🐥5. Famiglia🐅


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Sembrava che nella testa avevano degli elefanti che danzavano per come gli faceva male, tutto ciò che sentivano sembrava rimbombare e questo li portò a nascondere il viso sotto il cuscino.

Ecco come li trovò Yoongi i due ragazzi quando entrò in camera con la colazione, rannicchiati sotto il cuscino e la coperta a coprirli completamente, scosse il capo e si avvicinò alla finestra aprendo le tende.

«Su dormiglioni... Alzatevi che tardi...»

«Hyungggg lasciaci riposare...»

«No Jimin, sei in ritardo per andare a salutare i parenti... Tua madre ha detto che ti da esattamente venti minuti per prepararti...»

Il moro sbuffò togliendosi il cuscino dalla faccia, guardò male il suo Hyung e si alzò borbottando parole incomprensibili.

«Ti preferisco silenzioso...»

«Lo so... Ma ora muoviti io penso a Hoby...»

Sorrise e si avvicinò al letto, prese un lembo della coperta e la tirò via scoprendo il ragazzo che in tutta risposta si lamentò iniziando a tastare il vuoto per cercare un qualcosa con il quale coprirsi.

Jimin ridacchiò prendendo alcuni vestiti che la madre gentilmente la sera prima gli aveva messi sulla sedia, uscì dalla camera e andò verso il bagno chiudendosi dentro, mentiva se diceva che non avrebbe voluto farsi la doccia, perché non appena si mise sotto il getto d'acqua sentì i suoi muscoli tesi iniziare a rilassarsi lasciando uscire un sospiro di sollievo.

Mentre si lavava cercava di non pensare a quello che era successo il giorno prima, ma sembrava inutile, la sua mente era fissa sulle parole del suo Hyung "Domani verrà qui... Per la precisione domani pomeriggio...", sospirò poggiando la testa alle mattonelle tenendo gli occhi chiusi volendo solamente sparire, sapeva che prima o poi doveva affrontare il suo amico dicendogli tutta la verità, farsi odiare da lui fino a non poterlo più vedere e avere vicino...

Questo era ciò che gli aspettava e lui lo sapeva benissimo. Sospirò pesantemente chiudendo la mano in pugno battendola un paio di volte sulla mattonella, si malediva perché quella notte era caduto in trappola, perché come un idiota aveva ceduto all'alcool e aveva fatto qualcosa che non doveva. Chiuse l'acqua e uscì dalla doccia indossando l'accappatoio per poi osservarsi allo specchio, era da un pò che non dormiva decentemente, si notava anche dalle occhiaie, per di più non mangiava bene e questo si vedeva dal suo viso più scarno ma stranamente i suoi amici non glielo avevano fatto notare oppure loro non lo avevano visto. Fatto sta che tutta questa storia lo stava logorando dentro e si poteva vedere anche fuori.

«Pensi davvero che non ce ne siamo resi conto?»

Troppo preso dai suoi pensieri che non si era reso conto della presenza di Yoongi, a volte pensava davvero che era un gatto per quanto fosse silenzioso.

«Da quanto sei qui?»

«Da non molto... Tranquillo non ti ho visto nudo, cosa che già ho fatto parecchie volte...»

«Smettila Hyung... Più tosto cosa dicevi?»

Prese un asciugamano e se lo mise in testa iniziando a frizionare i capelli, sapeva di cosa parlava ma era meglio fare il finto tonto in questi casi.

«Dico, davvero pensi che non ci siamo resi conto che hai delle occhiaie da paura e che sei dimagrito? Anche tua madre l'ha notato ma per non farti innervosire ha chiesto a me di parlarti.»

«Immaginavo, ma speravo che sorvolavate come quando siamo in azienda... Perché poi mia madre chiede a te? Può benissimo parlare con me.»

Sbuffò lanciando l'asciugamano sulla cesta dei panni sporchi e guardò l'amico con rabbia, sapeva perché non aveva parlato con lui ma non gli piaceva lo stesso tutto ciò.

«Oh, andiamo Jimin... Non fare la parte di quello arrabbiato. E poi ora non siamo in azienda, non dobbiamo chiudere gli occhi per fare contento il manager o il direttore... Qui siamo fuori da tutto ciò... E poi tua madre ha pensato bene che tu mi ascoltassi.»

Jimin sbuffò ancora e lo superò uscendo dal bagno, entrò nella stanza dove Hoseok era seduto adesso sul letto a guardare il telefono alzando lo sguardo solo quando sentì l'amico entrare.

«Scappando non risolverai e di certo non mi farai stare zitto...»

