🐥10. Hyung 🐅

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Non sapeva quanto tempo aveva dormito dopo lo sfogo avuto, la cosa certa era che sotto di lui non sentiva il dolore dei vetri o del legno rotto, no, sotto di lui sentiva il morbido di un materasso e il profumo di lenzuola pulite alla lavanda e questo lo portò ad aprire lento gli occhi chiudendoli non appena la luce forte del sole lo colpì.

Sbuffò portandosi il lenzuolo sulla testa ma un dolce profumo di cornetti caldi arrivò al suo naso, questo anche se contro voglia lo portò con calma ad alzarsi e capire chi c'era in casa sua.

Si mise seduto portandosi subito una mano alla fronte sentendo un piccolo dolore ma notando anche che era caldo.

«Cosa è successo?»

«Ti sei svegliato.»

Sapeva a chi apparteneva quella voce e quando alzò lo sguardo trovando il suo Hyung poggiato allo stipite della porta sorrise lievemente, però non capiva cosa ci facesse lì da lui.

«Nam, cosa fai qui?»

Il ragazzo si spostò e camminò verso il letto sedendosi sul bordo e guardando il più piccolo. Quando aveva ricevuto la chiamata era con Jin e nel sentire la donna dire che sentiva rumori e urla provenire dal suo appartamento lo aveva messo in allerta, non ci avevano messo molto a correre da lui e quando erano entrati in casa, grazie alla chiave di riserva che gli era stata data, la preoccupazione era aumentata.

«Ci ha chiamato la padrona... Ci ha detto che sentiva urla e rumori di oggetti rotti, così io e Jin siamo corsi da te.»

Nel sentire che anche Jin era lì il suo sguardo si incupì, in poco tempo aveva fatto preoccupare entrambi i suoi Hyung e questo non andava bene. Non voleva che anche loro venissero coinvolti nel suo dilemma.

«Scusate...»

«Tranquillo, meno male che siamo venuti. Oltre al casino avevi la febbre alta e hai dormito per un giorno intero.»

«Oh.»

Non sapeva cos'altro dire ma alla fine se lo aspettava, la cosa che lo preoccupava era che ancora non gli aveva chiesto niente del suo stato e questo era un punto di allarme, perché voleva dire due cose: o erano già stati informati oppure sapevano già tutto...

Quel tarlo, quella sensazione che loro gli avevano mentito fino a quel giorno, che loro sapevano da sempre cosa era successo tra i loro compagni e amici... Quello ormai sembrava essersi messo nella sua testa e faceva fatica a credere che non fosse così.

«Nam... Voi... Ecco... Di Jimin e Jungkook...»

Namjoon lo guardò non capendo cosa volesse dirgli dei loro due compagni, forse era preoccupato che gli avesse avvisati.

«Se ti può fare stare tranquillo non li abbiamo ancora chiamati, vuoi che lo faccia ora con te presente?»

«Cosa? No, no... Lascia stare sarà solo un pò di febbre alta e passerà presto... Volevo solo sapere se voi sapevate.»

Quando alzò lo sguardo dalle sue mani portandolo sul viso del suo amico poté notare benissimo confusione nel suo sguardo.

«Lascia stare Nam, ho detto una stupidaggine.»

«Stupidaggine di che tipo?»

La voce di Jin gli fece portare lo sguardo verso la porta trovandolo lì con un vassoio in mano dove poteva benissimo vedere la sua tazza per i cappuccini e un cornetto fumante.

«Non so Jin, pensavo volesse chiedermi se avevo avvisato Jimin e Jungkook ma a quanto pare non si trattava di quello... Per caso tu sai di che parla?»

Jin avanzò con calma poggiando poi il vassoio sul comodino, portò un dito sul mento iniziando a pensare a cosa poteva riferirsi il suo amico.

«Non so proprio, forse abbiamo dimenticato qualcosa?»

«Ragazzi non è niente davvero, credevo una cosa ma alla fine sembra non essere così.»

Sorrise abbassando di nuovo il viso tornando a giocare con le mani e cercando di cancellare il dubbio della menzogna e qualsiasi altra cosa fosse legata al tradimento.

Namjoon e Jin si resero subito conto del suo modo di fare e si guardarono preoccupati, non era da lui avere quello sguardo vuoto e spento mentre sorrideva, come non era da lui fare domande ma dire che dovevano lasciare perdere. Jin prese e salì sul letto mettendosi seduto al fianco dell'amico, non sapeva il motivo ma pensava che avesse bisogno di un abbraccio e così facendo portò i braccio attorno alle sue spalle avvicinandolo. Tutto si poteva aspettare tranne di vederlo poggiarsi alla sua spalla e sentirlo singhiozzare.

