And at the End, I'll Come to Get You
La prima volta che Louis vede Niall è alla festa di compleanno di un certo Payne, uno di quei ragazzi sexy ai quali basta una semplice occhiata per scalare la piramide sociale della scuola. Non è nemmeno sicuro di essere stato invitato, ma a lui non serve un vero invito scritto per presentarsi a una festa aperta a tutto il corpo studentesco: gli basta sorridere al padrone di casa e il gioco è fatto; in fondo, lui è pur sempre Louis Tomlinson.
La casa – la villa immensa – di Payne è invasa da un misto di alcol, sigarette e sudore. C'è un totale di cento persone circa costrette solo nel soggiorno, quindi chissà in che stato si trova il resto dell'abitazione. Tutti ballano, si divertono e si godono questo fatto di trovarsi in un posto non di loro proprietà e di poter fare quello che vogliono. Tanto, non saranno loro a dover pulire.
Louis sguscia in mezzo alla massa in movimento, ricevendo pacche sulle spalle, cenni del capo, saluti e attenzioni indesiderate da gente che gli si butta praticamente addosso. Appena riesce a sistemarsi contro il muro, quello che separa la sala dalla cucina e dal quale può godere di una buona visuale sulla stanza, prende una birra dal tavolo più vicino; la sorseggia con tutta la calma del mondo.
Qualcuno si piazza alla sua destra, una mano contro il muro.
Louis riesce a intravedere il sorriso del nuovo arrivato anche senza voltarsi. Ghigna. «Devi essere proprio disperato, se vieni a cercare la mia compagnia.» Accosta le labbra al vetro della bottiglia e prende un sorso.
«Quanto fai il prezioso, Tomlinson. Lo sai che avrò sempre un debole per il tuo bel culetto.»
Louis gira la testa. «Certo che lo so.»
Harry Styles non è lo stronzo che sembra. Davvero. Solo... Hanno dovuto affrontare una piccola difficoltà tecnica quando, in piena sbronza da delusione amorosa, Louis l'ha sbattuto come si deve in una delle camere di casa Malik. Senza domandarsi perché fosse una matrimoniale piena di foto dei genitori di Zayn; senza chiedere nulla se non "Scopiamo?" al ragazzino di prima superiore dai folti capelli ricci; senza preoccuparsi del particolare verginità. Ecco, un minuscolo dettaglio che, purtroppo, ha tralasciato. Ma. La versione di Harry è che "È stata una prima volta abbastanza deludente"; la sua versione è che "Ho approfittato di un ragazzino, trasformandolo in una macchina da sesso perennemente pronta a tormentarmi". Harry è l'unico che può vantarsi di riuscire a far cedere la sua aura di perfezione e indifferenza. Un motivo grazie al quale Louis si è preso il disturbo di farsi un giro sul suo corpo deve pur esserci.
Harry ride; le fossette sbucano come per magia sul suo volto. «E allora perché ancora ti ostini a rifiutarmi?»
Punto uno, lui non lo rifiuta; punto due, mai che lo lascino in pace; punto tre, non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura, ma gli è rimasta impressa nella mente quella fatidica prima – nel vero senso della parola – volta e ancora si sente leggermente in colpa. Quindi, no: Harry è un caso chiuso.
«E tu perché, con tutta la gente disponibile, vieni a rompere le palle proprio a me?»
Harry inclina il capo. «Ti infastidisce la cosa?»
No.
«Sì.»
Harry si stringe nelle spalle e si lascia andare contro il muro. C'è un centimetro a separarli e Louis sente che è elettricità quella che scorre nel mezzo, quel tipo di corrente che ti fa infilare le mani nelle mutande senza ripensamenti... Peccato che lui abbia più di un ripensamento.
Si sistema il ciuffo sulla fronte e finisce la sua birra.
Louis e Harry restano per un bel po' l'uno accanto all'altro, a guardare la festa scorrere davanti ai loro occhi. Sembrano due normali amici – con attrazione fisica, esperienza sessuale, provocazioni e tante altre cose in ballo – che si stanno godendo il sabato sera senza bisogno di dirsi niente.
Poi succede.
È bassino, con i capelli castani per tre quarti ossigenati; indossa degli skinny neri, una maglietta bianca e, sopra a questa, una camicia a scacchi a maniche corte. Anche da dove si trova, Louis riesce a vedere gli occhi azzurro cielo e il rossore sulle sue guance. Sta ballando sopra un tavolino, al ritmo della musica sparata dalle casse, agitando i fianchi come a voler urlare richieste ovviamente piene di doppi sensi. Sembra uno di quei ragazzi che puoi trovare la domenica pomeriggio a giocare a calcio nel parco, uno di quelli che si considerano amici di tutti. Uno che Louis prenderebbe in considerazione per attività più stimolanti.
«Quello chi è?»
Harry segue il suo sguardo. Indugia un attimo di troppo sulla risposta e «Mmh, Niall. È irlandese e penso del terzo anno» dice.
Louis gli rifila la bottiglia vuota senza dire altro ed entra di nuovo nella mandria di adolescenti scatenati, con direzione un punto in particolare. Spintona in malo modo una coppia che si sta mangiando la faccia a vicenda e alza gli occhi sul ragazzo biondo. Incollate a lui ci sono due ragazze in minigonna; dire che gli stanno facendo la lap dance addosso sarebbe riduttivo e il fatto che a lui piaccia accende ancora di più il fuoco dentro il corpo di Louis.
Louis sale sull'angusto tavolo e picchietta contro la spalla nuda di una delle ragazze; lei prova a mettere a fuoco il volto di chi l'ha disturbata, poi, forse riconoscendolo o – per qualche oscuro motivo – capendo, afferra l'amica per un braccio e la trascina giù.