«Allora parla... Tanto sei diventato bravo a farlo no? Vai oltre che decidere per me quando parlare con Tae cosa vuoi fare ancora? Vuoi dire tutto a lei? Oppure a mio padre? Dimmi Yoongi cosa vuoi da me?»

«Voglio che la smetta di distruggerti come se tu fossi la causa di tutto... Che smetta di prenderti le colpe di altri...»

«E come pensi che possa farlo? Ho tradito il mio miglior amico andando a letto con il suo ragazzo... Il suo ragazzo giorno dopo giorno non fa altro che farmi sentire una merda, dirmi che la colpa è mia... Dimmi come posso fare tutto ciò quando questa è la pura verità... Non dovevo bere, non dovevo cedere, non dovevo fare niente di tutto ciò...»

Tutte quelle parole le disse quasi urlando con le lacrime che rigavano il suo viso, era stanco di tutto quanto e non riusciva più a reggere. Hoseok si alzò e si avvicinò a lui poggiando le mani sulle sue guance, gli asciugò le lacrime con i pollici e lo guardò dritto negli occhi.

«Amico calmati, rischi di avere un altro attacco come ieri...»

«Non ce la faccio più Hoby... Mi sento così pieno di tutto che rischio di crollare da un momento all'altro...»

«Lo so, ma devi capire anche cosa ti sta dicendo Yoon...»

Jimin abbassò il viso e chiuse gli occhi, capiva perfettamente cosa gli stava dicendo il più grande e che lo faceva per il suo bene ma sembrava che loro non capivano o facevano finta di non capire. Si spostò dall'amico e aprì l'armadio dimenticando che aveva portato i panni in bagno con lui, prese una tuta e dei boxer iniziando a vestirsi stanco di voler ascoltare le loro parole ancora per molto.

«Jimin...»

«Lascia stare Hoby... Vado o faccio tardi con i parenti... Ci vediamo più tardi.»

Non guardò nemmeno per un attimo i suoi due Hyung e uscì dalla stanza appena pronto.

«Ho esagerato vero Hoby?»

«Si Yoon, lui non è come te che prendi e affronti la vita in faccia, scrivi una canzone e mandi a quel paese... Lui soffre il triplo, si rende colpevole anche quando non lo è, soffre internamente rischiando anche di farsi del male... Ha il suo tempo e dobbiamo rispettarlo...»

«Lo so, conosco meglio di tutti voi quel ragazzo e non mi piace vederlo rovinarsi...»

«Neanche a me, ma ora come ora ha bisogno di noi e del nostro appoggio.»

Anche se contro voglia Yoongi sospirò facendo semplicemente cenno di sì con la testa, entrambi si prepararono e dopo poco scesero in cucina dova videro Jimin già seduto che giocava con un pò di riso, si sedettero e guardarono la madre del loro amico che aveva lo sguardo preoccupato sul figlio.

«Quindi signora... A che ora è la cena?»

«Oh, Yoongi, Hoby, non vi avevo sentito arrivare... La cena è alle sette.»

«Siete sicura che io e Yoon possiamo venire? Alla fine è una cena di famiglia...»

La donna prese e portò due ciotole di riso ai due ragazzi e sorrise dolcemente, aveva visto quei due ragazzi crescere con suo figlio. Erano cambiati fisicamente e anche mentalmente, imparando ad affrontare la vita che avevano davanti in modo differenti dai ragazzi di molto tempo prima.

Molto spesso infatti lei come le altri madri si chiedevano spesso se avevano fatto bene ad appoggiarli nel loro percorso, se forse dovevano impedirglielo e fare la vita da ragazzini... Perché sì, iniziando quel percorso quei sette ragazzi avevano deciso di perdere una parte importante del loro percorso diventando subito adulti... Ma poi li guardavano, vedevano cosa erano riusciti ad avere con la loro musica e le loro parole, come erano cresciuti bene per cancellare ogni dubbio.

«Hoby... Voi fate parte della famiglia, si può dire che siete come fratelli ormai quindi sì potete e dovete partecipare.»

I due sorrisero alle parole della donna iniziando a mangiare, avevano notato come Jimin non aveva detto nemmeno una parola e come alla parola famiglia il suo sguardo lucido si rabbuiò ancora di più.

Passarono la colazione a parlare del più e del meno per poi separarsi, Yoongi e Hoseok andarono a comprare un regalo al fratello dell'amico, mentre Jimin e la madre andarono a fare i loro giri per salutare i parenti.

«Allora Hoby cosa possiamo regalargli?»

«Non so... Forse...»

Il castano non finì di parlare che sentì il suo telefono squillare e non appena vide chi era lo mostrò a Yoongi che gli disse di rispondere.

