Anniversario scuola Diaz
Ieri era l'anniversario dell'occupazione della Scuola Diaz, durante i fatti del G8 di Genova, da alcuni considerati la più grande violazione dei diritti umani in Europa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Ufficialmente, nessuno dei responsabili, nemmeno i condannati, ha davvero scontato la pena. Molti sono stati promossi e hanno fatto carriera.
I poliziotti, quella notte, aggredirono manifestanti e giornalisti pacifici che si erano legalmente accampati nell'edificio. Introdussero varie armi (spranghe, piedi di porco, molotov...) e le presentarono come appartenenti ai "rivoltosi", in modo da giustificare la violenta repressione.
Citando alcune parti dell'articolo:
"I poliziotti trovarono un estintore e spruzzarono la schiuma sulle ferite di Martensen. Zuhlke venne afferrata per i capelli e scaraventata per le scale a testa in giù. Alla fine, trascinarono la ragazza nell'ingresso del piano terra, dove avevano ammassato decine di prigionieri insanguinati e sporchi di escrementi. La gettarono sopra ad altre due persone. Non si muovevano e Zuhlke, tramortita, chiese se erano vivi. Nessuno rispose e lei rimase supina. Non muoveva più il braccio destro ma non riusciva a tenere fermi il braccio sinistro e le gambe, che si contraevano convulsamente. Il sangue le gocciolava dalle ferite alla testa. Un gruppo di poliziotti le passò accanto: uno dopo l'altro si sollevarono le bandane che gli coprivano il volto e le sputarono in faccia."
"I primi segnali che c'era qualcosa di più grave possono sembrare banali. Alcuni poliziotti avevano vecchie canzoni fasciste come suoneria del cellulare e parlavano con ammirazione di Mussolini e Pinochet. Diverse volte ordinarono ai prigionieri di gridare "Viva il duce" e usarono le minacce per costringerli a intonare canzoni fasciste: "Uno, due, tre. Viva Pinochet!"."
"Un poliziotto anonimo ha dichiarato al quotidiano La Repubblica di aver visto dei colleghi che urinavano sui prigionieri e li picchiavano perché si rifiutavano di cantare Faccetta nera."
"Tutti hanno dichiarato che non fu un tentativo di costringere i detenuti a confessare, ma solo un esercizio di terrore. E funzionò. Nelle loro testimonianze, i prigionieri hanno descritto la sensazione d'impotenza, di essere tagliati fuori dal mondo in un luogo senza legge e senza regole. La polizia costrinse i prigionieri a firmare delle dichiarazioni. Un francese, David Larroquelle, ebbe tre costole rotte perché non voleva firmare. Anche Percivati si rifiutò: gli sbatterono la faccia contro la parete dell'ufficio, rompendole gli occhiali e facendole sanguinare il naso."
Uno dei motivi per cui i responsabili (al di là dell'inquinamento delle prove) la fecero franca era la mancanza del reato di tortura. Lo stato rifiutò, il più possibile, d'indagare e approfondire la tragedia, anche se lo chiedeva l'Europa.
Concludo con le parole finali dell'articolo. Invito tutti a diffonderlo, per non dimenticare ciò che è stato e che potrebbe ancora accadere.
"Questo non è il fascismo dei dittatori con gli stivali militari e la schiuma alla bocca. È il pragmatismo dei nuovi politici dall'aria simpatica. Ma il risultato appare molto simile. Genova ci dice che quando il potere si sente minacciato, lo stato di diritto può essere sospeso. Ovunque."
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- fanwriter91 -
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