Chapter 8

~Erika's Pov

Scese dalla macchina e io velocemente presi quei bei occhiali da vista e li tenni in mano senza farmeli vedere.

Aprii ed entrammo.
Si catapultò sul divano.

-La delicatezza in persona-

"Henderson"
"Mhm" disse guardandomi.

Mi misi i suoi occhiali.

"Mi stanno bene?" dissi ridendo.
"Ehi ridammeli" disse alzandosi di scatto.

Iniziò a rincorrermi e io corsi come una pazza per tutta la casa senza smettere di ridere.
Arrivai in un angolo.

-Spacciata-

"Henderson ragioniamo" dissi cercando di essere seria.
"Uhm vediamo... No" disse per poi iniziarmi a fare il solletico.

Ridemmo tutti e due.

"Ok ok mi arrendo" dissi dandogli gli occhiali.
"Erano in macchina, eh?" disse guardandoli.
"Si"
"Hai frugato nella mia macchina?" disse alzando un sopracciglio.
"Mi annoiavo" dissi ridendo.
"E che altro hai trovato di interessante?"
"La tua patente e il bollo dell'auto scaduti"
"Che? Mi stai prendendo in giro?"
"No"
"Mi sono dimenticato come al solito" disse
"Poi un power ranger"
"È di Kendall" disse impacciato, diventando rosso.
"Si certo... Poi preservativi, sigarette... Fumi?"
"Qualche volta"
"Mhm poi ho trovato anche 50 dollari e me li sono fregati"
"Preparati a correre"

Iniziai dinuovo a scappare e andai verso il soggiorno, ma mongola come sono, inciampai al tappeto, e caddi sul divano con Henderson che a sua volta cadde su di me.

-Quelle labbr. Nonononononononono-

Lo tolsi da sopra me e ci sedemmo.

"Ridammeli"
"Chi trova tiene" dissi fiera di me.
"Uff e ok"
"Ho trovato anche un coltellino e mi sono fregata anche quello"

Rimase un attimo in silenzio e abbassò la testa.

"Se vuoi te lo ridò"
"No, non voglio averlo dinuovo"
"Ok" dissi balbettando "Perché?"
Sospirò e alzo la manica.

-Tagli?-

"Tu sei autolesionista?" chiesi guardandolo.
Annuì.
"Perché?"
"Mio padre non sta affatto bene... È in ospedale tra la vita e la morte" disse e una lacrima gli scese sul viso.
"Scusa non dovevo fare questa domanda"
"Non fa niente"

Misi una mano dietro la sua nuca e lo appoggiai alla mia spalla.
Mi guardò malinconico.

"Ho tanta paura" disse per poi iniziare a piangere.
"Dai non fare così"

Dissi per poi abbracciarlo.
Sprofondò il suo viso nell'incavo del mio collo.
Le sue lacrime mi bagnarono la spalla, ma non mi interessò in quel momento.
Gli accarezzai i capelli e lo abbracciai.

"Se vuoi andiamo a trovarlo domani"
"Davvero?" mi disse guardandomi.
Gli asciugai una lacrima e gli dissi "Certo" sorrise insieme a me.
"Grazie" disse abbracciandomi.
"E di che? Mi hai accompagnato al cimitero. E poi sei il mio unico amico"

Sorrise dinuovo e poi prese il cellulare.

"A chi telefoni?" dissi guardandolo mentre digitava un numero.
"Kendall"
"Ah va bene"
"Ehi bro... Si... Sono ancora da lei si... Non esco con voi... Perché devo stare con una mia amica... Ciao bro"
"Allora?"
"Posso stare qui oggi?"
"Ecco io"
"Non pretendo niente da te... Vorrei solo stare qui e conoscerti meglio... Ormai siamo amici"
"Certo... Allora che facciamo?" chiesi alzandomi.

Non fece in tempo a rispondermi che il mio cellulare squillò.
"Pronto?" mi disse una voce maschile da me sconosciuta.
"Ciao Erika"
"Ci conosciamo?"
"Un mio amico mi ha dato il tuo numero... Stasera sei libera per divertirti un po' con me... Sono disposto a darti 200 dollari"
"Sono impegnata"
"E allora disdici l'appuntamento con quel ragazzo e fai sesso con me"
"Ti ho detto di no"
"E dai"
"No" gli attaccai il cellulare in faccia e misi il cellulare in tasca.
"Chi era?" mi chiese Henderson.
"Uno che era disposto a darmi 200 dollari per fare sesso con me stasera"
"E perché gli hai detto no?"
"Perché stasera ci sei tu qui"
"Potevo andarmene"
"Non se ne parla neanche... E poi stasera non mi andava di scopare"
"Ok... Allora che facciamo?"
"Ti va una partita a pallavolo?"
"Ok"

Andammo fuori, presi la palla e iniziammo a palleggiare.
Era molto bravo, ma anche io me la cavavo.
Dopo un po' ci fermammo e rientrammo.