È così che si ritrova da solo, con lui.
Louis gli si accosta, agitando il busto; prima che possa notare il cambio di compagnia, preme le labbra contro il suo orecchio. «Fai lo schizzinoso se dico di volerti scopare fino a perdere il controllo del mio stesso cazzo?»
Il ragazzo – Niall – sobbalza leggermente e inclina la testa. Solleva un sopracciglio e lo guarda, con le pupille dilatate. «Non credo. Ma chiedimelo con termini più gentili.» Se anche Harry non l'avesse sottolineato, il suo accento avrebbe tradito da solo la sua provenienza.
«Tu. Io. Camera da letto. Preservativo. Bisogni umani e non posticipabili.»
«Non mi piace» ribatte Niall, incrociando le braccia.
«Sarei onorato di portarti a letto» tenta di nuovo Louis, sostituendo al suo ondeggiare scoordinato un movimento di fianchi molto più allusivo.
Guarda le guance di Niall farsi ancora più rosse, se per l'imbarazzo o per l'eccitazione non lo sa. Si passa la lingua sulle labbra e le stira in un sorriso, al quale l'altro ricambia. Louis potrebbe approfondire la cosa, scavare un po' più a fondo, ma non gli interessa farlo. Ed evidentemente, non è l'unico.
«Scopami e basta, Louis Tomlinson.»
Cinque minuti dopo, ha tre dita infilate dentro Niall. Sono costretti in un ripostiglio al piano terra e la maniglia della porta gli sta perforando la schiena.
Ma.
Niall urla un sacco e Louis viene due volte.
Qualcuno prova anche a entrare ed entrambi si mettono a ridere per farlo desistere. Funziona.
∎
Passano quattro giorni prima che il destino arrivi in soccorso di Louis.
È appena entrato in sala mensa, con Zayn al suo fianco e una sigaretta spenta tra le labbra. Vede Niall seduto sopra uno dei tavoli centrali, con le gambe aperte in mezzo alle quali c'è un vassoio... Il vassoio da cui Harry sta mangiando. Louis pensa che sia uno scherzo, ma si avvicina in ogni caso perché quello è il suo tavolo e lui ha fame. Non si mette in fila per prendere il pranzo: ruba un panino dalle mani di qualcuno e si siede, sollevando i piedi.
La situazione sarebbe imbarazzante se lui e Niall non avessero fatto sesso, se lui e Harry non fossero stati insieme e se la mensa non fosse piena di gente. Ma ogni cosa è successa o sta succedendo e non è imbarazzante, perché tutti sanno tutto di tutti e che Louis stia mangiando con persone con cui è andato a letto non è davvero importante.
Morde il panino senza staccare gli occhi da Niall. Le sue guance sono ancora rosse e a questo punto conclude che deve essere il loro colore naturale – niente alcol o droghe di mezzo. Smette subito di fissarlo.
«Louis» dice di punto in bianco Niall, piegando le gambe e sorridendo come un bambino.
«Niall.»
Non si guardano mentre si salutano. Sanno della presenza dell'altro, ma non ne danno evidente importanza.
Harry fa oscillare lo sguardo tra di loro; tutto il tavolo fa oscillare lo sguardo tra di loro.
Il primo a parlare è Zayn, che scoppia a ridere e rifila una pacca sulla spalla a Louis. «Non mi aspettavo che sapeste i vostri nomi.
«Non sono così cafone.» Louis fa un sorrisetto ironico.
Non è imbarazzo, è solo che sarebbe troppo sdolcinato rivolgersi direttamente a Niall. Guardi una persona negli occhi quando ti interessa davvero, non se stai cercando altro. E a Louis non interessa Niall, per questo pesta un piede a Zayn, facendogli capire che i riflettori devono cambiare aria. Ma, mentre tutti riprendono i loro discorsi, Louis si concede di guardare il ragazzo biondo finché anche lui non lo fissa a sua volta. Non c'è nulla, ma a Louis piace: è strano, caldo, morbido e a Louis piace perché Niall non chiede niente.
Niall ha messo in chiaro di non voler chiedere niente.
Louis si lecca le labbra.
Gli occhi azzurri di Niall lo studiano, divertiti; si china, avvicinando la bocca al suo orecchio. Ha la voce di un bambino ed è quasi difficile prenderlo sul serio, ma «Scopiamo e basta?» chiede.
Suona quasi come una proposta innocente.
Louis sorride e annuisce. Niall scende dal tavolo stando attento a non far cadere nulla; non tocca Louis né lo prende per mano, e si dirige verso l'uscita della mensa. Ci sono fischi e risate quando Louis si alza per seguirlo, ma lui le ignora. Come ignora gli occhi verdi di Harry inchiodati sulla sua schiena.
∎
Niall lo spinge nell'aula di informatica, vuota; vuole essere lui a comandare. Gli apre – letteralmente – in due la camicia, facendo saltare piccoli bottoni da tutte le parti. Sfila la propria felpa verde dalla testa e la getta in tutta fretta a terra, premendo poi i palmi aperti sul petto di Louis e facendolo sdraiare su uno dei tavoli. Louis sbatte la testa contro un computer e, mentre le labbra bagnate di Niall cominciano a scorrergli lungo la pancia, allontana con una manata l'apparecchio quanto basta per non finirci di nuovo contro.
È in qualche modo eccitante il modo in cui si sono scambiati i ruoli. Non che avesse preso Niall per un timido secchione da dominare, ma alla festa ha fatto tutto lui, fottendolo come si deve e inebriandosi della magnifica sensazione data dal controllo. Adesso, invece, è lui quello in trappola, alla completa mercé dell'altro ragazzo, che sta percorrendo con le labbra il suo corpo e che si ferma una volta giunto al bordo dei suoi jeans. Niall indugia sulla cerniera per un po', stringendola poi tra i denti e abbassandola. Louis sente il suo naso premere contro la stoffa dei boxer.
