17
Quando finalmente Paige individuò la roulotte numero nove, si trovò in un piccolo spiazzo in cui si affacciavano altre cinque di quelle case su ruote, e i tre uomini non erano più soli, ma in compagnia della donna minuta e dai capelli colorati che spesso aveva visto in passato con Nate, seduti attorno un tavolino di plastica bianca, posto di fianco l'ingresso dell'abitazione.
Paige si fermò in tempo prima di essere scorta dai quattro e Sophie le finì addosso, arrestando la sua corsa sbattendo contro di lei.
La ragazza la afferrò per una spalla e corse a nascondersi dietro un basso muretto di mattoni grezzi, finendo, ancora una volta, di fianco a dei cassonetti dell'immondizia. Sophie le tirò una ciocca dei suoi lunghi capelli lisci e rossi, richiamando la sua attenzione.
-Ahio!- sbottò Paige e la bambina le indicò con un dito i cassonetti. -Domani andiamo dal vecchio Lou, che ho ancora qualche moneta- disse. -Da qui posso sentire quello che dicono- le spiegò e si portò un indice davanti le labbra, intimandole di fare silenzio. Sophie sollevò un sopracciglio e Paige arrossì, ma distolse subito l'attenzione da lei e assunse una posizione più comoda, sedendo sui talloni, e sporgendosi oltre il muretto abbastanza per vedere i quattro.
-Sembra che non gli importi che siete due uomini e quindi ci hanno chiesto di fissare un appuntamento- stava dicendo Nate.
-È già un passo avanti- disse l'uomo-limousine.
-Beh...- balbettò la donna e si portò una ciocca di capelli dietro un orecchio, scambiandosi uno sguardo d'intesa con Nate. Quest'ultimo sospirò e distolse gli occhi dagli altri due uomini.
-C'è qualche altro problema?- chiese invece l'uomo che di Paige era l'ossessione, e Nate si strinse nelle spalle.
-A essere sinceri... abbiamo avuto la sensazione che questa coppia sarebbe in grado di dare in adozione i propri figli a chiunque- lo udì dire e, nonostante la distanza, la ragazza percepì chiaramente l'influenza rabbiosa insita nel suo tono di voce.
-Ma di che cazzo stanno parlando?- chiese Paige con fare retorico e Sophie la strattonò per una spalla. -Shh! Non sento, sennò-
-A chiunque sia disposto a... uscire un po' di soldi in cambio- disse Nate e Paige aggrottò la fronte.
-Non esiste- sbottò lapidario Lui. -Non abbiamo intenzione di aiutarli a vendere bambini-
-Cosa?!- tuonò Paige e si nascose subito dietro il muretto, mentre il cuore le schizzava in gola. Rimase allerta per qualche istante, con le orecchie colme del rimbombo del suo stesso sangue, che le scorreva veloce nelle vene in preda al panico e la rabbia.
Si azzardò a sporgersi di nuovo da dietro il suo nascondiglio, grata che la fortuna le avesse impedito di farsi beccare dai quattro.
-Potrebbe essere qualcosa di losco- stava dicendo l'uomo-limousine e Nate annuì.
-Per questo abbiamo voluto parlarvene prima di portare la proposta della famiglia all'assistente sociale-
-Si dovrebbe denunciare direttamente alla polizia-
-Non possiamo farlo a cuor leggero, Evan- disse la donna e Paige ebbe un sussulto, rendendosi conto che si stava riferendo a Lui.
Dopo tutti quegli anni di ricerche fallite, aveva finalmente scoperto il suo nome: Evan.
Con suo enorme stupore, Paige percepì gli occhi riempirsi di lacrime. Tirò su col naso e si sfilò gli occhiali, asciugandosi gli occhi con le dita, mentre percepiva una mano di Sophie poggiarsi su una sua spalla. La fulminò con uno sguardo rabbioso che cercava di celare il suo imbarazzo, reindossò gli occhi e tornò ad origliare la conversazione tra i quattro.
