Capitolo 2
La suoneria del mio cellulare risuonava per tutta la stanza, svegliandomi dal sonno.
Tamponiai la terra in cerca di quel demoniaco aggeggio, e lo spensi.
Strofinai la faccia sul cuscino e lentamente aprì gli occhi per vedere che ore erano.
07:45 A.M.
Guardai per un po' l'orario sul telefono sentendo come se avessi dimenticato qualcosa.
Riappogiai la testa sul cuscino.
Avevo ancora tempo.
Tempo?
Erano le 7:45 del mattino.
<< No che non ho tempo!>>
Mi alzai freneticamente dal letto, cadendo.
Dovevo sbrigarmi senno avrei fatto tardi.
Fuori c'era vento, e sicuramente tra un po' si sarebbe messo a piovere.
Aprì velocemente l'armadio, e presi un maglione color prugna, dei leggins e un paio di scarpe nere.
Misi tutto in fretta, e scesi le scale in legno, andando in cucina.
<< Buongiorno.>>
Salutai i miei genitori, sedendomi a tavola.
<< Buongiorno.>> salutò mia madre sorridendo.
Mio padre invece era impegnato a leggere il giornale mentre sorseggiava il suo caffè.
<< Vai a scuola con Jade oggi?>> chiese alzando pigramente lo sguardo dal giornale.
Annui.
Versai del latte sopra i cereali.
<< Mamma...>>
<< Hanno un sapore strano.>>
Presi la scatola dei cereali e controllando la data di scadenza.
Corsi velocemente in bagno, e sputai tutto nel lavandino.
Mi affacciai dalla porta:
<< Mamma questi cosi sono scaduti!>> urlai guardando mia madre, che si sistemava gli occhiali per controllare la data di scadenza.
<< È colpa tua, se non ti affretti a finirli prima o poi scadranno.>> disse riappogiando la scatola sul tavolo.
Sbuffai, andando a lavarmi li denti.
Dev'essere sempre colpa mia.
Mesi il cappotto e presi la borsa per terra accanto all'appendiabiti in legno.
<< A dopo.>>
<< A dopo.>> mi risposero all'unisono.
Camminai velocemente.
C'era freddo, e il vento soffiava in un modo incredibile contro di me, come se mi volesse portare con sé, abbraciandomi, cercando di non farmi arrivare alla mia destinazione.
Aspettai Jade, al solito posto.
Poggiai la borsa sulla panchina in legno e mi sedetti.
Rabbrividi.
Avevo come l'impressione di essere osservata.
Mi alzai guardandomi intorno.
Un corvo nero, era appoggiato sulla cima di un alto lampione in marmo.
Mi guardava con i suoi piccoli occhietti neri.
Si alzò in volo dirigendosi verso di me.
Indietreggiai impaurita.
Agitai le mani cercando di scacciarlo via.
Sbattei contro qualcuno.
Aveva dei capelli come neri come il buio...
<< Sta' attenta.>> mi spinse via da se, continuando a camminare senza girarsi a guardarmi.
<< Scusa...>> sussurrai grattandomi la nuca.
Del corvo non c'era più traccia.
<< Sarà volato via.>> dissi fra me e me alzando lo sguardo al cielo.
In lontananza vidi Jade, correre verso di me.
Mi fece segno col la mano di aspettarla, mentre riprendeva fiato prima di attraversare la strada.
Appena mi fu accanto, lanciò la borsa per terra, sedendosi come un elefante sulla panchina.
<< Te l'ha sei presa con comodo.>>
Dissi incrociando le braccia al petto.
Alzò la testa per guardarmi e mi mostrò il suo bel dito medio.
La guardai alzando le sopracciglia.
<< Scusa.>> disse recuperando la sua borsa.
Anch'io presi la mia, e la raggiunsi.
<< E solo che 'sta mattina non riuscivo a trovare il cellulare.>> si scusò mentre cercava di accendersi una sigaretta.
La guardai alzando gli occhi al cielo.
<< Che c'è?>> disse facendo un tiro.
Non le risposi cercando il mio cellulare.
<< Mariel siamo in ritardo non c'è tempo di fumarsene una in pace prima che inizi la lezione.
E poi io mi chiedo: cosa fate voi non fumatori quando siete stressati?>>
<< Ah, dimenticavo, tu non sei un essere umano, quindi non puoi capire.>> disse ironica prendendomi in giro.
<< Ah, ah, ah.>>
<< Sono le otto, e ventitre dobbiamo sbrigarci.>>
<< Oh, hai un messagio!>> disse indicando il mio cellulare.
Camminava davanti a me, guardandomi mentre controllavo di chi fosse il messagio.