«Che lezione hai dopo?»
Louis sussulta appena quando Niall gli slaccia completamente i pantaloni e li abbassa. Si passa una mano sulla fronte sudata. «Italiano, o matematica. O storia.»
Niall ride. «Ti faccio perdere la concentrazione così facilmente, Tomlinson?» domanda, togliendogli le scarpe per riuscire a sfilare del tutto i jeans.
Lo sta facendo penare. Il bastardo.
«Stai per succhiarmi il cazzo. Ti devo anche rispondere?»
L'irlandese ride di nuovo e si ferma un secondo a guardarlo. Ha quello sguardo poco rassicurante che gli ha visto in faccia anche in casa Payne. «Dillo più gentilmente.»
Louis sbuffa. «Sei in procinto di farmi un così comunemente chiamato pompino. Reazione, io che mi dimentico il mio stesso nome.»
«Più correttamente, l'azione sono io piegato sulle tue mutande. La reazione―»
«La puoi intravedere sotto di quelle.»
Niall ci pensa per qualche secondo, mentre tiene gli occhi fissi sul rigonfiamento. Fa paura. Poi annuisce soddisfatto e si china in avanti. «Sì, direi che è corretto.»
Louis sta per tirargli in testa il pc paleolitico alle sue spalle, ma si trattiene, perché Niall infila una mano nei suoi boxer e, invece di fare quello che sarebbe giusto per legge, sfrega i propri polpastrelli sull'erezione. E Louis pensa di poter morire. Uno psicopatico che ama far soffrire la gente doveva scegliersi, certo. Si morde il labbro inferiore quando la mano di Niall comincia a muoversi con un ritmo regolare e sta per dirgli che gradirebbe le sue labbra, lì sopra, ma l'altro deve leggergli nel pensiero perché gli abbassa completamente le mutande, scoprendo il membro già eretto.
Si vergogna di quanto in fretta Niall lo faccia eccitare.
Il biondo non gli dà tempo per abituarsi; lo ingloba velocemente e comincia ad alzare e abbassare la testa. Louis inarca la schiena e le sue mani volano tra i capelli dell'altro, chiedendo di più. Niall aumenta il ritmo. Non è gentile: è veloce, caotico e violento, quando lo morde in un gesto di provocazione. Louis risponde tirando maggiormente le ciocche sudate. Un gemito più forte degli altri gli sfugge dalla bocca e lo sente, quel formicolio al basso ventre, la linea rossa che sta per essere superata. Ma Niall si scansa all'improvviso e sale a cavalcioni sul suo bacino, continuando con quel sorriso da bambino perfido. Comincia a muoversi avanti e indietro sull'erezione di Louis e quest'ultimo preme una mano sui propri occhi per non fare caso al dolore, che sta per farlo esplodere in un pianto isterico. Niall gli prende le mani, accarezzandole, e le porta all'altezza della cerniera dei propri pantaloni. Louis prova a rimanere concentrato mentre gliela apre, sbattendo le palpebre e fissando le labbra rosse e bagnate del ragazzo sopra di lui; se le immagina come un secondo prima impegnate a soddisfarlo e un brivido lo percorre da capo a piedi. Sfila indispettito il bottone dei jeans di Niall dall'asola e lo guarda sollevarsi per toglierli. Gli tasta il fondoschiena e butta la testa all'indietro.
Sta per scoppiare.
Niall lo guarda fisso negli occhi mentre si prepara, poi indietreggia, infila le braccia sotto le gambe di Louis e lo aiuta a sollevarle, portandosele poco più sopra dei fianchi. Non smette di guardarlo neanche quando avvicina le dita alle sue labbra, e Louis apre la bocca per succhiarle, ubbidiente. Gli occhi di Niall sono così azzurri... molto più dei suoi: sono azzurri come il mare, o come il cielo quando è particolarmente azzurro e lo si indica urlando quanto sia assurdamente azzurro; sono talmente azzurri che gli risulta difficile associarli a quello che stanno facendo.
Niall sfila le dita. Gli sfiora con un ghigno il membro ricurvo sul petto – lo stronzo – e guarda Louis che strizza gli occhi per non venire. Avvicina la mano alla sua apertura e «Siamo uno pari, Tomlinson» sussurra, infilandovi l'indice.
∎
Fa freddo. Ci sono minuscoli coni di ghiaccio che penzolano dai rami e fiocchi di neve che cadono a terra ricoprendo tutto di un candido manto bianco. Devono esserci meno di dieci gradi.
La prima volta che Louis bacia Niall, fa freddo, un freddo che gela fin nelle ossa. I bambini stanno correndo per le strade con le braccia spalancate; i camini emettono strisce di fumo nero; le macchine imbiancate occupano i lati dei marciapiedi. È inizio gennaio e sembra di stare al Polo Nord.
Louis si stringe nella sua giacca e lascia penzolare una gamba nel vuoto. È arrampicato sullo scivolo del parco giochi e sono dieci minuti buoni che Zayn sta inveendo contro di lui perché potrebbe cadere e rompersi l'osso del collo e morire prima di avergli fatto da testimone al matrimonio.
Il suo migliore amico è paranoico.
