⭐️ Deleted scenes

Sono un po' di scene che non sono arrivate alla storia finale che però mi piacciono e che secondo me fanno anche ridere.

Non prendetele tutte sul serio. Pls.
Sottotitolo: Kay e Jamil fanno cose di diverso tipo

Usatelo come distrazione dal fatto che sono in mega blocco lol 😢
Ci sono tantissime bozze del primo finale 🥲

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«Che ne pensi?» domandò Jamil, sbucciando una banana.
«Che mi da fastidio sapere che l'hai scritto pensando a me come il carnefice. Odio sentirmi chiamato in causa per qualcosa che ho commesso» ribatté acidamente Kay, aggrottando la fronte. «Ma se aggiusti questo, non puoi andare sotto all'ottanta» aggiunse.

Il genio annuì, masticando soddisfatto. «Modestamente sono proprio portato per i test di questo tipo. Adoro scrivere temi»
«È perché parli tanto. Però guardandoti in faccia non si direbbe»
«Guarda che leggo tanto» ribatté il più basso.
«"Baci alla francese: cinque modi di ficcare la lingua in gola al tuo partner" non è considerabile lettura di cultura»
«Certo che ti impunti sempre sulle cose più stupide. Non vedo perché il fiasco colossale delle tue relazioni romantiche debba interferire con la mia libido»
«Non sto parlando di quello»

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Khalil si alzò un cetriolo dall'occhio.
«Ma voi jinn ce li avete i capezzoli?» domandò, serio. Jamil sospirò.
«Qualcuno sì»
«Tipo tu ce li hai?»
«Fra ma che cazzo 😭»

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«Pensaci bene. Ce li ha anche tuo fratello»
«Coglioni» esclamò infine la bambina, felicissima di aver trovato la risposta.
«Conigli. Hai messo una o in più» spiegò

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Nella scura notte di Anemoia City, la piccola Thisbe Wayne camminava assieme al nonno, che indossava un vistoso girocollo di perle. La bionda stringeva la mano del più grande, facendo attenzione a rimanere sempre sotto la luce.

«Thisbe, cara, meglio tornare a casa il più velocemente possibile. Passiamo per questa stradina scura e non illuminata, tanto non credo che i criminali puntino a noi». La piccoletta annuì, stringendo più forte la mano. Non appena fecero un passo in avanti, si sentì il forte rumore di uno sparo. L'uomo cadde a terra, morto.

Immediatamente la bionda si voltò verso il colpevole, un tipo con i capelli blu e gli occhi arrossati. «Chi sei?! Perché l'hai fatto?» esclamò, in lacrime.
«L'ho ucciso io perché altrimenti l'avrebbero ucciso nel vicolo. Comunque non ringraziarmi»
Thisbe scoppiò in lacrime. «Ma chi ti doveva ringraziare in primis!»
«È buona educazione, tuo nonno non te l'ha insegnata prima di morire?»
La bionda rimase in silenzio qualche secondo. «Chi sei?»

Jamil si mise in posa. «Jamilah SuperDiva». La neo orfana sbatté le ciglia.
«In effetti avrei dovuto trovare un nome diverso» commentò l'azzurro, valutando l'opzione.
«Sei morto per me» esclamò Thisbe Wayne, mettendosi in piedi.
«Come tuo nonno»

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Khalil, ti dispiacerebbe darmi una sfregata?

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Khalil osservò Kay come se avesse appena visto un dinosauro.
«Stavi facendo il bagno con Jamil?» domandò. Non perché fosse geloso, ma perché era scioccato che Jamil si lavasse.
«Certo. Lo facciamo da sempre. Beh, prima anche con Ryuu e Melody»
Il castano sbatté le ciglia. «Prego?» domandò.
Kay fece spallucce. «È normale. Sai, tra amici. E poi siamo tutti gay»
«Ma Melody no!» strillò Khalil. «Siete tre imbecilli. E lei una mangiauomini»

Jamil saltellò verso la vasca. «Ciao Khal, ti unisci a noi?» domandò, infilandosi dentro l'acqua.
«Jamil, tu e Melody avete fatto il bagno nudi insieme?» domandò Khalil con un singhiozzo.
«N-no! Certo che no! L'unico bagno che abbiamo fatto insieme è stato al lago. Ed eravamo tutti in costume»
Kay fissò il principe. «Pensavi intendessi bagno per lavarsi?»