«Tae che succede?»

«Sai che puoi parlare con me e Jin, noi siamo qui per te.»

«Lo so Hyung... Ma... Ma non riesco ancora a elaborarlo io stesso... Mi sono fidato di loro, gli ho dato anima e cuore invece loro... Loro...»

Tutte quelle parole erano seguite una dopo l'altra da piccoli singhiozzi che lentamente diventavano più forti, e i due Hyung capirono che la situazione era più seria di quello che pensavano, tutto perché ormai conoscevano il loro amico e sapevano che non piangeva più da molto tempo se non solo in privato con il suo ragazzo o Jimin.

Namjoon si avvicinò mettendosi dal lato opposto di Taehyung portando una mano a stringere l'opposta cercando di dargli un pò di conforto, sapevano che le parole non servivano a niente in quel momento, che niente avrebbe aiutato il loro amico se non solo la vicinanza e lasciarlo sfogare.

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Il sole sembrava aver capito l'umore di qualcuno, che dopo essere uscito dall'appartamento del suo ex ragazzo, si era diretto nell'unico posto dove poteva dare sfogo a tutto. Dove sapeva perfettamente che sarebbe sparito tutto ciò che sentiva, dove ad attenderlo ci sarebbe sempre stato un bel bicchiere di whisky e una buona compagnia da usare.

Proprio grazie a ciò, adesso si trovava in quella camera di motel che osservava il soffitto ricoperto da uno strato di pittura un pò rovinato e dai colori sbiaditi sul marrone, sembravano dei fiori a guardarli bene, mentre la sua compagnia era intenda a rivestirsi dandogli le spalle.

Sul comodino, anche esso dai colori sbiaditi, vi era una semplice lampada vecchio stile e al suo fianco un posacenere con la terza sigaretta accesa che ancora fumava e si consumava lentamente, dando a quella stanza un odore di fumo che si mischiava al profumo di ammorbidente alla rosa delle lenzuola.

«Quindi quando ci rivedremo?»

La voce squillante della ragazza lo portò a distogliere lo sguardo dal soffitto e costringerlo a guardarla, anche se l'unica cosa che vedeva era la sua schiena nuda che veniva coperta da un misero toppino bianco e nero.

«Cosa?»

Lei si girò facendo muovere i suoi capelli biondi che quasi sfioravano la sua spalla, la osservò per bene notando solo in quel momento i suoi tratti. Aveva un naso simile a quello di lui e così anche il taglio degli occhi e il colore... Ma non era lui...

No, lui lo aveva lasciato nel suo appartamento a disperarsi ignorando se lo aveva realmente distrutto oppure no. Lo aveva lasciato mentre sentiva le sue urla da dietro la porta mischiarsi al rumore di oggetti rotti, ma anche così non era tornato indietro chiedendo perdono, perché alla fine lui non doveva farlo.

Nella sua testa c'era quell piccolo ingranaggio chiamato orgoglio, quello stesso che gli continuava a dire che stava facendo la cosa giusta e che loro se lo meritavano, lo stesso che non gli importava niente se stavano soffrendo oppure no.

«Ti ho detto quando ci rivedremo?»

La vide mentre poggiava le mani sul materasso avvicinandosi gattonando lenta, come se volesse divorarlo, fino a mettersi seduta su di lui passando la mano lenta sul suo petto nudo. Quel gesto doveva dargli sollievo e piacergli, ma tutto ciò che fece fu dargli solo fastidio sentendo il bisogno repellente di buttarla giù dal letto con cattiveria. Ma tutto ciò che fece fu fermargli la mano.

«Non penso che ci rivedremo, questa è stata solo una coincidenza...»

«Ma... Pensavo...»

Alzò gli occhi al cielo e sbuffò togliendosela di dosso, si alzò prendendo le sue cose da terra. Ecco perché preferiva sparire prima che la sua compagnia si svegliasse, non amava che gli si facessero tutte queste domande o si credessero qualcosa... Voleva solo farsi una notte di fuoco e poi ognuno per la sua strada senza più vedersi.

«Da quanto quelle come te pensano? Fai un favore a me e a te stessa... Finisci di vestirti e vattene via, quando esco dal bagno non voglio più trovarti qui.»

Quelle parole sputate con acidità da parte di Jungkook, che nel mentre entrava in bagno, fecero infuriare la ragazza che offesa si finì di vestire e andò dritta alla porta ma prima di uscire si fermò.