Si stanno semplicemente annoiando su delle stupide giostre per bambini da un bel po'. Quando nevica non c'è poi molto da fare e girarsi i pollici in compagnia è già qualcosa. Perciò, lui e Zayn si sono uniti a questo gruppo improvvisato e fornito di sigarette, bottiglie di birra, guanti di lana e sciarpe. C'è Liam Payne, che ormai gli va a genio; la sua ragazza, di cui non ricorda il nome, e quella di Zayn, Perrie; poi ci sono Stan, Josh, Alex, Loryn e altra gente a caso; c'è Niall, che – forse perché "esce" con lui o perché, a quanto pare, tutti lo conoscevano già prima che Louis gli mettesse gli occhi addosso – è diventato una presenza costante. E c'è Harry.
Harry è ovunque. È un adesivo particolarmente appiccicoso che non ne vuole sapere di staccarsi e scomparire. E immancabilmente c'è sempre qualcuno che lo invita perché il fatto che Harry abbia castigato mezzo liceo l'ha reso un tipo giusto, uno la cui opinione conta e Louis deve davvero far approvare una legge che lo tenga ad almeno un chilometro di distanza da lui. Non è esagerato. È solo che Harry non fa che fissarlo. Lo fissa con quello sguardo che giudica le persone e Louis lo detesta perché vedi da che pulpito viene la predica, pensa. Louis lo odia tantissimo per il fatto che è sempre in mezzo ai piedi, e per qualche ragione questo nemmeno lo infastidisce così tanto!
Louis cambia posizione sull'asse di legno quando gli occhi verdi di Harry sembrano sul punto di fargli un buco in fronte. Zayn emette un'imprecazione vedendo Louis barcollare e lo minaccia di tagliargli le gambe se non scende subito, ma Louis non lo ascolta e guarda invece il cielo grigio, da cui i fiocchi continuano a scendere indisturbati, posandosi tra i suoi capelli umidi.
Non è un tipo profondo, Louis; non è uno di quelli che si mette a contemplare la natura e ci tesse sopra poesie e frasi romantiche. No. Lui è più uno di quelli che la osserva e se la fa andare bene, sia che degni gli esseri umani di un sole bollente, sia che offra loro solo gelo invernale. La natura è il palcoscenico della sua vita, per gran parte del tempo, e lui la apprezza senza sfociare nella sdolcinatezza.
La struttura su cui è arrampicato traballa appena e Louis ci si attacca con le unghie. Niall sta salendo i pioli della scala dalla quale parte la trave – che si collega allo scivolo, e al ponte, e così via. Zayn deve accorgersene perché si volta, ma poi torna a fumare la sua sigaretta.
Niall scivola con strabiliante equilibrio verso Louis e avvicina un ginocchio al mento, guardando a terra. Sorride. Come sempre. «Non, tipo, soffri di vertigini?»
«Se anche dovessi cadere, c'è abbastanza neve da impedire che mi rompa l'osso del collo.»
«Quindi non soffri di vertigini.»
«Io ho sempre sognato di essere come Peter Pan.» Louis si stringe nella spalle. «Peter Pan non può avere paura dell'altezza.»
Niall lo guarda con la testa inclinata e «Non hai tutti i torti» conclude, allungando una mano per farci cadere nel mezzo un fiocco di neve.
Dio. Niall è un tale bambino. Non come lui. Lui lascia i vestiti per terra, mangia la Nutella con le dita e sogna di volare fino all'Isola Che Non C'è, ma non è così piccolo e infantile e con due guanciotte enormi e rosse. Ogni tanto si chiede come sia successo... Loro due, che scopano senza una logica precisa e che fanno discorsi strani. Louis pensa che, se l'avesse conosciuto in circostanze diverse, Niall sarebbe potuto essere suo amico tanto quanto Zayn, ma, ora come ora, riesce a vederlo solo nudo e sotto o sopra di lui.
Louis scuote la testa e osserva ancora il cielo. Ha un che di affascinante, con quelle infinite tonalità di bianco e grigio. Gli piace. Poi volta la testa per guardare Niall, perso nei propri pensieri, con il naso rivolto verso l'alto e gli occhi azzurri sbarrati; ha le labbra screpolate e Louis si rende conto di averle sentite solo ed esclusivamente sul suo cazzo. All'improvviso crede anche che non ci sia nulla di male nel voler provare qualcosa che non sia una posizione strana, o chissà quali parole volgari urlate durante il sesso per accendere l'amplesso. Accenna un sorriso e gli prende il mento tra il pollice e l'indice; Niall lo guarda prima con una punta di confusione, poi scoppia a ridere e preme la bocca su quella di Louis. Louis trema per un secondo, preso un po' alla sprovvista da tutta questa cosa... ma, in fondo, la voleva provare pure lui. Infila la mano destra tra i capelli di Niall e li stringe.
Il loro non è quello che si può definire un bacio romantico. Non hanno mai provato ad assaggiarsi nel modo più semplice che esista. Sono stati insieme più volte, ma Louis non ha mai fatto incontrare le loro labbra, e nemmeno Niall. Non permettono quindi che diventi qualcosa di memorabile: il tempo di conoscersi, di sentire la consistenza reciproca, e Louis spalanca la bocca per far scontrare la lingua con quella dell'altro. L'urgenza è ciò che li ha sempre trovati d'accordo. Niall è così irruento che per poco cadono entrambi dalla giostra per bambini. Louis ride contro la bocca dell'altro. Gli stringe il labbro inferiore tra i denti e lo tortura, ascoltando i suoi sospiri sconnessi. Tira indietro la testa mentre le labbra di Niall passano sul suo mento, sul collo e sulle clavicole, dove comincia a succhiare; gli infila una mano sotto gli strati di canottiera, maglietta, felpa e giacca che indossa e Louis rabbrividisce. Strattona con entrambe le mani le ciocche di Niall e lo costringe ad alzare il viso. Ha gli occhi lucidi e le pupille dilatate, le quali un attimo prima lo guardano e quello dopo fissano la sua bocca. Louis lo anticipa baciandolo di nuovo e stringendogli le guance bollenti. Sente la lingua di Niall cercarlo con urgenza; la trova con la sua e la sensazione intima di unione che questa cosa implica dovrebbe spaventarlo, invece lo intriga.