-Una denuncia potrebbe essere la strada giusta per salvare quei bambini. Io e Keith desideriamo davvero adottare un bambino, ma non così...-
Paige sgranò gli occhi e tornò a nascondersi dietro il muretto.
-Hai sentito?- chiese alla sorella e Sophie si strinse nelle spalle. -Vuole adottare un bambino- disse e l'altra rimase impassibile. -Ti rendi conto?!- tuonò Paige, ma poi si morse le labbra e sbirciò ancora oltre il muretto: i quattro erano così presi dai loro discorsi che pareva non l'avessero sentita neppure quella volta.
-Bene- disse e sedette poggiando le spalle contro il muro. Poi ci ripensò e si alzò da lì, afferrò Sophie per un polso e corse in direzione dell'uscita del residence.
Quando furono sulla strada principale, girò a destra, continuando a correre, con sua sorella che tentava di scrollarsela di dosso, dato che a stento riusciva a tenere il suo passo, incespicando di continuo.
Poi svoltarono a sinistra, finendo davanti un grande spiazzo incolto, in cui la faceva da padrone lo scheletro di un edificio a quattro piani, costituito da un tetto fatiscente, pilastri a vista e muri sbriciolati. Davanti la struttura stava un gruppo di tre ragazzi più o meno della stessa età di Paige, intenti a oziare. Uno di loro teneva tra le mani uno skateboard, giocherellando con le ruote. C'era poi una ragazza dai capelli corti e neri e un ragazzo robusto che sfoggiava una maglietta dei Los Angeles Clippers.
Paige fece strada verso i tre con fare risoluto e quando quelli si accorsero di lei balzarono in piedi, assumendo delle espressioni colpevoli e imbarazzate.
-Immagino che avete già trovato qualcosa per cena- disse quando fu davanti a loro, incrociando le braccia sul petto.
-Ehm- fece la ragazza e distolse lo sguardo da lei.
-Tu dove sei stata?-
-In giro con Sophie a racimolare qualche moneta. Perché io e Sophie ci diamo da fare, a differenza vostra-
-Dai, P., ci stavamo solo prendendo una pausa...-
-Con le pause non si mangia, Nick-
-Ha ragione...- bofonchiò l'altro ragazzo, ma Paige gli rivolse un'occhiata fulminante, mettendolo a tacere.
-Tu smettila di fare il leccaculo, Barry, che con me non attacca- ribatté.
-È inutile che ti arrabbi con noi- sbottò la ragazza. -Siamo stati fuori tutto il giorno e non abbiamo risolto un cazzo-
-Perché non servite a un cazzo-
-Sei utile tu che te ne vai in giro con tua sorella a distribuire volantini! Anche quella è una perdita di tempo-
-Deena- la richiamò Barry, schiarendosi la gola, ma Paige gli impedì di mettersi in mezzo tra di loro.
-Sei solo gelosa perché io un padre so di averlo- sibilò la giovane e l'altra impallidì.
-Ti ha mollato qui con noi, però- ribatté Deena e i due ragazzi incominciarono a muoversi a disagio, pronti a intervenire. Non ne ebbero il tempo: Deena fece un passo avanti, assumendo un'espressione di sfida e Paige le fu subito addosso, in un battito di ciglia.
Sophie si allontanò dalla rissa, con il cuore in gola per la paura, come sempre le capitava quando si trovava spettatrice di situazioni del genere.
Barry, sfruttando la propria stazza, si fece carico della furia di Paige, afferrandola da sotto le ascelle, premendosela contro per staccarla da dosso all'altra, mentre Nick faceva da scudo a Deena, impedendole di arrivare a toccare di nuovo Paige.
-Smettetela, cazzo!- tuonò Barry e lasciò andare l'amica che, per tutta risposta lo spintonò con forza e allungò una gamba per dargli un calcio, ma il ragazzo fece un salto all'indietro, schivando il colpo.
