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Alle 18:00 le mie amiche irrompono in stanza.
«Forza Ali dobbiamo cantare! »
Mi alzo dal letto controvoglia ma le raggiungo. Il palazzo di fronte al nostro si è attrezzato bene con casse e microfoni. Puntuali come non mai l'Inno di Mameli riecheggia per tutta la strada. Tutte quelle persone sui balconi, alle finestre, mi fa venire un nodo in gola. Non ci penso due volte, prendo la macchina fotografica dalla scrivania e inizio a scattare. È strabiliante, le persone cantano con trasporto, con la mano sopra il petto la canzone che meglio rappresenta il nostro essere italiani. Le strade deserte, le bandiere svolazzanti. Non può essere la realtà, dovevamo essere finiti in un film horror davvero macabro. Finito il canto resto fuori al balcone, in genere non esco mai di là, preferisco il terrazzo. Non mi sono mai soffermata su chi vive accanto a noi, la mia vita troppo frenetica non me ne aveva mai dato la possibilità. Nel palazzo di fronte una signora anziana se ne sta tutta comoda in poltrona a fare l'uncinetto, sembra un adorabile nonnina, e forse è proprio così. Qualche balcone più in là una ragazzina con due occhiali enormi, è immersa in un libro. Sul terrazzo più basso due bambini stanno colorando, la madre li guida cercando di placare la loro esuberanza.
«Ehi, che fai qui fuori? Inizia a fare fresco. »
«Osservavo il vicinato. »
«Strano vederli tutti in casa...»
«Magari ci sono sempre, siamo solo noi che non ce ne accorgiamo. »
«Dai, andiamo di là Ambra sta preparando la cena! »
Chiudo il balcone e ci avviamo in cucina. Ambra è indaffarata tra i fornelli. Senza pensarci comincio ad apparecchiare la tavola, non facevamo una cena sistemata non ricordo da quando. Correvo sempre al lavoro e molto spesso finivo per rimanere digiuna. Ci sediamo a tavola.
«Eccoci qui, solo per voi il mio piatto speciale!»
«Pasta all'amatriciana!»
Cominciamo a mangiare, era una vita che non mangiavo così. Il gusto di quella pasta mi ha letteralmente conquistato tanto da fare il bis.
«Ambra, ti sei proprio superata!»
«No ragazze, ho solo sfruttato quello che c'era in frigo! A proposito, per domani ce la caviamo con quello che c'è in congelatore ma mercoledì che sei di turno al supermercato devi portare un po' di spesa. Già stiamo senza fare niente poi se non si può nemmeno mangiare che si fa!»
«Non preoccuparti, mercoledì porto qualcosa anzi, domani facciamo una lista di tutto ciò che serve.»
«Non abbiamo mai fatto una lista della spesa!»
«C'è sempre una prima volta!»
Finiamo di mangiare, sparecchiamo e facciamo i piatti. È strano non andare al Dynamo, il locale faceva parte di me da due anni. Azzurra corre in camera sua e torna ad uscire con due dvd alla mano.
«Allora stasera " I mercenari" o qualcosa di più romantico tipo "Pretty woman"? O se preferite un musical...»
«Voto per i mercenari!»
«Si anche io! Così poi i prossimi giorni possiamo continuare la saga!»
«Mi piace questa cosa!»
Ci sediamo sul divano e cominciamo a guardare il film. A mezzanotte ci salutiamo per andare ognuna nella sua stanza. Indossato il pigiama, mi getto sul letto, il riposino del pomeriggio non era stata proprio una cosa saggia, non ho per niente sonno. Mi alzo e comincio a sbirciare il vicinato da dietro ai vetri. Sono tutti a letto, le luci sono spente, le persiane abbassate. Mi siedo alla scrivania e accendo il computer, comincio a lavorare alle foto che ho scattato quel pomeriggio. Metto un po' di musica da ascoltare con le cuffie e mi perdo nel mio mondo. Alle tre finalmente crollo.
Al mattino suona la sveglia che mi ero dimenticata di staccare la sera prima, non dovevo andare a lavoro e questo non mi succedeva da un po'. Non so cosa fare. Alle 8:30 vado in cucina e preparo il caffè, non c'è granché per la colazione, prendo le fette biscottate e le sistemo sul tavolo. Preparo il the nero per Ambra e mi metto ad aspettare le mie amiche. Intorno a me solo silenzio. Attacco il mio telefono alla tv e comincio a riprodurre la Playlist di Spotify "Risveglio". Poco dopo Ambra entra in cucina ancora tutta "scapellata" e di lì a poco anche Azzurra.
