Capitolo 16

-Alla fine ce l'hai fatta? Lo sapevo!- disse Keisuke sorridente togliendosi la benda, riferito a Levy.
-Si, ero sicura che ci saresti riuscita!- continuò Mary entusiasta.
Levy sorrise ma non si tolse la benda.
-Forza, togliti la benda, cosa aspetti?- disse Reul avvicinandosi.
-N-No...- disse Levy tenendosi la benda sugli occhi.
Mi avvicinai a lei, era spaventata  e aveva bisogno di più d'una spiegazione.
-Quelle sfumature che vedi sono l'eco dei rumori che senti, con gli occhi da Ghoul tutti i tuoi sensi si amplificano per vedere anche senza gli occhi.- le spiegai togliendomi la benda.
-Davvero? Quindi adesso...- stava per dire ma Reul la interruppe.
-Adesso tu hai quegli occhi così spaventosi.- disse divertito.
-Dai chiudi gli occhi e calmati, non sarai abituata alla luce adesso.- dissi andando per slegarle la benda e una volta tolta le vidi gli occhi serrati e le venature sugli occhi tipiche.
-Adesso apri lentamente gli occhi...- dissi cercando di calmarla, aprii lentamente gli occhi, mostrando gli occhi scuri e minacciosi, ma lo sguardo che aveva era davvero carino e dolce.
-È davvero carina...- sentii sussurrare da Reul leggermente arrossito.
Tutti ridemmo divertiti sentendolo sbuffare sonoramente.
-Ma come faccio a togliermi questi occhi?- disse Levy al limite dell'esasperazione.
-Ti aiutiamo noi, non preoccuparti.- disse Morgana prendendola con sé, insieme a Ken, Keisuke e Mary portandola in una strana stanza.
-Ma che faranno mai lì?- disse Reul avvicinandosi a me.
-Non ne ho la minima idea, noi due per far passare la prima volta abbiamo semplicemente aspettato e dopo qualche ora era tutto come prima.- gli risposi confuso quanto lui.
-Comunque sia io vado a dormire, sono stanco.- disse andando nella sua stanza.
Anch'io stavo per tornare nella mia quando mi sentii tirare la maglia ed Ezir mi fissava seria.
-Cosa c'è? Hai bisogno di qualcosa?- le chiesi, fingendo di non aver sentito la frase di prima.
-Lo sai benissimo cosa ti ho detto... devi insegnarmi...- disse imbarazzata.
-Ma non so cosa insegnarti, combatti già abbastanza bene, con la pratica ci riuscirai da sola.- dissi sperando di sbagliarmi fino all'ultimo.
-Non è quello che intendo! Devi insegnarmi a... vivere come una persona normale... a essere felice...- disse distogliendo lo sguardo imbarazzata.
Non sapevo che dirle, non credevo che vivere ed essere felici potesse essere una cosa da insegnare.
-Seguimi.- dissi soltanto entrando in camera, sentendola entrare e chiudere la porta.
Mi sedetti per terra, e lei fece la stessa cosa di fronte a me.
-Per essere felici... credo che basti... stare con le persone a cui vuoi bene, divertirsi, ridere e scherzare con loro, passare le giornate in senerità, senza problemi o preoccupazioni, è così che ho sempre fatto ed è così che farò ancora.- dissi alzandomi come se avessi detto qualcosa di scontato, per me lo era ma non credo che la risposta l'abbia soddisfatta.
-Ma... Ma... e se non ho persone a cui voglio bene? Anzi, come fai a capire se vuoi bene a una persona?- mi chiese come se fosse una domanda senza risposta.
-Ecco... vedi... adesso devo farmi una doccia, a dopo.- dissi prendendo dei vestiti ed entrando in bagno.
"Come glielo spiego? Volere bene a una persona... non è una cosa che si spiega, è una cosa che si sente, che viene naturale come respirare. Come faccio?" pensai entrando nella doccia e facendo scorrere l'acqua.
"Qualcuno con cui vai d'accordo? Qualcuno con cui hai qualcosa in comune? Qualcuno.... qualcuno che..." pensai non riuscendo neanch'io a dare una vera risposta a quella domanda, ma non avrei potuto dirle quello, mi avrebbe continuato ad assillare per sapere la risposta.
Finii di lavarmi e mi vestii con dei vestiti più comodi di quelli da allenamento, a malapena feci in tempo ad uscire che lei entrò in bagno, probabilmente a lavarsi anche lei.
Mi sdraiai sul letto pensieroso, cercando ancora una risposta a quella domanda, la risposta ormai interessava più a me che per risponderle.
Pensai a quello che provavo con le persone a cui volevo bene, con Levy o Reul, ma non sapevo bene come esprimerlo, quando mi venne in mente una definizione abbastanza soddisfacente, anche se non era proprio da me, anzi era decisamente troppo sdolcinata per i miei gusti.
Proprio quando pensavo se dirle quello o che semplicemente non lo sapevo sentii la porta del bagno aprirsi e lei uscire e dirigersi verso di me.
-Allora? Come riesci a capire se vuoi bene a una persona?- mi chiese avvicinandosi.
Mi alzai e le andai in contro...
Ezir's pov.
Lo vidi alzarsi e venire verso di me, mi fermai aspettandolo ma scivolai e mi sentii cadere verso il pavimento, chiusi gli occhi aspettandomi l'impatto con il terreno, ma non arrivò, aprii gli occhi e vidi Wolf vicinissimo a me, era in ginocchio e mi teneva a un pelo dal terreno a mo di sposa.
-Wolf...- stavo per dire ma mi interruppe con un tono strano, non lo avevo mai sentito parlare così, no... una volta si, quella volta in prigione, aveva un tono molto simile ma aveva qualcosa di diverso.
-Quando sono più importante di te... quando vuoi che stiano bene... quando ti preoccupi per loro... quando le vedi felici e sei felice anche tu... ecco come riesci a capire se vuoi bene a qualcuno.- dissi guardandomi negli occhi, sentii qualcosa di strano in quel momento, ma non ci feci troppo caso.
-E... come fai a capire se... sei innamorato di qualcuno?- dissi sottovoce sperando che non mi ascoltasse.
Probabilmente mi sentì, perché mi fece appoggiare per terra, con la schiena sul bordo del letto, inginocchiandosi di fronte a me, era molto vicino e sentivo uno strano calore al viso.
-Questo non so dirtelo... ma se posso darti un consiglio ti direi che... l'amore è quella cosa che... può rendere caldo un vento freddo... che ti aiuta a superare le difficoltà della vita felicemente... e ti può anche riaccenderti il cuore se è la persona giusta.- disse sorridendo dicendo l'ultima frase, si alzò e andò al suo letto sdraiandosi e come se nulla fosse.
Rimasi lì immobile scioccata, con il volto arrossito e gli occhi spalancati, non ricordo come ma in qualche modo mi ritrovai nel letto sotto le coperte, aspettando di addormentarmi.

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