-Io mio padre l'ho trovato!- sbottò Paige, cercando di raggiungere di nuovo Deena, impossibilitata però da Nick, che continuava a stare in mezzo alle due.
-Cioè?- chiese Barry con il fiato corto e l'amica tornò a rivolgergli un'occhiataccia.
-Mi state facendo perdere un sacco di tempo! È qui! Al residence-
-Stai dicendo una cazzata- disse Deena e Paige si aggrappò alle spalle di Nick per cercare di arrivare a lei, ma il ragazzo l'afferrò per i fianchi e se la schiacciò addosso, camminando a fatica nella direzione opposta, per allontanare le due. Nick passò Paige a Barry, che le strinse le braccia lungo il busto, tenendola ferma, mentre lei continuava a scalciare a vuoto nel tentativo di liberarsi.
-È la verità! L'ha visto pure Sophie-
-Ma lei non parla quindi non conta- ribatté Deena con espressione ironica e Nick le intimò di tacere. -Non è possibile che suo padre sia qui! Quella foto che va spacciando in giro l'avrà ritagliata da una rivista! Potrebbe essere un attore, per quello che ne sappiamo-
-È una foto vera! Me l'ha data mia madre!- strillò Paige, continuando a divincolarsi dalla presa di Barry, che stava esaurendo le forze nel tentativo di tenerla buona.
-Ma tua madre è morta. Quindi nessuno può dire se dici cazzate oppure no!-
-Smettila, cazzo, stai esagerando!- disse Nick, notando l'espressione di Sophie essersi fatta tesa e triste. La bambina incominciò ad ansimare e lui comprese che si stava agitando. -Calmiamoci tutti, adesso- disse ponendosi di nuovo tra le due. Allungò un braccio per avvicinare Sophie a sé e iniziò a coccolarla finché non fu sicuro che si era calmata.
-Davvero hai visto tuo padre?- chiese Barry e Paige annuì.
-Ho scoperto che si chiama Evan e vuole adottare un bambino-
-Certo, adesso cerca un bambino più carino, dopo che ha scaricato te che sei merdina- disse Deena con tono canzonatorio e Paige riuscì a fuggire dalla presa di Barry.
•
La rissa tra le due ragazze si concluse con un occhio nero per Deena e un labbro spaccato per Paige, ma quest'ultima era anche la leader auto-eletta del gruppo, perciò, uscita "vittoriosa" dallo scontro - era riuscita a incassare meno colpi dell'altra - decretò che Deena dormisse fuori dal loro covo, quella notte, punendola con una dormita sotto le stelle.
-E se piovesse?- chiese Nick fissando le fiamme che si scaturivano dal bidone posto al centro della stanza, unica fonte di luce in quell'altrimenti buio dentro l'edificio.
-Piove poco da noi- disse Paige, sedendo a terra tra Barry e sua sorella.
-Ma se piovesse?- insistette Nick e lei gli rivolse un'occhiataccia.
-Si bagna. Magari si lava pure il cervello e riprende a ragionare-
Nick aggrottò la fronte e decise che fosse meglio lasciar perdere, nonostante la sera fosse calata di colpo e con lei le temperature, tanto che l'aria si era fatta piuttosto frizzante.
-Com'era tuo padre?- le chiese Barry e l'espressione di Paige mutò all'istante, facendosi triste.
-È più bello che in foto-
-È una foto vecchia, questa- disse il ragazzo, rigirandosi una delle copie dell'originale tra le mani. Paige non permetteva praticamente a nessuno di toccare la fotografia in questione, ma nel tempo ne aveva realizzati così tanti duplicati che ognuno dei suoi amici ne aveva almeno cinque a testa per sé.
-È sempre lo stesso-
-Magari è un vampiro e quindi non invecchia!- esclamò Nick, giocherellando con le ruote del suo skateboard. Paige gli rivolse un'occhiataccia.
