Revenge porn
Care lettrici e cari lettori,
immagino che avrete sentito parlare dell'orrenda vicenda delle chat Telegram di uomini dediti al revenge porn, alla pedopornografia e a crimini atroci affini.
In merito, condividiamo questa lucida analisi di Enrico Bruni-Cagianelli, che esprime il suo pensiero sulle chat di Telegram e la loro effettiva scabrosità. Abbiamo anche trovato l'analisi di un'altra persona, ma stiamo aspettando il permesso per poterla condividere.
- Evgenij e Shade Owl
Link:
Testo:
"Lettera al mio genere #isoliamoli
Vorrei potermi ridurre ad un "che schifo", ma non posso. Non posso perché è una cosa troppo grave e troppo grande per essere ridotto ad un commentino indignato per poi far tornare tutto come prima. Si sa i gruppi vengono segnalati, chiusi e poi riaprono con altri nomi, è la prassi del web. Ma non è possibile pensare che finisca così, non è possibile perché non è normale pensare che l'intimità e la privacy delle persone venga buttata in pasto a decine di migliaia di persone senza che niente debba cambiare.
Non c'è da chiedersi "se questo è un uomo" o sminuire dicendo "sono dei malati", dobbiamo metterci in testa che se queste cose succedono è perché ci sono uomini esattamente come noi che le fanno. Sono uomini eterosessuali come me e come te che riempiono gruppi come "Stupro tua sorella 2.0", sono uomini come me che, lasciati dalla ragazza, mandano in queste chat sue foto con scritto "ne ho altre scrivimi", sono uomini come me che si masturbano su quelle foto fregandosene del fatto che sia materiale pornografico non consensuale e anzi magari
trovandoci anche una qualche forma di piacere aggiuntivo.
Se pensate che tutto questo sia normale o semplicemente una cosa da sminuire, allora abbiamo un problema e lo abbiamo tutti noi. Non lo hanno solo tutte le ragazze i cui corpi sono stati inviati in queste chat, lo ha l'intera comunità poiché non possiamo essere sani in un sistema infetto. Questo morbo, una pandemia ben più antica e radicata del Covid-19, si chiama "patriarcato" e non è più pensabile voltarsi dall'altra parte, pensare che le lotte che da anni vengono portate avanti dalle donne non ci riguardino solo perché siamo uomini. Vi fa incazzare che dicano "voi uomini" - benissimo - cercate di non piangervi addosso dicendo "femministe brutte e cattive" e scegliete di essere voi il cambiamento. Smettiamo di accusare le donne per cose che facciamo noi, smettiamo di pensare che il problema sia sempre di qualcun altro. Noi siamo il problema, ma possiamo essere anche una soluzione perché questa battaglia è la nostra battaglia.
Quando vedete che un vostro amico vi fa vedere una foto dicendo "l'hanno inviata sul gruppo del calcetto, è quella troia dell'ex di un mio amico", invece di stare zitti per paura di sembrare i rompicoglioni del gruppo, dite quello che pensate: ditelo che quello è revenge porn e che è un reato penale. E se vi ridono dietro, non importa, dovete persistere. Quando venite a sapere che c'è un gruppo di ragazzi che ha una tabella in cui si segnano le ragazze con cui sono andati a letto come fosse un segnapunti, parlatene, spargete la voce, fate nomi e cognomi e isolateli, non permettete loro di fare del male ad altre persone. Se sapete che una vostra amica è stata abusata durante una festa da ubriaca, non sminuite, non voltate la faccia, fate i nomi e isolate chi ha abusato del proprio potere. Abbiamo davanti decine e decine di momenti in cui la nostra voce può fare la differenza nella lotta contro il maschilismo e sappiamo benissimo che basterebbe alzare una volta la voce per far si che le cose iniziassero a cambiare. Quindi è ora di attivarci anche noi uomini, cosa aspettiamo? Che la mamma risolva anche questo problema?
Siamo in guerra, da molti anni ormai, una guerra che è stata combattuta da grandi donne che pian piano hanno scalfito la corazza del patriarcato, ma questa corazza è ancora dura e compatta, tanto ancora ci sarà da lottare. Si parla tanto di autoisolamento in questo periodo: visto che queste persone non si autoisolano da sole, iniziamo a farlo noi.
Nei prossimi giorni nasceranno altri gruppi e altri nostri amici andranno a iscriversi. Monitoriamo la situazione, parliamogli, cerchiamo di fargli aprire gli occhi e se questo non è possibile ricordiamoci che questa è una guerra che dobbiamo vincere, questa battaglia è la nostra battaglia. Spero tanto che si possa presto tornare a incontrarci nelle piazze per far vedere ancora una volta che la nostra idea di mondo è più forte della loro, ma nel frattempo lavoriamo su noi stessi e su chi non ha ancora capito credendosi ancora assolto.
Isoliamoli per estirpare il patriarcato"
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