"Ho fame" si lamentò strillandomi nell'orecchio.
"Se non mi rompi i timpani ti do un gelato"
"Siiii" disse saltando come un bambino.
Ridemmo tutti e due per quel gesto.
Presi due gelati e gliene diedi uno.
Lo divorò in meno di due minuti e si lamentò di volere anche il mio.
"Non rompere anche io devo mangiare"
"Ti prego... Una leccatina e basta"
"Noooo" dissi stufata.

Continuai a mangiarlo quando vidi che lui si avvicinò e leccò dall'altra parte.
"Non lo voglio più" dissi dandoglielo disgustata.
"Yeeee"

-Peggio dei bambini-

Finì di mangiarlo e si leccò la labbra su cui vi era rimasto un po' di gelato.

"Sei sazio?" dissi mettendo le braccia al petto.
"Sei arrabbiata?" disse ridendo.
Roteai gli occhi.
"E dai non fare così" disse tirandomi un pugno leggero sul braccio.
Presi un cuscino e glielo tirai in faccia.
Lui ripeté la mia azione su di me.
Iniziò una battaglia di cuscini che si concluse con una tregua.

Appoggiai la testa sulla sua spalla e presi la sua mano per poi stringerla.

"Sei scemo... Ma penso di volerti un po' bene" dissi per poi guardarlo.
"Solo un po'?" disse avvolgendo un braccio attorno al mio collo.
"Devi guadagnarti la mia fiducia"
"Ci riuscirò"
"È difficile"
"Ma non impossibile" ribattè lui.

Guardai l'orario... Erano le 13. Mi alzai dal divano e andai in cucina.
"Che cucini?" mi disse Henderson nell'orecchio facendomi prendere un colpo.
"Henderson al forno... Ti piace?" dissi guardandolo male.
"Mhm... Qualcos'altro?" disse ridendo.
"Va bene pasta al sugo?"
"Si... Doppia porzione per me" la cosa che mi spaventò è che era serio.
"Ma quanto mangi?"
"Tanto" rispose lui ovvio.
"Come devo fare con te" mi lamentai.
"Scoprilo da sola" disse ridendo.
"Ora smamma da qua. Devo cucinare"
"Agli ordini capitano" disse imitando un soldato.

Se ne andò in soggiorno e finalmente me ne stetti un po' in santa pace.

Finii di cucinare e misi la pasta nei piatti... Due porzioni per Henderson come richiesto da lui.
Appena sentì l'odore venne correndo in cucina e si sedette.
Roteai gli occhi e mi misi a ridere.
Mangiammo senza dire una parola... Anche perché lui aveva la bocca piena e quasi non riusciva a masticare.
A fine pranzo l'unico commento del mangione fu "Era buonissima, ma forse ho esagerato"
Non risposi ma sorrisi e basta e lavai i piatti.
Sentii dal soggiorno Henderson gridare "Mi annoio" e gli risposi "Cazzi tuoi" e lui ribattè "Vaffanculo" e io continuai dicendo "Vacci tu" e scoppiammo a ridere.

Andai in soggiorno e lo trovai stravaccato sul divano a guardare il soffitto mentre sbruffava.

"Henderson composto" dissi sedendomi in quel poco spazio che non era occupato da lui.
"Mi annoio"
"Me lo hai già detto... Di solito che fai il pomeriggio?"
"Dormo"
"Allora dormi, no?"
"E tu che fai?"
"Pulisco casa"
"Posso andare a dormire sul tuo comodo letto?" disse pregandomi.
"Uff si"

Si alzò di scatto e salì in camera mia.

Iniziai a fare le pulizie partendo dalla cucina, poi il soggiorno, il bagno e mi rimase solo la mia stanza.

Salii e il buonissimo profumo di lui mi invase le narici.
Lui era rannicchiato sotto le coperte a dormire come un angioletto.

Feci meno rumore possibile e pulii anche la mia camera.
Quando finii mi avvicinai al ghiro e mi sedetti vicino a lui con cautela senza svegliarlo.

-Il mio unico amico-

E sorrisi pensando che finalmente avevo trovato qualcuno che mi volesse bene.
Gli accarezzai delicatamente la guancia e i capelli corvini.
Lui sorrise e aprì gli occhioni che si ritrovava e mi guardò.

"Non volevo svegliarti scusa"

Lui appoggiò una mano sul cuscino e la sbattè su di esso per dirmi di coricarmi insieme a lui.
Esitai un po', ma poi mi infilai nelle coperte e mi coricai.

Subito appoggiò la testa sul mio petto e mi abbracciò dalla vita per poi chiudere dinuovo gli occhi.

In quel momento sembrammo mamma e figlio.

-Allora ha del tenero in lui-

Chiusi anche io gli occhi e mi addormentai poggiando la mia mano sulla sua.

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