Tauriel: falso femminismo


Partiamo da un presupposto: se Evgenij è un fan sfegatato di Tolkien, è cresciuto coi suoi libri e ha un altare con ceri e una foto di Tolkien, al quale non di rado sacrifica un vitello grasso, io, fanwriter91, non sono cresciuto con quelle letture, quindi non avrò problemi ad analizzare la cosa da un punto di vista neutrale. Si ringrazia Evgenij stesso per le informazioni.

Ci sono elementi che anche un non purista è obbligato a considerare, dicasi "contesto": se tu mi fai un film ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e mi metti che un nazista convinto rinnega se stesso per l'ebrea conosciuta il giorno prima, di certo non posso approvare, possono esserci dei dialoghi bellissimi, ma la cosa non può avere senso.

Andiamo con ordine.

Tauriel è stata inserita per aggiungere una guerriera forte e capace. Ok, ci sta benissimo. Però l'hanno addirittura fatta capitano delle guardie reali.

Un'elfa giovanissima (l'equivalente di una ventenne) è capitano quando in giro ci sono dei veterani della guerra contro Sauron? Penso che costoro, se tremila anni fa erano già ottimi guerrieri, siano un pochino più qualificati di lei. Bastava metterla come MEMBRO della guardia.

Lei è anche guaritrice. Peccato che nel libro sia detto testualmente che un elfo non può essere sia guerriero che guaritore.

Ed Elrond? Lui è mezzo elfo.

Ma questi sono dettagli, e cominciamo con le prese in giro, sia a noi che all'attrice: un triangolo amoroso tra Tauriel, Legolas e il nano figo Kili (esteticamente non fedele al libro, ma ripeto, dettagli) non solo non ha senso a livello di trama... ma è stato inserito all'ultimo! L'attrice aveva espressamente richiesto che il suo personaggio non fosse coinvolto in storie romantiche, e così le era stato assicurato. Ma all'ultimo hanno aggiunto questo dettaglio.

E ora devo tornare al famigerato "contesto", poco conosciuto da chi ha visto solo i film: tra elfi e nani vi è una fortissima ostilità, nata perché, tempo addietro, un sire elfico commissionò ai nani d'incastonare un gioiello in una collana. Vengono poi due versioni dei fatti: secondo i nani, il re rifiutò di pagare e cercò di uccidere i fabbri, nella versione elfica furono questi a tradire il re. Fattostà che i nani fuggirono col gioiello.

Un'obiezione sarebbe il tirare in ballo Romeo e Giulietta: anche lì i due giovani s'innamorano alla follia nonostante si conoscessero da tipo cinque ore (contate) e l'odio tra le famiglie.

Ma loro erano ragazzini, un'età in cui ci si deve ancora formare e si è molto emotivi. Inoltre Tauriel era una guerriera, se sei un militare elfico che deve proteggere i reali durante un periodo in cui non corre buon sangue coi nani, dubito che ti abbiano istruita a essere aperta verso questi ultimi.

Ora dobbiamo analizzare Tauriel: nel primo film in cui appare (secondo della trilogia) è tra coloro che catturano i nani protagonisti, salvando anche Kili da un ragno gigante.

Kili qui è un figo della madonna, nonché marpione e affascinato dagli elfi. Durante la perquisizione, domanda perfino alla bella elfa se vuole controllargli i pantaloni, dove potrebbe nascondere un'arma.

Lei lo liquida con un "o niente!"

Secondo la complessa analisi di Evgenij, qui Tauriel sembra star zittendo un tipo in discoteca.

Durante la fuga, Kili viene avvelenato da una freccia, ed è Tauriel a curarlo. In quest'occasione si rivela anche gentile nei confronti dei figli di Bard l'arciere (personaggi inesistenti nel libro).

Insomma, ci poteva ancora stare, aveva anche visto che alcuni nani, tra cui Fili, fratello di Kili, non partivano per una gloriosa missione proprio per badare al ferito. Tauriel qui si sta dimostrando molto umana e disponibile, poteva avere dei pregiudizi ma vedere queste cose poteva incrinarli. Provvede anche ad aiutare i ragazzini e i nani a fuggire quando la città è devastata dal drago.

Il problema è che questo breve incontro basta a far sbocciare l'amore tra i due!

Andiamo, perfino nei film Disney di una volta c'era un maggior approfondimento, e questi erano fatti per durare globalmente un'ora e mezza!

E adesso arriviamo ai veri problemi: Tauriel partecipa alla grande battaglia finale, ma dove vanno le sue preoccupazioni principali?

Ai cittadini umani? (nota: nel libro erano chiaramente dei soldati, nel film sono chiaramente dei civili che improvvisano).