Kay adorava rovinare relazioni.

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Kay lasciava che il gelato gli si sciogliesse in mano. Ogni tanto dava un'occhiata a Thomas, che scorrazzava per il giardino. Jamil era seduto accanto a lui. Cercava di intaccare il gelato completamente congelato col cucchiaino. Il principe delle nevi si girò verso di lui.
«Perché sei mio amico?» domandò. Gli era venuto spontaneo chiederlo.
«Perché sì. Perché lo eravamo anche prima» ribatté il genio, facendo spallucce.
«Ma perché siamo diventati amici?»
«Perché mi facevi tenerezza. Anche se cercavi di mantenere quell'aria da principe spavaldo si vedeva nei tuoi occhi che eri terrorizzato. E allora ho pensato che eri come un uccellino caduto dal nido. Chiaramente non avevi idea di come funzionasse il mondo»
Kay aggrottò la fronte. Aveva dato quest'impressione?
«Quindi te ne sei approfittato per rubarmi la zuppa?» chiese seccato. Non l'avrebbe mangiata comunque, ma gli aveva dato fastidio che qualcuno gliela togliesse dalle mani.
«Era solo un assaggio della crudeltà del mondo» rispose Jamil. Il gelato non voleva sciogliersi. Quello dell'amico gocciolava a terra.
«Avrei detto più un assaggio del cibo dei Mai» ribatté seccato Kay.

Si distese sulla scalinata. Per guardare in faccia l'amico si era piegato, ed ora gli faceva male la schiena. «E poi ti comporti come se avessi chissà quale esperienza del mondo»
«Ricordati che ho un anno in più di te. Conosci il tuo posto» disse piccato Jamil. Il suo gelato dava cenno di cedimento. Sorrise.
Il principe delle nevi contò sulle dita. «Veramente abbiamo sei mesi di differenza» si lamentò. «E poi sei mesi non cambiano nulla»
«In sei mesi succedono un sacco di cose»
«Tipo?»
«Congeli la scuola e puoi diventare gran maestro se ci credi abbastanza»

Kay rimase in silenzio. Nessuno dei due aprì bocca, c'era solo il rumore del gelato che gocciolava e del cucchiaino che intaccava il ghiaccio. Ad un certo punto però il principe delle nevi boccheggiò e poi si decise a porre la fatidica domanda. «Secondo te Melody e Ryuu torneranno a far parte del nostro gruppetto? Non ora» abbassò la voce. «Un giorno» aggiunse.
«Temevo questa domanda» sibilò il genio.
«Io temo di più la risposta» ribatté Kay.
«Non credo. Voglio dire, loro hanno la loro vita e noi la nostra. Non per essere cattivo, ma credo tu abbia fatto un danno irreparabile alla nostra relazione»

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Khalil sbirciò tra i fogli rimasti sul letto. Ne prese uno. Era la grafia di Jamil.

Jamil rientrò in camera. Khalil lo fissò. «Jamil» domandò serio. «Mettiamo che ipoteticamente un giorno io perda la mia abilità di baciare benissimo e tu non sia soddisfatto delle mie capacità da fidanzato, mi prenderesti a frustate?»
Il jinn sbattè le ciglia. «È una domanda o una richiesta?»
«È una domanda!»
«Non...non credo? A meno che tu non voglia essere frustato» ribatté il più basso leggermente confuso.
«No che non voglio essere frustato!» piagnucolò Khalil. Guardò il fidanzato e si illuse di aver colto un bagliore di risentimento nei suoi occhi.

«Però se tu vuoi frustarmi possiamo parlarne! Se vuoi! L'importante è che tu sia felice!» aggiunse rapidamente.
Jamil gli mise le mani sulle guance. «Posso sapere da dove ti è venuta questa idea?!»
Khalil indicò debolmente i fogli. Jamil assunse il colore di un pomodoro maturo.
«Hai letto il mio diario?!»
«Non l'ho fatto di proposito!»
«Ora ti prendo a randellate, brutto impiccione!»
«Non erano frustate?!» piagnucolò il castano correndo via mentre il fidanzato lo inseguiva.