«SARAI ANCHE UNO DEI MIGLIORI, MA IN QUANTO A CUORE FAI VERAMENTE SCHIFO... SPERO CHE TROVERAI QUALCUNO CHE TI TRATTI DI MERDA COME FAI TU.»

Dopo aver urlato quelle parole contro il moro uscì sbattendo la porta, tutto ciò però venne beatamente ignorato dal ragazzo il quale si era subito buttato in doccia. Lasciò che l'acqua calda gli scorresse sulla pelle facendo rilassare i nervi.

«Tsk, non succederà mai.»

Finì di lavarsi per poi uscire e poggiarsi con le mani al lavabo, portò il suo sguardo allo specchio dove la sua figura era sfogata. Sfogata come la sua vita e tutto ciò che lo circondava.

Alzò la mano passandola sul vetro vedendo finalmente il suo viso e notando come il suo sguardo sembrasse ancora vuoto, eppure doveva essere contento, doveva sentirsi finalmente libero e spensierato ma non era così...

Tutto ciò che sentiva era vuoto, un vuoto che sembrava non volersi colmare neanche dopo la sua vendetta.

«Se lo meritano... Entrambi... Devono soffrire.»

Distolse lo sguardo e si finì di sistemare per poi sentire il suo telefono suonare, tornò in camera sedendosi sul letto notando che a chiamarlo era Jin, sbuffò e rispose.

«Hyung che vuoi?»

«Che voglio? Ti pare prima di tutto il modo di salutare? E poi sei nervoso che rispondi così?»

Alzò gli occhi al cielo, aveva sempre trovato stressante il modo di fare del suo Hyung, per carità gli piaceva divertirsi con lui ma quando entrava nel mood della mamma indispettita non lo sopportava. Sbuffò andando indietro con il busto cadendo sul materasso, cosa che Jin sentì benissimo.

«Vedo che non sei di umore buono, comunque non ti chiamo per sapere i fatti tuoi ma per dirti che Tae non sta bene... Io e Nam siamo qui con lui ma non sta in forma, per caso sai cosa è successo?»

Una risata beffarda gli uscì mentre ascoltava quelle parole, doveva immaginare che loro sarebbero andati ma non si aspettava di sapere che il suo ex ragazzo non gli avesse detto niente. Però alla fine cosa doveva aspettarsi? Taehyung era sempre stato così nell'ultimo periodo. Lui non diceva più come stava o cosa gli succedeva tenendoselo per se.

«Mmhh non sta bene? No, non so cosa gli sia successo... Ma mi vesto e vengo subito da lui.»

Come sempre mascherò il suo divertimento usando un topo di preoccupazione ma soprattutto voleva vedere come avrebbe reagito il suo ex a vederlo lì.

«Ok ti aspettiamo... Fai in fretta.»

Chiuse in fretta la chiamata e si finì di vestire guardando l'orario sul telefono, ghignò e compose un numero specifico volendo infierire ancora di più.

Aspettò uno squillo, poi due e pure tre quando sentì finalmente la sua voce tremante e preoccupata.

«Cosa vuoi?»

«Oh! Piccolo e ingenuo Jimin... Cosa posso mai volere da te?... Sei stato zitto vero con Taehyung?»

Dall'altra parte sentì solo silenzio e questo lo divertì ancora di più, sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di ammetterlo anche se lui sapeva già tutto.

«Io...»

«Tranquillo, so già che hai parlato con lui... La cosa non mi piace molto ma devo essere sincero, mi hai levato un peso di dosso. Ma mi chiedo adesso come farai a guardarlo in faccia? A stargli vicino... Forse dovresti prendere e lasciare il gruppo... Così lui sarà felice di non avere un misero verme come te attorno.»

Jimin chiuse gli occhi e iniziò a respirare più volte sentendo come il suo compagno di Band infierisse sempre più su di lui e su ciò che era successo, il suo cuore sembrava un martello pneumatico e la sua fronte si stava riempiendo di nuovo di piccole gocce trasparenti che scendevano lente.

Aveva voglia di urlargli contro, di dirgli basta ma tutto ciò che fece fu attaccare la chiamata lasciandosi andare lungo il muro, lasciando che quell'attacco di panico ancora una volta prendesse il possesso di lui.

Jungkook ghignò osservando il telefono fiero di ciò che aveva appena fatto. Forse doveva smetterla e dargli tregua, ma ancora una volta fu proprio il suo orgoglio a impedirglielo volendo vedere come entrambi crollassero.

Con quella convinzione prese le chiavi e uscì dalla stanza, si avvicinò alla macchina guardandosi attorno notando che non vi era nessuno e salì mettendo in moto avviandosi a casa di Taehyung.

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