Niall è come un giorno d'Estate, che ti sopraffa e che ti fa mancare il fiato; è come la pioggia, delicata sulla pelle, che l'attimo dopo aumenta e ti affoga; è come l'acqua, che riesce a farti perdere nella sua oscurità. Niall è tutto ciò che c'è di bello al mondo, mischiato al peggio. È un angelo che poi si trasforma in un demone e ti conduce nelle tenebre. E una contraddizione che Louis apprezza, forse troppo.
Louis sposta la gamba sinistra per mettersi perfettamente di fronte a Niall e prova in tutti i modi a sentirlo, più di quanto non stia facendo. Trasforma il bacio in qualcosa di caotico e bisognoso ed è tutto uno mischiarsi di labbra, lingue e saliva. Non sente più freddo, ma solo un asfissiante caldo emanato dalla pelle dell'altro sotto le sue dita, dalla sua bocca unita alla propria. Non avverte nemmeno Zayn che lo chiama, o Stan che gli urla di trovarsi una camera. C'è solo Niall, Niall ovunque, in tutte le direzioni e con una potenza sempre più amplificata.
Solo lui, sopra ogni cosa, anche agli occhi verdi di Harry che lo stanno guardando.
∎
Si stacca dal collo di Niall con un sonoro pop e apre il proprio armadietto per prendere il libro di chimica.
Niall invia il messaggio che stava scrivendo al cellulare e si volta. La macchia rossastra lasciata da Louis sembra pulsare sulla sua pelle chiara e lui la sfiora con un ghigno. «Sei un animale.»
«Grazie. Lo prenderò come un complimento.»
Non si abbracciano o si baciano, ma Niall lo guarda negli occhi per qualche minuto buono e poi sorride, avviandosi verso la sua aula. Louis lo squadra divertito e richiude l'armadietto; si arrende quando il lucchetto scatta per la terza volta e allora molla un pugno contro il metallo; l'anta rimbalza, prima di spalancarsi... di nuovo.
«Tu e Niall uscite ancora insieme?»
Louis sobbalza appena e si volta, perdendo qualsiasi emozione precedentemente presente sul suo volto appena si accorge che è Harry la persona davanti a lui. Indossa una bandana con i colori della bandiera americana, una maglietta bianca e degli skinny abbinati a un paio di stivaletti marroni. Lui ha questa capacità di sembrare appena uscito da una rivista di moda qualsiasi cosa si metta addosso. È abbastanza irritante.
«Noi non usciamo insieme.» Louis tira un sinistro a caso contro il suo armadietto e l'anta resta chiusa, finalmente.
Harry inarca un sopracciglio. «Ok, tu e Niall scopate ancora nelle aule della scuola?»
«Chi ti dice che lo facciamo a scuola?» domanda Louis, incrociando le braccia e chiedendosi cosa abbia mai fatto di male nella vita per meritarsi una seccatura come questa.
«Dove l'avete fatto, fino ad ora?»
«In un ripostiglio a casa di Payne, nell'aula di informatica, nei bagni della palestra, sul divano a casa di mio padre―»
«Il concetto di letto vi è così tanto estraneo?»
Louis ride una risata finta e lo supera, evitando di toccarlo. «Non è così tanto eccitante, te l'assicuro.»
Harry gli cammina dietro e «Siete scopamici, in poche parole?» chiede, socchiudendo gli occhi verdi.
Louis si impone di non fermarsi, quando risponde in un sibilo seccato: «Due persone, che vanno d'accordo e a cui piace fare sesso, non devono per forza trovare un nome per definirsi. A me piace scopare con lui e a lui anche, fine della storia.»
«L'altro giorno al parco il vostro non mi è sembrato un semplice rapporto di sesso.»
Louis smette di camminare e stringe maggiormente le mani sul suo libro. Harry si riferisce al bacio: ha baciato Niall e, in effetti, non in modo molto distaccato. Ma perché diavolo deve giustificarsi per aver avuto voglia di mettergli la lingua in bocca? Gesù.
Non risponde. Riprende a muoversi.
«Allora?» Harry insiste.
Louis non risponde.
«Louis.»
Louis ignora il tono irritato e fa finta di niente.
«Louis!»
Louis spinge Harry al muro e gli punta un dito contro. «Sei geloso? Mmh? Geloso perché non sei tu quello che mi sbatto senza sosta ogni volta che ne ho voglia? Da cui mi faccio scopare nei posti più improbabili, eh? Mi dispiace se ti senti così tanto frustrato da ritenerti giustificato a tormentarmi, ma fattene una ragione. Niall e io non usciamo insieme, ma scopiamo come animali! È questo che volevi sentirti dire?» Louis non smette di urlare per un secondo e intorno a loro si è formato un piccolo cerchio di persone che assiste al teatrino con la bocca aperta. Lui le ignora. Tiene gli occhi fissi su Harry e sputa un «Lasciami in pace» a due centimetri dalla sua faccia, per poi allontanarsi regalando spallate a chiunque gli intralci la strada.
∎
Louis e Niall non stanno insieme; Louis e Niall fanno sesso. Ovunque capiti, loro fanno semplice e sano sesso senza coinvolgimenti, senza il bisogno di accordarsi prima e senza dover tenere fede a promesse o a impegni. Loro si divertono perché a Louis piace tremendamente tanto e perché Niall trova tutto eccitante. Grazie a questo – e, soprattutto, alla reciproca consapevolezza – sono diventati anche amici. Amici che fanno sesso, già... Del resto, ai bisogni non si comanda.
