🐥6. Consiglio🐅


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Aveva caricato il borsone e salutato il suo adorato Yeontan salendo in macchina iniziando a guidare fino a Busan.

Dopo il loro incontro al ritorno di Jin aveva pensato che le cose tra lui e Jimin si sistemassero, ma puntualmente il suo miglior amico aveva deciso di iniziare di nuovo a ignorarlo non rispondendo alle sue chiamate e i suoi messaggi, tutto ciò lo aveva esposto al suo ragazzo che anche lui puntualmente cercava in tutti i modi di sviare il discorso, come se a lui non importasse questa cosa o come lo facesse sentire.

Per questo dopo molto pensarci ed esponendo queste cose a l'unica persona che lo aveva ascoltato, aveva deciso di partire e andarlo a trovare dopo aver scoperto che sarebbe stato dai suoi per il compleanno del fratello.

Poggiò il gomito al finestrino portando la mano davanti la bocca iniziando a mordere piano e leggero il dito medio, spostò per un attimo lo sguardo dalla strada allo specchietto retrovisore osservando il suo riflesso chiedendosi se avrebbe dovuto parlarne prima con Jimin oppure no, ma come poteva farlo se alla fine lui non gli rispondeva? Sospirò e strinse il volante nella mano con forza.

«Jimin cosa mi nascondi...»

Si poteva dire che in tutti quegli anni la persona che aveva conosciuto meglio nel gruppo era proprio Jimin, forse per via della stessa età, oppure perché l'amico era l'unico che riusciva a capirlo fino in fondo. Non lo sapeva neanche lui ma di una cosa era certo, quando aveva avuto bisogno lui c'era, lo accoglieva tra le sue braccia asciugando le sue lacrime senza mai chiedere niente in cambio, era stato il primo al quale aveva detto il suo orientamento e quello che lo aveva aiutato a dichiararsi la prima volta, era stato il primo a far conoscere Yeontan e mostrargli la sua casa... Jimin era stato tante cose per lui. Ma adesso si chiedeva se lui, Kim Taehyung, era riuscito a dargli lo stesso al suo miglior amico in tutti questi anni oppure aveva ricevuto tanto e lui aveva dato niente?

Vide una piazzola di sosta e si fermò battendo il pugno sul volante, prese il telefono e compose solo un numero che sapeva lo avrebbe aiutato a schiarire i suoi pensieri.

«Come mai mi chiami a quest'ora? Cosa succede?»

«Scusa Jin-Hyung... Ma avevo bisogno di parlare con qualcuno e tu sei l'unico con il quale posso farlo...»

Si poggiò con la testa al vetro osservando le macchine che passavano sentendo il suo Hyung che non parlava ma sapeva benissimo che stava sorridendo.

«Si tratta di Jimin...»

«Oh... Cosa succede con Jimin? Sta male? Per caso gli è successo qualcosa? Devo venire?»

Ridacchiò nel sentire come il suo Hyung si fosse subito allarmato, però era sempre così con lui alla fine gli aveva fatto da padre a tutti insieme a Namjoon, si erano presi cura di loro aiutandoli in ogni cosa... L'unica differenza era che con Jin si poteva parlare di più e se facevano qualche danno, si gli faceva una ramanzina, ma poi li copriva con il leader.

«Tranquillo... Sta bene o almeno credo... Provo in tutti i modi a chiamarlo, a mandargli messaggi ma da lui non ricevo mai niente... Mi chiedo se non sia io il problema.»

Sentì il silenzio dall'altra parte e pensava che aveva fatto centro ma poi lo sentì sospirare e ripetere di continuo non ce la posso fare.

«Tu e Jimin siete migliori amici Tae, come vi definite e vi definiscono siete soulmate e avete un legame che per molti sembra strano e può essere scambiato per altro... Poi conoscendo Jimin sono sicuro che se avesse qualcosa te lo direbbe...»

«Non ne sono più sicuro Hyung... Sembra come se ci stessimo allontanando e questa cosa mi spezza, mi manca e non so come fare per cambiare tutto ciò.»

«Siete sempre stati insieme in tutti questi anni, e normale che ora ti manchi la sua presenza come passare il tempo con lui, ma state crescendo entrambi e prima o poi le vostre strade si dovevano dividere...»

«Non voglio.»

Chiuse gli occhi e sospirò ma in parte doveva dare ragione al suo Hyung, prima o poi entrambi si sarebbero divisi perché volendo o no dovevano percorrere la loro strada.

