Civil War

[Why did you kiss her?]

La battaglia fra le due fazioni degli Avengers era quasi giunta al termine dopo che la mossa della Vedova Nera aveva lasciato scappare Steve e Bucky. I vincitori sembravano essere proprio i componenti del team iron man, mentre la squadra di Cap veniva arrestata e portata in uno speciale carcere di massima sicurezza.
Il capitano Rogers aveva fatto decollare il primo aeroplano in cui aveva potuto mettere le mani, direzionato assieme al Soldato D'inverno verso il luogo in cui quest'ultimo era stato tenuto segregato per anni.
La distanza era ormai lunga dal campo di battaglia, e fra il rumore dei motori dell'aereoplano si potevano ben confondere i pensieri dei due compagni.
Bucky interruppe quel fastidioso fruscio di motori, menzionando gli amici di Steve e il loro destino, aggiungendo con sottomissione:
«Non so se valgo tutto questo, Steve.»
Il capitano distolse lo sguardo dai comandi, voltando la testa leggermente ma non abbastanza da poterlo vedere bene negli occhi, lì poco distante dal sedile del comandate.
Con voce ferma e stanca, il capitano cercò di consolarlo.
«Quello che hai fatto durante questi anni -Bucky distolse la sua attenzione, voltandosi a guardare il vuoto- non eri tu, non è stata colpa tua.»
Quando la voce quasi minacciosa di Steve si fermò, Barnes riportò lentamente gli occhi nella sua direzione, e rispose raucamente:
«Lo so, ma l'ho fatto.»
Steve sospirò ormai oppresso dalla malinconia. Non voleva che Bucky continuasse a credere ciò, avrebbe preso il suo posto ancora e ancora pur di togliergli quel peso dalla coscienza, pur di privarlo di tutto quel dolore. Ancora, a distanza di settant'anni, continuò a maledirsi, a condannarsi per non essere stato lui quello a cadere dal vagone in corsa.
Steve impostò i comandi sul pilota automatico facendo emettere uno strano tintinnio all'aereo, mettendosi frettolosamente in piedi e costringendo Bucky ad alzarsi dal suo posto, afferrandolo per i polsi, distante pochi centimetri dal suo viso.
Tastare il polso duro e gelido di metallo fu qualcosa di riluttante per lui, non lo avrebbe mai accettato, quel disastro estraneo alla perfezione di Bucky, non l'avrebbe mai accettato.
Entrambi iniziarono a respirare iregolarmente, con le labbra semichiuse e gli occhi puntati in ogni lineamento del volto. Poi Bucky fece la sua mossa, qualcosa che non accadeva da quando i due ragazzi di Brooklyn avevano diciassette anni; il moro tirò a se Steve e lo baciò, con una tenacia talmente grande e appassionata da privarlo di ogni respiro. Rogers gli lasciò i polsi e lo avvolse fra le sue braccia, massaggiandogli la schiena attraverso l'imbottita giacca nera. James fece alcuni passi indietro, superando i comandi ed i sedili, finendo per terra, inciampando con il tallone su di un qualche bagaglio militare. Il corpo di Steve finì a cavalcioni su di lui, ma quel bacio non si interruppe. Era uno di quei baci che sarebbero potuti durare per tutta la loro esistenza, uno di quelli che due persone si scambiano quando sono rimaste troppo tempo divise e non ce la fanno più.
Non era sesso, non era perversione o desiderio, era semplice e puro amore, qualcosa che non tutti avrebbero capito fino in fondo. La mano robotica di Bucky non ci mise molto a trovare la zip della divisa del capitano, che iniziò a gemere, strusciandosi sul suo corpo con movimenti sempre più veloci e ricchi di tremenda nostalgia.
Il cuore di Bucky iniziò a battere più veloce di quanto potesse immaginare; vedere nuovamente il corpo nudo di Steve dopo tutto quel tempo chissà com'era, in fondo non ne ricordava la costruzione. Era consapevole di aver avuto lunghi rapporti con il capitano sin dalla loro adolescenza, e che spesso e volentieri i due avevano consumato la passione nella totale segretezza del loro peccato, ma la mente di Bucky non lo ricordava. Quando il diavolo gli aveva portato via la memoria, si era portato con se anche quei ricordi bellissimi.
Prese il viso di Steve fra le mani, quella sinistra gli gelò la guancia. James corrugò la fonte e si fece più malinconico;
«Perché hai baciato lei?» gli domandò riferendosi a Sharon Carter.
La sua giacca scura era già aperta e lasciava scorgere il suo petto, mente i capelli biondi di Steve erano arruffati in una maniera dolce. Cap scrollò la testa ed i suoi occhi diventarono lucidi, adesso, esternando un rimorso molto più grande di quello del mercenario.