Niall è piegato davanti a lui e Louis sta decidendo come procedere, se prolungare la sua agonia o soddisfarlo in fretta. Gli guarda il didietro tondo e bianco come il latte, continuando a fumare la sua sigaretta. Per la prima volta, lo stanno facendo su un normalissimo letto; deve ammettere che è molto più comodo e non ci sono maniglie, computer, sbarre o altri aggetti a perforargli la schiena.
Louis inspira dal filtro e osserva Niall piegarsi sui gomiti e alzare maggiormente il sedere. Spegne la sigaretta nel posacenere sul comodino quando «Hai intenzione di lasciarmi qui a invecchiare?» Niall gli chiede, con un tono di supplica.
Louis ghigna e si sdraia sulla schiena alla sua sinistra, guardandolo negli occhi. «Sei sempre così impaziente.»
«Non sono impaziente, è che sará mezz'ora che mi guardi il culo mentre fumi e fai apprezzamenti strani, manco fossi la miglior torta al cioccolato del mondo.»
Niall non è davvero arrabbiato, ma lo fissa con uno sguardo omicida e Louis ride, sollevandosi e inginocchiandosi alle sue spalle. È nudo e si è già premurato di prepararsi a dovere, quindi afferra un preservativo e del lubrificante. Niall trema appena quando gli sfiora la colonna vertebrale con una mano. Con l'altra, cosparsa di liquido, si avvicina alla sua apertura e infila il primo dito fino alla nocca. Quando Niall smette di agitarsi, aggiunge il secondo e poi il terzo, abbastanza in fretta perché lui non perda la stabilità sulle braccia e crolli in avanti. Louis aspetta un secondo perché si abitui, poi comincia a sforbiciare per aprirlo. Gli stringe più forte il fianco morbido e lo morde, nel mentre, perché Niall si è rimesso in equilibrio e sta tremando, mentre si muove per sentire le dita di Louis.
Louis sfila le falangi con attenzione e si solleva, stringendosi maggiormente al corpo caldo di Niall. Avvicina le labbra al suo orecchio destro e «Sei pronto, piccolo folletto irlandese?» sussurra.
Niall annuisce, col fiatone, e si tende come le corde di un violino. Louis si ritrae, lascia baci sul suo collo, sulla sua schiena, prima su un fianco e poi sull'altro, sui suoi glutei; sfiora infine con la lingua la sua entrata, cogliendolo di sorpresa e sorreggendolo perché non cada. Lo tiene fermo, mentre si allinea e fa breccia nell'iniziale resistenza. Con un gemito, Louis comincia a spingere e Niall urla; i suoi muscoli si stringono intorno all'intrusione e Louis sostituisce ai primi affondi delle spinte mirate, in cerca del punto che sa gli farà vedere le stelle.
«Louis. Louis. Louis» continua a uscire dalle labbra di Niall, mentre si adatta al movimento e gli va incontro.
Louis allaccia una mano intorno al membro dell'altro ragazzo e inizia subito a muovere la mano, seguendo il ritmo dei propri fianchi. Pensa che potrebbe cedere prima lui, ma poi Niall crolla del tutto sulle braccia e soffoca un grido rauco contro le lenzuola. E Louis sa di aver trovato quello che cercava. Continua a colpire quel punto con insistenza, perdendo il ritmo delle spinte e passando a muoversi in modo sconnesso e frenetico, pompando con la mano sulla sua erezione e mordendogli continuamente la schiena.
Niall resta chinato in avanti, senza più provare a risollevarsi; si agita, respirando pesantemente, e inclina la testa verso di lui. Louis gli morde le labbra e poi gliele bacia, tendendosi sulla sua schiena. E Niall viene, a fiotti caldi nella sua mano, seguito subito da Louis, che gli mette la lingua in bocca e cavalca l'onda dell'orgasmo contro di lui. Spinge un altro paio di volte. Niall ha la bocca spalancata, quando allontana il volto, e lo sta guardando con le pupille dilatate. Poi Louis crolla, stringendolo tra le braccia e scivolando di lato; esce contro le proteste di entrambi e affonda il volto nell'incavo del suo collo. Sta bruciando come un forno e prova a regolare il proprio respiro, con calma.
Niall si gira sulla schiena e guarda il soffitto, sorridendo come un bambino e girandosi verso di lui. «Non ho ancora capito se preferisco prenderlo o essere io a mettertelo nel culo» dice, le guance rosse.
Louis scoppia a ridere e gli bacia le labbra, scorrendo una mano sul suo petto e sempre più giù, per ricevere il segnale di un secondo round.
∎
Ha un appuntamento con Niall davanti alla caffetteria entro cinque minuti. Non è proprio un appuntamento... Prima di entrare in classe, Niall gli ha palpato il culo e fatto scivolare un foglietto di carta, con ora e luogo, nella tasca posteriore dei jeans. Sicuramente non è in programma una partita a scacchi.
Louis scende le scale del primo piano. Il flusso di studenti si dirige nella direzione opposta per raggiungere le rispettive aule e lui conta un numero discutibile di scontri, nel frattempo. Quando scende l'ultimo gradino, una mano lo afferra per la maglietta e si sente strattonare di lato, poi sbatte la schiena contro il muro e due occhi verdi gli si piantano addosso.
Giusto, i due occhi verdi di Harry.
Louis scuote la testa. «Si può sapere che accidenti vuoi dalla mia vita?»
«Dove stai andando?»
«Da nessuna parte che ti riguardi, Harry. Non sei mia madre.»
Harry assottiglia lo sguardo e smette di premergli il palmo della mano contro il petto. «Da Niall?»