«Lo so Tae che non vuoi, come non vorrei io smettere di stare con voi... Ma purtroppo o per la stanchezza, o perché ormai passiamo di moda dobbiamo smettere e prendere la nostra strada, anche tu penso che presto o tardi deciderai di lasciarci e iniziare il tuo percorso da solista andando a vivere con Jungkook no?»

Lasciare tutto e fare il solista? No, in quel periodo aveva provato ma sembrava sempre come se gli mancasse qualcosa o per meglio qualcuno, lui era nato con il gruppo e con esso sperava di finire... Mentre l'andare a vivere con Jungkook anche quello non sapeva se sarebbe mai successo oppure no, sapeva solo che per il momento lui non era la sua priorità.

«Non so, il mio futuro è incerto per ora...»

«Comprendo, l'unico consiglio che posso darti ora e quello di metterti a tavolino con lui e chiarire i tuoi pensieri... Lo avete sempre fatto.»

«Ma io gli ho dato ciò che lui ha dato a me in questi anni? Mi spiego meglio Hyung, lui per me ci è sempre stato, mi ha accolto tra le sue braccia quando avevo paura, mi ha asciugato le lacrime quando cadevano, mi ha donato parole e consigli, mentre io... Io ho mai fatto realmente tutto ciò? Oppure ho solo ricevuto senza dare mai niente indietro?»

Aprì gli occhi e portò di nuovo lo sguardo sulla strada sentendo come il suo Hyung alle sue parole non avesse detto niente, forse il timore di non avergli dato niente in cambio era vero, lui aveva solo ricevuto come un ipocrita e non aveva mai fatto il contrario per il suo amico.

«Tae ascoltami, dal mio punto di vista tutti e due vi siete dati molto anche quando non serviva, vi siete sorretti quando il mondo vi crollava addosso, avete percorso insieme la strada... E se vuoi che ti risponda più dettagliatamente, si, tu hai dato a lui ciò che lui ha dato a te, hai ricevuto e hai dato...»

Sorrise lievemente al sentire quelle parole sentendosi un pò più leggero e meno in colpa di come si sentiva.

«Grazie Hyung, scusa se ti ho assillato con i miei film mentali...»

«Tranquillo ripagherai con una bella bevuta, offerta da te sappilo...»

Rise alle sue parole appoggiando la sua richiesta e si rimise seduto meglio girando la chiave avviando il motore.

«Sarà fatto, ora ti lascio Jimin mi aspetta...»

«Salutamelo quando lo vedi, ci vediamo.»

Sorrise e chiuse la chiamata poggiando il telefono sul sedile passeggero, guardò l'ora e notò che era in orario con i tempi.

«Andiamo Tae, lui ci aspetta.»

Con il cuore un pò più leggero prese e partì per la sua meta non vedendo l'ora di arrivare.

Ma se Taehyung da parte sua non vedeva l'ora di rivedere il suo miglior amico, a Busan in una stanza rannicchiato sotto le coperte vi era Jimin che aveva il timore. Pregava che il tempo si fermasse, ma sembrava come se glielo facesse apposta e andasse più veloce facendo avvicinare sempre più il momento in cui il suo miglior amico sarebbe arrivato e avrebbe scoperto la verità.

Chiuse gli occhi lasciando andare una lacrima immaginando tutte le cose che sarebbero potute succedere: immaginava che lo avrebbe preso a cazzotti, che gli avrebbe urlato contro, che avrebbe anche fatto in modo di strangolarlo per ciò che aveva fatto... Ma in tutto ciò la consapevolezza che lo avrebbe perso era l'unica cosa che accomunava ogni sua immagine e pensiero.

«Jimin per quanto tempo ancora vuoi rimanere lì sotto?»

«Yoon ha ragione, esci fuori su...»

Il ragazzo da sotto le coperte mugugnò qualcosa di incomprensibile per i due ragazzi che ridacchiarono, però era già in ritardo dal vestirsi e uscire con i suoi famigliari.

«Sei un caso perso Jimin, dai esci da lì e vestiti i tuoi ci stanno aspettando...»

Yoongi era poco paziente per questo si avvicinò al letto, prese il lembo della coperta e la tirò via scoprendo il loro amico che cercò in tutti i modi di nascondersi.

«Smettila di fare il ragazzino e vestiti...»

«Parli facile tu Hyung, non devi affrontare tra poco il tuo miglior amico e dirgli la verità in faccia, non stai rischiando di essere abbandonato e trattato come un abbietto...»

«Hai ragione non sto per affrontare tutto ciò, ma tu non puoi mancare al compleanno di tuo fratello solo perché hai paura di vedere Taehyung. Quindi alzati e vestiti ti aspettiamo giù.»