Ai soldati elfici? (sei capitano della guardia, la tua responsabilità principale dovrebbe essere quella di difendere i reali e magari, dico magari, i tuoi compagni. Non avevi amici tra loro?)

Ovviamente no: lei pensa a Kili.

Questo è un comportamento che sarebbe anche umano, se il loro amore fosse stato coltivato e approfondito. Una persona cara conta più di mille estranei. Ma non è certo un comportamento degno di ammirazione, anche se immagino che almeno qualcuno avrà detto "oh, è un true love, lo ama così tanto che è pronta ad abbandonare e sacrificare tutti i suoi compagni!"

La sceneggiatura peggiora le cose: avviene un diverbio tra re Thranduil, il quale, vedendo la devastazione e la morte di così tanti dei suoi uomini, ordina la ritirata. L'oro è importante, ma non così tanto. Il gesto è apprezzabile, sta anteponendo, dopo diverse perdite, il bene della sua gente alle ricchezze.

Tauriel però lo ferma, arrivando perfino a minacciarlo puntandogli contro l'arco, accusandolo di codardia e di voler abbandonare nani e umani. Il re però ristabilisce la gerarchia disarmandola con una mossa, non avrebbe stonato un "bitch, please!"

Questa scena sarebbe volta a farci passare Tauriel come la buona della situazione, visto che parla di codardia e aiuto al popolo dei nani.

Accusa anche Thranduil di ritenere la sua stessa vita più importante di quella delle creature mortali (gli elfi muoiono solo se uccisi o se rinunciano alla loro immortalità).

Emblematica la frase "non c'è amore in te!"

La cosa potrebbe avere senso, peccato che lei si fiondi ad aiutare Kili, la cui vita deve essere importante assai.

Avrebbe funzionato se lei si fosse precipitata dai soldati e li avesse spalleggiati, e invece no, si precipita a salvare il tipo conosciuto due giorni prima.

Potremmo obiettare che la logica sarebbe "uccidi il boss e i soldati si ritireranno" ma lei non la illustra. Dice solo che deve salvare Kili, coinvolgendo anche Legolas (totalmente fuori caratterizzazione rispetto a qualsiasi opera lo veda coinvolto, parodie a parte), innamorato di lei.

Aggiungiamo che l'accusa viene smontata dalle scene viste subito prima: noi VEDIAMO Thranduil che vaga in mezzo ai cadaveri dei suoi uomini, l'attore riesce a trasmettere come il suo personaggio soffra per le irreparabili perdite. Anche questa è una forma di amore, non rivolto al singolo, ma alla collettività! La collettività che è il suo regno!

A tal proposito... Evgenij mi fa sapere che nel libro Thranduil NON è lo stronzo che pare nel film. Nel libro fa semplicemente incarcerare degli stranieri (i nani) che sono entrati nel suo territorio senza il suo permesso. Non tortura, non uccide nessuno, semplicemente loro non parlano e li arresta.

Da Wikipedia:

"Nel film Thranduil si dimostra irragionevole, egoista ed avventato, anche se in realtà il suo comportamento severo è dovuto al dolore provato per la morte della moglie. Non è così nel libro, dove il Re degli Elfi si dimostra piuttosto saggio, generoso con i sopravvissuti all'incendio della Città del Lago e stimato da tutti, anche da Bilbo."

E perché lo hanno fatto stronzo?

Perché così si poteva creare una maggiore ostilità tra le fazioni, al fine di far sentire più traggica la storia tra Kili Montecchi e Tauriel Capuleti.

Comunque, quanto detto affonda il buono che poteva esserci nel personaggio di Tauriel, rendendola tra l'altro ipocrita: se dici che bisogna aiutare il popolo vai ad aiutare il popolo, non lo pianti per il fighetto di turno.

Come da copione, Kili muore, e la presenza di Tauriel ruba la scena alla morte di Fili e al dolore dello zio Thorin. Nel libro i due fratelli morivano proprio per salvare lo zio. Il rapporto zio-nipote è una tematica comune dei romanzi cavallereschi, basta citare la Chanson de Roland, dove l'intrepido paladino era appunto nipote di Carlo Magno (un termine usato è "figlio della sorella").

Le lacrime e le urla di dolore di Tauriel, sconvolta dalla morte dell'amato, al punto tale da rifiutare l'amore perché la fa soffrire troppo, hanno un effetto ridicolo.

Suvvia, ti sono morti sotto gli occhi dio solo sa quanti compagni d'arme che conoscevi da una vita e non hai battuto ciglio, poi sei sconvolta perché muore quello conosciuto l'altro ieri?

Tauriel avrebbe dovuto essere un personaggio icona del femminismo, una donna combattiva e altruista, figura positiva in cui rispecchiarsi; purtroppo, pur essendo partita bene, finisce con l'essere solo ipocrita, sfruttatrice e superficiale. 

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