Louis vorrebbe cadere a terra dalla disperazione. Non ha nessun fottuto senso tutto ciò. Infatti «Non ha senso!» ringhia. «Che te ne frega se vado da Niall o meno!»
«Me ne frega, invece.»
«Perché?» Louis sta tremando. «Non hai nessuno che possa distrarti con favori sessuali e quindi vieni a perseguitarmi l'esistenza? Appenditi un cartello sul culo e vedrai che la componente femminile e gay della scuola ti darà una mano.» Louis lo scansa per allontanarsi. La sua pazienza ha un limite, davvero.
Harry apre di nuovo bocca. «Sei proprio uno stronzo, lo sai? Ci sarà sempre questa parte di me che mi ricorda con quante persone sia stato, e di questo mi pentirò, prima o poi. Ma...» Smette di parlare e un... singhiozzo? gli sfugge dalle labbra. «Resta il fatto che l'unico fottuto momento in cui io mi sono sentito giusto sia stata quella santissima volta insieme a te! Però tu l'hai trasformata in un errore, in qualcosa di cui pentirti, vergognarti e da usare come un motivo per starmi lontano.» La voce gli si incrina sull'ultima parte e Louis sospira un sospiro seccato. Harry non sta piangendo, ma ha gli occhi lucidi e le mani gli si muovono a scatti come se volesse prendere a pugni qualcosa.
«Che cosa vuoi da me, Harry?» Louis si volta, sconfitto. «Non so che cosa stai cercando, non credo nemmeno di potertelo dare... Voglio solo che mi lasci in pa—»
«Voglio te. Non perché amo il tuo didietro o per fare la troia come Niall. Voglio stare con te... Non è un concetto così difficile da capire.»
Ok, a questo punto Louis è confuso. E sconvolto.
«Per me lo è! Tu—Mio dio. Tu mi odi. Non fai che assillarmi con le tue stronzate e le tue battutine squallide. Sono due anni che fai solo questo, senza lasciarmi mai un attimo di tregua, quindi perché cazzo non ti trovi qualcun altro da tirare deficiente!» Non sta capendo. Non sta capendo nulla, né di quello che dice Harry, né di quello che sta uscendo dalla sua stessa bocca. «E lascia stare Niall. È vero, noi scopiamo come conigli e non stiamo nemmeno insieme. Ma mi sta bene e so di farlo perché ne ho voglia e non perché devo distrarmi da qualcos'altro.»
Si rende conto di quello che ha detto solo quando le labbra di Harry restano bloccate su una risposta non detta. E i suoi occhi lo fissano, con delusione, mentre lui si pente di aver espresso ad alta voce quel motivo ormai lontano che lo aveva spinto ad andare a letto con Harry. Non solo i suoi ricci, i suoi occhi, il suo essere così strano e buffo e perfetto, ma anche il suo bisogno di non pensare. Per quello non si è mai perdonato. Mai. E sa che Harry conosce la verità, perché gliel'aveva detta il giorno dopo, quando con la sua coroncina di fiori era andato a cercarlo per parlare della sera prima e Louis l'aveva congedato senza mezzi termini, con la pura e squallida realtà dei fatti. Si era sentito un gran bastardo, quel giorno.
Harry scuote la testa e lo guarda, mordendosi il labbro inferiore. «Mi dispiace di averti rovinato in questo modo la vita. Sul serio. E—» Ride, rassegnato. «Sono così stupido per essere di nuovo qui, davanti a te, a cercare di farti capire.»
Louis vede lacrime agli angoli dei suoi occhi verdi, e sente una morsa al petto quando l'altro gli volta le spalle.
«Stammi bene, Lou.»
∎
Louis allontana la bocca del membro di Niall e si passa una mano sulla fronte. La camera dell'irlandese sembra una sauna ed è invasa da un odore misto di sudore e sperma. I suoi genitori non ci sono e, in due ore circa, loro due hanno battezzato lavanderia, salotto e camera da letto... Sono due persone pericolose.
Comunque.
Louis si solleva e osserva ogni centimetro del corpo dell'altro con attenzione, prima di poggiare la schiena al muro e chiudere gli occhi. Si sente confuso. Ha voglia di stare con Niall, ma è confuso.
E non è il solo ad accorgersene.
«Che c'è?» Niall gli chiede, infatti, sollevandosi sui gomiti e inclinando la testa.
Louis tiene lo sguardo basso sulle proprie mani e tutto il casino si riversa fuori dalla sua bocca senza che lui gli dia il permesso. «Non lo so. Penso che Harry abbia ammesso di voler stare con me. Sai, non so se la voce ti è nuova o meno, ma in seconda me lo sono portato a letto e lui era solo un ragazzino di prima con gli occhiali e una corona di fiori tra i ricci.» Sorride appena e sfiora le gambe di Niall con i polpastrelli. «Non sapevo nemmeno che fosse la sua prima volta. Ci sono andato perché lui era consenziente e perché una settimana prima avevo beccato il mio ragazzo a pecora davanti a un altro. Non è stata una bella cosa, ma io mi sono preso l'innocenza di Harry e me ne sto pentendo ancora adesso, perché non la meritavo» Louis ammette, pensando che è questo a torturarlo. «Lui è poi stato a letto con tre quarti del liceo. E per colpa mia, penso. Mi ha sempre assillato e sono arrivato a odiarlo, per questo, e adesso mi dice che vuole stare con me e io sto bene con te, Niall. E poi ho paura di Harry, perché mi sono ridotto a essere una di quelle ragazze deluse dall'amore, che la danno al primo che passa perché hanno paura di innamorarsi. Mi faccio abbastanza schifo.»
