pò fino a quando la pioggia non si placò. Lo fece salire in macchina e guidò fino a Seoul lasciandolo riposare anche se sapeva che i suoi sogni in realtà erano solo e soltanto degli incubi che per molto lo avrebbero seguito.
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