«Perché dovevo dimenticarti, dovevo superarti. Sapere che non mi avresti ricordato, e che tutto quello che abbiamo fatto, tutto quello che siamo stati, se ne sia andato per sempre dalla tua memoria mi causa un dolore così straziante di cui tu non hai idea.»
Sharon non era nulla, era solamente l'occasione di Steve per chiudere una volta per tutte con i suoi sentimenti nei confronti di Bucky. Anche se era consapevole di quell'enorme bugia, Steve continuava a castigare se stesso, perché quella sofferenza era troppa. Non sapeva cos'era peggio, la morte di Bucky o il fatto che non ricordasse ormai più nulla.
Le forti braccia di Bucky gli scossero il capo con non troppa forza, e il suo respiro gli si avvicinò alle labbra. Steve socchiuse gli occhi e si fece inghiottire da quel sussurro:
«Io non ti ho mai dimenticato Steve. Sei l'unica cosa rimasta viva dentro di me per tutto questo tempo.»
Assaporò la sua voce, strinse le mani sulle sue spalle, e riprese e baciarlo, gemendo e respirando pesantemente. Velocemente rimasero a petto nudo, e con altrettanta velocità si sfilarono i pantaloni, rimandando per qualche instante in intimo, per dare tempo alla loro pelle di fare aderenza. Era incredibile come dopo tutti quegli anni ogni centimetro di loro fosse come incastonato perfettamente l'uno sull'altro. Due metà di un mosaico barbaramente separate, ma create per stare insieme.
Le loro erezioni pulsati ed evidenti si facevano strada anche attraverso il tessuto, e ad ogni contatto dei loro bacini un sonoro gemito incontrollato li coglieva di soppiatto.
Steve terminò l'opera spogliando del tutto Bucky. Lo vide sdraiato in terra, totalmente rapito da lui e dai suoi gesti. I capelli lunghi e scuri si erano sciolti sul pavimento, e le braccia aperte cercavano un contatto con le sue mani. Delle profonde cicatrici bianche e scavate contornavano la protesi argentea, che in quel momento pareva essere una perfetta parte di Bucky. Le gambe aperte che cingevano la vita di Cap, che con impazienza si privò del suo intimo, chinandosi su di lui.
I loro petti si unirono, sudati e pericolosamente sussultai dai loro fiati agitati; si baciarono ancora, le mani di Bucky si aggrapparono al collo di Steve, che delle volte percorrevano tremanti la sua schiena fino ad arrivare al fondoschiena.
Rogers gli prese il viso ruvido dalla barba, mentre con l'altra mano libera iniziò a stuzzicare il membro di Bucky. Il moro gemette fra le sue labbra ed inarcò la schiena di scatto.
Quella sensazione di piacere e d'amore gli era stata privata da troppo tempo, ed in quel momento le carezze di Steve gli procuravano quasi dolore, dopo una vita di abusi e torture.
Allargò di più le gambe ed alzò il bacino, invitando il biondo ad andare oltre ed avvicinarsi.
Danzando a ritmo regolare su di Bucky, con delicatezza lo penetrò, facendolo urlare per una sensazione di dolore ed estremo piacere. Sarebbero potuti venire già lì, solamente a contatto con la pelle, stando anche immobili. Ma si trattennero, mentre Steve iniziò a spingere con movimenti ripetitivi masturbando Bucky. L'eccitazione era così tanta che dovettero abbandonare i loro baci e concentrarsi esclusivamente sul piacere. Spaventati, sentendo che l'orgasmo fosse ormai vicino, e che un formicolio ed un bruciore insopportabili avvamparono nei loro inguini, come se stessero facendo l'amore per la prima volta, si strinsero forte la mano, in un legame indissolubile.
Steve spinse ancora una volta, muovendo più velocemente la mano intorno al membro di Bucky, lamentandosi stridulamente e lasciandosi sovrastare dall'orgasmo assieme al compagno.
Si sdraiarono entrambi, sudati e ansimanti con le mani ancora strette insieme. Bucky poggiò la testa sulla spalla di Cap e guardò il vuoto riprendendo fiato.
«Mi sei mancato.» sussurrò stanco e affaticato il biondo, giocando con le ciocche castrare di Bucky.
«Anche tu.» continuando a perdersi in quel momento, Barnes ripassò a memoria ogni dettaglio per non rischiare di dimenticarlo come il resto della sua vita.
Il viaggio era quasi concluso, e i due dovettero rivestirsi per prepararsi alla prossima battaglia.

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