«Buongiorno!»
«Cos'è questa musica?»
«Risveglio. Così hanno chiamato la playlist! Ragazze non c'è molto per la colazione, ho preso quello che c'è.»
«Mangiamo, poi dopo prendo carta e penna.»
Finita la colazione vado in camera, faccio una doccia e mi vesto con i miei abiti da casa. Sistemo il letto, faccio arieggiare la stanza e spolvero. In salotto Azzurra è tutta impegnata in una telefonata di lavoro, così per non disturbarla vado in cucina, e comincio ad aprire la dispensa ed il frigo per vedere cosa manca in casa. Anche il congelatore è vuoto. Non posso caricarmi di tante cose il giorno dopo. Quando Ambra mi raggiunge stiliamo una lista, è lunga tre pagine. In casa manca tutto.
«Facciamo così Ali, prendi quello che riesci poi venerdì che stiamo insieme a lavoro prendiamo qualcos'altro. »
«Si, credo sia l'unica soluzione. »
La mattina sembra non passare mai. Azzurra è sempre al telefono, così io ed Ambra ci mettiamo a fare le pulizie. Spolveriamo il salotto, puliamo la dispensa semivuota e prepariamo il pranzo. Alle 11:30 bussano al citofono.
«Chi sarà?»
«Non lo so. Vedi tu Ali, mentre io giro le patate che altrimenti si bruciano.»
Vado ad aprire, è il corriere. Scendo giù nell'androne del palazzo e vedo un altro pacchetto come quello del giorno prima. Quando varco la porta d'ingresso con il pacchetto tra le mani, Azzurra mi guarda scuotendo la testa:
«Te l'avevo detto che non si sarebbe arreso!»
Apro il pacchetto e c'è un'altra rosa legata ad un altro biglietto. Rimango a fissare la rosa del giorno prima per due secondi, poi metto anche la seconda nel vaso e spiego la carta.
Non mi hai chiamato, ci sono rimasto male. Evidentemente hai avuto da fare, ti ho mandato una richiesta d'amicizia su Facebook ma nemmeno quella hai accettato. Inizio a pensare di non piacerti...
«Cavolo Ali! Perché non hai accettato l'amicizia!»
«Ti sembrerà assurdo ma non ho proprio aperto Facebook ieri! "
«Su vediamo questo tipo!"
Prendo il telefono dalla mia stanza e apro Facebook. Trovo subito la richiesta d'amicizia, Giorgio Pazzini, studente in medicina. Clicco sulla foto. Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio mi fissa sorridendomi.
«No, quello è il dottorino? »
«Si Ambra, è proprio lui! Adesso sai anche come si chiama, Giorgio Pazzini! Un bel nome Giorgio dagli occhi di ghiaccio!»
Guardo le mie amiche. Loro mi fissano come per dire "Ma cosa aspetti, accetta l'amicizia!»
«Vedi se ci sono foto in costume!»
«Ambra sei sempre la solita!»
Cominciamo a scorrere le fotografie di Giorgio, non è affatto male. Le sue foto non sono banali come la maggior parte di quelle che si trovano sui social. Rimango la richiesta in sospeso e metto il blocco al cellulare.
«Ma dai, accettalo!»
«Adesso no, più tardi ci penso!»
«Tu pensi troppo!»
«E tu troppo poco!»
Restiamo in silenzio. Prepariamo la tavola e mangiamo. Quando finiamo, sistemiamo la cucina e, laviamo per terra, dopodiché le mie amiche si chiudono nelle loro stanze. Rimango in salotto a fissare il vuoto. La compagnia di me stessa non mi è mai piaciuta ed è proprio quello che cerco di evitare ogni giorno, per questo mi ammazzo di lavoro. Prendo il telefono e vedo che la mia istruttrice di yoga a breve avrebbe fatto lezione online. Prendo il tappetino, l'asciugamano e l'acqua e me ne vado sul terrazzo per cercare di rilassarmi in attesa che cominci la lezione.
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