«Tae... Come mai mi chiami?»

«Hyung scusa se ti disturbo... Ma volevo chiederti a che ora dovevo stare lì, come uno stupido ho dimenticato di chiedertelo.»

Hoseok sospirò per un attimo mentre Yoongi si avvicinava per ascoltare cosa si dicevano, era curioso di vedere se l'amico avrebbe domandato di Jimin.

«Allora la festa e alle sette, ma se vieni prima forse è meglio no?»

«Ci stavo pensando per questo ho preparato il borsone e tra poco parto, il tempo di mangiare qualcosa... Senti Hyung ma...»

«Ma?»

«Lui, come sta? O provato a scrivergli stamani ma sembra non aver letto il messaggio...»

A quelle parole Hoseok e Yoongi si guardarono negli occhi insicuri su cosa dire e cosa no, però sapevano bene che Taehyung conosceva bene il suo soulmate quindi optarono per dirgli una mezza verità e il resto lo avrebbe scoperto lui stesso.

«Diciamo che sta bene... Solo lo abbiamo visto un pò stanco e dimagrito, credo che questo ultimo periodo si stia impegnando di più per non lasciare i suoi compagni nei casini...»

«Capisco... Ho provato a chiedere anche a Jungkook ma lui dice che li hanno divisi, quindi non mi è molto d'aiuto... Va bene ne parliamo dopo, ora vado ciao Hyung.»

«A dopo Tae.»

Chiuse la chiamata e guardò Yoongi che scuoteva il capo.

«Il moccioso è un bugiardo patentato... Come diavolo fa a guardare in faccia il fidanzato e mentirgli... Yoon tu che dici?»

«Non posso dire molto Hoby, la colpa purtroppo è anche nostra per come lo abbiamo cresciuto... Visto che era il più piccolo abbiamo sempre e solo cercato di proteggerlo dandogli ciò che voleva. Jungkook è un ragazzino ancora bambino che sta nella sua fase da ribelle e cerca la sua strada ignorando se fa del male oppure no, non è capace di prendersi le sue responsabilità lasciandole cadere su gli altri...»

«Quindi la passerà liscia? Non posso accettarlo...»

«Hoby, se dovesse uscire questa storia secondo te il gruppo che fine farà? Tutto si sgretolerà come un castello di sabbia e a pagarne le conseguenze saremo tutti.»

Hoseok abbassò il capo e sospirò, quelle parole del suo Hyung erano tutte vere fino all'ultima e questo non andava bene. Era mai possibile che a causa di un errore tutto il gruppo ne avrebbe pagato le conseguenze? Si, perché come aveva detto la madre di Jimin: loro erano una famiglia... Una famiglia che avevano imparato a proteggere e affrontare ogni problema senza farne risentire al gruppo nell'ambito di Idol.

«Andiamo ora... Credo che stasera dovremo essere di appoggio ai ragazzi...»

«Yoon... Tae pensi che odierà Jimin?»

Il moro sospirò e riprese a camminare mettendo le mani in tasca, se lo chiedeva anche lui cosa avrebbe fatto il ragazzo quando avrebbe scoperto la verità. Forse lo avrebbe odiato oppure no, forse lo avrebbe preso a cazzotti, tutto ciò era oscuro a lui e solo il tempo avrebbe dato risposta alle loro domande.

«Non lo so Hoby, tutta questa storia non porterà a niente di buono... Da entrambe le parti ci sarà sofferenza e noi saremo nel mezzo, ci dobbiamo occupare di loro e questo porterà a dover dire tutto anche agli altri...»

«Jin e Nam si arrabbieranno... Lor ci avevano avvisato di non fare cazzate o ne avremmo pagato tutti...»

«Già... Come Nam ci aveva avvisato che quei tre sarebbero stati fonte di guai... Ma noi li abbiamo lasciati fare e adesso siamo arrivati a ciò.»

Hoseok si avvicinò guardando con la coda dell'occhio l'amico, aveva una domanda sulla punta della lingua e non sapeva se porla oppure no.

«Hoby parla, hai a disposizione solo una domanda e io valuterò se risponderti oppure no.»

«Dirai anche la tua verità?»

Yoongi si fermò e guardò davanti a sé, per molto tempo si era chiesto se dire oppure no la verità e forse se non fosse che Jimin aveva bisogno di lui, l'avrebbe fatto ma adesso non ci pensava minimamente.

Riprese a camminare seguito dall'amico evitando di rispondere alla domanda e lasciando cadere ogni discorso volendo solo prendere il regalo e tornare a casa.


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