Il ragazzo guardò Jimin per poi dargli le spalle e uscire dalla stanza, Hoseok invece per tutto il tempo rimase fermo all'ingresso osservando e ascoltando i due. Non voleva infierire ancora di più sull'amico sapendo che già stava soffrendo ma Yoongi aveva ragione.

«Ascolta Jimin.»

Si avvicinò con calma sedendosi sul letto, a differenza del maggiore lui usava la calma come metodo conoscendo anche come era fatto l'amico.

«Yoon ha ragione, tu ora devi pensare a tuo fratello e festeggiare con lui visto che hai aspettato tutti questi mesi per farlo...»

Jimin alzò lo sguardo verso il suo amico e sospirò arreso, entrambi avevano ragione e lui adesso stava facendo solo il bambino, si alzò e andò vicino la sedia prendendo i vestiti.

«Avete ragione... Ma come avrai immaginato la paura mi sta frenando e non mi fa ragionare.»

«Lo so amico.»

Hoseok sorrise dolcemente e si alzò dal letto andando verso la porta.

«Ma ricordati che questo è il giorno di tuo fratello e lui ci tiene alla tua presenza.»

Disse poco prima di uscire dalla stanza lasciando il ragazzo da solo perso nei suoi pensieri, infatti si rese conto di esser completamente solo dopo essersi visto allo specchio tutto vestito per bene con quel completo verde scuro.

Rimase fermo a guardarsi e si chiese quanto aveva deciso di prenderlo proprio di quel colore, non era neanche il suo preferito, no, era il colore preferito di Taehyung.

«Su Jimin, andiamo...»

Chiuse gli occhi e fece un profondo respiro per poi uscire dalla stanza e raggiungere la sua famiglia che lo aspettava nel piccolo salotto, la madre appena lo vide si avvicinò e gli sistemò il colletto della giacca sorridendogli.

«Stai benissimo figliolo...»

«Grazie mamma, anche tu sei stupenda stasera.»

Lasciò un bacio sulla fronte della madre e poi volse il suo sguardo al fratello e al padre sorridendogli nel vederli vestiti eleganti.

«Mancavi solo tu figliolo, adesso prendiamo e andiamo il ristorante ci aspetta.»

Il padre di Jimin batté le mani e prese le chiavi uscendo di casa seguito dal figlio minore e la moglie, Jimin si avvicinò ai due amici tenendo il viso basso.

«Grazie per prima e scusate... So di sbagliare a fare il bambino e di dover affrontare Taehyung, ma se lo farò so anche che lo perderò e non voglio... Ma lui merita la verità da parte mia.»

«Amico ascolta, qualsiasi cosa succeda non sarai solo. Io e Yoon saremo con te fino alla fine... »

«Raggio di sole ha ragione, non ti ho lasciato solo quando ho scoperto tutto e non lo farò di certo adesso moccioso. Qualsiasi cosa succeda ci saremo per te.»

Jimin alzò il viso e fece un piccolo sorriso ai due, non serviva dire altro per lui ringraziandoli in silenzio.

«Andiamo i tuoi ci aspettano.»

Senza aspettare oltre i ragazzi uscirono da casa raggiungendo gli altri alle auto, per tutto il tragitto fino al luogo della festa le mani di Jimin non vennero mai lasciate dai suoi due amici il quale cercavano in tutti i modi di fargli pensare ad altro, ma era realmente difficile quando sapevi che a breve avresti visto la fine di tutto quello che avevi creato.

In quel lasso di l'idea di lasciare il gruppo divenne sempre più forte nella sua testa e sicuramente anche il resto del gruppo sarebbe stato d'accordo, sospirò appena sentì la macchina fermarsi per poi scendere con gli amici, si guardò attorno e sembrava tutto tranquillo almeno fino a quando non sentì la sua voce alle sue spalle.

«Jimin.»

Il suo cuore sembrava aver iniziato una maratona per quanto batteva forte nel sentire soltanto quella voce bassa e roca che lo aveva sempre tranquillizzato.

Prima di girarsi strinse i pugni più forte che poteva e chiuse gli occhi facendo più volte dei respiri profondi, come se un altro attacco lo stesse colpendo, di ciò se ne accorse Yoongi che subito gli prese la mano stringendola.

Quel gesto non scappò all'occhio di Taehyung che non capiva, non capiva perché quella cosa gli stava dando fastidio visto che sapeva il rapporto tra i due.

«Jimin tutto ok?»


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