Questa one-shot è ispirata a due canzoni: "4:44" di Park Bom e "Loving one person", cantata dalle due protagoniste di questa breve storia.
Buona lettura.

Hyejin era affacciata al balcone. Quella sera non riusciva proprio a prendere sonno, sopraffatta dai mille pensieri che la tormentavano e dai sensi di colpa: aveva perso le due persone che più aveva amato al mondo dopo la sua famiglia, e in quel momento era lì, immobile sul balcone di casa propria, ad aspettare che la notte passasse.

Si sentiva una stupida, una fallita che aveva creduto a parole dolci come lo zucchero e si era illusa di avere qualcuno che l'amava e che, poi, se ne era andato senza alcun motivo, per quanto lei avesse chiesto e lo avesse pregato di darle almeno uno straccio di spiegazione. Invece non aveva ottenuto niente, se non un cuore spezzato e una terribile sensazione di vuoto nel petto.

Si erano fatte le quattro del mattino, il tempo era continuato a scorrere, superando anche quell'orario, e lei non aveva smesso di fissare il cielo stellato, osservando come le stelle non fossero solo bianche, ma di mille colori brillanti, e come il cielo sembrasse una tela nera come i propri capelli.                Paragonare il mondo a un dipinto la pose di fronte a un dubbio: sorridere o piangere?

Lei non avrebbe voluto fare nessuna delle due cose, soprattutto perchè sentiva di soffrire ancora di più mentre le veniva in mente l'immagine della sua migliore amica. Lei era una pittrice,  una piccola grande artista che Hyejin ammirava come poche, ma loro due, purtroppo, si erano ritrovate a essere innamorate della stessa persona, che poi aveva preferito la mora, distruggendo il rapporto tra le due.

Quella situazione era riuscita a incrinare il loro rapporto in maniera drastica: amare la stessa persona le aveva costrette a lottare l'una contro l'altra e a litigare senza sosta e senza pietà, fino a quando la persona al centro di quel triangolo amoroso non si era espressa a favore di Hyejin, e a quel punto la pittrice si era completamente allontanata dall'amica.

Improvvisamente il telefono squillò e Hyejin, notando che l'orologio segnava le 4:43 e che la persona che la stava chiamando era segnata sul cellulare come Angel, rispose senza pensarci due volte: "Wheein, che ci fai sveglia a quest'ora?"                                                    "Potrei chiederti la stessa cosa".                                                                                        La mora trattenne un sorriso alla risposta della ragazza, quasi come se temesse che l'altra potesse vederlo e prenderla in giro, poi replicò: "Posso fare qualcosa per te?"                                "Domani ti andrebbe di andare a pranzo insieme?"                                        "Davvero? Certo! Ma come mai mi fai questa proposta?"                                         "Da quando in qua una persona non può chiedere alla propria migliore amica di uscire insieme? Comunque, Hyejin, sono le 4:44".                                "E quindi"?                                       "Volevo solo approfittarne per dirti che andrà tutto bene e che io ci sono sempre, sia quando sei dieci metri sopra al cielo che sei piedi dentro una fossa. Non ti lascio da sola".              Hyejin si lasciò sfuggire un sorriso e un paio di lacrime:" Ti voglio bene, Wheeinie".                                          "Anche io, Hyegi".

Quando staccarono la chiamata, finalmente la ragazza sul balcone sentì di poter tirare più di un sospiro di sollievo e decise di andare a letto; poco prima di addormentarsi, ripensò alle parole della sua migliore amica.

Sì, andrà tutto bene.

Normalmente non dedico niente a nessuno, ma questo è un caso eccezionale, perché per me lo è la destinataria di questo spazio, ovvero la mia tanto smemorata quanto adorabile migliore amica, dotata di un potenziale immenso ma che, come tante belle persone, non riesce mai a vederlo con chiarezza.
Skylar-stars, sei una delle persone più preziose che conosca e non c'è giorno in cui non sia felice e grata per averti nella mia vita, ti voglio bene.