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Scendiamo dalla macchina. Il ragazzo prende Azzurra in braccio ed entra nel portone dietro di me. Prendiamo l'ascensore fino all'ultimo piano, il nostro. Apro la porta ed accendo le luci. Lui delicatamente poggia Azzurra sul divano. E mi guarda:

«Hai delle bende? Un kit di pronto soccorso?»

«Vado a prenderli.»

Appena accendo la luce del corridoio comincio a sentire versi inconfondibili provenire dalla stanza di Ambra. Scuoto la testa e apro la porta della mia stanza. Lancio le scarpe per terra rimanendo a piedi nudi. Prendo la cassetta degli attrezzi, e torno in salotto da Azzurra e quello sconosciuto. Lascio la cassetta sul divano e proseguo verso la cucina.

«Ragazzi io mi faccio un tramezzino con la nutella e un bicchiere di latte, volete qualcosa?»

«No grazie.»

La mia giornata è quasi finita. Mi sento distrutta. Senza pensare al fatto che sto lasciando Azzurra con uno sconosciuto, apro la porta a vetri della cucina ed esco fuori al terrazzo. Quella è la parte della casa che preferisco. Un ampio terrazzo con vista sul Vesuvio, ogni notte, dopo il lavoro esco lì fuori e bevo il mio bicchiere di latte freddo, con la speranza di rilassarmi un po'. È l'unico momento della giornata in cui mi dedico a me stessa e ai pensieri, l'unico momento in cui mi concedo un attimo di tregua dalla vita.

«Azzurra è andata a letto. »

La sua voce mi fa sobbalzare, è proprio dietro di me.

«Ora vado, non voglio disturbare.»

Penso che sia la cosa migliore. Ma la mia bocca non è d'accordo con me:

«Se ti va puoi sederti qui con me.»

In silenzio si accomoda sul muretto del terrazzo accanto a me.

«Quindi sei un medico?»

«Quasi, mi manca la tesi e poi potrò definirmi un vero dottore.»

«Specializzazione?»

«Medico pediatra. »

«Interessante.»

«Tu invece? Fai la cameriera al Dynamo e vivi in un superattico?»

«L'attico è di Azzurra, ma dato che non mi piace vivere qui a scrocco collaboro come meglio posso. Di giorno sono la cassiera di un supermercato e di notte la cameriera del Dynamo. »

«E di pomeriggio cosa fai? »

«A volte vado in palestra, altre volte in giro per negozi, altre semplicemente cerco di mettere ordine nella mia vita. Sai, dopo l'università non è stato facile ingranare. Mi arrangio come posso."

«In cosa sei laureata?»

«Fotografia.»

«Interessante, perché non lavori in questo campo?»

«Perché è difficile, ci vogliono i soldi, buone raccomandazioni e idee. Certo le ultime sono le uniche che non mi mancano ma al momento cerco di racimolare qualcosa di soldi, un giorno vorrei aprire un'attività tutta mia. Mi piacerebbe fotografare le emozioni e, vorrei che le persone non pagassero tutti quei soldi per un servizio fotografico.»

«Sei piena di sorprese. Ma scusa la domanda imbarazzante, cosa sono questi strani versi?»

«Ambra. L'altra mia amica. C'è lo stesso sound tutte le notti. A volte sono costretta ad addormentarmi con le cuffie nelle orecchie! »

«Ne fa di rumore!»

«Lei è fatta così!"

«E tu come sei fatta?»

«Disse lo sconosciuto seduto accanto a me sul mio terrazzo!»

«Se la metti così sembra inquietante!»

«Forse un po' lo è. »

«Ora è proprio il caso che io vada, è stato bello parlare con te.»

Lo accompagno alla porta.

«Tu sai il mio nome, ma io non conosco il tuo!»

«Ti va se domani ci rivediamo quando finisci il lavoro?»

«Dimmi almeno il tuo nome!»

«Tu dimmi di si!»

«Si, va bene, ci vediamo domani.»

«Perfetto!»

«Allora, come ti chiami?»

«Te lo dico domani!»

Entra nell'ascensore e così sparisce dietro quelle porte che si chiudono silenziose. È quasi mattina. La chiacchierata con quello sconosciuto mi ha messo di buon umore. Appena mi infilo sotto le coperte mi addormento.

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