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Nova aprì la porta sorridendo. Poi schiaffeggiò Jamil ancora a letto. «Buongiorno, caro compagno di stanza. Ho deciso di seppellire i nostri conflitti» esclamò, mentre il genio si stropicciava gli occhi. Indicò il vassoio che aveva posato sulle gambe del più alto. «

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«Metti questa» disse Kay, passandogli una parrucca nera.
«Siete praticamente uguali» commentò Ryuu.
«Due gocce d'acqua micellare» concordò Melody.
Khalil non era proprio convinto.

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Jamil prese un bel respiro e chiuse gli occhi. Kay trattenne il fiato e osservò il buio calare nella stanza. Le tapparelle scesero lentamente e il principe percepì l'intenzione dell'altro di non farlo rimanere completamente al buio all'improvviso.

Come se mi spaventassi per queste cose.

Nel momento in cui le tende ebbero completamente oscurato la camera e Kay potè guardarsi attorno senza dover strizzare gli occhi, i mobili sembrarono prendere vita. Gli armadi sbattevano le loro ante, furiosi, come se avessero molto da dire, molto di cui lamentarsi. Sbattevano con così tanta forza da far saltare i cardini, da far scheggiare il legno. Urlando, strillando, strepitando per tutte le ingiustizie che avevano subito. Presto si aggiunsero al coro le sedie, che iniziarono a recalcitrare, a muoversi come cavalli imbizzarriti. Il principe si sorprese che non iniziassero a nitrire. Strinse i propri pantaloni. Jamil aveva ancora gli occhi chiusi e respirava rumorosamente. Aveva la fronte aggrottata. Per un breve attimo terrificante, al principe delle nevi parve che l'amico non avesse il pieno controllo della situazione. Poi cercò di essere razionale. Jamil aveva tanti difetti, ma non faceva nulla di cui non fosse sicuro di ottenere il risultato perfetto, perché altrimenti sarebbe rimasto vittima del trattamento che si facevano a vicenda.

Fu il turno delle assi di legno del pavimento, che iniziarono a staccarsi per il puro piacere di far rumore, stufe di essere calpestate. Se si concentrava abbastanza, Kay distingueva una melodia. I letti, nel loro piccolo, agitavano le lenzuola come se cercassero pacamente di fare la loro parte. Finalmente (Finalmente!) delle candele si avvicinarono a loro saltellando, disponendosi attorno al duo in un cerchio perfetto.

Poi si fermò tutto all'improvviso.

«È stato davvero impressionante» fece per pronunciare Kay, ma una ventata fortissima proveniente dal basso gli sollevò la maglietta e i capelli. Doveva essere concentrata nel cerchio, perché le lenzuola dei letti erano ferme. Si voltò verso Jamil, strizzando e lamentandosi piano di tutta quella confusione sulla sua capigliatura. Il jinn aveva un'espressione più serena rispetto a prima, e nel mentre sibilava qualcosa tra le labbra. Il principe delle nevi non avrebbe saputo dire per quanto tempo fosse effettivamente passato, ma non si annoiava di certo ad osservare le espressioni facciali dell'amico cambiare di secondo in secondo.

Finalmente riaprì gli occhi. La corrente svanì proprio come era apparsa. Le candele si erano finalmente accese. «Che bel numeretto» commentò Kay.
Jamil se ne compiacque. «Modestamente. E non hai ancora visto cosa sa fare zietto Jamil»

Schioccò le dita e un vaso completamente trasparente apparve con uno sbuffo di fumo tra loro due. Kay stava già per buttare gli ingredienti, ma l'altro gli diede uno schiaffo sulla mano.

«Vi ringrazio umilmente per averci permesso di svolgere qui il nostro rito, spiriti della camera» proclamò il jinn. Sentendosi preso in giro, il principe fece per andarsene. Un legnoso e scheletrico braccio nero carbone si allungò nella sua direzione. Kay urlò. Jamil lo fissò, poggiando il mento sulla mano. «Non può farti nulla finché sei nel mio cerchio. Hai idea di quanto abbia litigato con i mostri sotto al letto? Non sono propriamente spiriti e non mi hanno voluto dare l'approvazione, quindi ho dovuto sprecare altro tempo per proteggerti»

A proteggere entrambi. Pensò Kay, ma non lo disse.

«Tornando a noi, ho già alfabetizzato gli ingredienti. Per quanto ti riguarda, hai portato il sangue?»

