Chapter 44

Ore 5:30 P.M.

~Erika's Pov

-Ok, doccia fatta... Ora mi vesto-

Aprii l'armadio.

Essendo inverno faceva freddo, così optai per un maglione di lana color panna, un paio di jeans e degli stivaletti marroni di pelliccia sintetica.

Mi vestii velocemente e andai in bagno per truccarmi... Non esageratamente.

Mentre finivo di mettere il rimmel, James ebbe la geniale idea di telefonarmi.

"Ehi dimmi" risposi velocemente.
"Agitata?" chiese ridendo.
"Uff molto" risposi sinceramente.
"Ehi non preoccuparti... Non è la prima volta che tu sarai insieme a lui da sola" spiegò calmo.
"Sisi ok" risposi non ascoltandolo "Che c'è?" chiesi dopo.
"Volevo dirti che io sono già da Carlos... Quindi se magari fate un po' prima, potete già venire"
"Va bene... A dopo" dissi agganciando senza dargli il tempo di salutarmi.

Guardai l'orario sul display: 5:50 P.M.

-PORCA MISERIA DEVO SBRIGARMI-

Misi il telefono in tasca, indossai il cappotto grigio con berretto abbinato; mi diedi un'ultima occhiata allo specchio e uscii.

~Logan's Pov

Avevo appena finito di registrare la canzone, quando guardai l'orario sul cellulare: 5:55 P.M.

-CAZZO CAZZO CAZZO-

"Signor Sparks... Io dovrei andare" dissi attraverso il microfono.

Mi guardò per qualche secondo e poi annuì posando lo sguardo dinuovo sul foglio dove stava scrivendo gli accordi della seconda canzone.

Tolsi le cuffie e scappai fuori dalla cabina.

Corsi verso l'esterno.

-Ok, ora: vado a comprare un mazzo di rose da un fioraio, torno a casa, mi faccio una doccia e vado all'appuntamento-

Montai sulla mia moto e guidai fino al fioraio di fiducia.

-NO. NON CI POSSO CREDERE. È CHIUSO-

~Erika's Pov

Riguardai per l'ennesima volta l'orario: 7:03 P.M.

Posai il cellulare sulla panchina e mi guardai intorno: niente, nessuna traccia di Logan.

Mi ero solo illusa?
Mi aveva presa in giro?

Una cosa è certa: mi aveva dato buca.

Mi alzai e passeggiai un po' per il parco vedendo coppiette felici mano nella mano.

Appoggiai la schiena ad un albero e una lacrima corse repentina sul viso.

"Non ci posso credere... Mi ha presa per il culo dinuovo" sussurai a me stessa.

Mi scostai dalla quercia e mi incamminai verso la casa di Carlos.

-Sono stata un'illusa... Solo un'illusa-

Ero forse a più di due isolati dal parco, quando mi accorsi di aver lasciato il cellulare su quella dannata panchina.

-Ma tutte a me oggi?!-

Ritornai indietro con passo veloce sbruffando.

~Logan's Pov

Corsi, corsi, corsi.

Arrivai al parco sudato freddo, con il cuore in gola e il fiato mancante: le 7:15 P.M.

Mi guardai attorno cercando Erika con lo sguardo, ma non c'era.. Probabilmente se ne era andata.

-Sono un coglione-

Avrà pensato che le avessi dato buca o che, ancora peggio, la avessi presa in giro.

Gettai il mazzo di rose su una panchina e mi sedetti tenendo il mio viso tra le mie mani, singhiozzando silenziosamente.

~Erika's Pov

Mi diressi alla panchina, quando mi bloccai vedendo un ragazzo seduto su essa.

Era Logan...

I suoi capelli erano tutti spettinati; indossava un pantalone con motivo militare e una camicia gialla sgualcita; ai piedi aveva un paio di converse rosse.

Trattenni una risata: come diavolo si era conciato?

Mi avvicinai e notai delle rose vicino a lui.