-È solo un bell'uomo. Cosa che tu non sarai mai- ribatté e Nick fece una smorfia, distogliendo lo sguardo da lei.
-E vuole adottare un bambino- disse Barry.
-È quello che ho capito io- mormorò Paige, tirando le ginocchia al petto e poggiandovi il mento sopra.
Prese a fissare con interesse le fiamme scoppiettanti, sentendosi estraniare da ciò che la circondava.
-Fa strano che ha mollato te e adesso cerca un figlio- disse Nick.
-Già-
-Ora però puoi andare da lui e chiedergli perché ti ha mollata, no?- le domandò Barry.
-Non sono sicura di volerlo sapere- ammise Paige con un sospiro. -Metti che poi ha ragione Deena e mi ha mollato perché per lui sono una merda...-
-Prima dicevi che lui non sapeva che tu esisti- disse Nick, aggrottando la fronte.
-Bah- fece Paige. -Era quello che mi diceva la mamma, ma adesso... non so- ammise e nascose il viso contro le ginocchia.
Rimasero in silenzio per un po', poi Nick notò con la vista periferica Deena, sulla soglia della stanza sventrata in cui si trovavano, e sgranò gli occhi, spostando lo sguardo sulla nuca di Paige.
-Sento la tua puzza, Deena- disse la ragazza e l'altra sussultò.
-Mi sono lavata la settimana scorsa- ribatté l'amica, offesa.
-Puzzi lo stesso-
Paige rimase nella stessa posizione che aveva assunto pochi istanti prima, stupendo persino Sophie che prese a guardare prima l'una e poi l'altra, sentendosi destabilizzata, quasi, dall'assenza di reazioni che per lei rientravano nella normalità, ma nessuna delle due pareva intenzionata a riprendere a picchiarsi.
-Fa freddo fuori- sussurrò Deena, ma la sua voce rimbalzò nell'ampio spazio aperto, arrivando con chiarezza fino al gruppetto davanti al falò.
-Vieni a scaldarti il culo qui- disse Paige e sollevò la testa, per poi spingersi gli occhiali contro la radice del naso.
Non rivolse neanche uno sguardo verso Deena, troppo presa dai propri vorticanti pensieri.
-Davvero non hai intenzione di andare da lui anche se adesso l'hai trovato?- le chiese l'amica.
-Sei una cazzo di ficcanaso-
-Vi ho sentito per caso-
Paige scrollò le spalle, dopotutto, non le importava che Deena avesse origliato la loro conversazione.
-Non l'ho trovato. Ha invaso il mio territorio- ribatté, aggrottando la fronte, indispettita.
-E quindi? Anche se ti dice che ti ha mollato perché sei una merda, chi se ne fotte, lo sapevi già-
-Stai dicendo così perché ti sei rotta le palle di girare con le sue foto-
-Sicuro- ribatté Deena e Paige le rivolse l'ennesimo sguardo fulminante, ma che sull'altra, ormai, aveva smesso di avere qualsiasi tipo di effetto intimidatorio.
-Strano che al residence nessuno l'ha riconosciuto- disse Barry.
-È amico di quel Nate. A me è sempre stato un po' sul cazzo perché è tanto felice di vivere in questa merda di posto. E poi ha fama di "salvatore"- disse Paige con una smorfia di ribrezzo che fu riflesso di quella degli altri quattro. -Tipo che prende quelli come noi dalla strada e li aiuta, una cosa del genere. Per questo non mi sono mai avvicinata a lui-
-Faccio bene io a stare alla larga dal residence- disse Deena e Paige annuì.
-Cazzo potevo immaginare che proprio lui lo conosce!-
-Ma quindi- disse Barry, dopo qualche istante di silenzio, scostandole una ciocca di capelli dal viso con fare gentile e impacciato. -Che farai adesso?-
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