Kay tirò fuori il fazzoletto sporco di sangue di Ryuu. Prima di metterglielo in mano, lo fissò truce. «Sei sicuro che funzionerà?»
«La persona a cui appartiene il sangue sul fazzoletto si innamorerà perdutamente della persona a cui appartiene il sangue fresco. È così che funziona. Nel tuo caso ti farà aumentare l'autostima di molto! L'unico effetto collaterale che mi viene in mente è che potresti trovare molto più interesse nell'autoerotismo»
«Mi basta sapere che funzioni»
«Certo che funziona!»
«L'hai mai provato?»
«Ne sto cercando uno per far innamorare tutti di me, non solo una persona specifica»

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Kay salì sul palco. «Non ho intenzione di esibirmi, ma di dirvi qualcosa. Credo ormai abbiate capito tutti che io e Ryuu ci amiamo. E proprio per questa, ed altre ragioni, credo che non debba più esserci un divario tra Sempre e Mai. Qual'è l'utilità? Guardando Ryuu mi chiedo come si senta riguardo al suo destino. Come vi sentite voi tutti, riguardo al vostro destino? Noi Mai siamo gli aguzzini e voi le vittime. Ma la verità non è nè bianca nè nera, perché i Mai non sono tutti cattivi e i Sempre non sono tutti buoni. E allora perché ostinarci a rientrare negli stereotipi? Prima pensavo di odiare i Sempre. Ma in realtà ero solo invidioso delle loro opportunità, non delle loro persone. Ma quando mi sono innamorato ho capito che l'unica cosa che volevo era smettere di essere infilato a forza in un'etichetta. Io non mi sento nè buono nè cattivo, e allora perché devo essere cattivo per forza? Perché il mio amore verso Ryuu deve essere visto come un rapporto di nemesi? Noi ci amiamo e basta. Non siete stufi anche voi?»

Una principessa annuì. «Io vi compatisco. Sul serio» proseguì il ragazzo. «Siete destinati ad essere avvelenati, rapiti, torturati, imprigionati e maledetti. Amate il vostro futuro? Ci trattano sempre come se fossimo noi delle vittime, ma in realtà siete voi. Cercano di farvi credere che la vostra fiaba sia rose e fiori, ma non è così. Volevo solo dirvi che forse non è giusto»

Un po' incerta la folla iniziò ad applaudire. Jamil si alzò in piedi. «Non è facendo finta di empatizzare con noi che ti inviteremo al nostro ballo delle nevi» urlò, usando le mani a mo di megafono.
Kay apparve scioccato. «Io non potrei mai... fingere su una cosa del genere»
Una fata gli diede ragione. «Non hai visto com'è delicato?! Perché dovrebbe mentire?»
«Parla mosso dalla gelosia. E sappiamo anche tutti di cosa»
Khalil strinse il braccio dell'amico. «Hey Jamil, basta. Dovremmo dargli una possibilità. Ha ragione. E poi lui e Ryuu si amano. Lo sai»
«Certo che lo so. Visto che Kay mi ha chiesto di fargli una pozione d'amore»

Sulla sala cadde il silenzio. Il principe delle nevi era livido di rabbia. «Questo non è vero»
Jamil gli apparve accanto in uno sbuffo di fumo e gli mise un gomito sulla spalla. L'altro non reagì. «Ohh, Jamil caro, Jamil che sai fare tutto, mi aiuteresti a preparare una base per una pozione d'amore?»

Il jinn guardò il pubblico. «È andata esattamente così. Con la differenza che pensava che non mi sarei accorto che anziché indirizzare l'incantesimo verso se stesso l'ha rigirato su Ryuu! Pensavo fosse

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Sotto la doccia, il principe delle nevi dava il suo meglio. «Yo, it's baby-kay!» strillò, afferrando la spazzola a mo' di microfono.

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Jamil scostò la tenda della doccia e cacciò un urletto, accompagnato da un salto all'indietro. Khalil gli fece ciao con la mano, accompagnato dalla boccetta di profumo dell'azzurro, e da tutto il resto di prodotti per la toiellete.

(Questa mi fa ridere perché come ho fatto a scrivere toilette così male 😭)

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Ci sono un sacco di cose che hanno un buon odore. Sfortunatamente, la biblioteca dell'Accademia dei Ragazzi non rientra tra queste. 

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Ryuu spalancò la bocca. «Avete visto? Chi potrebbe essere?»
«Lorina»
«Direi Lorina anche io»
«Assolutamente Lorina»
«Ma no dai» ribatté il rosso.

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