Per la prima volta in questa giornata, vidi splendere il sole nella mia vita.

"Per chi sono queste rose?" chiesi io sorridendo.

Logan si alzò di scatto, asciugandosi delle lacrime presenti sul suo viso e mi scrutò.

Dopo qualche secondo un sorriso prese forma sulla sua faccia cupa.

Prese il mazzo in mano e me lo porse.

"Sono per te" sussurrò imbarazzato.

Sorrisi lusingata, prendendo quei bellissimi fiori tra le mie mani.

"Sai... Ero venuta qui alle 6... Cinque minuti fa me ne ero andata, ma il destino ha voluto che dimenticassi il cellulare qui" dissi prendendo quell'oggetto e mettendolo in tasca.
"Scusami tanto... Avrai pensato che ti avessi dato buca. È che alle 6 ho finito di lavorare, poi ho girato mezza Los Angeles per trovare un fioraio aperto. Sono tornato a casa, ho preso il detersivo che mamma usa per i panni e me lo sono gettato tutto addosso" disse lui impacciato.

Io risi e lo incitai a continuare.

"Ho preso un bidone d'acqua da 5 litri e ho gettato il contenuto sul mio corpo allagando praticamente tutto il bagno. Sono corso in camera e ho preso i primi vestiti che ho trovato, infatti puoi vedere il risultato, mentre mia madre sbraitava per tutta casa... E poi sono venuto qui" concluse.

Sorrisi intenerita dal suo racconto: non si era dato per vinto e aveva cercato con tutte le sue forze di arrivare all'appuntamento.

"Comunque... Sei bellissima" disse sorridendo.
"Grazie" risposi imbarazzata.
"Bene" disse lui dopo qualche attimo di silenzio "Che facciamo?" continuò.

Feci spallucce.

Si morse il labbro guardandomi.

Distolsi lo sguardo: Dio com'era sexy e provocante.

"Erika" disse facendo un passo verso me.

Mi voltai.

"Te l'ho già detto che sei bellissima?" chiese sorridendo leggermente posando una mano sulla mia guancia accarezzandola.

Annuii inarcando le mie labbra verso l'alto.

"E che sei dolce?" chiese ancora avvicinandosi di più.

Scossi il capo.

"E..." iniziò a dire, prese respiro e si avvicinò toccando il mio naso con il suo, mettendo l'altra mano sul mio fianco "che sei mia?" sussurrò.

Non potei rispondere... Le sue labbra si muovevano già dolcemente con le mie, i nostri occhi si chiudevano, le mie mani passavano intorno alla sua pancia, i nostri respiri iniziavano a mancare, gli affanni non tardarono ad arrivare, i nostri cuori lasciarono lo spazio ai nostri sentimenti, i problemi morivano schiacciati dall'amore, dal nostro amore.

Era giusto tutto questo?
Si, lo era.
Era giusto il modo in cui ci eravamo innamorati.
Erano giuste le lacrime che avevamo versato l'una per l'altro e viceversa.
Era giusto il modo in cui lui mi aveva ipnotizzato con i suoi occhi castani.
Era giusto il modo in cui mi accarezzava dolcemente e mi coccolava come una principessa era coccolata.
Era giusto che solo lui riuscisse a farmi ridere nei momenti bui della mia vita.
Era giusto il modo in cui lui mi aveva rialzato dalle mie cadute.

Chi ci vedeva pensava che fossimo due pazzi: lui vestito quasi come un barbone e io che mi lasciavo baciare da lui senza oppormi.

Ma, la gente non sapevo che dietro quei vestiti si nascondeva un ragazzo dolce, comprensivo e splendido.

#SpazioAutrice#
Sono reduce da uno studio di 4 ore e mezza di fisica, latino, matematica ed epica...

Anyway, non so cosa io abbia scritto... Forse ho fatto degli errori, ma cercate di capirmi... Non connetto più dopo aver ripetuto quattro declinazioni e avendo avuto a che fare con lettere invece di numeri.

~SleepwalkerH

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