Louis sta guardando i suoi occhi azzurri, cercando un segno che gli faccia capire di essere pazzo. Ma Niall si limita semplicemente a fissarlo con dolcezza, o qualcosa di simile. Sono entrambi nudi e aggrovigliati sul suo letto minuscolo in un ammasso di lenzuola, vestiti e Dio-solo-sa-cosa. Eppure Louis sta buttando fuori tutto quello che ha nella testa e Niall lo sta ascoltando senza mettergli le mani in posti strani.
«Pensavo di essere io il problema, ma... Wow: la tua testa sta fumando, Tomlinson» esclama Niall, dopo un po' di silenzio.
«Grazie, sei troppo gentile.»
Niall ride e agita una mano come a dire che sta scherzando. «Non sono proprio il tipo che dà consigli, eh. Sto bene pure io con te, però noi scopiamo e basta. Non è questa gran cosa. Penso potresti farlo anche con Harry, ma metterci qualcosa di serio nel mezzo che non ti faccia sentire come una sgualdrina. Prima o poi, cercherò anch'io un rapporto simile. Non si può fare i liceali per sempre.»
Louis è sicuro la sua mascella sia cascata a terra. «Mi stai dicendo che dovrei correre da Harry come nei film romantici e dirgli che vorrei provarci? Penso che poi andrei a confessarmi perché sarebbe davvero troppo.»
«Nah, credo dovresti dargli una possibilità. A te piace, no?»
«Che? No! C'è—Boh... Non lo so» dice Louis, grattandosi la testa e sedendosi sui talloni.
«Se ci sei stato due anni fa, qualcosa di lui deve pur esserti piaciuto.»
Louis ci pensa su per qualche secondo. Ci sono tante cose di Harry che gli piacciono, primi tra tutti gli occhi, che ora come ora odia perché non hanno fatto altro che giudicarlo.
«Sì, penso che mi piaccia, in fondo.»
Mi piace tanto, probabilmente.
«E allora! Vai, facci un bel discorso serio e vedi come va. Che poi, tanto per fartelo sapere, le mie fonti affermano che l'ultima volta che Harry ha scopato con qualcuno è stata tre mesi fa.» Niall si tocca il mento e riflette sulla notizia appena fornita.
«Sì, ma—Aspetta, cosa? Come... Tu—Lui—Come lo sai?»
Louis ha paura di quello che potrebbe scoprire.
«Harry è mio amico. È da quando hai messo gli occhi su di me alla festa che so quanto gli rode questa cosa.»
Ecco, appunto.
«Sei pessimo, lo sai?»
Niall ride e si stringe nelle spalle. «Senti, tu mi piaci e non mi pento di aver scopato con te perfino sulla lavatrice di mia madre. Harry è geloso di noi due, però io non potevo certo convincerti ad andare da lui. Dovevi capirlo da solo e l'hai fatto, quindi siamo tutti felici.»
«Sono sconvolto, Horan.» Ed è vero: anzi, sconvolto è riduttivo. «Ma, un attimo. Harry alla festa quasi non sapeva il tuo nom—Oh, penso di aver capito.» Nella mente di Louis torna a galla l'espressione di Harry e la sua indecisione, quando aveva dovuto rivelargli il nome del ragazzo biondo.
«Non ho mica approfittato di te. Poi Harry ha ammesso che era geloso e che mi avrebbe preso a calci tipo dopo la nostra terza volta.»
Louis non riesce a trattenersi dal sorridere. «La scrivania di Zayn?»
«La scrivania di Zayn. Grazie a Dio abbiamo pulito, dopo.»
La risata di Niall esplode nella stanza e lui gli va dietro perché è tipo una calamita e non può ignorarla. Ma poi sospira e torna a guardarsi le mani. A questo punto non sa davvero cosa fare. Però, forse perché è più sveglio di lui o perché vede qualcosa che Louis non vede, Niall si alza dal letto e comincia a lanciargli contro i vestiti, gridando frasi come «Soldato, è ora di andare» o «Comando io e adesso alzi quel culo e vai da Harry prima che venga a cercarci con una bomba a mano». Louis si ritrova a saltellare nel mentre che si infila i jeans, con Niall alle sue spalle che urla raccomandazioni e frasi strane.
Non sa dire come sono arrivati a questo, ma fa come dice lui e si veste.
∎
Poco dopo è fuori dalla porta di casa Horan e sta guardando Niall con un sorriso. Un sorriso di affetto. È certo del fatto che sono diventati amici, anche se non in modo convenzionale, perciò gli lascia un bacio a stampo sulle labbra rosse e poi lo abbraccia; un semplice abbraccio, una cosa che non hanno mai fatto ma che riesce a scaldare il cuore di Louis.
Lo lascia andare e «Ciao, Niall» dice, infilando le mani nelle tasche.
«Ciao, Louis. È stato interessante.»
«Sì, molto.»
Niall gli lascia una pacca sulla spalla e Louis scende i tre gradini del portico, sempre col sorriso sulle labbra. Si ferma a pochi metri dalla fine del vialetto. «Venerdì ci sei alla festa di Josh, vero?» chiede, senza rendersi conto di aver usato un tono diverso dal solito timbro malizioso che gli riservava.
O forse se ne accorge, e gli piace.
«Ovvio! Sono più che sicuro che voglia portarmi a letto» Niall risponde, facendogli l'occhiolino e scoppiando a ridere.
Louis fa lo stesso e scuote la testa. Poi si allontana sul marciapiede. Afferra il cellulare dal retro dei jeans, toglie il numero di Niall dai preferiti e preme il polpastrello su quello di Harry che – ovviamente – Niall gli ha salvato in rubrica.
Aumenta il ritmo dei passi, mentre la chiamata per il suo ricciolino dagli occhi verdi parte.
E chissà se non riuscirà ad aggiustare questi due anni di stronzate con qualcosa di più giusto.
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