Quando lessi il mittente.
Il mio cuore smise di battere per un momento.
Un stupido sorriso si formò involontariamente sul mio viso.
Alexander.
<< Mmm... Cos'è quel sorrisetto l?>> domandò la mia amica sorridendo a sua volta.
In lontananza la nostra scuola si ergeva, enorme e noiosa, come questa cittadella e tutto quello che è sempre stato attorno a me, del resto.
<< Fammi vedere chi è!>> disse rubandomi il cellulare dalle mani e scappando via.
<< Jade! Jade!>> urlai, cercando di raggiungerla.
<< Fammi leggere cosa c'è scritto.>>
Si fermò davanti al portone del scuola.
<< Guarda un po' da quando mister super muscolo ti fa il filo?>> chiese alzando le sopracciglia in un modo fastidioso.
Rise per il nomignolo con cui l'aveva chiamato.
Le strappai il telefono dalle mani.
Alexander Gates:
Hey, ti va di vederci oggi?
<< Comunque, ciao stronza io vado, ho quella pazza di fisica che se non mi trova in classe prima che suoni, mi fa fuori.>> fece finta di spararsi alla testa e poi scoppiò a ridere.
Io tenevo ancora il telefono in mano, mentre leggevo e rileggevo il messaggio incredula.
Jade alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
Mi diede un baccio e si allontanò.
<< Ciao.>>
Camminavo verso il mio armadietto, finché qualcuno non mi venne addosso, facendomi cadere il cellulare.
<< Ma sei proprio scemo allora.>>
Si sarà sicuramente rotto.
Ecco io e la mia solita fortuna.
<< Mi dispiace.>> un ragazzo dagli occhi blu era fermo davanti a me che mi scrutava, per un attimo mi senti quasi spoglia sotto il suo sguardo.
Ma che persona.
Io e lui ci abbassiamo contemporaneamente per raccogliere il telefono, e sbattemo la testa.
<< Lo raccolgo io, ok?>> disse. abbassandosi per prendere il telefono e me lo porse.
<< Grazie.>> finsi sorriso.
I suoi occhi continuavano a guardarmi, quasi mi stesse analizzando, in modo... strano, adesso che lo guardavo bene anche i suoi occhi erano strani, erano blu, di un bel blu, ma dalla pupilla partivano delle strane ramificazioni nere che...
Scossi la testa.
<< Ora devo andare.>> disse lasciandomi sola in mezzo al corridoio.
Mi ripresi e andsi verso il mio armadietto, lo aprì prendendo i libri che mi servivono e iniziai a infilarli nella borsa.
<< Hey.>> qualcuno si appoggiò al armadietto accanto al mio.
Prensi il libro di letteratura e quello di storia.
Mi voltai a vedere chi fosse.
Il libro di letteratura mi cade dalle mani.
Mi facevo schifo da sola, per il modo in cui mi stavo comportando.
Questa non è Mariel.
La ragazzina menefreghista che vive dentro ai suoi libri.
La sognatrice accanita, alla quale questo mondo fa schifo.
Non una stupida ragazzina, che si ormona appena vede il ragazzo che le piace.
<< Oh... ciao.>>
Mi sorrise mettendosi una mano fra i capelli.
<< Hai letto il mio messagio?>>
<< Si lo letto qualche minuto fa.>> dissi facendo finta di cercare qualcosa nel mio armadietto.
<< Emm, per caso a ricreazione sei libera?>> disse imbarazzato.
<< Si. Penso di si.>> sussurrai debolmente guardandolo negli occhi.
<< Possiamo parlare?>>
Ma certo che possiamo.
Eccome se possiamo.
<< Em, io ecco... Credo di sì. >>
<< Affare fatto, allora. Ci vediamo dopo. >> concluse allontanandosi.
<< Affare fatto.>> mi ripetovo soddisfatta mentre andavo nella mia classe.
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Hey...
Saluto e ringrazio le persone che stanno leggendo questa storia.
Quindi che ne pensate di quello che sta' succedendo nella piccola Forstlan?
Del nome della protagonista?
E dei personaggi?
Se avete nomi da consigliare, opinioni e consigli dite pure, quindi non ho nien'altro da dirvi... leggete, votate, commentate e consigliate la mia storia se vi va.
A presto.
Baci merj.
Piccola nota:
se lungo tutta storia vedete qualche piccolo errore grammaticale o di battitura scusatemi, e che scrivo col telefono e spesso non mi rendo conto di star commentando qualche errore.
E se qualche avesse anche la pazienza di segnalarmeli gli sarei enormemente grata ❣.
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